Ribodiet®

I nucleotidi sono composti intracellulari a basso peso molecolare e costituiscono le unità di base degli acidi nucleici DNA e RNA, oltre a essere coinvolti in molti processi biochimici. Sono esteri fosforici dei nucleosidi, formati da tre componenti: un composto azotato purinico o pirimidinico, uno zucchero pentoso e uno o più gruppi fosfato. I più importanti sono adenosina, guanosina, inosina, citidina e uridina monofosfato.

I nucleotidi sono da considerarsi come nutrienti “semi-essenziali”. Ciò significa che, in condizioni di mantenimento, la produzione endogena soddisfa i fabbisogni, mentre nelle prime fasi di vita e in condizioni di stress o di danneggiamento di alcuni tessuti, è necessaria la somministrazione esogena (1).

Ogni nuova cellula richiede circa 1 miliardo di nucleotidi per costituirsi e alcuni tessuti hanno limitata capacità di sintesi ex novo, richiedendo così basi di origine esogena che possano essere utilizzate attraverso una via di recupero. Ad esempio, la mucosa intestinale, le cellule ematopoietiche del midollo osseo, i leucociti, gli eritrociti e i linfociti sono incapaci di sintesi ex novo e quindi, per queste cellule, è importante un apporto esogeno di nucleotidi attraverso la dieta (2).

Da oltre 15 anni Prosol è punto di riferimento per le miscele di nucleotidi, commercializzate con il marchio Ribocare®, destinate ai latti formulati per l’infanzia. Sulla scia di questo marchio di successo, l’azienda ha deciso di mettere in campo la profonda conoscenza dei processi estrattivi applicati alle cellule di lievito e, dopo anni di sperimentazioni, ha lanciato sul mercato Ribodiet®, un pool di ingredienti nutritivi di origine non sintetica, che, nel loro complesso, possono apportare effetti benefici all’organismo.

Composizione e Specifiche tecniche

Ribodiet® è un prodotto naturale ottenuto da cellule di lievito grazie a un processo estrattivo controllato, rispettoso della materia prima e che prevede l’utilizzo di acqua, senza l’impiego di solventi organici. Ribodiet® apporta nucleotidi liberi, nucleosidi, oligonucleotidi, frammenti di acidi nucleici, amminoacidi, sali minerali e vitamine del gruppo B (Tab.1).

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I ceppi di lievito utilizzati per ottenere Ribodiet® sono Kluyveromyces fragilis o Saccharomyces cerevisiae.

La separazione e la concentrazione di RNA avviene esclusivamente grazie a trattamenti di tipo fisico ed enzimatico e, con una successiva fase di idrolisi enzimatica, si ottengono i nucleotidi liberi. Nella fase finale il prodotto viene disidratato mediante tecnologia spray-dry. La standardizzazione assoluta del processo di concentrazione e idrolisi degli acidi nucleici permette a Prosol di ottenere un ingrediente con un elevato tenore in nucleotidi liberi (>40%) qualitativamente e quantitativamente garantito.

Ribodiet® è un prodotto gluten free, adatto ai vegani, certificato Halal e Kosher.

La Tabella 2 riporta le caratteristiche tecniche di Ribodiet®.

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Meccanismo d’azione

Nell’alimentazione umana, la maggiore applicazione dei nucleotidi ricade nel settore dei latti formulati per la prima infanzia e della nutrizione parenterale, in quanto numerose ricerche hanno dimostrato che l’inclusione di nucleotidi in tali prodotti può migliorare la salute intestinale e lo sviluppo del sistema immunitario nei lattanti (3).

Sebbene tutti i nucleotidi non sembrino avere lo stesso effetto, una miscela di essi sembra fornire la risposta più completa. Molti studi condotti in neonati a termine hanno dimostrato che un’integrazione di nucleotidi può ridurre il rischio di diarrea di circa il 24,5%, in quanto migliorano la maturazione del sistema immunitario intestinale (2).

I nucleotidi mostrano anche un effetto diretto sul mantenimento dell’integrità della mucosa intestinale. È stato infatti dimostrato che l’integrazione di nucleotidi in giovani ratti aumenta il peso della mucosa intestinale, l’altezza dei villi (aumento superiore al 25%) e l’attività degli enzimi situati al livello dell’orletto a spazzola (maltasi, saccarasi e lattasi). Ciò suggerisce un’accelerazione della crescita e differenziazione delle cellule intestinali (3). È interessante sottolineare che l’integrazione con una miscela nucleosidi-nucleotidi accelera il recupero dopo privazione di cibo, infezioni o carenza di proteine. Infatti, l’atrofia del piccolo intestino e la ridotta attività degli enzimi dell’orletto a spazzola nei ratti si risolvono rapidamente con la loro integrazione (4).

Relativamente alla salute del microbiota, alcune pubblicazioni affermano che l’integrazione alimentare di nucleotidi migliora la flora microbica intestinale, stimolando la crescita dei Bifidobatteri in vivo (5). I nucleotidi alimentari favoriscono inoltre lo sviluppo della flora intestinale con una predominanza di Bifidobatteri e Lattobacilli e una bassa percentuale di Enterobatteri Gram negativi.

Infine, in merito alla modulazione del sistema immunitario, i nucleotidi hanno dimostrato attività sia sull’immunità umorale sia su quella cellulo-mediata, accelerano la produzione di anticorpi cellule T-dipendenti e sembrano esercitare azioni sulle cellule T-helper in fase di presentazione dell’antigene durante le interazioni cellula-cellula. Una miscela nucleoside-nucleotide (NNM) stimola la proliferazione, la differenziazione e la maturazione dei neutrofili (3). I nucleotidi provocano un aumento transitorio della citotossicità delle cellule natural killer, della produzione dell’interleuchina-2, delle secrezioni di interferone-gamma e riducono il livello di attivazione macrofagica (6). L’integrazione di nucleotidi alimentari aumenta, pertanto, la resistenza alle infezioni batteriche.

Efficacia

Sono stati condotti (presso il laboratorio di Chimica degli Alimenti e Nutraceutica – Dipartimento di Scienze del Farmaco – Università di Pavia) due studi pre-clinici su Ribodiet® per valutare la sua efficacia nella modulazione di alcuni parametri coinvolti nella risposta immunitaria.

È stata utilizzata la linea cellulare THP1, monociti umani, incubata in un terreno di coltura per 24 ore con una concentrazione non citotossica di Ribodiet® (1,25 mg/ml) e, successivamente trattata con lipopolisaccaride ottenuto da Escherichia coli O55:B5 (LPS) per indurre uno stato infiammatorio. Sono stati quindi registrati i livelli di espressione di:

Tumor necrosis factor-α (TNF-α), citochina coinvolta nella prima risposta immunitaria e comunemente utilizzata come marker di un processo infiammatorio in corso;

– Interleuchina-10 (IL-10), altra citochina che si esprime a distanza di alcune ore dall’insorgenza dell’infiammazione e ha il compito di diminuire la produzione di citochine pro-infiammatorie;

– Ossido nitrico (NO), composto secreto come mediatore dell’infiammazione utile nel contrasto di batteri e virus;

– Specie reattive dell’ossigeno (ROS), composti che vengono rilasciati a seguito dell’attivazione dei macrofagi, quale meccanismo di difesa, e sono coinvolti nello stress ossidativo.

I risultati sono riportati in Figura 1.

Fig1

Il trattamento con Ribodiet® ha indotto una riduzione significativa di oltre il 90% dei livelli di espressione di TNF-α rispetto al controllo. L’estratto di lievito ha modulato anche i parametri marker dei processi ossidativi; infatti, dopo l’induzione dell’infiammazione, la presenza del complesso nucleotidico ha ridotto del 22,5% NO e del 55% i ROS. Diversamente, l’espressione della citochina IL-10, ad azione anti-infiammatoria, è risultata significativamente aumentata del 23,5% rispetto al controllo.

I risultati suggeriscono che, nelle condizioni sperimentali impiegate, Ribodiet® esercita una azione anti-infiammatoria, anti-ossidante e immuno-modulante a seguito dell’induzione di un processo infiammatorio.

Un secondo studio è stato condotto per valutare l’efficacia di Ribodiet® in associazione o meno con una fonte di zinco, ingrediente che vanta claim sul sistema immunitario tra quelli ammessi dalla legislazione europea (Regolamento (UE) n.432/2012).

La linea cellulare prescelta è stata sempre la THP1, monociti umani, a cui è stata indotta una infiammazione attraverso LPS poco prima che terminassero le 24 ore di incubazione nel terreno di coltura. Il parametro monitorato è stato TNF-α. La fonte di zinco (0,039 mg/ml, titolo 20%) da sola ha effettivamente un’azione efficace nella riduzione di TNF-α (-16,8%). In associazione a Ribodiet® (1,25 mg/ml) si osserva un forte potenziamento dell’effetto dello zinco che, in combinazione con Ribodiet®, porta a una riduzione dell’espressione del marker del processo infiammatorio del 91,6% rispetto al controllo. I risultati, infatti, indicano che Ribodiet® rafforza significativamente l’azione anti-infiammatoria della fonte di zinco riducendo l’espressione di TNF-α indotta da LPS.

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Sicurezza

I nucleotidi sono generalmente riconosciuti come una materia prima sicura. L’uso di nucleotidi in alimenti per lattanti non sembra causare un aumento delle intolleranze gastro-intestinali. Relativamente ai prodotti per la nutrizione medica per adulti, studi su pazienti anziani nutriti per via orale per 12 settimane con una formula ad azione immuno-modulante che conteneva 1,3 g/L di nucleotidi da RNA di lievito, non hanno evidenziato alcuna alterazione dei parametri nutrizionali o metabolici tra il gruppo trattato e il gruppo di controllo.

Applicazioni e Modalità d’uso

Lo studio riportato suggerisce che Ribodiet® è un ingrediente interessante per formulati destinati alla funzionalità del sistema immunitario e che contribuiscono alle naturali difese dell’organismo.

Altre possibili applicazioni di Ribodiet® possono essere:

• Benessere della barriera intestinale

Sport nutrition (fase di recupero dopo la prestazione)

• Cognizione/Concentrazione (carenza di sintesi di nucleotidi a livello cerebrale)

• Assorbimento del ferro.

I dosaggi giornalieri consigliati di Ribodiet® vanno dai 50 ai 350 mg. L’ingrediente può essere utilizzato sia in forme solide sia in forme liquide.

I nucleotidi sono inseriti nell’elenco “altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico” rilasciato dal Ministero della Salute e utilizzabili in integratori alimentari, ma ne è ammesso l’uso anche per gli alimenti dietetici, alimenti a fini medici speciali, alimenti per lattanti e di proseguimento.

Bibliografia

1. Sánchez-Pozo A, Gil A (2002) Nucleotides as semiessential nutritional components. Br J Nutr 87 Suppl 1:S135-137

2. Koletzko B, Baker S, Cleghorn G et al (2005) Global Standard for the Composition of Infant formula: Recommendations of an ESPGHAN Coordinated International Expert Group. J Pediatr Gastroenterol Nutr 41:584–599

3. Jyonouchi H (1994) Nucleotide actions on the humoral immune response. J Nutr 124, Suppl 138S-143S

4. Belo A, Marchbank T, Fitzgerald AJ et al (2006) Gastroprotective effects of oral nucleotide administration. Gut 55(2):165–171

5. Uauy R (1990) Dietary nucleotides and requirements in early life. Textbook of gastroenterology and nutrition in infancy, E. Lebenthal ed, Raven Press, Ltd, New York, USA: 265-280.

6. Matsumoto Y, Adjei AA, Yamauchi K et al (1995) Nucleoside-nucleotide mixture increases peripheral neutrophils in cyclophosphamide-induced neutropenic mice. Nutrition 11(3):296-299

7. Hess JR, Greenberg NA (2012) The Role of Nucleotides in the Immune and Gastrointestinal Systems: Potential Clinical Applications. Nutr Clin Pract 27(2) 281-294

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da L’Integratore Nutrizionale 3 – 2017

Fagron Calcioveg

Il calcio rappresenta il minerale più abbondante nel corpo umano e si trova principalmente nelle ossa e nei denti;
inoltre, oltre ad avere un ruolo strutturale, svolge anche altre funzioni come la regolazione del battito cardiaco, della pressione sanguigna, il controllo del processo di coagulazione, la regolazione della secrezione ormonale.
Il calcio è di estrema importanza nelle donne in menopausa per prevenire l’invecchiamento delle ossa e l’insorgenza dell’osteoporosi, tuttavia il suo assorbimento intestinale è piuttosto basso per cui il calcio assunto con la dieta spesso non è suffi ciente e risulta necessario ricorrere all’assunzione di alimenti fortifi cati e di integratori alimentari.
Fagron Italia  propone Fagron Calcioveg, un’innovativa fonte di calcio, di origine vegetale, ottenuto da Lithothamnium calcareum  (Pallas) per integratori alimentari per il benessere delle ossa.

Composizione e Specifiche tecniche
Fagron Calcioveg è un’innovativa fonte di calcio (min.30%, in forma di carbonato), di minerali e vitamine di origine
vegetale, ottenuto da Lithothamnium calcareum (Pallas), un’alga rossa della famiglia delle Corallinaceae, tipica
dei mari freddi dell’Atlantico (1), sul cui tallo si cristallizza acqua di mare ricca in calcio, minerali e vitamine. Le caratteristiche tecniche di Fagron Calcioveg sono riassunte in Tabella 1, mentre la Tabella 2 riporta la composizione e i valori nutrizionali.

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Efficacia

Studi preclinici
Uno studio sul topo della durata di 15 mesi (2) ha evidenziato che la combinazione di calcio e di minerali cationici (rame, ferro, magnesio, manganese, selenio e zinco), naturalmente presenti nel tallo di Lithothamnium
calcareum, favorisce la costruzione e la densità delle ossa prevenendone al tempo stesso la demineralizzazione
principalmente nella regione trabecolare, dove la perdita di matrice ossea è più rapida e mercata.
Inoltre, la combinazione dei minerali presenti nel prodot to riduce l’infi ammazione sistemica, noto fattore di rischio per la perdita della matrice ossea.
Un ulteriore studio condotto sul modello di topo affetto da riassorbimento osseo alveolare conferma che l’integrazione orale con integratori alimentari di calcio da alghe Lithothamnium limita il processo di demineralizzazione grazie alla riduzione del numero di osteoclasti, della citochina pro-infi ammatoria TNF-α e della TRAP (fosfatasi acida tartrato resistente) associata ad incrementato turnover osseo ed osteoporosi (3).

Studio clinico
Uno studio clinico doppio-cieco, randomizzato, controllato da placebo, ha valutato l’impatto dell’assunzione orale di un integratore alimentare a base di minerali da Lithothamnium (contenente 34% di calcio) in 50 soggetti affetti da osteoartrite delle ginocchia, moderata o severa. L’integratore alimentare assunto al dosaggio giornaliero di 2400 mg ha portato, nel corso di 12 settimane, ad una maggiore riduzione del dolore e della rigidità articolare del ginocchio rispetto al placebo o al gruppo trattato con 1500 mg/die di glucosamina (4).

Sicurezza
Il tallo di Lithothamnium calcareum è inserito negli allegati 1 e 1bis del DM 27 marzo 2014 che disciplinano l’impiego negli integratori alimentari di sostanze e preparati vegetali. Studi su modello animale hanno evidenziato che l’integrazione alimentare nella dieta di calcio e minerali da genere Lithothamnium non altera i livelli circolanti di calcitriolo, potentissimo stimolatore dell’assorbimento del calcio e del fosforo a livello intestinale e promotore di formazione e crescita delle ossa (3).
Diversi studi hanno evidenziato sul topo che i prodotti a base di Lithothamnium calcareum sono sicuri per il fegato
grazie all’azione antiossidante (5) proteggendo l’organo da lesioni epatiche proliferative neoplastiche e pre-neoplastiche associate a steatosi (6). Un ulteriore studio ha evidenziato la sicurezza a livello intestinale (1) riportando che, nel topo, il prodotto è in grado sopprimere la formazione di polipi a livello del colon (7).
Integratori alimentari multiminerali a base di Lithothamnium sono risultati sull’uomo ben tollerati (4,8).

Applicazioni e Modalità d’uso
Il Lithothamnium calcareum può essere impiegato negli integratori in quanto è inserito nell’allegato 1 e 1bis del DM 27 marzo 2014 che disciplina l’impiego negli integratori alimentari di sostanze e preparati vegetali.
Le linee guida ministeriali di riferimento per gli effetti fisiologici, applicabili in attesa della defi nizione dei claims
sui botanicals a livello comunitario e presenti nell’allegato 1 del DM 27 marzo 2014, attribuiscono al tallo di Lithothamnium calcareum il trofismo del tessuto osseo.
L’apporto massimo giornaliero per via orale di calcio previsto dall’allegato (revisione giugno 2016) del Ministero della Salute “Apporti giornalieri di vitamine e minerali ammessi negli integratori alimentari” è di 1200 mg.
Fagron Calcioveg può essere impiegato, sulla base delle evidenze scientifi che, come fonte vegetale di calcio, minerali e vitamine in integratori alimentari per il benessere delle ossa e delle articolazioni.
Fagron Calcioveg è adatto anche a vegetariani, vegani e a persone con intolleranza al lattosio che necessitano di
una fonte supplementare di calcio. Il prodotto si presenta, inoltre, privo di olio di palma e dei suoi derivati.

Bibliografia
1. Aslam MN, Bhagavathula N, Paruchuri T, Hu X, Chakrabarty S et al (2009) Growth-inhibitory effects of a mineralized extract from the red marine algae, Lithothamniun calcareum, on Ca(2+)-sensitive and Ca(2+)-resistant human colon carcinoma cells. Cancer Lett 283(2):186-192
2. Aslam MN, Kreider JM, Paruchuri T, Bhagavathula N, DaSilva M et al (2010) A mineral-rich extract from the red marine algae Lithothamniun calcareum preserves bone structure and function in female mice on a Western-style diet. Calcif Tissue Int 86(4):313-324
3. De Albuquerque Taddei SR, Madeira MF, de Abreu Lima IL, Queiroz-Junior CM et al (2014) Effect of Lithothamnium sp. and calcium supplements in strain- and infection-induced bone resorption. Angle Orthod 84(6):980-988
4. Frestedt JL, Walsh M, Kuskowski MA, Zenk JL (2008) A natural mineral supplement provides relief from knee osteoarthritis symptoms: a randomized controlled pilot trial. Nutr J 7:9 doi:10.1186/1475-2891-7-9
5. Hong IH, Ji H, Hwa SY, Jeong WI, Jeong DH et al (2011) The protective effect of ENA Actimineral resource A on CCl4-induced liver injury in rats. Mar Biotechnol (NY) 13(3):462-473
6. Aslam MN, Bergin I, Naik M, Hampton A, Allen R et al (2012) A multi-mineral natural product inhibits liver tumor formation in C57BL/6 mice. Biol Trace Elem Res 147(1-3):267-274
7. Aslam MN, Paruchuri T, Bhagavathula N, Varani J (2010) A mineralrich red algae extract inhibits polyp formation and infl ammation in the gastrointestinal tract of mice on a high-fat diet. Integr Cancer Ther 9(1):93-99
8. Desideri D, Cantaluppi C, Ceccotto F, Meli MA, Roselli C et al (2016) Essential and toxic elements in seaweeds for human consumption. J Toxicol Environ Health A 79(3):112-122

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Fagron HA

L’acido ialuronico è, dal punto di vista biologico, un glicosaminoglicano che svolge la funzione di idratante tissutale e di lubrifi cante delle cartilagini proteggendo anche l’organismo dai radicali liberi. Durante il processo di invecchiamento e anche durante la riparazione delle ferite si ha una variazione del contenuto di acido ialuronico. Fagron Italia  propone Fagron HA , un acido ialuronico, nella sua forma di sale sodico, ad alto peso molecolare, per integratori alimentari per il benessere di pelle e cartilagini.

Composizione e Specifiche tecniche

L’acido ialuronico è un glicosaminoglicano non solforato, carico negativamente, composSchermata 2017-06-22 alle 09.58.46to da una lunga catena polimerica del disaccaride acido D-glucuronico e N-acetil-D-glucosamina legati tra loro da legami glucosidici β-1,4 e β-1,3 (1). Fagron HA è un acido ialuronico sale sodico con un peso molecolare compreso tra 1,0–1,5×106 Dalton non di derivazione animale, in quanto ottenuto mediante un processo di fermentazione batterica. Le caratteristiche tecniche sono riportate in Tabella 1.

Meccanismo d’azione

Studi di farmacocinetica condotti sui ratti ed inerenti la biodisponibilità orale confermano che l’acido ialuronico ad alto peso molecolare (1×106 Da) è assorbito per il 90% ed utilizzato dal corpo umano (2) per promuovere l’idratazione cutanea. L’acido ialuronico rappresenta anche una molecola segnale poiché è in grado di legarsi a diversi recettori di membrana (3 ), in particolare a specifi che proteine dette ialaderine (1,2) attivando vie di segnalazione intracellulari coinvolte nella proliferazione, nel differenziamento e nella motilità delle cellule. Un recente studio evidenzia che l’acido ialuronico ad alto peso molecolare è in grado di legarsi al recettore TLR4 (Toll-like receptor 4) associato ad una riduzione dell’infiammazione (2) ed al recettore LYVE-1 (Lymphatic vessel endothelial receptor 1) responsabile del trasferimento dell’acido ialuronico dai tessuti alla linfa e del livello di idratazione dei tessuti. L’acido ialuronico rappresenta anche una fonte di Nacetil-D-glucosamina e pertanto agisce anche con un meccanismo d’azione simile alla glucosamina come agente condroprotettivo e antinfiammatorio. Inoltre, protegge l’organismo dai radicali liberi dell’ossigeno generati in seguito a fenomeni infi ammatori e regola diversi fattori della riparazione tissutale (4,5).

Efficacia

Effetto sulla secchezza cutanea

Diversi studi clinici (ref 2 per review) riportano che l’acido ialuronico assunto per via orale migliora l’idratazione cutanea. Un primo studio clinico, doppio-cieco, randomizzato, controllato da placebo condotto su pazienti con secchezza cronica cutanea ha evidenziato che, al dosaggio giornaliero di 240 mg per 6 settimane, l’integrazione orale di acido ialuronico migliora la pelle del volto e del corpo riducendone la secchezza rispetto al placebo già dopo 3-6 settimane. Un secondo studio randomizzato, doppio-cieco, controllato da placebo ha confermato che già ad un dosaggio più basso (pari a 120 mg/die) l’integrazione orale (in donne con età media di 43 anni affette da secchezza cutanea) con acido ialuronico contribuisce a migliorare l’idratazione cutanea.

Effetto sull’osteoartrite del ginocchio

Uno studio clinico (6) in doppio cieco, randomizzato, controllato da placebo e condotto su 60 pazienti con osteoartrite del ginocchio (grado 2-3 Kellgren-Lawrence) ha confermato che la somministrazione orale per 12 mesi di acido ialuronico, al dosaggio di 200 mg/die, può risultare  efficace nel migliorare la sintomatologia di questa patologia in particolar modo in soggetti con età superiore a 70  anni o in giovani che svolgono esercizio fisico di rinforzo del ginocchio. Nei pazienti con età inferiore a 70 anni il Japanese Knee Osteoarthritis Measure (JKOM) è risultato migliore rispetto al gruppo placebo a partire dal secondo e quarto mese di integrazione orale. La somministrazione orale di acido ialuronico può quindi essere utile per migliorare la compliance al trattamento dell’osteoartrite del ginocchio, in quanto l’iniezione direttamente nella cavità articolare risulta molto spesso fastidiosa e poco confortevole.

Sicurezza

L’acido ialuronico è una sostanza naturalmente presente nell’organismo umano. Evidenze scientifiche confermano la sicurezza d’uso dell’acido ialuronico assunto per via orale (2). Studi in vitro hanno riportato che il prodotto non è mutageno. Negli studi sull’animale e sull’uomo (anche con un’assunzione orale prolungata per un anno) non sono state riscontrate anormalità dei parametri clinici ed ematologici. L’acido ialuronico è stato inserito dal Ministero della Salute nella lista dell’allegato “Altri nutrienti e altre  sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico – revisione ottobre 2016” senza definire l’apporto massimo giornaliero.

Applicazioni e Modalità d’uso

Sulla base della letteratura scientifica, l’acido ialuronico sale sodico trova impiego negli integratori alimentari per il benessere della pelle e delle cartilagini. Negli studi scientifici l’acido ialuronico è stato sommini strato per via orale ad un dosaggio giornaliero di 120-240 mg per il mantenimento dell’idratazione cutanea per un periodo di 3-6 settimane (2). Per le cartilagini, evidenze scientifiche suggeriscono un dosaggio di 200 mg/die (6).

 

Bibliografia
1. Papakonstantinou E, Roth M, Karakiulakis G (2012) Hyaluronic acid. A key molecule in skin aging. Dermato-Endocrinol 4:3:253-258
2. Kawada C, Yoshida T, Yoshida H et al (2014) Ingested hyaluronan moisturizes dry skin. Nutr J 13:70
3. Litwiniuk M, Krejner A, Speyrer MS, Gauto AR, Grzela T (2016) Hyaluronic Acid in Inflammation and Tissue Regeneration. Wounds 28(3):78-88
4. Fakhari A, Berkland C (2013) Applications and Emerging Trends of Hyaluronic Acid in Tissue Engineering, as a Dermal Filler, and in Osteoarthritis Treatment. Acta Biomater 9(7):7081-7092
5. Maharjan AS, Pilling D, Gomer RH (2011) High and Low Molecular Weight Hyaluronic Acid Differentially Regulate Human Fibrocyte Differentiation. PLoS One 6(10):e26078
6. Tashiro T, Seino S, Sato T et al (2012) Oral Administration of Polymer Hyaluronic Acid Alleviates Symptoms of Knee Osteoarthritis: A Double-Blind, Placebo-Controlled Study over a 12-Month Period. “The Scientific World Journal” Article ID 167928, 8 pages

 

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EnzySkin™

L’invecchiamento cutaneo rappresenta un processo fisiologico causato dal rallentamento di alcune attività metaboliche e dalla progressiva degradazione di componenti strutturali della matrice extracellulare come collagene, elastina e glicosamminoglicani che hanno la funzione di sostenere il tessuto, idratarlo e renderlo tonico. Come conseguenza di ciò, la cute matura perde elasticità diventando più sottile, fragile, ed iniziano a comparire rughe ed aree iperpigmentate.
Fattori esogeni tra cui dieta, fumo, esposizione ai raggi solari e inquinamento, agiscono sul processo di invecchiamento favorendo la comparsa di danni cutanei.
La cute presenta diversi meccanismi protettivi per ritardare gli effetti del tempo come sistemi anti-ossidanti, processi di riparo del DNA, inibizione degli enzimi (collagenasi, elastasi, ialuronidasi) responsabili della degradazione delle macromolecole strutturali. Con l’aumentare dell’età, però, l’efficacia di tali meccanismi protettivi tende a diminuire e può risultare molto utile ricorrere a prodotti topici o integratori alimentari contenenti sostanze biologicamente attive in grado di ridurre i danni che possono comparire nelle pelli mature.
Tra queste ultime, la fosfatidilserina (PS) risulta molto interessante. La PS è un fosfolipide presente nelle membrane plasmatiche delle cellule eucariotiche che favorisce la fluidità di membrana, la comunicazione tra le cellule e la trasduzione del segnale. Per le sue molteplici funzioni, la PS è indicata per prevenire i danni cellulari legati all’invecchiamento, come quelli a carico di sistema nervoso e cute.
EnzySkin™ è una materia prima prodotta da Enzymotec, azienda biotecnologica leader nella fornitura di prodotti a base di lipidi, e distribuita in esclusiva da Giellepi per il mercato italiano.
EnzySkin™ fa parte della linea EnzyPS™ Solutions, la linea a base di fosfatidilserina che evidenzia la grande flessibilità dell’ingrediente, utilizzabile in numerose aree terapeutiche: EnzySkin™ (riduzione degli effetti dell’invecchiamento cutaneo), EnzyCalm™ (riduzione dello stress fisico e mentale), EnzyBrain™ (stimolazione delle attività cerebrali, in particolare quelle attinenti alla sfera cognitiva), EnzyMood™ (miglioramento dell’umore), EnzySport™ (miglioramento delle funzioni muscolari).

Schermata 2017-05-02 alle 14.45.37Caratteristiche e Specifiche tecniche
La linea EnzyPS™ Solutions contiene fosfatidilserina di origine vegetale prodotta secondo gli standard internazionali di qualità (ISO 9001:2008, HACCP e Good Manufacturing Practices GMP).
La materia prima può contenere lecitina di soia, non contiene OGM ed è certificata Halal.
Le caratteristiche tecniche di EnzySkin™ sono elencate in Tabella 1.

Meccanismo d’azione
La PS influenza positivamente l’attività di PPAR (peroxisome proliferator-activated receptor), implicato nel mantenimento dell’omeostasi epidermica, la cui espressione risulta compromessa in se
guito ad esposizione a radiazione ultravioletta (1); inoltre, la PS inibisce l’attività delle MMP-1 (metallo proteinasi 1) responsabili della degradazione del collagene presente nel derma (2).

Efficacia
Recenti ricerche hanno dimostrato che la PS svolge un ruolo importante nel contrastare i danni causati dall’invecchiamento. I meccanismi più accreditati a tal proposito sono riconducibili alla sintesi di protocollagene, precursore del collagene, e all’inibizione delle metalloproteinasi, enzimi responsabili della degradazione dei componenti del tessuto connettivo.

Studi preclinici
Gli effetti della PS sull’idratazione cutanea e sulla formazione di rughe sono stati valutati in un modello sperimentale di topi nudi attraverso analisi strumentali, visive e istologiche (3). Gli animali sono stati suddivisi in 5 gruppi in base al trattamento ricevuto: controllo non esposto a raggi UV, controllo esposto a raggi UV, 3 gruppi di animali esposti a raggi UV e successivamente trattati con differenti dosi di PS (basso, medio e alto dosaggio, rispettivamente).
Negli animali esposti a radiazione ultravioletta per 10 settimane e non trattati con il nutraceutico, la pelle del dorso è risultata significativamente più disidrata, sottile e rugosa rispetto a quella degli animali non esposti. La somministrazione di PS per via orale ha ridotto in maniera significativa i danni derivanti dall’esposizione ai raggi UV; gli animali, infatti, presentavano rughe meno estese e meno profonde (Fig.1) rispetto agli animali trattati con il veicolo ed utilizzati come controllo.
Anche il contenuto di collagene nella cute degli animali trattati con PS è risultato significativamente più elevato rispetto a quello del gruppo di controllo.

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Studi clinici
Gli effetti della PS sui danni cutanei causati dall’esposizione a radiazione ultravioletta sono stati valutati in uno studio clinico, randomizzato, in doppio cieco con 63 volontarie sane (3). Le donne partecipanti allo studio sono state suddivise in 2 gruppi in base al trattamento e hanno assunto PS (300 mg al giorno per via orale) o placebo per 12 settimane. L’effetto antirughe è stato valutato attraverso un esame visivo della zona periorbitale eseguito da un dermatologo che ha attribuito un punteggio da 0 (assenza di rughe) a 7 (rughe profonde) secondo la scala Global photodamage score all’area interessata. L’idratazione dello strato corneo dell’epidermide è stato valutato mediante corneometria.
All’esame dermatologico, l’area di cute intorno agli occhi è risultata più idratata, tonica ed elastica nei soggetti che hanno assunto l’integratore rispetto al controllo. Inoltre, il trattamento ha determinato un significativo effetto antirughe (Fig.2).

Schermata 2017-05-02 alle 14.46.08

Sicurezza
La fosfatidilserina è un ingrediente che vanta una lunga storia di consumo, essendo disponibile sul mercato internazionale da molti anni. Risulta sicura poiché il suo utilizzo non è stato associato a specifici effetti indesiderati.
Numerosi studi clinici hanno dimostrato che la fosfatidilserina è ben tollerata dall’organismo umano mentre i risultati di studi pre-clinici evidenziano come, anche in seguito a somministrazioni prolungate, il trattamento non abbia causato effetti tossici negli animali da laboratorio.

Applicazioni
EnzySkin™ rappresenta un ingrediente multifunzionale; in particolare, favorisce la produzione di collagene, promuove la riparazione di danni causati dall’esposizione ai raggi solari, ridona vitalità alla pelle.
Pertanto, può essere usato come ingrediente per prodotti anti-aging, come integratori alimentari e functional foods, destinati a preservare la cute dagli effetti del trascorrere del tempo.
EnzySkin™ può essere utilizzato per la produzione di compresse, bustine, capsule e liquidi.
La dose consigliata corrisponde a 300 mg al giorno.

Bibliografia
1. Kim EJ, Jin XJ, Kim YK, Oh IK, Kim JE et al (2010) UV decreases the synthesis of free fatty acids and triglycerides in the epidermis of human skin in vivo, contributing to development of skin photoaging.
J Dermatol Sci 57(1):19-26
2. Cho S, Kim HH, Lee MJ, Lee S, Park CS et al (2008) Phosphatidylserine prevents UV-induced decrease of type I procollagen and increase of MMP-1 in dermal fibroblasts and human skin in vivo.
J Lipid Res 49:1235–1245
3. Choi HD, Han JJ, Yang JH, Lee SH, Kim YS et al (2013) Effect of soy phosphatidylserine supplemented diet on skin wrinkle and moisture in vivo and clinical trial.
J Korean Soc Appl Biol Chem 56(2):227–235

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da L’Integratore Nutrizionale 1 – 2017

Natto MK-7™

La vitamina K è un cofattore essenziale per l’organismo umano, normalmente assunto con la dieta. Consiste in una famiglia di molecole liposolubili strutturalmente simili, caratterizzate da un anello 2-metil-1,4-naftochinonico comune e da catene laterali variabili legate al carbonio 3. Differenti forme di vitamina K sono naturalmente contenute in diversi alimenti: il fillochinone (2-metil-3-fitil-1,4-naftochinone), anche conosciuto come vitamina K1, è particolarmente diffuso nei vegetali a foglia verde ed è quindi una delle fonti maggioritarie di questo cofattore. I menachinoni (MK-n), conosciuti collettivamente anche come vitamina K2, presentano invece una catena laterale isoprenoide ad unità ripetute in numero variabile: MK-4 è caratteristica di alcune carni, uova e formaggi mentre MK-7 è presente nei formaggi e nel Natto, un alimento tradizionale giapponese che consiste in soia fermentata attraverso un ceppo di B. subtilis e che è ben noto per l’elevata concentrazione di questa vitamina. Menachinoni con catena laterale ancora più lunga (MK-8/10) sono prodotti dal microbiota intestinale ma risultano scarsamente assorbiti dall’organismo. Sono invece generalmente ben assorbite le forme di Vitamina K citate in precedenza, sebbene i menachinoni risultino in generale più biodisponibili rispetto ai fillochinoni. I menachinoni a lunga catena, in particolare MK-7, appaiono essere le forme più attive anche per via di una emivita notevolmente più lunga nell’organismo (clearance completa dopo diversi giorni) rispetto ai fillochinoni (emivita di circa un giorno), caratteristica che determinerebbe poi un migliore uptake da parte dei diversi tessuti (1).

La funzione della vitamina K2 consiste nell’agire da cofattore per la carbossilazione post-traduzionale di alcune proteine su specifici residui di acido glutammico, convertiti in acido γ-carbossiglutammico (Gla) (1). Tali residui carbossilati fungono da siti ad alta affinità per il calcio. Esempi di proteine il cui funzionamento richiede la carbossilazione dipendente dalla vitamina K sono, tra le varie, l’osteocalcina (OC), diversi fattori di coagulazione del sangue (II, VII, IX, X) e la proteina-Gla della matrice (MGP). L’osteocalcina è una proteina prodotta dagli osteoblasti (cellule deputate alla crescita del tessuto osseo) che interviene nella corretta mineralizzazione delle ossa; essa, inattiva subito dopo la sintesi, in seguito alla carbossilazione mostra alta affinità per gli ioni calcio (2) e contribuisce a legarli nel circolo sanguigno per veicolarli alla matrice ossea, regolando la crescita dei cristalli di idrossiapatite e intervenendo quindi attivamente nelle dinamiche di turnover scheletrico (3). I livelli sanguigni di osteocalcina sotto-carbossilata (uOC, undercarboxylated osteocalcin) sono indicatori del livello di vitamina K nell’organismo (1). Anche la proteina MGP, carbossilata attraverso la vitamina K2, interviene in sviluppo e crescita normali delle ossa; la stessa proteina, collocata invece a livello vascolare, contribuirebbe a mantenere mobilizzato il calcio, riducendo la calcificazione delle arterie a livello delle lesioni aterosclerotiche, mantenendo i vasi più elastici e riducendo il rischio di eventi ischemici e malattie cardiovascolari. I fattori di coagulazione II, VII, IX e X infine sono tra le Gla-proteine più note e la carbossilazione dipendente dalla vitamina K rappresenta un meccanismo di attivazione delle stesse durante la cascata di coagulazione; coagulopatie possono verificarsi per gravi carenze di questa vitamina. Scarsa assunzione di vitamina K ha mostrato di essere associata con ridotta densità minerale delle ossa, aumento del rischio di fratture e aumento del rischio di malattie cardiovascolari e mortalità, mentre il corretto apporto specialmente di forme maggiormente efficaci e disponibili per l’organismo, come il menachinone-7, può esercitare effetti benefici per la salute delle ossa e la salute vascolare.

È di recente costituzione la collaborazione tra l’azienda americana Vesta Ingredients Inc. e C.F.M. Co. Farmaceutica Milanese SpA. Vesta è una società con sede ad Indianapolis, USA, impegnata nel settore nutrizionale come produttore di diversi ingredienti nutraceutici.

Natto MK-7™ è il brand di vitamina K2 naturale-menachinone-7 prodotta da Vesta e ottenuta per fermentazione da B. subtilis, e rappresenta uno dei principali prodotti di Vesta per il mercato nutraceutico.

Natto MK-7™ e i prodotti Vesta sono distribuiti in Italia da C.F.M. Co. Farmaceutica Milanese.

Caratteristiche tecniche

Natto MK-7™ è la vitamina K2 (menachinone-7) prodotta da Vesta Ingredients per l’ambito nutrizionale. Natto MK-7™ è ottenuta naturalmente per fermentazione del ceppo batterico Bacillus subtilis Natto, lo stesso ceppo utilizzato per la produzione del Natto (alimento tradizionale giapponese) e per successiva purificazione.

Schermata 2016-11-02 alle 12.39.20Si tratta di una materia prima in polvere in cui la vitamina K2 è disponibile, in base alle diverse esigenze formulative, a diverse concentrazioni, supportata su fosfato dicalcico. Le concentrazioni disponibili sono 0,2, 1 e 1,3% (titolo determinato con metodo HPLC). A titolo esemplificativo le caratteristiche tecniche del prodotto all’1% sono riassunte in Tabella 1.

La materia prima è stata certificata completamente non-OGM da un ente certificatore indipendente internazionale (Non-GMO Project), che ha verificato l’origine naturale e non da organismi geneticamente modificati del prodotto per tutta la sua filiera.

Meccanismo d’azione

Durante la reazione di γ-carbossilazione dell’acido glutammico nelle proteine Gla, mediata dalla vitamina K, essa viene inizialmente ossidata in una forma epossido, la quale viene successivamente riciclata alla forma originaria attraverso l’azione dell’enzima Vitamina K Epossido Reduttasi. Farmaci cumarinici come il warfarin, che inibiscono la coagulazione sanguigna, hanno come bersaglio proprio questo enzima, di fatto inibendo la funzione della vitamina K; l’eventuale interazione menzionata va presa in considerazione in caso di somministrazione contemporanea dei due prodotti.

Studi scientifici

Assorbimento, biodisponibilità ed efficacia 

In diversi studi si è osservato come la Vitamina K2–menachinone-7 sia la forma di vitamina K più efficace e biodisponibile per l’organismo. In una pubblicazione del 2006, Schurgers e colleghi (4) hanno valutato l’assorbimento e l’efficacia della vitamina K2 in forma di menachinone-7 in 15 soggetti sani in comparazione con la vitamina K1 (fillochinone). La somministrazione di pari quantità dei due tipi di Vitamina K e la successiva misurazione nel sangue per 96 ore ha mostrato (Fig.1A) un picco di assorbimento attorno alle 4 ore dall’assunzione, seguito da un successivo declino; tuttavia, mentre alle 8 ore la vitamina K1 era tornata ai livelli basali (emivita 1-2 ore), la vitamina K2 era ancora presente a livelli considerevoli, diminuendo poi in maniera molto più graduale (emivita attorno ai 3 giorni) e   risultando quindi più disponibile nei tessuti extraepatici.

Nello stesso studio è stato condotto anche un test per valutare, a tempi diversi dall’assunzione con la colazione, la curva dose/risposta delle due forme di vitamina K; in Figura 1B e 1C si osserva, rispettivamente per vitamina K1 e K2, la relazione dose/risposta tra dose somministrata (50-500 μg) e la concentrazione di vitamina K nel siero: mentre alle 4 ore si è osservato un livello apprezzabile di vitamina nel siero per entrambe le forme (con una relazione dose/risposta lineare per entrambe le vitamine ma con una curva significativamente più ripida per il menachinone-7), alle 24 ore dosi fino a 200 μg di fillochinone non hanno determinato uno scostamento dalla baseline, al contrario di quanto osservato con il MK-7. Questo indica che a questi dosaggi solo la vitamina K2 MK-7 sembra essere effettivamente disponibile per l’assorbimento da parte dei tessuti nelle 24 ore dopo l’assunzione.

Nello stesso studio si è infine osservato l’effetto dei due tipi di vitamina K sul rapporto tra osteocalcina carbossilata (cOC) e non carbossilata (ucOC), dopo somministrazione a soggetti volontari per 6 settimane. Il rapporto cOC/ucOC, un marker del livello di vitamina K, e del suo efficiente utilizzo, nell’organismo, è aumentato in modo equivalente tra le due forme nei primi tre giorni; per il restante periodo di tempo, il rapporto è rimasto stabile per somministrazione di vitamina K1 mentre è costantemente aumentato per assunzione di vitamina K2 menachinone-7, fino ad arrivare ad un livello 3 volte superiore rispetto a quello ottenuto con fillochinone. Ciò ha suggerito quindi una migliore disponibilità ed efficacia nei tessuti di MK-7 rispetto alla vitamina K1.

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Studi clinici

Salute delle ossa – Molti studi osservazionali, condotti soprattutto in Giappone, hanno mostrato che la frequenza di fratture ossee è inversamente correlata con un elevato consumo di Natto, ricco di vitamina K2–menachinone-7. In uno studio pubblicato nel 2006 (3) gli Autori hanno valutato l’effetto del consumo abituale di Natto sulla densità minerale delle ossa in un’ampia coorte di 944 donne in menopausa, in una scala temporale di 3 anni. Oltre ad un incremento significativo della densità ossea dell’anca rispetto ai valori basali, si è riscontrata una correlazione diretta significativa tra frequenza di consumo di Natto (e quindi di vitamina K2) e tasso di modificazione della densità minerale ossea di femore e radio. In un altro recente studio (5) i ricercatori hanno valutato l’effetto di dosi crescenti di MK-7 o di un placebo in 60 donne per 4 settimane, osservando che 100 e 200 μg/giorno erano in grado di incrementare significativamente il rapporto cOC/ucOC rispetto al placebo. Analoghi risultati si sono osservati in una seconda parte dello studio in cui la somministrazione per 12 settimane di 100 μg/giorno di MK-7 ha determinato un rapporto cOC/ucOC significativamente superiore rispetto al placebo. I risultati sono confermati da un ulteriore studio su 244 donne in post-menopausa (6) in cui la somministrazione di MK-7 per 3 anni (contro placebo) ha significativamente rallentato il declino della densità e del contenuto minerale delle ossa a livello della spina dorsale e del femore, oltre a migliorare due indici di resistenza ossea e il rapporto cOC/ucOC rispetto al placebo.

Salute vascolare – Oltre al ben conosciuto ed essenziale ruolo nell’emostasi, per attivazione della cascata della coagulazione, la vitamina K ha mostrato in diversi studi di avere influenza sulla salute vascolare. La proteina MGP, che utilizza la vitamina K come cofattore e che lega il calcio, è riscontrabile a livello dei tessuti vascolari e delle placche aterosclerotiche; proprio in questi siti, MGP, nella forma carbossilata, sembra sia in grado di regolare la precipitazione di calcio mantenendo i vasi elastici e diminuendo il rischio di lesioni aterosclerotiche e il rischio cardiovascolare in generale (6). In topi knock-out per la proteina MGP, infatti, si sono effettivamente osservati decessi poco tempo dopo la nascita per importanti fenomeni di calcificazione aortica e coronarica. In uno studio del 2004, condotto analizzando le abitudini alimentari di 4807 soggetti per diversi anni e valutando gli effetti sulla salute, si è osservato che l’assunzione regolare di menachinone (ma non di fillochinone) era correlata inversamente con l’insorgenza di eventi di coronaropatie, con i decessi per coronaropatie, con decessi per qualsiasi causa e con processi di calcificazione aortica (7). Simili risultati sono emersi in altri studi condotti in modo analogo; in una coorte di 16000 donne osservate con un follow up di 8 anni, è stato riportato un ruolo protettivo da parte dell’assunzione regolare di menachinoni a lunga catena (MK-7 ed oltre) rispetto a eventi cardiovascolari (coronaropatie), mentre la medesima relazione non è stata osservata per il fillochinone (8). In un’altra pubblicazione, in simili condizioni, in una coorte di 564 donne post-menopausa, si è osservata una relazione inversa significativa tra consumo di menachinoni e misura della calcificazione aortica (9). Dagli studi menzionati si può inferire la potenziale importanza di un corretto apporto di menachinone per la salute cardiovascolare.

Sicurezza

La materia prima di Vesta Ingredients, Natto MK-7™, non contiene allergeni ed è conforme a tutte le normative di sicurezza alimentare disposte dalle Autorità Europee; è stata recentemente approvata per il mercato europeo in seno al regolamento Novel Food, secondo la procedura di sostanziale equivalenza, da parte della Food Safety Authority of Ireland.

L’autorità di Sicurezza Alimentare Europea (EFSA) ha riconosciuto due claim salutistici specifici per la vitamina K secondo l’articolo 13.1 del Regolamento Claim: “la vitamina K contribuisce alla normale coagulazione sanguigna” e “la vitamina K contribuisce al mantenimento di ossa normali”.

Applicazioni e Modalità d’uso

La vitamina K2 menachinone-7 è tra le vitamine la cui integrazione è ammessa dalle Autorità; il dosaggio massimo impiegabile negli integratori è di 105 μg/giorno.

La materia prima è utilizzabile in qualsivoglia forma galenica, come capsule, compresse o bustine.

Bibliografia
1 Beulens J et al (2013) The role of menaquinones (vitamin K2) in human health. Br J Nutr 110(8):1357-1368
2 Maresz K (2015) Proper calcium use: Vitamin K2 as a promoter of bone and cardiovascular health.
Integr Health 14(1):34-39
3 Ikeda Y et al (2006) Intake of Fermented Soybeans, Natto, Is Associated with Reduced Bone Loss in Postmenopausal Women: Japanese Population-Based Osteoporosis (JPOS) Study.
J Nutr 136(5):1323-1328
4 Schurgers L et al (2007) Vitamin K-containing dietary supplements: comparison of synthetic vitamin K1 and natto-derived menaquinone-7. Blood 109(8):3279-3283
5 Inaba N et al (2015) Low-Dose Daily Intake of Vitamin K2 (Menaquinone-7) Improves Osteocalcin γ-Carboxylation: A Double-Blind, Randomized Controlled Trial. J Nutr Sci Vitaminol (Tokyo) 61(6):471-480
6 Knapen M et al (2013) Three-year low-dose menaquinone-7 supplementation helps decrease bone loss in healthy postmenopausal women. Osteoporosis Int 24(9):2499-2507
7 Geleijnse J et al (2004) Dietary intake of menaquinone is associated with a reduced risk of coronary heart disease: the Rotterdam study.
J Nutr 134(11):3100-3105
8 Gast GCM et al (2008) A high menaquinone intake reduces the incidence of coronary heart disease.
Nutr Metab Cardiovasc Dis 19(7):504-510
9 Beulens J et al (2008) High dietary menaquinone intake is associated with reduced coronary calcification.
Atherosclerosis 203 (2009):489-493

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da L’Integratore Nutrizionale 3 – 2016

Liposan Forte

Nella popolazione italiana si assiste ad una importante tendenza dell’incidenza di gravi eventi cardio-vascolari (angina, infarto, coronaropatie, ischemie, aterosclerosi, ictus ed eventi cerebrovascolari) che rappresentano attualmente la maggiore causa di morte nel nostro Paese (oltre il 30% dei decessi – Istat Report 2012 – dic. 2014).

Questi dati epidemiologici evidenziano l’importanza strategica di poter agire favorevolmente sulla riduzione dell’incidenza del rischio cardiovascolare sulla popolazione. Sebbene i farmaci di elezione siano le statine, in caso di ipercolesterolemia medio-bassa si può preferire un intervento di tipo non farmacologico, con attivi di origine naturale.

La Monacolina K è una statina naturale, analoga alla Lovastatina, ed è ottenuta da fermentazione controllata di comune riso (Oryza sativa) con uno specifico ceppo di lievito, il Monascus purpureus, che attraverso il suo metabolismo porta alla produzione della molecola ipo-colesterolemizzante.

Salugea ha sviluppato l’integratore alimentare Liposan Forte che presenta una esclusiva associazione fra Monacolina K (10 mg/die) da Riso Rosso fermentato (Monascus purpureus), Berberina da estratto di Crespino (Berberis vulgaris), Silimarina da estratto di Cardo Mariano (Silybum marianum) e Rosmarino.

Schermata 2016-10-17 alle 16.51.55Composizione

Liposan Forte è un integratore alimentare in capsule vegetali, la cui composizione è riportata in Tabella 1.

Meccanismo d’azione

Nel Liposan Forte si realizza una esclusiva sinergia a 3 vie per la riduzione del colesterolo e dei trigliceridi ematici.

• La Monacolina K è in grado di inibire l’attività del HMG-CoA reduttasi, enzima strategico nelle prime tappe di biosintesi endogena del colesterolo, ottenendone così la riduzione (1).

• La Berberina svolge un’azione di stimolo alla proliferazione dei recettori membranari degli epatociti per la captazione del colesterolo, specie in forma LDL (2).

• La Silimarina attua una profonda riattivazione della funzione epatica, con conseguente miglioramento dell’equilibrio lipidico del sangue, sia per il colesterolo (ratio HDL/LDL) che per i trigliceridi (3).

In aggiunta ai meccanismi specifici di ogni attivo, il prodotto sfrutta la particolare sinergia crociata che si attua fra essi.

Infatti l’azione della Monacolina K è esaltata ed integrata dalla presenza della Berberina che svolge un’attività inibitoria (4) sulla pro-Proteina CSK-9 (pro proteina convertasi subtilisin/kexin di tipo 9), la cui funzione è di indurre la degradazione del recettore per l’LDL-Col sulla superficie delle cellule epatiche; in presenza di Berberina quindi la p-CSK-9 viene limitata nella sua azione che condurrebbe alla riduzione dell’assorbimento del colesterolo circolante in eccesso.

In tal modo Monacolina K e Berberina agiscono sinergicamente, l’una per diminuire la produzione di colesterolo endogeno inibendone la cascata enzimatica di sintesi, l’altra per mantenere elevato ed attivo il numero dei recettori degli epatociti per il LDL-Col., migliorando così la captazione di quello circolante.

Inoltre la Silimarina ha una forte azione migliorativa sull’efficacia della Berberina; infatti quest’ultima di per sé (al 90%) non riesce a permanere nelle cellule del fegato e a svolgere la sua funzione perché viene espulsa rapidamente (5) da esse per mezzo dell’azione della molecola membranaria Gp-P (Glicoproteina-P) che la estrude fuori dall’epatocita.

La Silimarina risulta infatti essere un inibitore della glicoproteina-P (5) e quindi permette un maggiore e prolungato accesso della Berberina nella cellula epatica, permettendole così di agire al meglio nello stimolo alla ricaptazione del colesterolo circolante ed alla sua metabolizzazione.

Studio clinico

In questo studio preliminare, condotto dal Medico di Medicina Generale Capriotti F. e dal Biologo Censani S., sono state arruolate 8 persone di entrambi i sessi di età media 56 anni, che presentavano come criteri di ammissione il valore del colesterolo LDL > 110 mg/dl ed almeno 1 altro fattore di rischio cardio-vascolare (pregressa ischemia cardiaca o cerebrale, ipertensione, familiarità con gravi eventi vascolari).

Su ogni soggetto è stato svolto un test analitico all’inizio della sperimentazione, prima dell’assunzione del Liposan Forte (T0), sui seguenti parametri: Colesterolo Totale, Col. HDL, Col. LDL, Trigliceridi, Glicemia, GOT, GPT, GGT; è stato monitorato anche il peso corporeo e la pressione arteriosa a T0.

Immediatamente dopo è iniziata l’assunzione di Liposan Forte (Lotto 141202LF, 1 capsula al termine del pranzo ed 1 capsula al termine della cena per die) per la durata totale di 3 mesi, con un’interruzione di 5 giorni fra un flacone ed il successivo (62 capsule = 31 gg).

Nessuna variazione al consueto stile di vita ed all’abituale alimentazione è stata richiesta ai soggetti.

Schermata 2016-10-17 alle 16.52.07Al termine dei 3 mesi sono state confrontate le medie dei vari parametri testati fra inizio del test (T0) e suo termine (T1). I risultati sono riportati in Tabella 2.

Per ciò che riguarda i valori di Glicemia, GOT, GPT, GGT, essi non hanno mostrato variazioni significative, permanendo, sia all’inizio che al termine, in range di normalità. Anche per peso corporeo e pressione arteriosa non sono state riscontrate variazioni significative.

Sebbene preliminare, lo studio suggerisce che Liposan Forte, nell’arco di soli 3 mesi di trattamento, è efficace nel migliorare significativamente il quadro lipidico complessivo. In particolare sono da sottolineare i netti miglioramenti su Colesterolo Totale, quello LDL, i Trigliceridi e dei dati lipemici estrapolati che rappresentano indici estremamente importanti nella valutazione clinica del migliorato grado di rischio cardio-vascolare.

Sicurezza

Liposan Forte è un integratore alimentare totalmente naturale a base di estratti vegetali; nel corso dello studio non sono stati rilevati significativi effetti avversi o collaterali all’uso.

Applicazioni e modalità d’uso

Liposan Forte può rappresentare una valida alternativa di natura vegetale per il trattamento efficace delle dislipidemie sia da colesterolo, che da trigliceridi, specialmente per soggetti sensibili alle statine sintetiche, o per coloro i quali può non essere necessario/opportuno il ricorso al farmaco. Si suggerisce di assumere 1-2 capsule al giorno con acqua, preferibilmente dopo i pasti principali, per almeno 3 mesi consecutivi.

Bibliografia 

1 Shamim S, Al Badarin FJ, Di Nicolantonio JJ, Lavie CJ, O’Keefe JH (2013) Red yeast rice for dysipidemia. Mo Med 110(4):349-354

2 Kong W, Wei J. Abidi P, Lin M, Inaba S et al (2004) Berberine is a novel cholesterol-lowering drug working through unique mechanism distinct from statins. Nat Med 10 (12):1344-1351

3 Cacciapuoti F, Scognamiglio A, Palumbo R et al (2013) Silymarin in non alcoholic fatty liver disease. World J Hepatol 5(3):109-113

4 Cameron J, Ranheim T, Kulseth MA et al (2008) Berberine decreases PCSK9 expression in HepG2 cells. Atherosclerosis 201:266-273

5 Pan GY, Wang GJ, Liu XD, Fawcett JP, Xie YY (2002) The involvement of P-glycoprotein in berberine absorption.

Pharmacol Toxicol 91(4):193-197

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da L’Integratore Nutrizionale 3 – 2016

Peptidyss™

Abyss Ingredients è un’azienda biotecnologica francesce con sede in Bretagna che si occupa di sviluppo e produzione di ingredienti nutraceutici da origine ittica.

La Bretagna detiene il primato nazionale di pesca commerciale, processando in un anno circa 140.000 tonnellate di pesce destinate alla produzione di filetti per consumo alimentare umano; questa attività genera un quantitativo di oltre 70.000 tonnellate/anno di scarto (50% del peso totale del pesce), sottoprodotto valorizzato per la produzione di ingredienti alimentari.

Tutte le specie pescate e lavorate in Bretagna provengono da pratiche di pesca responsabili e sostenibili (in accordo e rispetto alle quote di pesca definite dall’Unione Europea) e l’utilizzo dei sottoprodotti per la produzione di ingredienti funzionali conferma strategie di sviluppo sostenibili che consentono di individuare le migliori soluzioni al fine di poter utilizzare tutto il prodotto pescato.

La Bretagna è la terra di origine delle popolazioni celtiche che durante l’età del Bronzo, grazie alla padronanza nella tecnica di evaporazione dell’acqua di mare per la produzione di sale, hanno fatto enormi progressi nella conservazione degli alimenti. Per conservare il pescato veniva utilizzato il sale dando origine alla produzione del Garum, un autolisato di pesce ottenuto da pesci oleosi come sardine, sgombri, acciughe. La tecnica di produzione del Garum, a seguito della conquista della Bretagna da parte dell’impero Romano, venne poi trasmessa ad altre regioni dell’Impero e destinata alla preparazione di una salsa che oggi in Italia rivive sotto il nome di “Colatura di Alici di Cetara”.

Traendo ispirazione dal Garum, Abyss Ingredients ha sviluppato l’ingrediente alimentare PeptidyssTM, di cui LCM Trading è distributore esclusivo per il mercato italiano.

Caratteristiche e Specifiche tecniche

PeptidyssTM è un idrolisato di proteine provenienti dai sottoprodotti della lavorazione delle sardine, realizzato con processi biotecnologici all’avanguardia, il cui peso molecolare si concentra per lo più al di sotto dei 1.000 Dalton. Questo è un fattore determinante per l’assorbimento di PeptidyssTM. Una risorsa di materie prime standardizzate consente di mantenere il peso molecolare costante, determinato con cromatografia a esclusione (Fig.1), assicurando ai peptidi che costituiscono PeptidyssTM caratteristiche simili per ciascun lotto; questo garantisce una qualità del prodotto (e quindi un rapporto dose-effetto) stabile nel tempo.

Schermata 2016-10-13 alle 11.26.08

La specifica tecnologia impiegata per la preparazione dell’idrolisato permette di eliminare la porzione indigeribile e generare un’elevata concentrazione di peptidi. La Tabella 1 riporta le caratteristiche del prodotto,mentre la distribuzione aminoacidica caratteristica del prodotto è riportata in Tabella 2.

Schermata 2016-10-13 alle 11.25.49

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Meccanismo d’azione

Lo stress è una reazione fisiologica che stimola l’adattamento fisico alla variazione delle condizioni ambientali. A livello fisiologico, lo stress induce l’ipofisi anteriore a secernere corticotropina, la cui risposta da parte delle ghiandole surrenali consiste nella secrezione di cortisolo, “l’ormone dello stress”, e nell’attivazione del sistema renina – angiotensina – aldosterone (tachicardizzante ed ipertensivo).

La porzione midollare del surrene ed il sistema nervoso centrale rispondono alla presenza di cortisolo secernendo le catecolamine adrenalina e noradrenalina. Una non eccessiva concentrazione di adrenalina agisce dando sensazione di aumentata energia fisica e maggiore chiarezza di pensiero. Questi effetti benefici sono ascrivibili al cosiddetto eustress (stress positivo), vocabolo coniato dall’endocrinologo Hans Selye.

Tuttavia, se il livello di stress perdura divenendo cronico e la concentrazione sanguigna di cortisolo non si riduce, si generano sintomi estremamente negativi che, sommati all’ipertensione, possono portare a conseguenze decisamente gravi. I sintomi sono sia fisici (mal di testa, dolori muscolari, perdita di appetito, insonnia, attacchi di panico, ecc.), sia psicologici (irritabilità, ansia, tristezza, senso di insoddisfazione generalizzata) e si estendono anche alla sfera cognitiva e comportamentale.

PeptidyssTM dimostra affinità per recettori gabaergici di tipo A. Questi recettori (rispondenti anche alle benzodiazepine) sono canali ionotropi attivi a livello postsinaptico che, iperpolarizzando la cellula tramite importazione di cloro nella membrana, inibiscono la risposta allo stress da parte del SNC.

Uno studio preclinico su ratti è stato condotto nei laboratori ETAP a Nancy (1). Lo studio ha osservato la variazione nella risposta difensiva ad un pericolo (scavo di un rifugio estemporaneo) da parte dei ratti in seguito all’esposizione a stress. I ratti albini (Wistar) sono stati suddivisi in 5 gruppi di 12. 60 minuti prima della prova è stata somministrata una dose (3 mg/kg) di un farmaco di riferimento (la benzodiazepina Diazepam) o PeptidyssTM (a 3 concentrazioni diverse: 300, 600, e 1200 mg/Kg), o metilcellulosa (gruppo di controllo).

La risposta comportamentale dei ratti trattati con Diazepam e PeptidyssTM (nei dosaggi 300 e 600 mg/Kg) successivamente all’esposizione a stress si è rivelata simile (non si è registrata una diminuzione nell’efficacia del comportamento difensivo), mentre nel gruppo trattato con placebo si è rilevato un condizionamento negativo (Fig.2).

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Con dosaggio 1200 mg/Kg si può osservare una riduzione dello stress non significativa se paragonata al gruppo trattato con placebo, possibilmente per un meccanismo di feedback negativo, in virtù del quale una concentrazione eccessiva di peptidi induce una desensitizzazione recettoriale, provocando un decremento della risposta.

Inoltre, quando sottoposti a un successivo test (piscina o labirinto), i ratti trattati con PeptidyssTM, al contrario di quelli trattati con Diazepam, hanno portato a termine la prova con successo.

Nel 2015 sono stati pubblicati i dati di altro studio (2) inteso a valutare l’efficacia dell’effetto ansiolitico dell’idrolisato di pesce (impiegato in tal caso come mangime per cani). Il risultato di questo studio dimostra che l’idrolisato di pesce ha proprietà ansiolitiche, riducendo l’iperattività e la risposta allo stress.

Un ulteriore studio condotto su ratti (3) dimostra che l’effetto dell’idrolisato di pesce è simile a quello del Diazepam.

Sicurezza

PeptidyssTM non presenta particolari effetti collaterali.
È di derivazione completamente naturale, essendo un idrolisato di proteine animali.

Applicazioni e dosaggio

PeptidyssTM si presenta sotto forma di polvere, disponibile con distribuzione granulometrica a 300 e 100 μm, idonea per capsule, compresse, e gel. Ha un’ottima miscibilità con altri ingredienti rilassanti come estratti erbali, vitamina B, Magnesio. Può essere conservato a temperatura ambiente, in ambiente secco. PeptidyssTM può essere incluso in molteplici formulazioni per health supplements; questo consente di impiegarlo in prodotti per diverse esigenze, in accordo alla capacità individuale di fronteggiare la ripetuta esposizione allo stress. Ad esempio può essere utilizzato in associazione con balsamo di limone, valeriana, melatonina per ripristinare i cicli di sonno alterati dallo stress.

La dose raccomandata ad uso umano è di 300-600 mg al giorno.

Bibliografia

1 ETAP Ethologie Appliquée (Messaoudi M et al), ID MER – Abyss’ingredients (Allaume P) (2002) Anxiolytic-like effects of the HVS hydrolysate (Peptidyss Code name), orally administrated at the doses of 300, 600 and 1200 mg/kg, in the conditioned defense burying model in the male Wistar rat. Unpublished

2 Landsberg GM et al (2015) Assessment of noise-induced fear and anxiety in dogs: Modification by a novel fish hydrolysate supplement diet. Journal of Veterinary Behavior 10:391-398

3 Bernet F et al (1999) Diazepam-like effects of a fish protein hydrolysate (Gabolysat PC60) on stress responsiveness of the rat pituitary-adrenal system and sympathoadrenal activity.

4 Psychopharmacology 149:34-40

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da L’Integratore Nutrizionale 3 – 2016

Givocal & Givomag

Il calcio è il minerale più abbondante presente nel corpo umano, si trova naturalmente in alcuni alimenti, viene aggiunto ad altri e può essere disponibile sotto forma di integratore alimentare e farmaci. Come nutriente è comunemente associato alla formazione ed al metabolismo dell’osso; oltre il 99% del calcio totale del corpo si trova sotto forma di idrossiapatite di calcio (Ca10 [PO4] 6 [OH] 2) dove nelle ossa e nei denti costituisce i tessuti duri. Nel sistema circolatorio, nel liquido extracellulare, nel tessuto muscolare ed in altri tessuti è fondamentale per mediare contrazione e dilatazione vascolare, funzione muscolare, trasmissione nervosa, segnalazione intracellulare e secrezione ormonale. All’interno del corpo umano il tessuto osseo funge da serbatoio e fonte di calcio necessario a queste esigenze metaboliche e viene reso disponibile attraverso il processo di rinnovamento osseo.

Il magnesio è un minerale essenziale per il corpo umano, necessario per l’attivazione di oltre 300 sistemi enzimatici, svolge un ruolo essenziale in numerosi meccanismi biologici quali la sintesi di acidi nucleici (DNA, RNA), fosforilazione ossidativa, glicolisi, metabolismo lipidico, metabolismo dei carboidrati, azione degli ormoni peptidici, aiuta a regolare i livelli di calcio, rame, zinco, potassio, vitamina D, e altri nutrienti importanti nel corpo. Tutti gli organi, soprattutto cuore, muscoli e reni hanno bisogno di magnesio. Contribuisce inoltre alla composizione di denti e ossa. I Glicerofosfati sono molecole endogene, precursori dei fosfolipidi che costituiscono le membrane cellulari, svolgono un ruolo fondamentale nella produzione di energia ed apportano inoltre all’organismo i benefici fisiologici dell’assunzione di glicerolo e fosforo.

Givocal™ (Calcio Glicerofosfato) e Givomag™ (Magnesio Glicerofosfato) sono ingredienti alimentari di Isaltis, azienda francese certificata GMP, leader mondiale nella produzione e commercializzazione di sali minerali organici di elevata purezza, di cui L.C.M. Trading è distributore esclusivo per il mercato italiano.

Caratteristiche e specifiche tecniche

Givocal™

Il glicerofosfato di calcio è il sale di calcio dell’acido α- e β-fosfoglicerico. È una fonte altamente biodisponibile e solubile di calcio e fosforo. Ogni molecola contiene il 19,1% di calcio ed il 14,8% di fosforo, questo rapporto Ca/P di 1,3 è perfetto per la mineralizzazione ossea.

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Givomag™

Il magnesio glicerofosfato è il sale di magnesio degli isomeri α e β dell’acido monoglicerofosforico. È una fonte altamente biodisponibile, digeribile e solubile di magnesio e fosforo (1). Ogni molecola contiene il 12,5% di magnesio ed il 15,9% di fosforo.

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Efficacia

Givocal™

Un recente studio ha dimostrato come il calcio glicerofosfato sia un sale minerale altamente solubile in grado di incrementare la mineralizzazione ossea in suini precocemente svezzati, tramite assunzione parenterale di un quantitativo giornaliero inferiore a 15 mmol Ca e P per kg. Un ulteriore studio è stato condotto sui topi comparando la resistenza e la densità ossea del femore a seguito di somministrazione di diverse fonti di calcio; il risultato mostra come il calcio glicerofosfato porti ad una migliore fissazione del calcio sull’osso femorale aumentandone la durezza (Fig.1).

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Studi in vitro sulla solubilità minerale effettuati replicando le condizioni ambientali e le soluzioni nutrizionali tipiche della cura neonatale intensiva hanno dimostrato come il calcio glicerofosfato sia considerevolmente più solubile rispetto ai sali minerali convenzionali, quali il calcio gluconato e il potassio mono e difosfato (CaGluc+P). La volontà di somministrare sufficienti quantitativi di calcio e fosforo per via parenterale al fine di promuovere una appropriata mineralizzazione ossea deve tuttavia essere commisurata alla capacità renale dei neonati prematuri nel poter ricevere un notevole quantitativo di cationi. Dato che il calcio glicerofosfato dispone di una maggiore solubilità, e di conseguente efficacia, rispetto ai sali minerali convenzionali CaGluc+P, l’impatto dei cationi sui reni risulta più leggero.

Studi di equivalenza in vitro ne hanno inoltre confermato l’ottima solubilità e biodisponibilità rispetto ai sali minerali convenzionali evidenziando come, all’assunzione di un quantitativo equimolare di calcio e fosforo, esso presenti la medesima resa nel mantenere un normale livello biochimico di minerali nei neonati prematuri che richiedono una nutrizione completamente parenterale. Questa miglior solubilità e biodisponibilità si traduce in un vantaggio nel trattamento clinico circa l’aumento dell’assorbimento minerale e della crescita ossea (2).

Givomag™

Il magnesio glicerofosfato è un sale altamente solubile disponibile in forma chelata, resiste alle variazioni di pH ed è altamente biodisponibile. La valutazione della biodisponibilità deve tener conto di molti fattori che la possono influenzare: sesso, predisposizione genetica, età, livelli ormonali e molti altri. Il fattore che risulta comunque fondamentale e che non varia da individuo a individuo, essendo caratteristica intrinseca della molecola, è la solubilità del sale a diverse condizioni di pH. Il magnesio è tipicamente assorbito nell’intestino tenue, più precisamente nel digiuno e nell’ileo, dove il pH è circa 7,5. Prima di tale regione deve attraversare l’esofago (pH 7), lo stomaco (pH circa 1,8) ed il duodeno (pH circa 5). Il sale deve quindi necessariamente passare attraverso un ampio intervallo di pH, ma allo stesso tempo deve rimanere in soluzione. Se precipitasse prima non risulterebbe biodisponibile e non verrebbe assorbito dall’organismo. La forma chelata del magnesio glicerofosfato permette quindi al sale di arrivare inalterato a livello di digiuno ed ileo ed essere pertanto assorbito.

Sicurezza

Givocal™ e Givomag™ non mostrano livelli di tossicità; l’assunzione di dosi molto elevate di questi prodotti può causare effetti collaterali simili a quelli dovuti ad un elevato apporto di magnesio e calcio (3). Entrambi i prodotti sono certificati GRAS (Generally Recognized As Safe). Parere SCOGS (Select Committee of Gras Substances): I sali glicerofosfati sono fonte di glicerolo, fosfato, e dei loro rispettivi cationi. Il Select Committee ritiene che il rischio all’esposizione del consumatore a questi sali non sia significativo e che l’utilizzo come nutriente o come integratore alimentare non rappresenti un pericolo per il consumatore. Non esistono evidenze nelle informazioni disponibili su calcio glicerofosfato e su magnesio glicerofosfato che dimostrino o possano suggerire motivi ragionevoli per sospettare un pericolo per il consumatore, quando utilizzati come integratori nutrizionali.

Applicazione e dosaggio

Calcio glicerofosfato e magnesio glicerofosfato possono essere utilizzati come fonte di magnesio, calcio e fosforo nella preparazione di integratori alimentari, per l’arricchimento dei prodotti lattiero-caseari (latte, yogurt, formaggi …), bevande (acqua, bibite, succhi di frutta …) e alimenti per l’infanzia. Date le loro caratteristiche chimico-fisiche sono facilmente impiegabili per la produzione di compresse, miscele di polvere e preparazioni liquide in quanto molto solubili. Il calcio glicerofosfato è utilizzato anche nei dentifrici in quanto svolge un ruolo nella re-mineralizzazione dello smalto dei denti.

Entrambi i prodotti hanno una shelf life di 3 anni.

Bibliografia

1 Corjon, G (2012) www.acteur-nature.com. [Online] Available at: http://www.acteur-nature.com/les-nutriments-naturels/le-magnesium-dans-tous-ses-etats.html

2 Hanning, RM (1991). Efficacy of calcium glycerophosphate vs conventional mineral salts for total parenteral nutrition in low-birth-weight infants: a randomized clinical trial. Am J Clin Nutr 54:903-908

3 Mettey iniziale (1990) Severe selective magnesium malabsorption: tests of tolerance of oral magnesium supplements. Magnes Res 291-295

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Fagron Pinus Pinaster 95OPC

La corteccia di Pinus pinaster è ricca di sostanze polifenoliche tra cui catechine, procianidine, taxifolina a lunga catena dalle proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e benefiche nei confronti dei tessuti e dell’apparato cardiovascolare. Fagron Italia propone Fagron Pinus Pinaster 95OPC, un estratto di corteccia di pino marittimo, altamente titolato in flavonoidi ad azione antiossidante, destinato ad essere impiegato negli integratori alimentari per la protezione dallo stress ossidativo.

Schermata 2016-07-07 alle 11.10.05Composizione e specifiche tecniche

Fagron Pinus Pinaster 95OPC è un estratto secco standardizzato, a marchio Fagron, di corteccia di Pinus pinaster Aiton (provenienza Africa) altamente titolato, min.95% UV-vis, in proantocianidine oligomeriche (OPC). Le OPC sono una classe di flavonoidi con una struttura chimica complessa essendo oligomeri (da dimeri a pentameri) o polimeri delle catechine o flavanoli, legate tra di loro da ponti carbonio-carbonio. Fagron Pinus Pinaster 95OPC è un estratto secco di elevata qualità ed è ottenuto da un processo produttivo che prevede l’impiego di una metodica estrattiva delicata con etanolo acqua. Il prodotto è 100% vegetale, conforme agli attuali standard europei relativamente all’assenza di allergeni, OGM e tenori residui di metalli pesanti, pesticidi e contaminanti, ed è privo di supporti.

Meccanismo d’azione

Evidenze scientifiche (1) riportano che gli estratti di Pinus pinaster esercitano effetti protettivi nei confronti dello stress ossidativo e dei radicali liberi (proprietà radical scavenger). In vitro è stato evidenziato che l’estratto di Pinus pinaster promuove le difese e l’azione antiossidante anche nei confronti di specie reattive dell’azoto responsabili della deplezione dei livelli di glutatione in cellule endoteliali (2). L’estratto secco di Pinus pinaster e i suoi metaboliti sono in grado di inibire in vitro il rilascio di ialuronidasi e di elastasi, enzimi responsabili della degradazione tissutale.

Efficacia

L’azione antiossidante è stata evidenziata da uno studio in vivo (3) su ratti alimentati per otto settimane con estratto di semi di vite e di corteccia di pino (Pinus pinaster) o un estratto di pino altamente titolato in procianidine. Il gruppo trattato con gli estratti ricchi in procianidine ha riportato un’azione antiossidante confermata da un maggiore innalzamento di valori ematici post-prandiali di FRAP (ferric-reducing antioxidant power), paramentro indicativo del potere antiossidante. Uno studio in vivo (4) condotto sul topo ha evidenziato l’azione antinfiammatoria delle procianidine oligomeriche del Pinus pinaster. Tale effetto benefico è stato confermato aggiungendo alla dieta degli animali un estratto di Pinus pinaster titolato in procianidine e valutando la riduzione dell’edema auricolare indotto da olio di Croton a seguito dell’assunzione orale del prodotto. Nell’uomo, l’azione del Pinus pinaster è stata valutata in 15 pazienti affette da endometriosi, patologia responsabile di infiammazione delle mucose dell’endometrio e dolore pelvico (5). L’assunzione orale di 100 mg di estratto secco di Pinus pinaster Fagron e 30 mg di resveratrolo, associata alla somministrazione tre volte a settimana di 5 mg di gestrinone in Pentravan® per via intravaginale, è risultata efficace nel trattamento del dolore refrattario in donne affette da endometriosi severa. L’azione benefica del Pinus pinaster è attribuibile all’azione inibitoria delle antocianidine, presenti nell’estratto, nei confronti del fattore trascrizionale pro-infiammatorio NF-Kappa.b. Inoltre, questo estratto riduce lo stress ossidativo a livello delle lesioni associate ad endometriosi contribuendo ad alleviare il dolore. Un ulteriore studio in doppio cieco, randomizzato, open label condotto su 40 pazienti (6) con insufficienza venosa cronica trattati con un estratto secco di Pino marittimo standardizzato ha evidenziato che l’assunzione orale di 100 mg, 2-3 volte al giorno per due mesi, ha permesso al gruppo trattato, di ridurre il senso di pesantezza alle gambe, l’edema subcutaneo e la pressione venosa evidenziando l’azione benefica del Pinus pinaster nei confronti del benessere di vene e capillari.

Sicurezza

La sicurezza d’uso di estratti di Pinus pinaster è confermata dall’assenza di effetti avversi a seguito della loro assunzione. Estratti di Pinus pinaster possono quindi essere considerati ingredienti sicuri negli integratori alimentari sulla base della letteratura scientifica (6). Il Pinus pinaster possiede un’ampia consuetudine d’uso negli integratori alimentari e la corteccia di Pinus pinaster Aiton è inserita negli allegati 1 e 1bis del DM 27 marzo 2014. Il prodotto è ammesso dal Ministero della Salute negli integratori alimentari.

Applicazioni e modalità d’uso

Il Ministero della Salute attribuisce alla corteccia di Pinus pinaster Aiton proprietà antiossidanti. Grazie alle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, confermate dalle evidenze scientifiche, nei confronti dei vasi e dell’apparato cardiovascolare, l’estratto secco di Pinus pinaster può essere inserito in integratori alimentari destinati al benessere cardiovascolare, del microcircolo e di capillari e vasi sanguigni. Sulla base degli studi scientifici (6) si suggerisce un dosaggio giornaliero di 100 mg fino ad un massimo di due-tre volte al giorno (pari a 200-300 mg/die).

Bibliografia  

1 Lin C, Jiang J, Wu M, Yan Y, Zhou Y (2001) The antioxidative effect of procyanidins from pine bark in vitro. Zhong Yao Cai 24(12):882-884

2 Rimbach G, Virgili F, Park YC, Packer L (1999) Effect of procyanidins from Pinus maritima on glutathione levels in endothelial cells challenged by 3-morpholinosydnonimine or activated macrophages. Redox Rep 4(4):171-177

3 Busserolles J, Gueux E, Balasińska B, Piriou Y, Rock E, Rayssiguier Y, Mazur (2006) A in vivo antioxidant activity of procyanidin-rich extracts from grape seed and pine (Pinus maritima) bark in rats. Int J Vitam Nutr Res 76(1):22-27

4 Blazsó G, Gábor M, Rohdewald P (1997) Antiinflammatory activities of procyanidin-containing extracts from Pinus pinaster Ait. after oral and cutaneous application. Pharmazie 52(5):380-382

5 Maia et al (2014) Treatment of Refractory Endometriosis-Related Pain with Vaginal Gestrinone in Pentravan Associated with Pinus Pinaster Extract and Resveratrol: A Preliminary Study. Gynecol Obstet (Sunnyvale) 4:9

6 Li YY, Feng J, Zhang XL, Cui YY (2015) Pine bark extracts: nutraceutical, pharmacological, and toxicological evaluation. J Pharmacol Exp Ther 353(1):9-16

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Casperome®

Schermata 2016-07-07 alle 10.59.45La Boswellia serrata (Fig.1) è un tesoro dell’Ayurveda, la medicina tradizionale indiana. Si tratta del sistema di medicina più antico al mondo, ancora molto popolare, nel quale la Boswellia serrata svolge un ruolo significativo come agente cicatrizzante. Spesso tuttavia, dimentichiamo che l’uso medicinale dei composti naturali non si limita alle pratiche tradizionali. La medicina moderna si basa su molecole naturali e di fatto, alcuni ingredienti farmaceutici reperibili nelle nostre farmacie occidentali sono di origine naturale, oppure mimano composti naturali. Casperome® è uno di questi.

Composizione e specifiche tecniche

Schermata 2016-07-07 alle 11.00.21Casperome® è una miscela purificata di acidi terpenici provenienti dalla resina di Boswellia serrata. Data la scarsa biodisponiblità di questi composti, Indena ha formulato l’estratto utilizzando la tecnologia Phytosome® per migliorarne l’assorbimento. Casperome® è uno dei più recenti successi in termini di solubilità, permeabilità ed assorbimento, prodotto utilizzando la tecnologia Phytosome®, che evidenzia come i livelli plasmatici, e la conseguente distribuzione degli acidi boswellici nei tessuti, possano essere notevolmente aumentati da questa forma di rilascio a base di lecitina. Casperome® è standardizzato per un contenuto ≥25% di acidi terpenici, come dimostrato da HPLC. Le specifiche tecniche sono riportate in Tabella 1.

Meccanismo di azione ed efficacia

Gli acidi boswellici come l’acido 11-cheto-β-boswellico (KBA) e la sua controparte acetilata (AKBA) sono stati proposti come inibitori selettivi della 5-lipossigenasi, poiché regolano la funzione di risposta infiammatoria mediante inibizione dei leucotrieni (1). Ciò malgrado, scoperte più recenti hanno spostato il focus sull’acido β-boswellico, il principale triterpenoide presente nella resina, e sulla sua capacità di modulare gli enzimi di risposta infiammatoria catepsina (catG) (2) e la sintasi microsomiale della prostaglandina E1 (mPGES-1) (3). Questi dati suggeriscono che l’acido β-boswellico svolge un ruolo importante che, associato a quello degli altri acidi triterpenici, rende ragione degli effetti benefici delle preparazioni di boswellia. È stato dimostrato che gli estratti di boswellia sono utili nelle risposte infiammatorie dell’intestino e migliorano la funzione fisica in soggetti con problemi alle articolazioni attraverso un significativo miglioramento della cartilagine articolare (4) e nelle infezioni delle vie respiratorie.

Studi clinici

Esiste una letteratura scientifica specifica per Casperome® (quattro studi clinici pubblicati e due in preparazione) oltre a studi di farmacocinetica nell’animale e nell’uomo che ne mostrano la superiorità rispetto agli acidi boswellici non formulati. I quattro studi clinici controllati e completati su Casperome® (da solo o in combinazione con altri ingredienti) hanno utilizzato un regime a dosaggio ripetuto.

Schermata 2016-07-07 alle 11.00.41Il primo studio (500 mg/die, 32 soggetti) ha mostrato che Casperome® può aiutare a ridurre (Fig.2) la necessità della terapia inalatoria con corticosteroidi e beta-agonisti fino al 43% in soggetti con asma (5). Gli altri tre studi sono stati condotti su pazienti con patologie muscoloscheletriche. In particolare, Casperome® associato alla fisioterapia permette una precoce e migliorata riduzione del dolore ed un miglior recupero funzionale rispetto alla sola fisioterapia, quando somministrato a soggetti con tendinopatia di Achille e epicondilite laterale (250 mg b.i.d., 60 soggetti) (6). Inoltre, Casperome® (250 mg b.i.d., 60 soggetti) in combinazione a acido lipoico R(+), nella radicolopatia moderata cervicale e lombare, consente una risposta migliore e più rapida del dolore e dei parametri funzionali, nonché sulla qualità di vita, rispetto all’acido lipoico R(+) da solo (7,8).

Sicurezza

Casperome® è supportato da un dossier pre-clinico completo di studi di tossicologia e mutagenesi. Sono disponibili anche test di tossicologia orale su 3 mesi nei topi.

Applicazioni e dosaggio

Casperome® può essere utilizzato in diverse formulazioni di integratori. La dose raccomandata è di 250 mg una o due volte al giorno.

Bibliografia

1 Safayhi H, Mack T, Sabierai I et al (1992) Boswellic acids: novel, specific, nonredox inhibitors of 5-lipoxygenase. J Pharmacol Exp Ther 261:1143-1146

2 Tausch L, Henkel A, Siemoneit U et al (2009) Identification of human cathepsin G as a functional target of boswellic acids from the anti-inflammatory remedy frankincense. J Immunol 183:3433-3442

3 Siemoneit U, Koeberle A, Rossi A et al (2011) Inhibition of microsomal prostaglandin E2 synthase-1 as a molecular basis for the anti-inflammatory actions of boswellic acids from frankincense. Br J Pharmacol 162:147-162

4 Ernst E (2008) Frankincense: systematic review. BMJ 337:a2813

5 Ferrara T, De Vincentiis G, Di Pierro F et al (2015) Functional study on Boswellia phytosome as complementary intervention in asthmatic patients. Eur Rev Med Pharmacol Sci 19:3757-3762

6 Lazzaro F (2014) Comparative study on Tendhyal® efficacy in Achilles tendinopathy and epicondylitis. GIOT 40:1-10

7 Lazzaro F, Loiero M (2014) Effects of R(+) enantiomer of thioctic acid and Boswellia serrata (Casperome®), in combination, in the treatment of compressive cervicobrachial and lumbar radiculopathies. GIOT 40:249-257

8 Lazzaro F, Loiero M (2015) Comparison between two treatment schedules with Destior® Bridge, a fixed combination of R(+) thioctic acid and phospholipid formulation of Boswellia serrata (Casperome®), in the treatment of cervical and lumbar spine radiculopathy. GIOT 41:80-89

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