Maressentia

Schermata 2016-11-04 alle 17.15.01Maressentia è un marchio di Egadi Cosmesi Naturale, una start up innovativa con sede sull’isola di Favignana e unità locale a Genova. 

L’azienda è presente sul mercato dell’erboristeria da gennaio 2016, inaugurando un nuovo segmento nel mercato dei cosmetici naturali, la cosmesi fitomarina mediterranea, nata dallo studio della Posidonia oceanica, la pianta marina che caratterizza le nostre coste, e delle potenziali-tà dei suoi derivati in campo cosmetico, grazie alla loro valorizzazione attraverso progetti so-stenibili, sviluppati in accordo con la gestione dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi (un ampio dossier sulla Posidonia e sul suo utilizzo in campo cosmetico è stato pubblicato sul numero 394, gennaio-febbraio 2016, di Erboristeria domani).

Egadi Cosmesi Naturale, che ha debuttato con la linea Posidonia composta da cinque prodotti per il viso e cinque per il corpo, presenterà al SANA (Padiglione 36 Stand C83) una nuova linea anti-macchia: 4 innovativi prodotti che vanno ad aggiungersi ai 10 già in gamma. Tutti caratterizzati dall’esclusivo estratto di Posidonia oceanica e da sinergie di estratti di piante tipiche delle Isole Egadi e della Sicilia.

A pochi mesi dal lancio della linea in erboristeria parliamo con Silvia Bruni, titolare di “Erboristeria Bottega del Naturista” di Roma, riguardo alla risposta che la sua clientela riserva a questo nuovo marchio di cosmesi naturale italiano:

Schermata 2016-11-04 alle 17.17.30L’incontro con Maressentia è avvenuto grazie ad un agente di zona, una persona di fiducia che conoscevo da diversi anni,” ci dice per prima cosa l’erborista romana, alla quale chiediamo cosa apprezza maggiormente di questa nuova linea: “Si tratta di una proposta assolutamente originale e molto suggestiva per le nostre clienti quando si rendono conto che si tratta di una linea cosmetica nata da una risorsa spontanea della nostra flora e del nostro mare. L’idea di studiare scientificamente le proprietà di una specie tratta dal nostro ambiente naturale, e organizzare la produzione industriale di una nuova linea cosmetica senza creare danni al suo habitat, anzi creando un valore che servirà per proteggerlo, è un concetto che si sposa perfettamente con le scelte della nostra erboristeria.

Parlando specificamente dei prodotti, da un attento esame della formulazione si nota che sono stati selezionati ingredienti di qualità e perfettamente coerenti con l’idea di una cosmesi naturale, il che costituisce il vero punto di forza della linea. 

Si tratta di creme di facile assorbimento e stendibilità, il che si traduce in un utilizzo davvero semplice da parte dell’utente, anche nel caso di pelli mature. 

Un altro carattere molto positivo è la profumazione: spesso i prodotti a base di alghe o altri derivati marini hanno un aroma molto intenso, che non è gradito a tutti. Questi prodotti invece sono caratterizzati da una profumazione e una texture estremamente piacevoli, forse perché in effetti non si tratta di un’alga ma di una pianta marina. 

In sintesi, questa linea a base di estratto di Posidonia oceanica è dunque veramente innovativa. Così come lo è del resto anche l’attenzione verso tematiche quali sostenibilità e tutela ambientale; la linea Maressentia utilizza solo foglie spiaggiate, senza intaccare il paesaggio naturale; le piante spiaggiate ancora verdi sono raccolte immediatamente dopo le mareggiate e vengono poi essiccate, polverizzate e infine vengono estratti i principi attivi; la stessa area di raccolta, le isole Egadi, è una zona marina protetta e non inquinata, di conseguenza il prodotto è assolutamente puro”. 

E rispetto al prezzo? “La linea si colloca nella fascia di prezzi media, il che ci porta in effetti un ottimo rapporto qualità/prezzo. Tra l’altro, da apprezzare è anche il packaging, che colpisce immediatamente: trattandosi di un “involucro”, la cura del dettaglio e la gradevolezza estetica non passano inosservate”.

La clientela ha apprezzato la linea? “Noi offriamo questi prodotti dal mese di febbraio 2016 e devo dire che i nostri clienti sono già tornati più volte a riacquistarli”. 

Riesce a darci un profilo della clientela più interessata a Maressentia? “Si tratta prevalentemente di donne dai 40 anni in su; sono consumatrici che provengono da brand di alto livello, che conoscono molto bene sia il prodotto erboristico che quello di profumeria. Sono consumatrici molto attente e informate che prestano molta attenzione alla qualità della vita e che scelgono Maressentia anche come alternativa a marchi importanti di profumeria. Sono consumatrici attente alla salvaguardia ambientale e la naturalità del prodotto ha quindi certamente un peso nella scelta finale. Sono clienti molto esigenti che si rivolgono a noi perché sanno che siamo sempre alla ricerca di prodotti innovativi. Diverse clienti sono venute in negozio chiedendo espressamente di questi prodotti che hanno conosciuto mediante il passaparola e la stampa”.

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Quali sono i prodotti Maressentia più venduti?

È davvero difficile stilare una classifica dei cosiddetti “best sellers” perché ogni prodotto Maressentia ha le sue peculiarità e gode di grande apprezzamento fra i nostri clienti. L’acqua corpo idratante ha una fragranza davvero straordinaria ma detto questo, tutte le creme viso, così come le creme corpo sono davvero prodotti molto apprezzati proprio per le caratteristiche sopra esposte: naturalità del prodotto, texture, proprietà”.

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Infine, vuole dirci qualcosa a proposito del servizio clienti Maressentia? Come le sembra?

L’evasione degli ordini è davvero rapida e avviene in pochi giorni; ho ricevuto una grande assistenza continua, abbondante materiale promozionale per l’allestimento del punto vendita e per la promozione presso la clientela (la campionatura prodotti è stata davvero generosa) e ho avuto anche la possibilità di avere giornate promozionali di una beauty expert a supporto delle vendite. 

La cosmetologa dell’azienda è sempre a disposizione per chiarimenti, consigli e per attività di formazione 

Maressentia mi ha anche fornito un video che mostriamo qui nel nostro negozio; è davvero bello e interessante e mostra il paesaggio delle isole Egadi e delle piante”. 

da Erboristeria Domani 5 – 2016

Natto MK-7™

La vitamina K è un cofattore essenziale per l’organismo umano, normalmente assunto con la dieta. Consiste in una famiglia di molecole liposolubili strutturalmente simili, caratterizzate da un anello 2-metil-1,4-naftochinonico comune e da catene laterali variabili legate al carbonio 3. Differenti forme di vitamina K sono naturalmente contenute in diversi alimenti: il fillochinone (2-metil-3-fitil-1,4-naftochinone), anche conosciuto come vitamina K1, è particolarmente diffuso nei vegetali a foglia verde ed è quindi una delle fonti maggioritarie di questo cofattore. I menachinoni (MK-n), conosciuti collettivamente anche come vitamina K2, presentano invece una catena laterale isoprenoide ad unità ripetute in numero variabile: MK-4 è caratteristica di alcune carni, uova e formaggi mentre MK-7 è presente nei formaggi e nel Natto, un alimento tradizionale giapponese che consiste in soia fermentata attraverso un ceppo di B. subtilis e che è ben noto per l’elevata concentrazione di questa vitamina. Menachinoni con catena laterale ancora più lunga (MK-8/10) sono prodotti dal microbiota intestinale ma risultano scarsamente assorbiti dall’organismo. Sono invece generalmente ben assorbite le forme di Vitamina K citate in precedenza, sebbene i menachinoni risultino in generale più biodisponibili rispetto ai fillochinoni. I menachinoni a lunga catena, in particolare MK-7, appaiono essere le forme più attive anche per via di una emivita notevolmente più lunga nell’organismo (clearance completa dopo diversi giorni) rispetto ai fillochinoni (emivita di circa un giorno), caratteristica che determinerebbe poi un migliore uptake da parte dei diversi tessuti (1).

La funzione della vitamina K2 consiste nell’agire da cofattore per la carbossilazione post-traduzionale di alcune proteine su specifici residui di acido glutammico, convertiti in acido γ-carbossiglutammico (Gla) (1). Tali residui carbossilati fungono da siti ad alta affinità per il calcio. Esempi di proteine il cui funzionamento richiede la carbossilazione dipendente dalla vitamina K sono, tra le varie, l’osteocalcina (OC), diversi fattori di coagulazione del sangue (II, VII, IX, X) e la proteina-Gla della matrice (MGP). L’osteocalcina è una proteina prodotta dagli osteoblasti (cellule deputate alla crescita del tessuto osseo) che interviene nella corretta mineralizzazione delle ossa; essa, inattiva subito dopo la sintesi, in seguito alla carbossilazione mostra alta affinità per gli ioni calcio (2) e contribuisce a legarli nel circolo sanguigno per veicolarli alla matrice ossea, regolando la crescita dei cristalli di idrossiapatite e intervenendo quindi attivamente nelle dinamiche di turnover scheletrico (3). I livelli sanguigni di osteocalcina sotto-carbossilata (uOC, undercarboxylated osteocalcin) sono indicatori del livello di vitamina K nell’organismo (1). Anche la proteina MGP, carbossilata attraverso la vitamina K2, interviene in sviluppo e crescita normali delle ossa; la stessa proteina, collocata invece a livello vascolare, contribuirebbe a mantenere mobilizzato il calcio, riducendo la calcificazione delle arterie a livello delle lesioni aterosclerotiche, mantenendo i vasi più elastici e riducendo il rischio di eventi ischemici e malattie cardiovascolari. I fattori di coagulazione II, VII, IX e X infine sono tra le Gla-proteine più note e la carbossilazione dipendente dalla vitamina K rappresenta un meccanismo di attivazione delle stesse durante la cascata di coagulazione; coagulopatie possono verificarsi per gravi carenze di questa vitamina. Scarsa assunzione di vitamina K ha mostrato di essere associata con ridotta densità minerale delle ossa, aumento del rischio di fratture e aumento del rischio di malattie cardiovascolari e mortalità, mentre il corretto apporto specialmente di forme maggiormente efficaci e disponibili per l’organismo, come il menachinone-7, può esercitare effetti benefici per la salute delle ossa e la salute vascolare.

È di recente costituzione la collaborazione tra l’azienda americana Vesta Ingredients Inc. e C.F.M. Co. Farmaceutica Milanese SpA. Vesta è una società con sede ad Indianapolis, USA, impegnata nel settore nutrizionale come produttore di diversi ingredienti nutraceutici.

Natto MK-7™ è il brand di vitamina K2 naturale-menachinone-7 prodotta da Vesta e ottenuta per fermentazione da B. subtilis, e rappresenta uno dei principali prodotti di Vesta per il mercato nutraceutico.

Natto MK-7™ e i prodotti Vesta sono distribuiti in Italia da C.F.M. Co. Farmaceutica Milanese.

Caratteristiche tecniche

Natto MK-7™ è la vitamina K2 (menachinone-7) prodotta da Vesta Ingredients per l’ambito nutrizionale. Natto MK-7™ è ottenuta naturalmente per fermentazione del ceppo batterico Bacillus subtilis Natto, lo stesso ceppo utilizzato per la produzione del Natto (alimento tradizionale giapponese) e per successiva purificazione.

Schermata 2016-11-02 alle 12.39.20Si tratta di una materia prima in polvere in cui la vitamina K2 è disponibile, in base alle diverse esigenze formulative, a diverse concentrazioni, supportata su fosfato dicalcico. Le concentrazioni disponibili sono 0,2, 1 e 1,3% (titolo determinato con metodo HPLC). A titolo esemplificativo le caratteristiche tecniche del prodotto all’1% sono riassunte in Tabella 1.

La materia prima è stata certificata completamente non-OGM da un ente certificatore indipendente internazionale (Non-GMO Project), che ha verificato l’origine naturale e non da organismi geneticamente modificati del prodotto per tutta la sua filiera.

Meccanismo d’azione

Durante la reazione di γ-carbossilazione dell’acido glutammico nelle proteine Gla, mediata dalla vitamina K, essa viene inizialmente ossidata in una forma epossido, la quale viene successivamente riciclata alla forma originaria attraverso l’azione dell’enzima Vitamina K Epossido Reduttasi. Farmaci cumarinici come il warfarin, che inibiscono la coagulazione sanguigna, hanno come bersaglio proprio questo enzima, di fatto inibendo la funzione della vitamina K; l’eventuale interazione menzionata va presa in considerazione in caso di somministrazione contemporanea dei due prodotti.

Studi scientifici

Assorbimento, biodisponibilità ed efficacia 

In diversi studi si è osservato come la Vitamina K2–menachinone-7 sia la forma di vitamina K più efficace e biodisponibile per l’organismo. In una pubblicazione del 2006, Schurgers e colleghi (4) hanno valutato l’assorbimento e l’efficacia della vitamina K2 in forma di menachinone-7 in 15 soggetti sani in comparazione con la vitamina K1 (fillochinone). La somministrazione di pari quantità dei due tipi di Vitamina K e la successiva misurazione nel sangue per 96 ore ha mostrato (Fig.1A) un picco di assorbimento attorno alle 4 ore dall’assunzione, seguito da un successivo declino; tuttavia, mentre alle 8 ore la vitamina K1 era tornata ai livelli basali (emivita 1-2 ore), la vitamina K2 era ancora presente a livelli considerevoli, diminuendo poi in maniera molto più graduale (emivita attorno ai 3 giorni) e   risultando quindi più disponibile nei tessuti extraepatici.

Nello stesso studio è stato condotto anche un test per valutare, a tempi diversi dall’assunzione con la colazione, la curva dose/risposta delle due forme di vitamina K; in Figura 1B e 1C si osserva, rispettivamente per vitamina K1 e K2, la relazione dose/risposta tra dose somministrata (50-500 μg) e la concentrazione di vitamina K nel siero: mentre alle 4 ore si è osservato un livello apprezzabile di vitamina nel siero per entrambe le forme (con una relazione dose/risposta lineare per entrambe le vitamine ma con una curva significativamente più ripida per il menachinone-7), alle 24 ore dosi fino a 200 μg di fillochinone non hanno determinato uno scostamento dalla baseline, al contrario di quanto osservato con il MK-7. Questo indica che a questi dosaggi solo la vitamina K2 MK-7 sembra essere effettivamente disponibile per l’assorbimento da parte dei tessuti nelle 24 ore dopo l’assunzione.

Nello stesso studio si è infine osservato l’effetto dei due tipi di vitamina K sul rapporto tra osteocalcina carbossilata (cOC) e non carbossilata (ucOC), dopo somministrazione a soggetti volontari per 6 settimane. Il rapporto cOC/ucOC, un marker del livello di vitamina K, e del suo efficiente utilizzo, nell’organismo, è aumentato in modo equivalente tra le due forme nei primi tre giorni; per il restante periodo di tempo, il rapporto è rimasto stabile per somministrazione di vitamina K1 mentre è costantemente aumentato per assunzione di vitamina K2 menachinone-7, fino ad arrivare ad un livello 3 volte superiore rispetto a quello ottenuto con fillochinone. Ciò ha suggerito quindi una migliore disponibilità ed efficacia nei tessuti di MK-7 rispetto alla vitamina K1.

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Studi clinici

Salute delle ossa – Molti studi osservazionali, condotti soprattutto in Giappone, hanno mostrato che la frequenza di fratture ossee è inversamente correlata con un elevato consumo di Natto, ricco di vitamina K2–menachinone-7. In uno studio pubblicato nel 2006 (3) gli Autori hanno valutato l’effetto del consumo abituale di Natto sulla densità minerale delle ossa in un’ampia coorte di 944 donne in menopausa, in una scala temporale di 3 anni. Oltre ad un incremento significativo della densità ossea dell’anca rispetto ai valori basali, si è riscontrata una correlazione diretta significativa tra frequenza di consumo di Natto (e quindi di vitamina K2) e tasso di modificazione della densità minerale ossea di femore e radio. In un altro recente studio (5) i ricercatori hanno valutato l’effetto di dosi crescenti di MK-7 o di un placebo in 60 donne per 4 settimane, osservando che 100 e 200 μg/giorno erano in grado di incrementare significativamente il rapporto cOC/ucOC rispetto al placebo. Analoghi risultati si sono osservati in una seconda parte dello studio in cui la somministrazione per 12 settimane di 100 μg/giorno di MK-7 ha determinato un rapporto cOC/ucOC significativamente superiore rispetto al placebo. I risultati sono confermati da un ulteriore studio su 244 donne in post-menopausa (6) in cui la somministrazione di MK-7 per 3 anni (contro placebo) ha significativamente rallentato il declino della densità e del contenuto minerale delle ossa a livello della spina dorsale e del femore, oltre a migliorare due indici di resistenza ossea e il rapporto cOC/ucOC rispetto al placebo.

Salute vascolare – Oltre al ben conosciuto ed essenziale ruolo nell’emostasi, per attivazione della cascata della coagulazione, la vitamina K ha mostrato in diversi studi di avere influenza sulla salute vascolare. La proteina MGP, che utilizza la vitamina K come cofattore e che lega il calcio, è riscontrabile a livello dei tessuti vascolari e delle placche aterosclerotiche; proprio in questi siti, MGP, nella forma carbossilata, sembra sia in grado di regolare la precipitazione di calcio mantenendo i vasi elastici e diminuendo il rischio di lesioni aterosclerotiche e il rischio cardiovascolare in generale (6). In topi knock-out per la proteina MGP, infatti, si sono effettivamente osservati decessi poco tempo dopo la nascita per importanti fenomeni di calcificazione aortica e coronarica. In uno studio del 2004, condotto analizzando le abitudini alimentari di 4807 soggetti per diversi anni e valutando gli effetti sulla salute, si è osservato che l’assunzione regolare di menachinone (ma non di fillochinone) era correlata inversamente con l’insorgenza di eventi di coronaropatie, con i decessi per coronaropatie, con decessi per qualsiasi causa e con processi di calcificazione aortica (7). Simili risultati sono emersi in altri studi condotti in modo analogo; in una coorte di 16000 donne osservate con un follow up di 8 anni, è stato riportato un ruolo protettivo da parte dell’assunzione regolare di menachinoni a lunga catena (MK-7 ed oltre) rispetto a eventi cardiovascolari (coronaropatie), mentre la medesima relazione non è stata osservata per il fillochinone (8). In un’altra pubblicazione, in simili condizioni, in una coorte di 564 donne post-menopausa, si è osservata una relazione inversa significativa tra consumo di menachinoni e misura della calcificazione aortica (9). Dagli studi menzionati si può inferire la potenziale importanza di un corretto apporto di menachinone per la salute cardiovascolare.

Sicurezza

La materia prima di Vesta Ingredients, Natto MK-7™, non contiene allergeni ed è conforme a tutte le normative di sicurezza alimentare disposte dalle Autorità Europee; è stata recentemente approvata per il mercato europeo in seno al regolamento Novel Food, secondo la procedura di sostanziale equivalenza, da parte della Food Safety Authority of Ireland.

L’autorità di Sicurezza Alimentare Europea (EFSA) ha riconosciuto due claim salutistici specifici per la vitamina K secondo l’articolo 13.1 del Regolamento Claim: “la vitamina K contribuisce alla normale coagulazione sanguigna” e “la vitamina K contribuisce al mantenimento di ossa normali”.

Applicazioni e Modalità d’uso

La vitamina K2 menachinone-7 è tra le vitamine la cui integrazione è ammessa dalle Autorità; il dosaggio massimo impiegabile negli integratori è di 105 μg/giorno.

La materia prima è utilizzabile in qualsivoglia forma galenica, come capsule, compresse o bustine.

Bibliografia
1 Beulens J et al (2013) The role of menaquinones (vitamin K2) in human health. Br J Nutr 110(8):1357-1368
2 Maresz K (2015) Proper calcium use: Vitamin K2 as a promoter of bone and cardiovascular health.
Integr Health 14(1):34-39
3 Ikeda Y et al (2006) Intake of Fermented Soybeans, Natto, Is Associated with Reduced Bone Loss in Postmenopausal Women: Japanese Population-Based Osteoporosis (JPOS) Study.
J Nutr 136(5):1323-1328
4 Schurgers L et al (2007) Vitamin K-containing dietary supplements: comparison of synthetic vitamin K1 and natto-derived menaquinone-7. Blood 109(8):3279-3283
5 Inaba N et al (2015) Low-Dose Daily Intake of Vitamin K2 (Menaquinone-7) Improves Osteocalcin γ-Carboxylation: A Double-Blind, Randomized Controlled Trial. J Nutr Sci Vitaminol (Tokyo) 61(6):471-480
6 Knapen M et al (2013) Three-year low-dose menaquinone-7 supplementation helps decrease bone loss in healthy postmenopausal women. Osteoporosis Int 24(9):2499-2507
7 Geleijnse J et al (2004) Dietary intake of menaquinone is associated with a reduced risk of coronary heart disease: the Rotterdam study.
J Nutr 134(11):3100-3105
8 Gast GCM et al (2008) A high menaquinone intake reduces the incidence of coronary heart disease.
Nutr Metab Cardiovasc Dis 19(7):504-510
9 Beulens J et al (2008) High dietary menaquinone intake is associated with reduced coronary calcification.
Atherosclerosis 203 (2009):489-493

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da L’Integratore Nutrizionale 3 – 2016

Physavie®

Per lungo tempo il foto-invecchiamento è stato riconosciuto come il risultato esclusivo dell’esposizione a raggi ultravioletti, ma negli ultimi anni, studi scientifici hanno dimostrato l’importanza della radiazione infrarossa (IR) e della luce visibile (VL) nella comparsa di rughe premature. L’IR è anche una delle principali cause del fenomeno dell’invecchiamento termico.

Physavie®, un prodotto sviluppato da Chemyunion e distribuito in Italia da Active Box, è un principio attivo naturale ottenuto con una tecnologia di ultima generazione, l’estrazione in fluido supercritico, che permette di ottenere estratti altamente concentrati, solvent-free e che rispondono ai più stringenti requisiti di eco-sostenibilità ambientale.

L’attivo rappresenta una soluzione innovativa per il trattamento e la prevenzione dei danni causati da IR, riducendo i principali fattori chiave del foto-invecchiamento, come l’infiammazione e la degradazione della matrice extracellulare (ECM).

Schermata 2016-10-21 alle 17.37.01Composizione e Caratteristiche tecniche

Physavie® (nome INCI: Physalis Angulata Extract, Caprylic/Capric Triglyceride) è ottenuto da Physalis angulata, una pianta ampiamente conosciuta come camapú. Si tratta di una pianta originaria del Brasile, che cresce spontaneamente nel Nord del paese. L’estrazione con CO2 supercritica permette l’isolamento di composti altamente attivi, della classe dei fitosteroli, in forma concentrata. Questa tecnologia evita l’utilizzo di solventi organici per l’estrazione di composti bioattivi. Aderendo a criteri di sostenibilità , e controllando la qualità di semina, coltivazione e raccolta di Physalis angulata utilizzata per ottenere Physavie®, Chemyunion ha sviluppato, grazie a 5 anni di ricerca costante, un piano di gestione e crescita controllata che soddisfa i requisiti ECOCERT® per la certificazione biologica.

In Tabella 1 sono riportate le caratteristiche tecniche del prodotto.

Efficacia

Test in vitro

Grazie ad una azione multi-target, la materia prima mira a combattere il foto-invecchiamento, agendo su diversi target biologici.

L’esposizione cronica ai raggi infrarossi può causare una pronunciata elastosi cutanea e un danno degenerativo simile al danno da esposizione ai raggi UV. Inoltre, è stato riportato che la radiazione IR A può penetrare lo strato epidermico ed il derma, raggiungendo il tessuto sottocutaneo senza aumentare significativamente la temperatura della pelle, mentre la radiazione infrarossa B e C viene assorbita principalmente dagli strati epidermici superiori aumentando significativamente la temperatura cutanea.

L’attivo ha la capacità di contrastare i danni associati all’esposizione a luce infrarossa e visibile. Questa capacità è mediata da meccanismi molecolari distinti.

In prima istanza, Physavie® è in grado di aumentare in modo significativo le attività degli enzimi antiossidanti SOD e CAT in cellule sottoposte a irradiazione. Un altro fenomeno associato all’IR è la degradazione delle proteine della matrice extracellulare (ECM). La radiazione IR A infatti determina l’attivazione di MMP-1 (metalloproteinasi-1) nei fibroblasti del derma. L’aumentata attività delle MMP è riconosciuta come un importante fattore fisiopatologico dell’invecchiamento cutaneo esogeno e si traduce nella degradazione del collagene fibrillare con conseguente compromissione dell’integrità strutturale del derma. È stato inoltre recentemente dimostrato che la radiazione IR è responsabile della riduzione dell’espressione del gene dominante del collagene umano in test in vitro ed in vivo. In questo studio abbiamo dimostrato la capacità dell’attivo non solo di ridurre MMP-1, ma anche di indurre la produzione di collagene endogeno.

Colligin è una proteina di 46000-KDa situata nel reticolo endoplasmatico (ER) di vari tipi di cellule che producono collagene I, è una proteina fosforilata e viene indotta in caso di aumento di temperatura. Recenti studi hanno dimostrato che Colligin protegge il pro-collagene ed il collagene di tipo I contro enzimi catabolici durante formazione e biosintesi all’interno dei fibroblasti in caso di stress acuto. Abbiamo dimostrato che Physavie® è in grado di aumentare l’espressione di Colligin, migliorando così la protezione del derma dal danno indotto dalla luce IR e visibile.

In conclusione, i test in vitro mostrano che la materia prima è in grado di:

– Ridurre le citochine pro-infiammatorie (es. IL-6) del 39%;

– Ridurre l’enzima MMP-1, responsabile della degradazione del collagene, del 40%;

– Aumentare l’enzima Colligin, termo-protettore del collagene, del 87%;

– Aumentare i livelli di collagene del 237%;

– Aumentare gli enzimi antiossidanti CAT e SOD rispettivamente del 123 e 278%.

Schermata 2016-10-21 alle 17.37.19Test ex vivo e test in vivo 

Le attività di Physavie® nel combattere gli effetti dell’invecchiamento termico e dell’esposizione ai raggi IR, sono stati valutati anche con modelli ex vivo attraverso l’analisi microscopica con immunofluorescenza, utilizzando l’anticorpo anti-collagene I marcato. I frammenti di cute utilizzati in questo studio sono stati ottenuti da interventi di blefaroplastica in pazienti sani di età compresa tra i 45 ed i 60 anni. Tali esperimenti sono stati condotti utilizzando l’attivo allo 0,1% ed esponendo i campioni alla luce infrarossa/visibile (2 J/cm2). In Figura 1A è possibile notare un marcato aumento dell’espressione del collagene in comparazione al trattamento di controllo non contenente l’attivo.

L’efficacia clinica è stata valutata con uno studio in doppio cieco, randomizzato, che ha coinvolto 33 volontari di età compresa tra i 18 ed i 60 anni, con fototipo da I a IV (Fitzpatrick).

L’applicazione topica di una formulazione contenente lo 0,5% della materia prima evita l’aumento della temperatura e del flusso sanguigno indotti da stress vasodilatatorio provocato da nicotinato di metile (0,1%). Infatti, a seguito dell’applicazione di nicotinato di metile, la temperatura cutanea aumenta dai normali 37,2 ai 42,2°C nell’arco di 20 minuti. Più efficiente rispetto ad una formulazione contenente lo 0,5% di idrocortisone, la crema con 0,5 % di Physavie® mantiene la temperatura cutanea a livelli basali (Fig.1B), evitando quindi le conseguenze dallo stress termico tipicamente indotto dall’esposizione solare e nel particolare dall’esposizione alla radiazione infrarossa. Il nicotinato di metile promuove anche un aumento significativo del flusso ematico locale, con picchi a 20 minuti dall’applicazione dello stress vasodilatatorio. Il pretrattamento con una crema contenente lo 0,5% di Physavie® riduce il flusso sanguigno rispetto al controllo non trattato con migliori risultati anche rispetto alla crema contenente lo 0,5% di idrocortisone.

I risultati ottenuti nei test in vitro, ex-vivo e clinici, evidenziano e confermano quindi l’effetto lenitivo e anti thermal-aging della sostanza.

Sicurezza

Physavie® è stato valutato in vitro e con test clinici per la sua sicurezza. è da considerarsi sicuro per l’uso cosmetico. Sono disponibili su richiesta dati a supporto.

Applicazioni e Modalità d’uso

Physavie® inserito in prodotti cosmetici solari o da giorno, permette una azione integrale contro il foto-invecchiamento ed è complementare alla classica protezione UV. Può essere quindi utilizzato in combinazione con agenti foto-protettivi come attivo protettivo da radiazione IR e visibile, in formulazioni anti-age come attivo anti-invecchiamento grazie alla sua capacità di proteggere le fibre di collagene e in prodotti skin care dedicati alla pelle sensibile, grazie alle sue proprietà lenitive.

La percentuale di uso suggerita è 0,5 – 2 %.

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da Cosmetic Technology 4 – 2016

Ginseng, le bacche oltre alla radice

Schermata 2016-10-19 alle 17.33.28Recenti ricerche attribuiscono ai componenti delle bacche del Ginseng un’attività biologica superiore a quella tradizionalmente riconosciuta agli estratti dalla sua radice.

La forma della radice del Ginseng, quantomeno strana, assomigliando proprio alla figura di un uomo, concorre alla nascita nell’antica Cina ed al diffondersi negli altri paesi del mondo, di fantasiosi nomi circa la sua definizione: “radice dell’uomo” o, “uomo-radice” o, ancora “radice della vita”. Il tutto confortato dalle straordinarie proprietà benefiche per la salute dell’uomo che in essa risiedono. Quindi, ovvio, che nella pianta, la parte estrattiva a fini officinali di maggiore interesse e notorietà sia stata sempre considerata proprio la radice.

Non poca, quindi, la sorpresa nel leggere che recenti ricerche hanno scoperto che nelle rosse bacche del Ginseng esiste un insieme di principi attivi ad attività biologica ancor più marcata rispetto a quella attribuita agli estratti dalla radice.

I più importanti componenti attivi della droga della pianta sono triterpen-glucosidi (saponine) ben noti quali ginsenosidi. Altri componenti attivi, sono steroli, flavonoidi, fenilpropanoidi, carboidrati, acidi organici, vari enzimi presenti, dicono le recenti scoperte, nelle bacche in quantità maggiori che non nella radice. In particolare il profilo ginsenosidico delle bacche è più marcato di quello delle radici. Ed è proprio il contenuto in Ginsenoside-Re, il più attivo tra i vari isolati dalla droga, che fa la differenza più sostanziale, essendo presente nelle bacche in quantità maggiore di almeno il 30% rispetto a quello contenuto nella radice. Così come nelle bacche è stata identificata una dose maggiore di vitamina E e K ed acido folico rispetto alla radice.

Dalla droga contenuta nella polpa delle bacche è stato infine, recentemente, isolato un derivato della lignina, denominato siringaresinolo. Si è scoperto che tale molecola è in grado di attivare l’espressione di SIRT-1. È questo un enzima (una proteina, sirtuina), fattore trascrizionale implicato nei fenomeni di invecchiamento della pelle: porta ad un ritardo della senescenza cellulare e a una migliorata funzione delle cellule endoteliali, praticamente è un vero e proprio attivo anti-aging. È quindi giustificato il consenso all’impiego di estratti da Ginseng ottenuti dalle rosse bacche, dal momento  che si è scoperto che sono queste a rappresentare la “miniera’” più ricca di elementi preziosi per il benessere del consumatore.

da Erboristeria Domani 5 – 2016

Oxisol

Uno dei principali elementi da tenere in considerazione nell’ottica dell’anti-aging odierno è senz’altro rappresentato dall’azione contro gli inquinanti ambientali e le relative eccessive esposizioni alle radiazioni elettromagnetiche solari, il cui filtro naturale (ozono) è messo sempre di più alla prova dallo sviluppo industriale. È infatti dimostrato come una delle principali cause dell’invecchiamento cutaneo sia legata proprio alla scarsa protezione nei confronti dei radicali liberi e delle radiazioni UV atmosferiche. Pur essendoci una grande varietà di alternative in natura, va tenuta presente la molteplicità di variabili che rende una molecola anti-ossidante veramente efficace in vivo. Gli anti-ossidanti naturali mostrano problematiche nel soddisfare tutti i criteri di esame.

Da un punto di vista fisiologico, infatti, l’azione di un anti-ossidante va valutata in stretta correlazione con tre parametri:

1 Potere antiossidante Intrinseco

2 Tempo di reazione nello scavenging del radicale

3 Stabilità intrinseca dell’anti-radicale (ed eventuali reazioni con altri elementi presenti nello stesso sistema)

Nel primo e nel secondo caso è risaputo che un anti-ossidante ha una diversa tendenza a reagire con molecole radicaliche, sia in termini di intensità che di tempi richiesti nell’effettiva azione di scavenging. Molte sostanze naturali hanno un buon potere anti-ossidante di base, ma tempi richiesti nello scavenging più lunghi. Questo effetto ritardato può comunque non essere sufficiente alla prevenzione dal danno radicalico.

L’optimum formulativo è pertanto legato all’impiego di sostanze con un alto potere anti-ossidante e con tempi di reazione minimi, al fine di garantire una celere inattivazione del radicale libero.
Allo stesso tempo è fondamentale che l’antiossidante tal quale abbia una propria stabilità di fondo, e che non tenda a reagire con l’aria o altri eventuali elementi in formula.

Prendendo in esame alcuni esempi, è ben nota l’azione antiossidante della Vitamina C, quanto allo stesso tempo, la sua instabilità nella sua forma standard non funzionalizzata e la sua tendenza a reagire ed esaurire prematuramente la sua azione. Kalichem Italia, a seguito di un lungo lavoro di studio e ricerca in collaborazione con l’Università di Ferrara, ha introdotto di recente sul mercato un’innovativa molecola anti-ossidante brevettata a livello mondiale, Oxisol, in grado di centrare appieno i 3 parametri precedenti definiti.

Schermata 2016-10-18 alle 15.24.35Composizione e Caratteristiche tecniche

Oxisol (INCI: DiHydrohyPhenylBenzimidazole Carboxilic Acid) è un anti-ossidante di ultima generazione, con una struttura benzimidazolico-fenolica, in grado di agire sui radicali liberi con un potere anti-ossidante superiore ai benchmark di mercato (vedere tabella con test comparativi), in tempi più rapidi, mantenendo la propria struttura stabile persino a seguito di esposizioni agli UV (il che lo rende eleggibile tra gli antiossidanti di riferimento da considerare anche nel nuovo trend funzionale rivolto simultaneamente a sun care/anti-ruga/anti-pollution).

Le caratteristiche tecniche della materia prima sono riportate in Tabella 1.

Efficacia

L’azione anti-radicalica è ascrivibile soprattutto all’azione delle unità fenoliche, mentre l’innovativa stabilità è legata alla ricchissima delocalizzazione elettronica ritrovata lungo tutta la struttura molecolare, che tende subito a rigenerare la forma anti-ossidante attiva della specialità.

La fortissima azione di scavenging consente inoltre di supportare l’azione dei filtri organici ed inorganici, incrementando significativamente sia la protezione sugli UV-B che sugli UV-A con un effetto di booster di filtri solari broad spectrum.
La sua stabilità intrinseca e le evolute proprietà anti-radicaliche lo rendono inoltre eleggibile anche per il trattamento preventivo dei danni legati all’esposizione ai raggi Infrarossi (costituenti essi stessi un fattore di rischio in ottica di invecchiamento cutaneo). Il prodotto, con la sua sostenuta azione anti-ossidante è in grado di prevenire i danni mitocondriali generati dai radicali liberi in risposta agli IR (e dalle forze vibrazionali che questi esercitano a livello dermico).

Diversi fattori di rischio provenienti dall’atmosfera sono associati all’invecchiamento cutaneo (Fig 1).

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L’attivo, attraverso la sua forte azione di scavenging, riesce ad agire su ciascuno di questi fattori attenuando lo stress ossidativo generale e riducendo significativamente gli effetti di photoaging ad essi associati.

Efficacia anti-pollution antiossidante

Test ex vivo

Oxisol è stato testato ex vivo su un modello di epidermide umana esposta all’azione di fumo chimico (nello specifico fumo di sigaretta, per ricreare condizioni ambientali inquinanti).

Le superfici cutanee previamente esposte a tale inquinante sono state trattate con una crema base contenente Oxisol all’1% e la stessa crema base senza l’attivo.

Il parametro misurato per valutare la riduzione della tossicità è l’espressione da parte delle cellule cutanee di un marker citotossico, rappresentato dalla proteina enzimatica LDH (Lattato Deidrogenasi) (Fig 2a).

Con Oxisol una riduzione del danno da inquinamento del 30%, in virtù della riduzione del 30% di LDH.

Test in vitro 

Test in vitro PCL evidenziano che Oxisol mostra un potere anti-ossidante 3 volte superiore alla vitamina C, 10 volte superiore alla vitamina E, e ben 40 volte superiore al resveratrolo.

Anche quando inserito all’interno di specifiche formule cosmetiche (tenendo dunque in conto le eventuali interazioni con altri componenti in formula), l’attivo continua a mostrare un trend di performance considerevolmente superiore rispetto ai benchmark di riferimento (Fig.2b).

Test sulla cinetica di scavenging dei radicali

La molecola è stata testata anche in termini di Tempi di Reazione, al fine di valutarne la velocità nell’azione di scavenging. Il test eseguito è un DPPH test.

I risultati ottenuti mostrano che la materia prima riesce ad agire in un arco temporale brevissimo (12,2 secondi), meglio di molti prodotti benchmark (vitamina E circa 20 secondi, resveratrolo 73 secondi) e di altri svariati anti-ossidanti naturali (estratto di tè, quercetina, rosmarino, estratti d’uva ecc) (Fig.2c).

Oxisol è dunque in grado di ridurre considerevolmente i danni cutanei legati all’inquinamento e di agire con una forza anti-ossidante più intensa e rapida rispetto ai benchmark di comune impiego sul mercato. Il tutto conservando la propria stabilità e non mostrando alcun tipo di interazione con altri elementi in formula.

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Efficacia nel boosting solare (SPF, protezione UVA)

Test in vivo/in vitro

L’attivo è stato testato all’interno di tre formulazioni solari contenenti filtri di comune impiego (Avobenzone, Octocrylene ed OctylMethoxyCinnamate) usati a diverse concentrazioni (Fig.3 – Test 1 e Test 2).

L’addizione della molecola è in grado di incrementare in vitro mediamente la protezione UV-B di 2-3 volte e di raddoppiare l’efficacia nella protezione UV-A. I test sono stati effettuati considerando il valore di protezione di un solare contenente solo Oxisol (che non ha mostrato azione protettiva se usato solo), il valore relativo ad una miscela di filtri, e il valore della stessa miscela addizionata del booster. Anche nella determinazione in vivo, il valore di SPF aumenta di 2,5 volte (Fig.3Test 3).

I test dimostrano tangibilmente che nonostante Oxisol non sia un filtro, rimane di primario interesse per impiego in solari, in quanto la sua fortissima azione sui radicali liberi riesce a favorire un aumento abnorme della protezione sia su UV-B che UV-A.

Oxisol garantisce un forte supporto sull’azione protettiva verso gli UV-A.

Molecole di natura organica ad azione protettiva sugli UVA sono molto rare da trovare: l’Avobenzone, filtro di elezione in tale ambito, mostra svariate problematiche sia da un punto di vista tecnologico   di inserimento in formula (a causa della necessità di riscaldamento e dell’eventualità diffusa di fenomeni di precipitazione), che funzionale (la molecola è altamente instabile e spesso la sua azione protettiva è soltanto teorica e limitata alla vita del solare sullo scaffale). La materia prima, da un punto di vista tecnologico, è idrosolubile, mantiene la propria stabilità in formula (basta lavorare a pH fisiologico), non dà luogo a precipitazioni e non richiede specificamente riscaldamento. L’aggiunta di Oxisol all’Avobenzone, inoltre, come mostrato nel grafico di riferimento (Fig.3 – Test 4), è in grado di limitare significativamente la riduzione dell’efficacia sulla protezione UV-A. Usando soltanto l’avobenzone, infatti, si denota una riduzione dell’efficacia anti-UVA pre e post esposizione di un netto -65%; impiegando Oxisol in associazione, si riesce ad assestarsi su una perdita di attività di circa il 10%.

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Sicurezza

Oxisol è stato largamente testato in termini di stabilità e sicurezza ed il patch test non ha dato alcun effetto irritativo e indesiderato. Trattandosi di una molecola pensata per anti-pollution, anti-aging e boosting solare, sono stati condotti anche innumerevoli test sulla stabilità fisica (stabilità post esposizione agli UV, test su denaturazione proteine e DNA, test di perossidazione lipidica ecc.); la materia prima ha mostrato un ottimo profilo di sicurezza.

Applicazioni e Modalità d’uso

Oxisol va utilizzato a diverse concentrazioni di impiego, a seconda della tipologia di applicazione di riferimento. Per l’uso anti-ossidante e anti-pollution, l’1% è la dose indicata, fermo restando che a seconda dell’eventuale presenza di attivi sinergizzanti, le concentrazioni di riferimento possono partire anche da valori inferiori. In ottica di boosting solari, incremento sia di protezione UVA che UVB, e “mantenimento” della protezione UVA post-esposizione solare, le concentrazioni di riferimento variano da 0,5% fino ad un optimum del 3%.

La molecola si può solubilizzare in acqua a pH basico per poi riportare il pH a neutralità.

Di seguito viene riportata una formula di crema antipollution.

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da Cosmetic Technology 4 – 2016

Liposan Forte

Nella popolazione italiana si assiste ad una importante tendenza dell’incidenza di gravi eventi cardio-vascolari (angina, infarto, coronaropatie, ischemie, aterosclerosi, ictus ed eventi cerebrovascolari) che rappresentano attualmente la maggiore causa di morte nel nostro Paese (oltre il 30% dei decessi – Istat Report 2012 – dic. 2014).

Questi dati epidemiologici evidenziano l’importanza strategica di poter agire favorevolmente sulla riduzione dell’incidenza del rischio cardiovascolare sulla popolazione. Sebbene i farmaci di elezione siano le statine, in caso di ipercolesterolemia medio-bassa si può preferire un intervento di tipo non farmacologico, con attivi di origine naturale.

La Monacolina K è una statina naturale, analoga alla Lovastatina, ed è ottenuta da fermentazione controllata di comune riso (Oryza sativa) con uno specifico ceppo di lievito, il Monascus purpureus, che attraverso il suo metabolismo porta alla produzione della molecola ipo-colesterolemizzante.

Salugea ha sviluppato l’integratore alimentare Liposan Forte che presenta una esclusiva associazione fra Monacolina K (10 mg/die) da Riso Rosso fermentato (Monascus purpureus), Berberina da estratto di Crespino (Berberis vulgaris), Silimarina da estratto di Cardo Mariano (Silybum marianum) e Rosmarino.

Schermata 2016-10-17 alle 16.51.55Composizione

Liposan Forte è un integratore alimentare in capsule vegetali, la cui composizione è riportata in Tabella 1.

Meccanismo d’azione

Nel Liposan Forte si realizza una esclusiva sinergia a 3 vie per la riduzione del colesterolo e dei trigliceridi ematici.

• La Monacolina K è in grado di inibire l’attività del HMG-CoA reduttasi, enzima strategico nelle prime tappe di biosintesi endogena del colesterolo, ottenendone così la riduzione (1).

• La Berberina svolge un’azione di stimolo alla proliferazione dei recettori membranari degli epatociti per la captazione del colesterolo, specie in forma LDL (2).

• La Silimarina attua una profonda riattivazione della funzione epatica, con conseguente miglioramento dell’equilibrio lipidico del sangue, sia per il colesterolo (ratio HDL/LDL) che per i trigliceridi (3).

In aggiunta ai meccanismi specifici di ogni attivo, il prodotto sfrutta la particolare sinergia crociata che si attua fra essi.

Infatti l’azione della Monacolina K è esaltata ed integrata dalla presenza della Berberina che svolge un’attività inibitoria (4) sulla pro-Proteina CSK-9 (pro proteina convertasi subtilisin/kexin di tipo 9), la cui funzione è di indurre la degradazione del recettore per l’LDL-Col sulla superficie delle cellule epatiche; in presenza di Berberina quindi la p-CSK-9 viene limitata nella sua azione che condurrebbe alla riduzione dell’assorbimento del colesterolo circolante in eccesso.

In tal modo Monacolina K e Berberina agiscono sinergicamente, l’una per diminuire la produzione di colesterolo endogeno inibendone la cascata enzimatica di sintesi, l’altra per mantenere elevato ed attivo il numero dei recettori degli epatociti per il LDL-Col., migliorando così la captazione di quello circolante.

Inoltre la Silimarina ha una forte azione migliorativa sull’efficacia della Berberina; infatti quest’ultima di per sé (al 90%) non riesce a permanere nelle cellule del fegato e a svolgere la sua funzione perché viene espulsa rapidamente (5) da esse per mezzo dell’azione della molecola membranaria Gp-P (Glicoproteina-P) che la estrude fuori dall’epatocita.

La Silimarina risulta infatti essere un inibitore della glicoproteina-P (5) e quindi permette un maggiore e prolungato accesso della Berberina nella cellula epatica, permettendole così di agire al meglio nello stimolo alla ricaptazione del colesterolo circolante ed alla sua metabolizzazione.

Studio clinico

In questo studio preliminare, condotto dal Medico di Medicina Generale Capriotti F. e dal Biologo Censani S., sono state arruolate 8 persone di entrambi i sessi di età media 56 anni, che presentavano come criteri di ammissione il valore del colesterolo LDL > 110 mg/dl ed almeno 1 altro fattore di rischio cardio-vascolare (pregressa ischemia cardiaca o cerebrale, ipertensione, familiarità con gravi eventi vascolari).

Su ogni soggetto è stato svolto un test analitico all’inizio della sperimentazione, prima dell’assunzione del Liposan Forte (T0), sui seguenti parametri: Colesterolo Totale, Col. HDL, Col. LDL, Trigliceridi, Glicemia, GOT, GPT, GGT; è stato monitorato anche il peso corporeo e la pressione arteriosa a T0.

Immediatamente dopo è iniziata l’assunzione di Liposan Forte (Lotto 141202LF, 1 capsula al termine del pranzo ed 1 capsula al termine della cena per die) per la durata totale di 3 mesi, con un’interruzione di 5 giorni fra un flacone ed il successivo (62 capsule = 31 gg).

Nessuna variazione al consueto stile di vita ed all’abituale alimentazione è stata richiesta ai soggetti.

Schermata 2016-10-17 alle 16.52.07Al termine dei 3 mesi sono state confrontate le medie dei vari parametri testati fra inizio del test (T0) e suo termine (T1). I risultati sono riportati in Tabella 2.

Per ciò che riguarda i valori di Glicemia, GOT, GPT, GGT, essi non hanno mostrato variazioni significative, permanendo, sia all’inizio che al termine, in range di normalità. Anche per peso corporeo e pressione arteriosa non sono state riscontrate variazioni significative.

Sebbene preliminare, lo studio suggerisce che Liposan Forte, nell’arco di soli 3 mesi di trattamento, è efficace nel migliorare significativamente il quadro lipidico complessivo. In particolare sono da sottolineare i netti miglioramenti su Colesterolo Totale, quello LDL, i Trigliceridi e dei dati lipemici estrapolati che rappresentano indici estremamente importanti nella valutazione clinica del migliorato grado di rischio cardio-vascolare.

Sicurezza

Liposan Forte è un integratore alimentare totalmente naturale a base di estratti vegetali; nel corso dello studio non sono stati rilevati significativi effetti avversi o collaterali all’uso.

Applicazioni e modalità d’uso

Liposan Forte può rappresentare una valida alternativa di natura vegetale per il trattamento efficace delle dislipidemie sia da colesterolo, che da trigliceridi, specialmente per soggetti sensibili alle statine sintetiche, o per coloro i quali può non essere necessario/opportuno il ricorso al farmaco. Si suggerisce di assumere 1-2 capsule al giorno con acqua, preferibilmente dopo i pasti principali, per almeno 3 mesi consecutivi.

Bibliografia 

1 Shamim S, Al Badarin FJ, Di Nicolantonio JJ, Lavie CJ, O’Keefe JH (2013) Red yeast rice for dysipidemia. Mo Med 110(4):349-354

2 Kong W, Wei J. Abidi P, Lin M, Inaba S et al (2004) Berberine is a novel cholesterol-lowering drug working through unique mechanism distinct from statins. Nat Med 10 (12):1344-1351

3 Cacciapuoti F, Scognamiglio A, Palumbo R et al (2013) Silymarin in non alcoholic fatty liver disease. World J Hepatol 5(3):109-113

4 Cameron J, Ranheim T, Kulseth MA et al (2008) Berberine decreases PCSK9 expression in HepG2 cells. Atherosclerosis 201:266-273

5 Pan GY, Wang GJ, Liu XD, Fawcett JP, Xie YY (2002) The involvement of P-glycoprotein in berberine absorption.

Pharmacol Toxicol 91(4):193-197

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da L’Integratore Nutrizionale 3 – 2016

Peptidyss™

Abyss Ingredients è un’azienda biotecnologica francesce con sede in Bretagna che si occupa di sviluppo e produzione di ingredienti nutraceutici da origine ittica.

La Bretagna detiene il primato nazionale di pesca commerciale, processando in un anno circa 140.000 tonnellate di pesce destinate alla produzione di filetti per consumo alimentare umano; questa attività genera un quantitativo di oltre 70.000 tonnellate/anno di scarto (50% del peso totale del pesce), sottoprodotto valorizzato per la produzione di ingredienti alimentari.

Tutte le specie pescate e lavorate in Bretagna provengono da pratiche di pesca responsabili e sostenibili (in accordo e rispetto alle quote di pesca definite dall’Unione Europea) e l’utilizzo dei sottoprodotti per la produzione di ingredienti funzionali conferma strategie di sviluppo sostenibili che consentono di individuare le migliori soluzioni al fine di poter utilizzare tutto il prodotto pescato.

La Bretagna è la terra di origine delle popolazioni celtiche che durante l’età del Bronzo, grazie alla padronanza nella tecnica di evaporazione dell’acqua di mare per la produzione di sale, hanno fatto enormi progressi nella conservazione degli alimenti. Per conservare il pescato veniva utilizzato il sale dando origine alla produzione del Garum, un autolisato di pesce ottenuto da pesci oleosi come sardine, sgombri, acciughe. La tecnica di produzione del Garum, a seguito della conquista della Bretagna da parte dell’impero Romano, venne poi trasmessa ad altre regioni dell’Impero e destinata alla preparazione di una salsa che oggi in Italia rivive sotto il nome di “Colatura di Alici di Cetara”.

Traendo ispirazione dal Garum, Abyss Ingredients ha sviluppato l’ingrediente alimentare PeptidyssTM, di cui LCM Trading è distributore esclusivo per il mercato italiano.

Caratteristiche e Specifiche tecniche

PeptidyssTM è un idrolisato di proteine provenienti dai sottoprodotti della lavorazione delle sardine, realizzato con processi biotecnologici all’avanguardia, il cui peso molecolare si concentra per lo più al di sotto dei 1.000 Dalton. Questo è un fattore determinante per l’assorbimento di PeptidyssTM. Una risorsa di materie prime standardizzate consente di mantenere il peso molecolare costante, determinato con cromatografia a esclusione (Fig.1), assicurando ai peptidi che costituiscono PeptidyssTM caratteristiche simili per ciascun lotto; questo garantisce una qualità del prodotto (e quindi un rapporto dose-effetto) stabile nel tempo.

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La specifica tecnologia impiegata per la preparazione dell’idrolisato permette di eliminare la porzione indigeribile e generare un’elevata concentrazione di peptidi. La Tabella 1 riporta le caratteristiche del prodotto,mentre la distribuzione aminoacidica caratteristica del prodotto è riportata in Tabella 2.

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Meccanismo d’azione

Lo stress è una reazione fisiologica che stimola l’adattamento fisico alla variazione delle condizioni ambientali. A livello fisiologico, lo stress induce l’ipofisi anteriore a secernere corticotropina, la cui risposta da parte delle ghiandole surrenali consiste nella secrezione di cortisolo, “l’ormone dello stress”, e nell’attivazione del sistema renina – angiotensina – aldosterone (tachicardizzante ed ipertensivo).

La porzione midollare del surrene ed il sistema nervoso centrale rispondono alla presenza di cortisolo secernendo le catecolamine adrenalina e noradrenalina. Una non eccessiva concentrazione di adrenalina agisce dando sensazione di aumentata energia fisica e maggiore chiarezza di pensiero. Questi effetti benefici sono ascrivibili al cosiddetto eustress (stress positivo), vocabolo coniato dall’endocrinologo Hans Selye.

Tuttavia, se il livello di stress perdura divenendo cronico e la concentrazione sanguigna di cortisolo non si riduce, si generano sintomi estremamente negativi che, sommati all’ipertensione, possono portare a conseguenze decisamente gravi. I sintomi sono sia fisici (mal di testa, dolori muscolari, perdita di appetito, insonnia, attacchi di panico, ecc.), sia psicologici (irritabilità, ansia, tristezza, senso di insoddisfazione generalizzata) e si estendono anche alla sfera cognitiva e comportamentale.

PeptidyssTM dimostra affinità per recettori gabaergici di tipo A. Questi recettori (rispondenti anche alle benzodiazepine) sono canali ionotropi attivi a livello postsinaptico che, iperpolarizzando la cellula tramite importazione di cloro nella membrana, inibiscono la risposta allo stress da parte del SNC.

Uno studio preclinico su ratti è stato condotto nei laboratori ETAP a Nancy (1). Lo studio ha osservato la variazione nella risposta difensiva ad un pericolo (scavo di un rifugio estemporaneo) da parte dei ratti in seguito all’esposizione a stress. I ratti albini (Wistar) sono stati suddivisi in 5 gruppi di 12. 60 minuti prima della prova è stata somministrata una dose (3 mg/kg) di un farmaco di riferimento (la benzodiazepina Diazepam) o PeptidyssTM (a 3 concentrazioni diverse: 300, 600, e 1200 mg/Kg), o metilcellulosa (gruppo di controllo).

La risposta comportamentale dei ratti trattati con Diazepam e PeptidyssTM (nei dosaggi 300 e 600 mg/Kg) successivamente all’esposizione a stress si è rivelata simile (non si è registrata una diminuzione nell’efficacia del comportamento difensivo), mentre nel gruppo trattato con placebo si è rilevato un condizionamento negativo (Fig.2).

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Con dosaggio 1200 mg/Kg si può osservare una riduzione dello stress non significativa se paragonata al gruppo trattato con placebo, possibilmente per un meccanismo di feedback negativo, in virtù del quale una concentrazione eccessiva di peptidi induce una desensitizzazione recettoriale, provocando un decremento della risposta.

Inoltre, quando sottoposti a un successivo test (piscina o labirinto), i ratti trattati con PeptidyssTM, al contrario di quelli trattati con Diazepam, hanno portato a termine la prova con successo.

Nel 2015 sono stati pubblicati i dati di altro studio (2) inteso a valutare l’efficacia dell’effetto ansiolitico dell’idrolisato di pesce (impiegato in tal caso come mangime per cani). Il risultato di questo studio dimostra che l’idrolisato di pesce ha proprietà ansiolitiche, riducendo l’iperattività e la risposta allo stress.

Un ulteriore studio condotto su ratti (3) dimostra che l’effetto dell’idrolisato di pesce è simile a quello del Diazepam.

Sicurezza

PeptidyssTM non presenta particolari effetti collaterali.
È di derivazione completamente naturale, essendo un idrolisato di proteine animali.

Applicazioni e dosaggio

PeptidyssTM si presenta sotto forma di polvere, disponibile con distribuzione granulometrica a 300 e 100 μm, idonea per capsule, compresse, e gel. Ha un’ottima miscibilità con altri ingredienti rilassanti come estratti erbali, vitamina B, Magnesio. Può essere conservato a temperatura ambiente, in ambiente secco. PeptidyssTM può essere incluso in molteplici formulazioni per health supplements; questo consente di impiegarlo in prodotti per diverse esigenze, in accordo alla capacità individuale di fronteggiare la ripetuta esposizione allo stress. Ad esempio può essere utilizzato in associazione con balsamo di limone, valeriana, melatonina per ripristinare i cicli di sonno alterati dallo stress.

La dose raccomandata ad uso umano è di 300-600 mg al giorno.

Bibliografia

1 ETAP Ethologie Appliquée (Messaoudi M et al), ID MER – Abyss’ingredients (Allaume P) (2002) Anxiolytic-like effects of the HVS hydrolysate (Peptidyss Code name), orally administrated at the doses of 300, 600 and 1200 mg/kg, in the conditioned defense burying model in the male Wistar rat. Unpublished

2 Landsberg GM et al (2015) Assessment of noise-induced fear and anxiety in dogs: Modification by a novel fish hydrolysate supplement diet. Journal of Veterinary Behavior 10:391-398

3 Bernet F et al (1999) Diazepam-like effects of a fish protein hydrolysate (Gabolysat PC60) on stress responsiveness of the rat pituitary-adrenal system and sympathoadrenal activity.

4 Psychopharmacology 149:34-40

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da L’Integratore Nutrizionale 3 – 2016

Cosmetici vegan: più dubbi che certezze

Non solo i cibi possono essere vegan, ma anche preparati cosmetici che non contengono prodotti di origine animale. Un altro settore della cosmesi in forte sviluppo sul mercato, ma del quale occorrerebbe chiarire meglio i principi.

Non si può certo asserire che siano del tutto chiare le idee su quello che, in cosmesi, può essere considerato naturale.  Le varie regolamentazioni, molto spesso diverse da stato a stato, le certificazioni Ecocert, NaTrue, BDIH ecc., i rapporti di enti e di associazioni sul cosmetico naturale e no non fanno che aumentare la confusione nella scelta del consumatore il quale, in mezzo a tante “etichette” non sa più quello che è vero e quello che non lo è.

Comunque la corsa alla produzione ed al consumo del cosmetico naturale non si ferma, anzi si evolve, si aprono altre prospettive. Ecco che il prodotto vegan appare sul mercato, in alcune nazioni si sta diffondendo con rapidità, in Germania, ad esempio. I cosmetici vegan rappresentano un nuovo settore dell’industria cosmetica di cui si prevede una vasta diffusione a breve termine. Così come i naturali, neppure i cosmetici vegan sono regolamentati. Per certuni esistono certificazioni, originate principalmente dalle industrie alimentari, ma che sono destinate a cambiare per adeguarsi a quelle cosmetiche. Per cui, almeno sino ad oggi quello che è vegan o non lo è rimane da chiarire. Di certo che nel preparato vegan l’uso di ingredienti di origine animale è assolutamente bandito, inaccettabile.

Ma il cosmetico vegan è da considerarsi un prodotto naturale o, meglio, un prodotto completamente naturale?  Anche relativamente a questo concetto, le opinioni sono sostanzialmente differenti. In Germania ad esempio, secondo quanto riferiscono gli estensori della relazione che stiamo recensendo, apparsa su un recente numero di SOFW Journal, i fabbricanti includono nelle formulazioni ingredienti che non sono certificati naturali da Ecocert (ad esempio siliconi o emulsionanti etossilati). Altri prodotti certamente di origine animale, come ad esempio la cera d’api, il miele, le proteine del latte, sembrano essere limitatamente accettate.
Il consumatore vegan, più di ogni altro, dovrebbe essere certamente quello che tende ad un stile di vita che rispetti l’ambiente. Per cui, per lui il preparato cosmetico dovrebbe essere un qualcosa realizzato con prodotti naturali e, soprattutto ecosostenibili, oltre che non di derivazione animale. E qui sorgono altri dubbi, ed altre contraddizioni.

Prodotti di derivazione animale, ma ecosostenibili sono ancora usati nell’industria cosmetica. Un esempio classico, la cera d’api, inclusa in preparati certificati naturali. Ebbene, in preparati vegan il suo uso è sconsigliato. È suggerito, ad esempio (se ne parla nella nota) l’impiego di cere vegetali che possono, per certe loro caratteristiche funzionali e organolettiche essere considerate valida alternativa alla cera d’api.

E ancora, sempre al fine di “sostenere l’ecosostenibile”, il consumatore vegan preferirebbe che l’impiego di oli minerali derivati dal petrolio fosse evitato ed usare, in alternativa un olio naturale, ad esempio di Ricino.

Nuovi indizi riferiscono anche della suggerita rimozione da preparati vegan di materie prime che, pur non potendosi dichiarare di origine animale, ad esempio la xanthan gum, sono state prodotte per fermentazione di microrganismi che sono stati nutriti con proteine da bianco d’uovo. Si è alla ricerca quindi, in questo caso, di soluzioni che prevedano l’impiego di prodotti, sia naturali, sia di sintesi, ma che non siano stati in contatto con bioprodotti animali.

Diciamolo con franchezza, sembra che in materia non tutto sia ancora perfettamente chiaro.

da Erboristeria Domani 5 – 2016

Trattamento dei capelli

Formononetina contro la caduta dei capelli

Formononetina è un flavonoide (7-ossi-4’-metossi isoflavone). Si tratta del componente tipico della droga di varie piante, in particolare il Trifoglio, ma anche Erba medica, Liquirizia, Chiodi di Garofano. In terapeutica e cosmetica è apprezzata per la sua leggera attività estrogeno-simile. Nella pratica tradizionale spesso estratti contenenti fitoestrogeni sono stati utilizzati con il presupposto che sostanze ormono-simili in essi contenute sono in grado di stimolare la crescita dei capelli. E questo, lo ha confermato la ricerca scientifica, in relazione al fatto che tali sostanze stimolano e regolano la proliferazione dei cheratinociti del follicolo dei capelli. È proprio con formononetina estratta da Chiodi di Garofano (Eugenia caryophyllus) che è stato effettuata una ricerca atta a stabilire l’interesse di questo ingrediente attivo in preparati tricocosmetici intesi a contrastare la perdita dei capelli. Si è potuto verificare che formononetina esplica un effetto anti-apoptotico deregolando l’espressione di caspasi-3, esercitando quindi un effetto regressivo sulla perdita dei capelli. Ricorderemo che caspasi-3 è una proteasi (enzima idrolasi) con gruppo cisteinico nel sito attivo, ed è essenziale alle cellule ai fini di attivarne apoptosi (8).

Peptidi antiforfora

Il brevetto riferisce di preparati antiforfora ove come ingredienti attivi sono considerati particolari tipi di peptidi antimicrobici. Per peptide antimicrobico si intende un peptide che previene, inibisce o riduce la crescita di microrganismi o, anche, li distrugge. Nel caso specifico, i peptidi in esame si sono rivelati efficaci nel confronto dei microrganismi tipici della formazione di forfora (Malassezia furfur, M. ovalis…). Le formulazioni si sono rivelate efficaci nel trattamento di disordini correlati a desquamazione dello scalpo quali dermatiti seborroiche e forfora. I peptidi utilizzati sono del tipo filloseptine e dermaseptine, separati da pelle di anfibi. Tali peptidi, mentre hanno sviluppato una specifica attività mirata a contrastare lo sviluppo e l’attività di microrganismi patogeni come quelli sopra citati, al contempo non interferiscono sull’equilibrio fisiologico della flora microbica residente e benefica sul sito di applicazione. Dopo l’applicazione del preparato contenente i peptidi antimicrobici, si può ricorrere al lavaggio della chioma con shampoo. Peraltro i peptidi possono essere utilizzati anche in formulazioni non a risciacquo (9).

Microrganismi probiotici contro disordini dello scalpo

L’invenzione descrive l’uso di microrganismi probiotici o una frazione di loro metaboliti nel trattamento di disordini dello scalpo quali dermatiti seborroiche, irritazioni o prurito, sviluppo di forfora. Gli Autori del brevetto hanno scoperto che microrganismi probiotici delle specie Lactobacillus e Bifidobacterium riducono i detti disagi agendo sul livello di idratazione e sulla funzione barriera dello scalpo. Ottimizzando l’assimilazione di nutrienti forniti in una idonea dieta a livello della mucosa intestinale, contribuiscono a promuovere la fornitura di nutrienti essenziali al metabolismo cellulare ed alla sintesi di vari elementi strutturali della pelle. Quest’azione si risolve, dicono gli estensori del brevetto, in un rafforzamento della funzione barriera della cute, nella riduzione di condizioni infiammatorie e nel mantenimento di una bilanciata ecoflora cutanea benefica. Di conseguenza, lo scalpo risulta più nutrito, più idratato, meno irritato e meno fragile e non tende a squamarsi. L’azione è diversa e più intensa e più pronunciata di quella ascrivibile a preparati che contengono tradizionali ingredienti antiforfora (10).

da Cosmetic Technology 4 – 2016

Integratori alimentari:

Milano, 23 giugno 2016

Il fatturato del comparto integratori in Italia è di 2,4 miliardi di euro per il canale di vendita delle farmacie, che da solo copre l’85,3% del mercato (dati IMS da aprile 2015 ad aprile 2016). Il fatturato cresce del 6,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La Lombardia è di gran lunga la regione con la maggior quota di mercato: 17,1% rispetto al totale Italia, (pari a 418 milioni di euro), con una crescita del 6,3%.

Integratori Italia (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) ha presentato, nello scorso mese di giugno a Milano, un importante passo avanti nella conoscenza del ruolo e delle evidenze scientifiche sull’integrazione alimentare, uno stato dell’arte delle evidenze scientifiche più significative sulle frontiere più promettenti dell’alimentazione e della salute. Un pool di otto tra i maggiori esperti italiani ha realizzato, dopo oltre un anno di lavoro, la prima edizione della Review sull’Integrazione Alimentare che fa chiarezza sia su principi attivi, che sulle diverse esigenze nelle varie fasi della vita. Numerosi e ampi i temi trattati:

– ruolo degli integratori alimentari nei moderni stili di vita

– integratori a base di vitamine e minerali, estratti vegetali e probiotici

– integratori per la salute e la bellezza della donna

– integratori e loro ruolo per la salute cardiovascolare e per contrastare il declino cognitivo

– qualità e sicurezza

La missione di Integratori Italia di AIIPA è quella di Contribuire alla crescita della conoscenza, del corretto utilizzo e della qualità dell’integratore alimentare, per favorire scelte sempre più consapevoli del consumatore e lo sviluppo di questo settore in Italia, ha affermato Alessandro Colombo, Presidente di Integratori Italia, che ha precisato:

“Siamo orgogliosi di aver contribuito a realizzare quest’opera, che certamente non esaurisce un tema così ampio ma che costituisce un passo avanti per fare il punto e contribuire alla conoscenza scientifica sul ruolo degli integratori alimentari nei moderni stili di vita”.

Da diversi anni la ricerca scientifica si è data l’obiettivo di validare il ruolo delle sostanze presenti negli integratori alimentari, nel coadiuvare le funzioni fisiologiche in soggetti sani. Nonostante la difficoltà oggettiva di dimostrare scientificamente un beneficio clinicamente rilevante sul mantenimento dello stato di salute e del benessere, è possibile oggi disporre di un significativo numero di pubblicazioni di alto livello qualitativo che conferma quanto i diversi componenti degli integratori, da vitamine e minerali, a prebiotici e probiotici, ad estratti vegetali sino alle numerose molecole biologicamente attive, derivate dagli organismi animali e vegetali, svolgano effettivamente tale ruolo.

Uno stile di vita sano, costruito su una dieta controllata e varia, un costante esercizio fisico e l’adozione di comportamenti virtuosi per la salute, evitando un eccessivo consumo di alcool e fumo, rappresentano la base irrinunciabile per il mantenimento di questa stessa in ogni fase della vita di persone giovani, adulte o anziane.

Esitono però periodi nei quali il nostro stato di benessere viene messo alla prova, e può essere necessario integrare la propria dieta con elementi concentrati di sostanze che si sono dimostrate utili per affrontare al meglio determinate situazioni. L’uso ormai molto diffuso nel nostro paese di questi alimenti “particolari” che offrono benefici funzionali è diventato una conferma indiretta dei vantaggi che gli integratori offrono per il mantenimento dello stato di benessere dell’individuo.

Una recente ricerca di GfK Eurisko per Integratori Italia sul tema “Il mondo degli integratori alimentari” ha infatti evidenziato non solo che sette Italiani su dieci hanno usato un integratore alimentare, ma anche l’elevato livello di interesse dei consumatori ad avere informazioni sugli integratori: oltre quattro persone su dieci desiderano ricevere consigli e notizie, in particolar modo sui benefici per l’organismo, sui rischi e le controindicazioni, sul corretto utilizzo e sui diversi principi attivi. Su questo fronte, giocano un ruolo fondamentale il medico di medicina generale, che è infatti secondo il 53% degli intervistati interessati a ricevere informazioni sugli integratori, la prima fonte informativa, seguito dai medici specialisti e dal farmacista (citati dal 49% della popolazione); segue, in termini di importanza, il web con il 40% di risposte.

“Per rispondere sempre più e sempre meglio a tali bisogni informativi”, ha concluso Colombo, “abbiamo realizzato questo progetto, che ci auguriamo possa costituire un utile complemento a supporto dell’attività di counselling dei professionisti della salute e un ulteriore stimolo alle accresciute esigenze di informazione da parte di consumatori e media”.

Integratori, moderni stili di vita e alimentazione

“Sebbene l’adozione di uno stile alimentare vario ed equilibrato sia ritenuta sufficiente per garantire i nutrienti necessari, sempre più osservazioni epidemiologiche supportano la necessità di una maggiore attenzione alla copertura del fabbisogno nutrizionale e al sostegno delle funzioni fisiologiche”, ha affermato Franca Marangoni, Responsabile Ricerca Nutrition Foundation of Italy. “Gli integratori possono rappresentare una valida e sicura opportunità per favorire l’assunzione ottimale di una o più sostanze e il sostegno di funzioni fisiologiche, contribuendo anche alla prevenzione di fattori di rischio di malattia. Ad esempio, nel Physicians’ Health Study, uno tra i maggiori studi d’intervento condotti recentemente, su una popolazione di oltre 14000 medici americani di 50 anni o più, seguiti per 11 anni, l’assunzione di un multivitaminico è risultata associata a una riduzione modesta ma significativa, del rischio di tumori, soprattutto tra i soggetti in età più avanzata”.

Per invecchiare bene

Come invecchiare in salute, oggi? Benvenuto Cestaro, Direttore della Scuola di Specialità in Scienza dell’Alimentazione (Università degli Studi di Milano) ha affermato: “Le principali direttrici della ricerca biochimica dell’invecchiamento sono indirizzate nella riduzione dell’infiammazione silente, dei processi perossidativi e nella necessità di mantenere l’efficienza mitocondriale, vero motore della cellula. L’infiammazione silente è il primo mezzo di difesa dell’organismo per inattivare virus, batteri, allergeni ambientali. Si tratta di un processo di bassa intensità ma cronico, che può portare ad un esaurimento del sistema immunitario. Per contrastarlo, è utile una dieta antinfiammatoria, con limitata assunzione di acidi grassi idrogenati, acidi grassi saturi e acidi grassi omega-6 (privilegiando quelli monoinsaturi come l’olio oliva), una ridotta assunzione di zuccheri semplici e un incremento di carboidrati integrali. Utile anche l’integrazione a base di acido linolenico, cardiolipine e/o specifici fosfolipidi precursori delle cardiolipine, che si sta rivelando di estrema utilità a prevenire e riparare i danni mitocondriali”.

Alleati del cervello

A proposito d’invecchiamento e declino cognitivo, Giovanni Scapagnini, Associato di Biochimica Clinica al Dipartimento Scienze per la Salute (Università degli Studi del Molise) ha precisato: “Il cervello è estremamente esposto allo stress ossidativo e di conseguenza invecchia più precocemente; la dieta rappresenta uno tra i fattori più in grado di influenzare il nostro stato di salute e la qualità dell’invecchiamento. Oltre al glucosio, da cui dipendono le funzioni cerebrali, risultano fondamentali per una corretta fisiologia neuronale le vitamine, in particolare del gruppo B, gli omega 3 per la trasmissione dell’impulso nervoso, la memoria e l’apprendimento; i fosfolipidi, alla base della struttura delle membrane cellulari; L-acetil carnitina (LAC), assimilabile anche attraverso il cibo e la supplementazione, per la sua azione neuroprotettiva. Ulteriori sostanze “non nutrienti” che hanno evidenziato capacità di ridurre il danno ossidativo, sostenere il normale tono dell’umore e migliorare le capacità mnemoniche sono le antocianine e le procianidine del mirtillo, le catechine del tè, i flavanoli del cacao, il resveratrolo e la curcumina, le epicatechine del cacao e l’omotaurina, presente in alcune alghe marine”.

Amici del cuore

“Stile di vita corretto e alimentazione equilibrata, con il supporto di un’appropriata supplementazione, sono efficaci anche sul fronte della prevenzione delle malattie, ad esempio di quelle cardiovascolari”, ha sottolineato Andrea Poli, Presidente Nutrition Foundation of Italy. “Le osservazioni epidemiologiche e i grandi studi di intervento hanno documentato l’importanza della gestione del profilo lipidico, principale fattore di rischio per le malattie coronariche. Numerosi integratori alimentari sono dotati di una documentata efficacia su tale parametro: tra questi, particolarmente promettenti sono i fitosteroli, gli integratori a base di riso rosso fermentato, il beta-glucano, la berberina, i grassi polinsaturi della famiglia degli omega 3”.

Per la salute e la bellezza delle donne

“Per quanto riguarda la salute della donna, meno colpita dai problemi cardiovascolari, lo stile di vita oggi però la espone comunque a fattori di rischio importanti, come stress, alimentazione irregolare, scarsa attività fisica e fumo. Molti studi evidenziano una carenza cronica di alcuni elementi come ferro, acido folico, calcio, magnesio e molte vitamine, sia durante il periodo adolescenziale che in età adulta”, ha affermato Vincenzo de Leo, Dipartimento di Medicina Molecolare e dello Sviluppo, Sezione di Ginecologia e Ostetricia (Università degli Studi di Siena). “La ricerca oggi ci sta dando interessanti riscontri da integratori alimentari contenenti specifiche sostanze naturali, come ad esempio la cannella per la dismenorrea, trattamenti a base di vitamina B1 per alleviare i sintomi fisici e psichici della sindrome premestruale, fitoestrogeni di origine vegetale in associazione a calcio, vitamina D, agnocasto, iperico per contrastare i sintomi neurovegetativi della delicata fase della vita legata alla menopausa. Interessanti anche i dati relativi a sostanze come la caffeina, il retinolo, il loto (Nelumbo nucifera), la carnitina per il trattamento della cellulite, problema che inizia solitamente nel periodo dell’adolescenza ed è presente a vari gradi in circa il 90% delle donne”.

Gli Italiani amano i botanicals

Un approfondimento speciale meritano gli integratori a base di erbe, che stanno trovando un largo consenso nella popolazione generale e che sempre più entrano a far parte delle abitudini quotidiane. Patrizia Restani, Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari (Università degli Studi di Milano), ha commentato: “Per inquadrare il mercato degli integratori a base di piante, sono interessanti i risultati del Progetto PlantLIBRA, che ha coinvolto 2400 consumatori in 6 paesi europei, Finlandia, Germania, Italia, Romania, Spagna, UK, e che nel nostro paese ha interessato 4 città: Milano, Venezia, Roma, Catania. Emerge un profilo del consumatore di integratori a base di erbe mediamente colto e con un sano stile di vita; il 71% degli intervistati ha un livello di istruzione medio o alto, il 63% fa attività fisica moderata, il 65% è normopeso, il 48% non fuma. Oltre l’80% dei consumatori ha dichiarato di trarre beneficio dall’uso di integratori a base di erbe, sempre o talvolta. Le piante più amate e richieste dagli Italiani: Aloe, Finocchio, Valeriana, Ginseng, Mirtillo, Passiflora, Melissa, Guaranà, Tarassaco, Carciofo (www.plantlibra.eu)”.

I probiotici al servizio di salute e benessere

Un altro ambito che riveste grande interesse in termini di ricerca e innovazione, nonché di grande richiesta da parte dei consumatori, è quello dei probiotici, definiti da FAO/OMS nel 2001 come “microrganismi vivi e vitali al momento dell’uso, la cui efficacia è legata al consumo di un’adeguata quantità e il cui uso deve portare un beneficio per la salute o il benessere”.

A questo proposito, Lorenzo Morelli, Preside Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali (Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza), ha precisato: “La ricerca di 20 anni ritiene quello dei probiotici un settore in cui investire risorse per l’avanzamento delle conoscenze del rapporto fra salute e batteri, identificando questi ultimi non più nei soli agenti patogeni, bensì come potenziali mezzi per il mantenimento di un buono stato di salute. Tuttavia, pur a fronte dell’imponente quantità di ricerca e sviluppo svolta, allo stato dell’arte l’unico claim ammesso da EFSA è relativo all’azione idrolitica sul lattosio delle colture batteriche usate per produrre lo yogurt”.

Ha quindi proseguito: “Oggi le linee di ricerca ammissibili sui probiotici secondo EFSA sono principalmente focalizzate sulle aree: discomfort gastro-intestinale (adulti affetti da sindrome da colon irritabile, neonati con coliche gassose); difese immunitarie contro agenti patogeni (i probiotici si sono rivelati utili nella riduzione delle infezioni delle vie respiratorie superiori e nell’incidenza delle infezioni da Clostridium difficile) e benefici nella risposta agli allergeni”.

Qualità e sicurezza degli integratori alimentari: Italia capofila d’Europa

Giancarlo Cravotto, Direttore del Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco (Università degli Studi di Torino), ha concluso con un punto fermo che riguarda la sicurezza degli integratori alimentari: “La forza del sistema di sicurezza italiano per alimenti e integratori è diventato un riferimento per molti paesi: la nostra organizzazione è basata su un modello one health dove la visione è unitaria, quindi una sola salute che include tutta la catena alimentare, dal ciclo di vita di vegetali e animali arrivando all’uomo. È un processo pianificato e controllato dai campi alla tavola, attuato sulla base delle direttive e dei Regolamenti UE; la direttiva 2002/46/CE del Parlamento europeo, recepita in Italia con il decreto legislativo n.169 del 21 maggio 2004, l’impegno scientifico e di verifica di EFSA, l’istituzione di riferimento per la valutazione del rischio per la sicurezza di alimenti nell’UE, la legislazione alimentare italiana ed europea, hanno costruito un’architettura di protezione e di garanzie per il consumatore italiano unica; i produttori di integratori alimentari in Italia vantano un elevato standard produttivo ed un efficiente sistema di assicurazione della qualità, che li colloca ai primi posti in Europa. Non dimentichiamo infine che l’Italia è una tra le nazioni tecnologicamente più avanzate per lo sviluppo di protocolli di green extraction selettivi, efficienti e a basso impatto ambientale”.

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da L’Integratore Nutrizionale 3 – 2016