WOW MOM

Schermata 2017-06-13 alle 12.34.01Fedele alla sua premessa di offrire un’assistenza sempre più completa alle propri clienti, Lubrizol sviluppa concetti di marketing innovativi supportati da competenza di lunga data nel settore delle tecnologie dei polimeri, della scienza molecolare e degli estratti botanici, così come da know-how nel campo delle formulazioni. Raggruppando insieme tutte queste competenze, Lubrizol Skin Essentials si ripropone l’obiettivo di aiutare i propri clienti con prodotti e servizi che consentano loro di accelerare e aumentare la loro creatività.

L’ultimo sviluppo che illustra questo obiettivo è un assortimento di formulazioni complete per le mamme moderne che hanno poco tempo per prendersi cura di se stesse, dovendo bilanciare la loro carriera professionale con l’essere madre e con la possibilità di trovare un po’ di tempo per la propria vita personale. Grandi lavoratrici, capaci di gestire il proprio tempo, esperte di organizzazione e armonia, sono anche interessate a curare il proprio aspetto.

Orari frenetici, stress e mancanza di sonno possono avere effetti negativi sulla pelle di una donna che, durante questa vita frenetica, necessita di attenzioni speciali.

Il tempo per un centro benessere o un salone di bellezza non è previsto nel programma giornaliero, già abbastanza pieno, di una madre, perciò Lubrizol porta questi servizi direttamente a casa sua attraverso formulazioni con la migliore combinazione di ingredienti performanti ed efficaci per curare la pelle nel modo più efficiente.

WOW MOM: Utterly a mother. Utterly a woman

Tradizionalmente, alla domanda “Cosa viene prima, l’essere madre o l’essere donna?”, le madri impegnate dei giorni nostri rispondono “Entrambe le cose: 100% madre e 100% donna”. Lubrizol è di aiuto nel rendere ciò possibile attraverso il suo ultimo kit di sopravvivenza WOW MOM che comprende quattro prodotti per la cura della pelle, offrendo alle madri impegnate la possibilità di prendersi cura della propria pelle, di ritagliarsi quel momento speciale per se stesse ogni giorno.

Ogni formulazione racchiude i benefici sensoriali di una texture sorprendente, un aspetto piacevole ed una fragranza evocativa uniti all’efficacia dichiarata dei principi attivi high-tech di comprovata efficacia.

Scopri alcuni highlights del kit di bellezza definitivo di Lubrizol:

Prepararsi per un’altra giornata intensa è più facile con Rinse off Moisturizing Radiant Facial Serum che, applicato al mattino durante o dopo la doccia, aiuta a riprendersi dopo la mancanza di sonno.

Un aspetto radioso e sano è possibile con CHROMABRIGHT® synthetic molecule che illumina visibilmente e unifica il colorito mentre LIPOCHROMAN® synthetic molecule protegge la pelle dal fotoinvecchiamento. PEMULEN™ EZ-4U polymeric emulsifier stabilizza in modo efficiente questo siero arricchito con alti livelli di glicerina ed emollienti che esaltano la morbidezza e l’elasticità della pelle dopo risciacquo.

Schermata 2017-06-13 alle 12.34.17Proseguendo con Super Protective Face Mousse SPF 10 si permetterà alla pelle di sopportare la lunga giornata affrontando lo stress e l’inquinamento ambientale.

POLLUSHIELD™ functional ingredient inserito in questa formulazione fornisce una barriera tra la pelle e le sostanze ambientali dannose e migliora le difese antiossidanti. L’associazione di questo ingrediente con filtri UV offre una migliorata protezione dall’ambiente esterno. Inoltre, ARGIRELINE® peptide – il primo peptide che rappresenta un’alternativa alle ben note procedure estetiche – riduce la comparsa delle rughe. Allo stesso tempo, NOVETHIX™ L-10 polymer agisce in sinergia con GLUCATE™ DO emulsifier per migliorare la compattezza e la stabilità di questa texture O/W.

Alla fine della giornata, Reviving Evening Facial Gel-Cream rappresenta l’alleato perfetto per riprendersi da una lunga giornata e per rifocillare la pelle. Contenente UPLEVITY™ peptide in grado di rimodellare visibilmente il contorno viso e HYANIFY™ marine ingredient che riempie la pelle e la aiuta a recuperare il volume perduto, questa formulazione favorisce un aspetto riposato e ringiovanito.

La sua texture traslucida fornita da PEMULEN™ EZ-4U polymeric emulsifier e CARBOPOL® Ultrez 21 polymer rilascia acqua sulla pelle, rinfrescandola e rifornendola di energia.

Infine mantenere una figura tonica e definita, nonostante il poco tempo a disposizione per la palestra, è possibile con Cold Firming Body Night Cream. Applicato prima di dormire aiuta a massimizzare il risultato dell’allenamento grazie ad ACTIGYM™ marine ingredient che simula l’effetto dell’esercizio di resistenza per ridefinire le aree più sensibili a cedimenti a causa dell’invecchiamento o di insufficiente attività fisica.

Conservata a -20°C, questa morbida crema con effetto memory shape dato da NOVETHIX™ L-10 polymer, offre una sensazione iniziale di fresco e permette di regalarsi un lungo massaggio corporeo lasciando la pelle morbida ed elastica.

Come Lubrizol Skin Essentials, Lubrizol e Lipotec offrono ampie competenze nello skin care che combinate rendono possibile lo sviluppo di soluzioni uniche, innovative e più naturali.

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Per informazioni
Antonio Tedesco – Lipotec
tel 051 0392642
atedesco@lipotec.com  –  commercial@lipotec.com
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I colori di oggi

Il make up resta una prerogativa di bellezza, femminilità e giovinezza e spesso anche il primo cosmetico acquistato da un’adolescente. Questa popolarità, fortemente legata alla natura dei prodotti, impone un frenetico rinnovamento delle formulazioni e del loro posizionamento sul mercato. Il make up, probabilmente più di ogni altra cosa, è un indicatore del tempo, poiché riflette le mutevoli influenze artistiche e culturali, i modi di espressione e gli stili di vita. 

1NoMakeUp 

Viviamo un tempo in cui le storie sono raccontate per immagini, dove sfera pubblica e privata si mescolano, dove la trasparenza si pone come valore centrale…e la bellezza è espressa (quasi) senza trucco. Negli ultimi anni, uno spirito minimalista ha invaso il make up. Oggi ciò si traduce dedicando diversi giorni alla settimana al detox, così che la pelle possa respirare ed eliminare tutte le tracce di pigmenti. Le attrici mostrano sui social come si svegliano senza make up. Senza adottare queste pratiche estreme, il voler restare quasi permanentemente sotto i riflettori richiede alcuni “trucchi di naturalezza”. Mentre i selfie sono in piena espansione e, allo stesso tempo, la qualità delle immagini (su smartphone, TV o cinema) è in costante miglioramento, anche i brand si stanno adattando: un kit di make up virtuale per i selfie sotto forma di un’app o una linea di make up ad alta definizione riformulata e rinominata “ultra HD” (testata con smartphone). Le texture diventano ancora più impercettibili o permettono di imitare l’uso di un filtro Instagram, per un risultato perfetto. Il Contouring (che implica la combinazione di tonalità chiare e scure per scolpire i contorni del viso, modificare la percezione dei lineamenti e renderli più armoniosi) e lo Strobing (mettere in luce certe zone del viso con dei riflessi studiati per dare loro volume) sono tecniche che provengono dall’universo artistico. Queste sono tecniche difficili da padroneggiare da donne di tutto il mondo, e ormai anche da uomini, e ciò fa si che nascano delle texture adatte al grande pubblico. Ispirati dalla fotografia e dai video, i marchi lanciano degli ideali di pelle: illuminante crema in polvere, correttore soft focus, siero correttore trasparente con agenti ottici di miglioramento. E il linguaggio cosmetico include termini usati per altre discipline, come angoli, miglior profilo, effetto photoshop o istantaneamente-impeccabile

Evanescenza

Schermata 2017-06-13 alle 10.57.58Luce, trasparenza e freschezza sono parole che suonano bene insieme, almeno per quanto riguarda le texture dell’incarnato. Quando si cerca la leggerezza, devono coesistere funzionalità contrastanti tra loro: texture fresche (accentuate dal bagliore), senza un effetto materiale ma duraturo, impalpabile e coprente, dal colore discreto e puro. Si assiste a una tale sofisticazione delle emulsioni che anche i fondotinta per pelli mature, i più coprenti, non sono più sinonimi di maschere e disidratazione. Come una vera seconda pelle, l’emulsione rivendica una paradossale trasparenza dei suoi pigmenti (che ravvivano il colore naturale della pelle grazie a proprietà di riflesso molto superiori a quelle di un pigmento tradizionale). Ma i prodigi di fluidità extra fine si esprimono soprattutto attraverso delle sensorialità di forme liquide: oli, acque, essenze, sieri che colorano la pelle in totale trasparenza. 

Un massaggio con un siero potrebbe così sostituire il fard. E l’olio emerge nel make up di occhi, guance, labbra e anche delle unghie. Con un effetto inchiostro, colora le labbra con pigmenti saturi, li nutre fondendosi senza l’effetto appiccicoso in un nuovo rituale di make up. Ugualmente, spray e basi impercettibili preparano e riempiono, anche da fuori, la pelle, riducendo la brillantezza ma catturando la luce per una pelle impeccabile.

Carnagione

Per diventare skin perfectors, le formule continuano a rispondere alla tendenza, ormai cult, del nudo ma con un assoluto bisogno di personalizzazione. Ciò si accorda con l’attuale varietà etnica che aumenta il numero delle tonalità della pelle e un forte senso di valorizzazione delle individualità. Le formule si sincronizzano alla pelle con un prodotto di carnagione “mimetica”. Questo si adatta al tono della pelle, identifica la natura della stessa per correggere i suoi difetti (pori dilatati o secchezza) attraverso perliti e polimeri invisibili, regola il riflesso della luce al tasso di sebo garantendo un risultato perfetto tutto il giorno. I consumatori possono scegliere fra una gamma infinita di sfumature proposte all’interno della stessa linea, come se fossero preparate per una carnagione “specifica”. Un’altra alternativa alla personalizzazione è il “fai da te”: una concentrazione di pigmenti puri aggiunti goccia a goccia allo skin care giornaliero. Al di là della carnagione, è un’esplosione da 50 a 100 varietà di colori in ogni gamma che aumenta il piacere, il gioco e l’esperienza, da soli, con amici o al punto vendita. Tutto porta a dissacrare la tecnica di trucco, il prodotto e il suo prezzo.

Curiosità estetiche 

L’imperfezione ispira. Lontano da stereotipi, tira fuori una personalità atipica, un singolare dettaglio o anche un certo difetto. Le passerelle mostrano modelli inquietanti che sfilano con falsi brufoli e finta acne, mostrando apparecchi ortodontici o anche sorrisi senza denti, facce decorate con arancio pastello o completamente sbiancate con sopracciglia che creano una bellezza irreale, livida e quasi cadaverica. 

Nessuno sforzo è fatto per nascondere occhiaie che esprimono l’emozione dello sguardo ma che anzi sono accentuate con l’ombretto marrone. 

Skin Care

Oggi lo skin care e il make up sono diventati inseparabili, al punto da rendere difficoltoso capire quale dei due supporti l’altro.

Da sempre, ogni età ha le sue preoccupazioni: gli adolescenti nascondono i segni dell’acne con un make up seboregolatore, le donne mature cercano prodotti arricchiti con ingredienti rimodellanti o anti-age. Tutti i prodotti make up dovrebbero offrire a tutti i consumatori qualità trasversali di base, come l’idratazione, l’anti-inquinamento, la radiosità o la freschezza. Per esempio, gli spray fissanti combinano molti benefici della cura della pelle. Essi infatti opacizzano, rinfrescano, evitano che le particelle inquinanti aderiscano alla pelle o ancora proteggono quest’ultima dagli effetti ossidanti della luce blu. Viceversa, lo skin care prende in prestito i segreti della perfezione immediata del make up

Spesso leggermente colorati, i prodotti skin care cercano un’illusione ottica immediata che fidelizza l’utilizzatore, permettendogli di aspettare che il trattamento faccia effetto.

Ingredienti soft focus, pigmenti rosa-albicocca che donano un aspetto sano, riflettori di luce che distraggono. E questa “cura di colori” livella la pelle e restituisce la sua naturale luminosità, come un raggio di sole sul viso durante il trattamento.

Applicazioni

L’innovazione punta sulle combinazioni. I profumi quindi arrivano negli smalti per unghie e nei rossetti per donare, durante l’applicazione, un ricordo olfattivo del brand.  Al contrario, i brand degli smalti si ispirano ai flaconi dei profumi per conquistare il consumatore. I colori stessi sono protagonisti di trasposizioni inedite: il viola scuro o il nero dalle unghie arrivano alle labbra; i lobi e le estremità delle orecchie sono decorati con colori accesi o con un effetto metallizzato, come gioielli multicolori. I prodotti stessi permettono giochi di sovrapposizioni e di polivalenza con un top coat sulle labbra (termine preso in prestito dal nail care), che sfumano le tonalità, oppure un mascara rosa fluo, verde giada, blu ceruleo applicato all’estremità delle ciglia precedentemente truccate di nero, o su ciglia finte extra large. Certe formule di rossetti si ispirano alle emulsioni dei fondotinta o promettono un effetto nude sulle labbra con una formula 3 in 1: preciso come una matita, long-lasting come l’inchiostro, confortevole come un balsamo. Altre hanno multiple applicazioni come per esempio un primer-fondotinta-correttore-polvere o presentano improbabili formulazioni (una polvere liquida, un olio-gel che fa risaltare i colori, un fard che non è né polvere, né crema), o sono modulabili, come i rossetti che danno sfumature diverse in base al pH delle labbra.

Tecniche

Quando una confezione o un gesto stimolano la fantasia, è possibile utilizzare lo spray sullo smalto per unghie o trasformare il cuscinetto di un astuccio in un pennello o in un applicatore per rossetti. Come il loro nome indica, le “combo” mischiano tubetti e tappi, contenendo due prodotti in uno. In questo modo, nello stesso astuccio vengono trasportati sia il fondotinta che l’illuminante, sia il fard che il rossetto liquido e sia la crema che il pennello. Anche le abitudini dei make up artist ispirano i brandPer esempio, il designer curva la custodia dell’eye liner per una presa più precisa ed ergonomica, imitando il make up artist che piega il pennello per una maggiore agilità. Lo specialista mondiale dei colori, Micheal Pastoureau, scrive: “Dopo i sei colori di base vi sono, in secondo piano, i mezzi toni (rosa, marrone, arancione, viola e grigio) e un’infinita gamma di tonalità in continua creazione. Si impara una lezione importante: un colore esiste perché lo guardiamo. Ciò è effettivamente solo una produzione dell’uomo”. Analogamente, il make up esiste solo perché sperimentiamo con esso. Immaginare come questo riflette con la luce, interagire con la materia prima, cambiare la destinazione d’uso… fa tutto parte del rinnovo quotidiano della bellezza contemporanea.

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… c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, non perderti lo Speciale Make Up sul n°3/2017 di Cosmetic Technology 

Per favorire un buon sonno naturale

Schermata 2017-05-26 alle 14.36.43Lo stress viene ormai considerato una componente abituale della nostra vita: si tratta infatti di una normale risposta fisiologica del nostro organismo alle sollecitazioni esterne. Quando però lo stato di stress è prolungato, rischia di dare luogo a manifestazioni quali ansia, depressione, agitazione e disturbi del sonno. Questi ultimi, in particolare, possono determinare l’insorgere di un circolo vizioso, dal momento che la cattiva qualità del sonno, la sensazione di stanchezza e di non aver riposato a sufficienza non fanno altro che aggravare lo stato di stress.
Esistono vegetali in grado di aiutare a ritrovare un buon sonno naturale; alcuni di essi sono molto noti, perché tradizionalmente usati nella medicina popolare, quali la Valeriana, che induce un sonno ristoratore ed attenua nevralgie, emicranie e dolori intestinali di lieve entità. Altre piante si rivelano particolarmente efficaci nella cura dei disturbi del sonno: l’Escolzia, detta comunemente “Papavero californiano”, possiede proprietà sedativo-ipnotiche, grazie agli alcaloidi in essa contenuti (in particolare la californidina). La Passiflora viene utilizzata per ridurre il nervosismo; è utile anche per controllare le palpitazioni ed in caso di disturbi del sonno; è consigliata per trattare insonnia e ansia, senza effetti collaterali. Le sommità fiorite del Biancospino hanno azione vasodilatatrice generale, quindi ipotensiva; esercitano una buona azione sedativa nei soggetti ipertesi.
Dalla ricerca ESI è nato Erbe Della Notte Activ, un integratore utile per favorire il sonno in modo naturale, grazie all’elevata concentrazione dei principi attivi in esso contenuti: Valeriana (150 mg), Passiflora (150 mg), Escolzia (100 mg), Biancospino (50 mg). Tutti gli estratti contenuti presentano un’elevata titolazione in principio attivo.
Erbe Della Notte è disponibile in Capsule (naturcaps) adatte anche ai vegani, costituite da una fibra vegetale ottenuta dalla fermentazione della Tapioca, quindi completamente naturali e prive di coloranti artificiali, facilmente digeribili; in Tisana che consente di associare le virtù terapeutiche delle erbe officinali nella cura del sonno alla piacevole sensazione di una tisana calda da sorseggiare prima di coricarsi; in Gocce analcolico, con Escolzia, Passiflora, Biancospino, Camomilla, Tiglio e Valeriana.
www.esi.it

Nutraceutici e integratori alimentari:

Nel nostro Paese abbiamo una domanda di salute in continuo aumento e il Servizio Sanitario Nazionale deve sostenere una spesa in costante crescita per garantire il benessere di tutti i cittadini. Molti farmaci cosiddetti innovativi sono stati commercializzati e molti altri lo saranno nel prossimo futuro, consentendo di raggiungere risultati clinici un tempo inimmaginabili.

Peraltro il sistema di sostenibilità ed in particolare di governance della spesa si sta rivelando inadeguato, proprio a causa dei farmaci innovativi e specialistici ad alto costo. Queste considerazioni, se da un lato trovano soluzioni parziali in alcune iniziative quali i fondi per i farmaci innovativi e gli innovativi oncologici, che da temporanei diventano strutturali, dall’altro richiedono un ripensamento profondo della governance, attraverso modelli e sistemi adeguati, che presentino elementi di dinamicità e flessibilità. Tutto ciò è ancora più evidente se si pensa all’invecchiamento della popolazione che va di pari passo con il sempre maggiore impatto che le malattie croniche hanno sul Servizio Sanitario. I dati ISTAT riportano al 1 gennaio 2016 una percentuale di ultrasessantacinquenni del 22% e tale percentuale è destinata ad aumentare: più del 30% nel 2050 (UN http://www.un.org/esa/population/publications/Repl MigED/Italy). Il Piano Nazionale della Cronicità, pubblicato dal Ministero della Salute a luglio 2016, evidenzia come la percentuale di persone che dichiara di avere almeno una malattia cronica è pari al 38%, il 48,7% delle persone dai 65 ai 74 anni si dichiara affetto da almeno due malattie croniche e questa percentuale sale al 68,1% in quelle dai 75 anni in su. In termini economici la cronicità incide per il 70% circa della spesa sanitaria (113,1 mld finanziamento SSN), escludendo naturalmente la spesa privata.

Il fenomeno della cronicità ha una significativa portata nel Sistema Sanitario ed è in progressiva crescita: si stima che circa il 70-80% delle risorse sanitarie nei paesi avanzati sia oggi speso per la gestione delle malattie croniche e che nel 2020 le stesse rappresenteranno l’80% di tutte le patologie nel mondo. (Piano Nazionale della Cronicità).

In tale contesto di grande criticità è necessaria una riflessione profonda e allo stesso tempo rapidamente operativa sull’opportunità di promuovere la salute attraverso processi e progetti di prevenzione, quale leva primaria per generare risparmio. Alcune iniziative sono state intraprese, come ad esempio il Piano Nazionale Vaccini con il relativo fondo di finanziamento, che rappresenta un valido strumento di efficienza per il SSN: basti pensare al rapporto fra il costo di una vaccinazione e i risparmi derivanti dalle malattie evitate. Pur se apprezzabili, tali iniziative dovrebbero essere estese ad un concetto di prevenzione più ampio che prenda in considerazione gli stili di vita, le abitudini alimentari, le malattie stagionali, le malattie croniche, l’invecchiamento, ecc. In relazione agli stili di vita e alle abitudini alimentari, basta ricordare la riduzione ormai nota dell’incidenza delle malattie cardiovascolari nei soggetti con un regime alimentare ricco di pesce; lo stesso dicasi per i soggetti che seguono una dieta sana, con un moderato consumo alcolico, che non fumano, che praticano attività fisica e non presentano adiposità addominale, nei quali si evidenzia una diminuzione del rischio di infarto rispetto ai soggetti che non presentano tali caratteristiche (1).

Forse in questo “spazio preventivo” potrebbero essere presi in considerazione anche i nutraceutici e/o gli integratori alimentari, fermo restando la necessità di un’attenta e rigorosa valutazione scientifica ed economica delle loro caratteristiche. I prodotti “salutistici” se da un lato evidenziano un trend in continua crescita (“Positivi i dati degli integratori (+7,1%), con risultati superiori all’andamento generale per vitamine, ginecologici-urologici e apparato circolatorio” (Pharmastar 20 luglio 2016)), dall’altro necessitano di una maggiore evidenza scientifica, che deriva prevalentemente da una rigorosa ricerca scientifico-clinica. Una review scientifica sull’integrazione alimentare è stata pubblicata, a giugno 2016, da Integratori Italia (AIIPA Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari), dove viene riportato lo stato dell’arte alla luce delle evidenze scientifiche.

Questa review, cui hanno contribuito alcuni fra i maggiori esperti italiani in ambito nutrizione e salute, propone, attraverso l’analisi delle principali pubblicazioni scientifiche, alcune considerazioni e valutazioni sul ruolo degli integratori in aree quali la salute della donna, l’invecchiamento (alterazioni metaboliche e cerebrali), le malattie cardiovascolari, qualità e sicurezza degli integratori stessi. Il tentativo di riassumere le principali conoscenze scientifiche sul ruolo degli integratori dovrebbe però essere considerato come un primo passo verso la strutturazione di un percorso di ricerca scientifica, che possa, attraverso metodologie e sistemi accurati, assicurare nel tempo una validazione degli effetti clinici di queste sostanze su alcune patologie, in particolare quelle croniche e quelle legate all’invecchiamento. Ci sono infatti numerose indicazioni suggestive ed in alcuni casi evidenze relative all’efficacia ad esempio degli acidi grassi polinsaturi Omega-3 nella prevenzione cardiovascolare e tali sostanze sono presenti in commercio sia come integratori sia, soprattutto, come farmaci. Occorre però fare chiarezza su questo punto: è noto che gli acidi grassi polinsaturi possiedono una attività antiaritmica, antitrombotica, riducono i livelli di trigliceridi e proprio per queste caratteristiche sono in grado di ridurre gli eventi cardiaci. Se prendiamo in considerazione gli integratori a base di Omega-3 non sono disponibili studi che dimostrino l’efficacia di un’azione preventiva del rischio cardiovascolare; tali integratori contengono una quantità inferiore di Omega-3 rispetto ai farmaci (il cui contenuto in Omega-3 è superiore all’85%) ed eventualmente il loro utilizzo può essere indicato in quei soggetti, che per vari motivi, non hanno un apporto adeguato di tali sostanze, come ad esempio gli anziani. Ma anche in questo caso sarebbe opportuno adottare una dieta che consenta di ottimizzare i benefici derivanti dal consumo di pesce (ricco di acidi grassi polinsaturi), verdura, legumi, cereali integrali, frutta (secca), evitando il più possibile grassi e proteine di origine animale.

Differenti sono le considerazioni e le valutazioni per i farmaci a base di Omega-3: la loro indicazione terapeutica è frutto dei cosiddetti studi clinici controllati (Randomized Clinical Trial – RCT), la concentrazione di sostanza attiva è decisamente superiore rispetto a quella degli integratori e la loro autorizzazione all’immissione in commercio segue procedure rigorose; proprio per tale motivo per questa tipologia di farmaci ritroviamo fra le indicazioni anche la prevenzione secondaria nel paziente con pregresso infarto miocardico.

Detto ciò, possiamo pensare ad uno “spazio” per integratori e nutraceutici per generare risparmio, in particolare in campo “farmacoeconomico”?

Una prima considerazione ci deriva da un articolo di Alessandro Colombo (Presidente di Integratori Italia – AIIPA), pubblicato su Sanità 24, il 29 luglio 2016 dove viene riportato lo studio “Il risparmio sulla spesa sanitaria degli integratori alimentari di Omega 3 nell’Unione Europea” realizzato dall’istituto di ricerca e consulenza Frost & Sullivan e commissionato da Food Supplements Europe (Associazione europea alla quale aderisce Integratori Italia).

In questo studio sono stati valutati i potenziali benefici economici derivanti dall’uso di integratori alimentari di Omega-3 EPA+DHA, nei soggetti di età >55 anni, cioè con rischio elevato di sviluppare patologie cardiovascolari (157,6 milioni di persone nella popolazione europea – 31% del totale).

Sono stati identificati 18 studi randomizzati controllati dove veniva valutata la possibile correlazione fra l’assunzione di Omega-3 e la riduzione di un evento cardiovascolare.

I risultati della simulazione indicano che il consumo giornaliero di un integratore a base di 1,0 g di olio di pesce con Omega 3 negli over 55, si tradurrebbe in oltre 1,5 milioni di ricoveri per eventi cardiovascolari in meno in tutta l’Ue da adesso fino al 2020, generando un risparmio totale di 64,5 miliardi di euro per minori ospedalizzazioni pari a 12,9 miliardi l’anno per minori ospedalizzazioni (con un risparmio netto di circa 7,3 miliardi di euro/anno)………In Italia si tradurrebbe in un risparmio per minori ospedalizzazioni di oltre 1,3 miliardi di euro l’anno (oltre 720 milioni di risparmio netti/anno).

Anche in questo caso è opportuna una riflessione e il riferimento alla letteratura ci aiuta.

Il primo concetto è che i risultati sopra citati sono, necessariamente, legati ad una simulazione; inoltre, come riportato precedentemente, sebbene siano presenti in commercio numerose preparazioni di integratori alimentari contenenti Omega-3, non sono disponibili studi che ne dimostrino l’efficacia nella prevenzione cardiovascolare.

Di contro numerosi studi hanno dimostrato come le diete ricche di Omega-3, agenti antiossidanti e fibre, siano in grado di esercitare un effetto protettivo sugli eventi cardiovascolari come pure, a titolo di esempio, il consumo di noci è strettamente correlato non solo alla riduzione del rischio cardiovascolare, ma anche alla riduzione della possibilità di sviluppare diabete di tipo 2 (2).

Alla luce di questo quadro risulta opportuno, anzi necessario, avviare e realizzare eventuali valutazioni economiche (sul potenziale risparmio della spesa), partendo da basi scientifiche, che tengano conto del reale effetto della sostanza, nel caso specifico, sia in prevenzione primaria, sia in prevenzione secondaria. A puro titolo di esempio, basti ricordare come l’utilizzo di dosi terapeutiche di Omega-3 nei pazienti con scompenso cardiaco, sia in grado di ridurre sia la mortalità in generale, sia i ricoveri ospedalieri (3).

In Italia e negli altri Paesi occidentali lo scompenso cardiaco cronico costituisce il motivo più frequente di ricovero nei soggetti con più di 65 anni. In generale, è la causa del maggior numero di giornate di degenza in ospedale, rappresentando un costo estremamente elevato per il Servizio Sanitario Nazionale.

Applicare una terapia con Omega-3 a tutti i pazienti con scompenso cardiaco, potrebbe comportare un risparmio per il Servizio Sanitario di oltre settantacinque milioni di euro. Ovviamente queste sono inferenze, sono conti indiretti, però un’applicazione ampia di un trattamento che riduce le ospedalizzazioni, comporta un miglioramento della qualità di vita ….e come conseguenza importante per il Sistema Sanitario Nazionale, comporta una riduzione dei costi (4).

Ulteriori conferme ci vengono da un recente studio (5) che ha evidenziato come alte dosi di farmaci Omega-3, somministrate nel post infarto, sono associate ad un positivo rimodellamento del muscolo cardiaco. Non è certamente facile realizzare le valutazioni economiche in questo ambito, ma è chiaro che emerge sempre di più la necessità di affrontare il problema cercando di realizzarle, in modo da poter fornire agli stakeholder, alla comunità scientifica, agli operatori tutti del settore e alla popolazione dati certi sui costi e, conseguentemente, sui potenziali risparmi della spesa. Investire in salute è un ottimo investimento da un punto di vista economico, ma finanziariamente non lo è soprattutto quando le risorse non ci sono. L’obiettivo non deve, pertanto, essere la limitazione della spesa in assoluto, bensì il tentativo di ottimizzare l’impiego delle risorse destinate alla sanità in generale.

In tale contesto il sistema di governance della spesa sanitaria ha bisogno di processi e modelli adeguati che consentano da un lato di garantire il diritto alla migliore terapia per il paziente e, dall’altro, oltre al riconoscimento degli investimenti alla base dell’innovazione, anche e soprattutto, la possibilità di promuovere la salute attraverso processi e progetti di prevenzione, quale leva primaria per generare risparmio.

Gli “spazi” della prevenzione e dell’invecchiamento e delle malattie croniche potrebbero essere adatti alle caratteristiche di alcuni prodotti nutraceutici e/o integratori?

La strada per confermarlo è ancora molto lunga e deve necessariamente passare attraverso una solida metodologia di ricerca, come pure una attenta e rigorosa valutazione scientifica delle loro caratteristiche. Solo allora sarà possibile applicare i modelli “farmacoeconomici” per stabilire la reale portata del potenziale risparmio derivante da un corretto utilizzo.

Bibliografia

1. Åkesson A, Larsson SC, Discacciati A, Wolk A (2014) Low-risk diet and lifestyle habits in the primary prevention of myocardial infarction in men: a population-based prospective cohort study. J Am Coll Cardiol 64 (13):1299-1306

2. Bao Y, Han J, Hu FB, Giovannucci EL, Stampfer MJ et al (2013) Association of Nut Consumption with Total and Cause-Specific Mortality. N Engl J Med 369(21):2001-2011

3. Tavazzi L, Maggioni AP, Marchioli R, Barlera S, Franzosi MG et al (2008) Effect of n-3 polyunsaturated fatty acids in patients with chronic heart failure (the GISSI-HF trial): a randomised, double-blind, placebo-controlled trial. Lancet 372(9645):1223-1230

4. Maggioni AP, Il Portale della Salute, Post-Infarto.it

5. Heydari B, Abdullah S, Pottala JV, Shah R, Abbasi S et al (2016) Effect of Omega-3 Acid Ethyl Esters on Left Ventricular Remodeling After Acute Myocardial Infarction: The Omega-Remodel Randomized Clinical Trial. Circulation 134(5):378-391

Integratori per nutrire la bellezza

Schermata 2017-05-02 alle 15.15.19La linea di prodotti di Planet Pharma dedicata alla cura e alla bellezza delle unghie, My Nails, presenta Keratin Cres Forte, un integratore alimentare che, grazie ad una formulazione innovativa a base di cheratina, svolge un’azione combinata su unghie e capelli. Formulato in softgel, l’integratore favorisce e accelera la naturale ricrescita delle unghie, mantenendole forti, sane e belle; rallenta la caduta dei capelli e ne favorisce la naturale ricrescita, rendendoli più forti, più lunghi e più folti.

Indicazioni
La formulazione di Keratin Cres Forte è composta da:
• Cynatine® – cheratina idrolizzata di nuova generazione ad elevata biodisponibilità. Test clinici hanno dimostrato che essa stimola un miglioramento della struttura del capello e delle unghie, favorendo al contempo elasticità e idratazione;
• resveratrolo, dalle note proprietà antiossidanti che risultano rinforzate dalla presenza di vitamina C ed E, le quali contribuiscono alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo e dall’azione dei radicali liberi;
• miglio, ricco in sali minerali e in vitamine del gruppo B, che contribuisce al mantenimento di unghie forti ed è tradizionalmente noto per ridare vigore e lucentezza ai capelli;
• selenio e zinco, che contribuiscono al mantenimento di unghie e capelli sani e forti.

Ingredienti
Gelatina alimentare; Agente di resistenza: glicerolo; Miglio estratto fluido (Panicum miliaceum L., semi) (in olio di germe di grano-glutine); olio di Girasole; vitamina C (acido L-ascorbico); L-metionina; Cynatine® HNS – Cheratina (ingrediente contenente solfiti); Ortica e.s. (Urtica dioica L., foglie) (maltodestrine); addensante: mono- e digliceridi degli acidi grassi; vitamina E (acetato di DL-alfa tocoferile); ossido di zinco; betacarotene; resveratrolo (da Polygonum cuspidatum Siebold & Zucc., radice); emulsionante: lecitina di Girasole; colorante: E172; solfato di rame; selenio di sodio.

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Modalità d’uso

Si consiglia l’assunzione di 2 softgel per un trattamento iniziale d’urto e 1 softgel per un trattamento successivo di mantenimento, durante l’arco
della giornata. È consigliabile un ciclo di trattamento di almeno due mesi.
La confezione da 30 softgel è disponibile in farmacia, parafarmacia ed erboristeria.

Per informazioni
Studio Morena Paleari
tel 02 76007513  –  info@morenapaleari.com  –  www.planetpharma.it

EnzySkin™

L’invecchiamento cutaneo rappresenta un processo fisiologico causato dal rallentamento di alcune attività metaboliche e dalla progressiva degradazione di componenti strutturali della matrice extracellulare come collagene, elastina e glicosamminoglicani che hanno la funzione di sostenere il tessuto, idratarlo e renderlo tonico. Come conseguenza di ciò, la cute matura perde elasticità diventando più sottile, fragile, ed iniziano a comparire rughe ed aree iperpigmentate.
Fattori esogeni tra cui dieta, fumo, esposizione ai raggi solari e inquinamento, agiscono sul processo di invecchiamento favorendo la comparsa di danni cutanei.
La cute presenta diversi meccanismi protettivi per ritardare gli effetti del tempo come sistemi anti-ossidanti, processi di riparo del DNA, inibizione degli enzimi (collagenasi, elastasi, ialuronidasi) responsabili della degradazione delle macromolecole strutturali. Con l’aumentare dell’età, però, l’efficacia di tali meccanismi protettivi tende a diminuire e può risultare molto utile ricorrere a prodotti topici o integratori alimentari contenenti sostanze biologicamente attive in grado di ridurre i danni che possono comparire nelle pelli mature.
Tra queste ultime, la fosfatidilserina (PS) risulta molto interessante. La PS è un fosfolipide presente nelle membrane plasmatiche delle cellule eucariotiche che favorisce la fluidità di membrana, la comunicazione tra le cellule e la trasduzione del segnale. Per le sue molteplici funzioni, la PS è indicata per prevenire i danni cellulari legati all’invecchiamento, come quelli a carico di sistema nervoso e cute.
EnzySkin™ è una materia prima prodotta da Enzymotec, azienda biotecnologica leader nella fornitura di prodotti a base di lipidi, e distribuita in esclusiva da Giellepi per il mercato italiano.
EnzySkin™ fa parte della linea EnzyPS™ Solutions, la linea a base di fosfatidilserina che evidenzia la grande flessibilità dell’ingrediente, utilizzabile in numerose aree terapeutiche: EnzySkin™ (riduzione degli effetti dell’invecchiamento cutaneo), EnzyCalm™ (riduzione dello stress fisico e mentale), EnzyBrain™ (stimolazione delle attività cerebrali, in particolare quelle attinenti alla sfera cognitiva), EnzyMood™ (miglioramento dell’umore), EnzySport™ (miglioramento delle funzioni muscolari).

Schermata 2017-05-02 alle 14.45.37Caratteristiche e Specifiche tecniche
La linea EnzyPS™ Solutions contiene fosfatidilserina di origine vegetale prodotta secondo gli standard internazionali di qualità (ISO 9001:2008, HACCP e Good Manufacturing Practices GMP).
La materia prima può contenere lecitina di soia, non contiene OGM ed è certificata Halal.
Le caratteristiche tecniche di EnzySkin™ sono elencate in Tabella 1.

Meccanismo d’azione
La PS influenza positivamente l’attività di PPAR (peroxisome proliferator-activated receptor), implicato nel mantenimento dell’omeostasi epidermica, la cui espressione risulta compromessa in se
guito ad esposizione a radiazione ultravioletta (1); inoltre, la PS inibisce l’attività delle MMP-1 (metallo proteinasi 1) responsabili della degradazione del collagene presente nel derma (2).

Efficacia
Recenti ricerche hanno dimostrato che la PS svolge un ruolo importante nel contrastare i danni causati dall’invecchiamento. I meccanismi più accreditati a tal proposito sono riconducibili alla sintesi di protocollagene, precursore del collagene, e all’inibizione delle metalloproteinasi, enzimi responsabili della degradazione dei componenti del tessuto connettivo.

Studi preclinici
Gli effetti della PS sull’idratazione cutanea e sulla formazione di rughe sono stati valutati in un modello sperimentale di topi nudi attraverso analisi strumentali, visive e istologiche (3). Gli animali sono stati suddivisi in 5 gruppi in base al trattamento ricevuto: controllo non esposto a raggi UV, controllo esposto a raggi UV, 3 gruppi di animali esposti a raggi UV e successivamente trattati con differenti dosi di PS (basso, medio e alto dosaggio, rispettivamente).
Negli animali esposti a radiazione ultravioletta per 10 settimane e non trattati con il nutraceutico, la pelle del dorso è risultata significativamente più disidrata, sottile e rugosa rispetto a quella degli animali non esposti. La somministrazione di PS per via orale ha ridotto in maniera significativa i danni derivanti dall’esposizione ai raggi UV; gli animali, infatti, presentavano rughe meno estese e meno profonde (Fig.1) rispetto agli animali trattati con il veicolo ed utilizzati come controllo.
Anche il contenuto di collagene nella cute degli animali trattati con PS è risultato significativamente più elevato rispetto a quello del gruppo di controllo.

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Studi clinici
Gli effetti della PS sui danni cutanei causati dall’esposizione a radiazione ultravioletta sono stati valutati in uno studio clinico, randomizzato, in doppio cieco con 63 volontarie sane (3). Le donne partecipanti allo studio sono state suddivise in 2 gruppi in base al trattamento e hanno assunto PS (300 mg al giorno per via orale) o placebo per 12 settimane. L’effetto antirughe è stato valutato attraverso un esame visivo della zona periorbitale eseguito da un dermatologo che ha attribuito un punteggio da 0 (assenza di rughe) a 7 (rughe profonde) secondo la scala Global photodamage score all’area interessata. L’idratazione dello strato corneo dell’epidermide è stato valutato mediante corneometria.
All’esame dermatologico, l’area di cute intorno agli occhi è risultata più idratata, tonica ed elastica nei soggetti che hanno assunto l’integratore rispetto al controllo. Inoltre, il trattamento ha determinato un significativo effetto antirughe (Fig.2).

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Sicurezza
La fosfatidilserina è un ingrediente che vanta una lunga storia di consumo, essendo disponibile sul mercato internazionale da molti anni. Risulta sicura poiché il suo utilizzo non è stato associato a specifici effetti indesiderati.
Numerosi studi clinici hanno dimostrato che la fosfatidilserina è ben tollerata dall’organismo umano mentre i risultati di studi pre-clinici evidenziano come, anche in seguito a somministrazioni prolungate, il trattamento non abbia causato effetti tossici negli animali da laboratorio.

Applicazioni
EnzySkin™ rappresenta un ingrediente multifunzionale; in particolare, favorisce la produzione di collagene, promuove la riparazione di danni causati dall’esposizione ai raggi solari, ridona vitalità alla pelle.
Pertanto, può essere usato come ingrediente per prodotti anti-aging, come integratori alimentari e functional foods, destinati a preservare la cute dagli effetti del trascorrere del tempo.
EnzySkin™ può essere utilizzato per la produzione di compresse, bustine, capsule e liquidi.
La dose consigliata corrisponde a 300 mg al giorno.

Bibliografia
1. Kim EJ, Jin XJ, Kim YK, Oh IK, Kim JE et al (2010) UV decreases the synthesis of free fatty acids and triglycerides in the epidermis of human skin in vivo, contributing to development of skin photoaging.
J Dermatol Sci 57(1):19-26
2. Cho S, Kim HH, Lee MJ, Lee S, Park CS et al (2008) Phosphatidylserine prevents UV-induced decrease of type I procollagen and increase of MMP-1 in dermal fibroblasts and human skin in vivo.
J Lipid Res 49:1235–1245
3. Choi HD, Han JJ, Yang JH, Lee SH, Kim YS et al (2013) Effect of soy phosphatidylserine supplemented diet on skin wrinkle and moisture in vivo and clinical trial.
J Korean Soc Appl Biol Chem 56(2):227–235

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da L’Integratore Nutrizionale 1 – 2017

Erboristeria biologica: come garantirla

Schermata 2017-04-18 alle 14.58.36L’adesione in una misura sempre più generale ed estesa ai principi della produzione biologica rappresenterebbe per il comparto delle officinali un duplice vantaggio: l’opportunità di dimostrare la dimensione etica alla base delle proprie scelte imprenditoriali e professionali, e venire incontro a una richiesta sempre crescente del consumatore. Ma quali sono le specificità della certificazione biologica della filiera erboristica? Ne parliamo in questa intervista con Fabrizio Piva, amministratore delegato di CCPB.


L’attrazione per il biologico continua la sua sorprendente progressione: tra pochi giorni Biofach ospiterà oltre 50.000 operatori professionali da tutto il mondo, artefici di un mercato in costante crescita ormai da diversi anni. Come abbiamo già notato altre volte, le piante officinali potrebbero essere parte integrante di questo processo: ma le erbe non sono esattamente alimenti, e il loro inquadramento tra i prodotti certificati richiede qualche particolare attenzione.

Ne abbiamo parlato con Fabrizio Piva, amministratore delegato di CCPB Controllo e Certificazione srl, uno degli organismi di certificazione più attivi in Italia: “CCPB opera come organismo di ispezione e certificazione dei prodotti agroalimentari e “no food”, tra cui la cosmesi e il tessile, ottenuti nel settore della produzione biologica e in quella ecocompatibile ed ecosostenibile” precisa Piva.

CCPB certifica circa 11.000 aziende in Italia e in tutto il mondo secondo circa 50 differenti forme di certificazione e in base a 35 autorizzazioni internazionali, operando con 190 collaboratori: del totale, circa 9000 sono le aziende certificate nel settore delle produzioni biologiche. Tra queste figurano affermati gruppi industriali, grande distribuzione, piccole e medie imprese, aziende emergenti. Numeri che indicano come sia elevata l’attenzione del mondo delle imprese per i processi di certificazione. “Come mostrano numerose ricerche di mercato – ci spiega Fabrizio Piva – la certificazione migliora la qualità del prodotto e il suo impatto ambientale, rafforza la sicurezza alimentare, rende più efficiente e virtuoso il processo produttivo e costituisce un insostituibile servizio di garanzia e fiducia verso i consumatori”.

In modo essenziale, come potremmo definire l’agricoltura biologica, e cosa si intende per certificazione biologica?

L’agricoltura biologica è un metodo di produzione agricola sostenibile che esalta la naturale fertilità dell’ecosistema suolo, la salubrità dei prodotti e rafforza la sostenibilità senza usare prodotti di sintesi (ad esempio fitofarmaci e concimi chimici). Chi vuole ottenere una certificazione biologica lo può fare secondo il Reg.CE 834/2007, che definisce il sistema di certificazione nell’Unione Europea, e in accordo con gli altri schemi internazionali (Stati Uniti, Giappone, Canada, Brasile, Corea del Sud, Svizzera e altri). I passaggi per ottenerla prevedono da parte dell’azienda la compilazione della notifica di attività con metodo biologico o della domanda di certificazione, da parte dell’organismo di certificazione la valutazione dei documenti, la verifica dei siti produttivi, il rilascio del certificato di conformità e l’iscrizione nel registro dei prodotti certificati, la valutazione di etichette/confezioni per prodotti biologici. Il regolamento di certificazione vale per aziende di produzione, preparazione, commercializzazione, distribuzione e importazione”.

La specificità delle piante officinali

Visto in sintesi il quadro di riferimento, vediamo meglio le modalità con le quali si certifica l’origine biologica di una specie officinale? Le officinali hanno una propria specificità rispetto alla certificazione biologica, o possono essere tutte omologate a prodotto agro-alimentare, anche quando non hanno una destinazione d’uso alimentare (come, per fare qualche esempio, potrebbe essere il caso di Echinacea, Arnica, Iperico, e tante le altre)?

Le erbe officinali sono piante e come tali, se l’obiettivo consiste nell’ottenerle e certificarle come biologiche, è obbligatorio certificarle conformemente al Reg.CE 834/2007, ovvero alla disciplina comunitaria che definisce criteri e requisiti da rispettare affinchè i prodotti possano essere definiti biologici” precisa Fabrizio Piva. “Per poter essere definite biologiche è necessario che tali piante siano considerate come tali e pertanto rientrano nello scopo e campo d’applicazione del regolamento di cui sopra. Successivamente possono anche essere destinate ad usi non alimentari e, a partire da queste fasi, non possono più essere certificate come prodotti agroalimentari ma adottando, ad esempio, gli standard della cosmesi biologica. Il certificato rilasciato ai produttori di tali piante attesta che sono state prodotte secondo il metodo biologico e tale asserzione può accompagnare le piante fino alla prima trasformazione e successivamente è possibile tracciarne la presenza fino al prodotto finito”.

Una quota importante delle materie prime erboristiche proviene da piante spontanee: la raccolta ha tuttora una notevole incidenza sui volumi del mercato erboristico. Possiamo chiarire quando e come il prodotto di origine selvatica può essere certificato come biologico?

Schermata 2017-04-18 alle 14.58.59La raccolta spontanea rientra nel Reg.CE 834/2007 a condizione che le aree di raccolta non siano state trattate da almeno tre anni prima della raccolta con prodotti non ammessi in detto regolamento, la raccolta non comprometta l’equilibrio dell’habitat naturale e la conservazione della specie nella zona di raccolta, e il prodotto e chi raccoglie sia sottoposto a controllo e certificazione da parte di uno degli organismi di certificazione accreditati ed autorizzati”.

La sensibilità tra le imprese del settore 

Gran parte del successo che oggi incontra il prodotto biologico nasce dalla sensibilità del consumatore finale, che mostra sempre più chiaramente la sua preferenza a favore dell’origine naturale del prodotto che il concetto di biologico rappresenta quando ha la possibilità di scegliere al momento dell’acquisto. Ma produrre o selezionare le proprie materie prime e i prodotti offerti in base ad una origine naturale certa comporterebbe una scelta etica irrinunciabile per una impresa della filiera erboristica. Nella vostra ampia esperienza, che attenzione riscontrate rispetto alla necessità di offrire una garanzia dell’origine naturale e biologica nel nostro settore? è diversa tra i produttori, le imprese commerciali e gli operatori professionali?

Sensibilità ed attenzione al biologico sono cresciute proporzionalmente all’attenzione del consumatore verso questo segmento di prodotti. Un po’ meno il concetto di naturalità, un po’ più difficile da dimostrare. La sensibilità si è dimostrata maggiore negli operatori professionali e nelle imprese commerciali quando queste si sono trovate di fronte ad una precisa domanda di mercato”, osserva Piva.

E il consumatore finale, invece, per la vostra esperienza, è più attento all’origine biologica quando deve scegliere un prodotto erboristico e salutistico, o quando si tratta di un cosmetico?

Sulla base della nostra esperienza professionale sembra esserci maggiore attenzione verso il prodotto cosmetico rispetto a quello erboristico. Forse il consumatore vede nel prodotto erboristico maggiormente presente il concetto di naturale mentre nella cosmesi intravvede ancora molta chimica di sintesi e si sente spinto a chiedere una maggiore garanzia di naturalità tramite il concetto di biologico”.

La certificazione nella filiera delle officinali

Tra i produttori di officinali, quali sono le tipologie di aziende che si rivolgono a voi per la certificazione? Sono prevalentemente aziende specializzate, che effettuano solo la produzione di aromatiche e officinali, o sono agricoltori che dedicano solo una parte della loro attività a queste coltivazioni?

Prevalentemente si tratta di aziende specializzate che hanno già avuto modo di sviluppare una solida esperienza nella coltivazione di aromatiche ed officinali ed oggi si sentono pronte a migliorare il metodo di coltivazione virando sul biologico”.

Le trasformazioni in atto nel mondo dell’agricoltura (la multifunzione, l’accesso diretto ai mercati locali, la filiera corta, la rete e il commercio online) stanno aprendo le porte a nuove esperienze produttive nel campo delle officinali, spesso condotte da giovani e da piccoli produttori. Per queste realtà l’accesso alla certificazione può essere piuttosto oneroso: quali passi possiamo consigliare per mantenere questi progetti nel movimento del biologico ed è possibile ricorrere a delle formule consociative?

Credo sia da sfatare che il costo diretto della certificazione sia elevato; in Italia l’azienda media non spende in certificazione più di 350 euro/anno”, afferma Piva. “In questa cifra ovviamente non si tiene conto del maggiore costo di produzione, in quanto questo rientra nel costo di produzione aziendale legato alla coltivazione delle specie di interesse aziendale, così come non si tiene conto degli eventuali costi dovuti all’adeguamento aziendale, qualora necessario. Indipendentemente da ciò è sicuramente possibile creare cooperative, associazioni e collaborazioni che portino alla realizzazione di economie di scala, sia per quanto attiene la vendita dei prodotti, l’acquisto dei mezzi tecnici, la condivisione di spazi per la vendita o di strutture per la trasformazione, oppure strategie di marketing e di promozione condivise”.

Il laboratorio artigianale, che effettua la miscelazione o la trasformazione del prodotto erboristico e che sceglie di lavorare solo materia prima di origine biologica, deve provvedere ad una propria diretta certificazione? Avete seguito dei casi di questo genere?

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Come si accennava poc’anzi, se il laboratorio intende ottenere prodotti biologici destinati ad essere ingeriti ed assimilabili a prodotti agroalimentari vi è l’obbligo di essere certificati ai sensi del Reg.CE 834/2007 ed abbiamo esperienze in tal senso. Nel caso in cui, invece, il laboratorio produca prodotti non alimentari ed intenda certificare prodotti con l’asserzione di biologico o naturale, è possibile ricorrere a standard cosmetici o a standard privati aziendali di cui abbiamo comunque esperienza”.

Infine un pensiero ai molti laureati in tecniche erboristiche, che sono alla ricerca di nuove opportunità lavorative e di nuovi ruoli nel settore: pensate che sia una figura che potrebbe trovare una propria collocazione nella organizzazione del comparto del biologico?Schermata 2017-04-18 alle 14.59.33

Allo stato attuale non disponiamo di collaboratori specificatamente laureati in tecniche erboristiche; a questo proposito occorre anche ricordare che l’esperienza del biologico nell’erboristeria e nella cosmesi è piuttosto recente rispetto all’agroalimentare, ove nasce e si sviluppa il concetto di biologico. Ritengo che se il settore dovesse raggiungere dimensioni più consistenti rispetto all’attuale, si renderà necessario allargare lo spettro delle competenze e valutare il coinvolgimento di specialisti nelle tecniche erboristiche”, conclude Fabrizio Piva.

Il lato verde del make up

Green, vert, verde è il termine cosmeticamente più attuale. Non solo è il colore di tendenza del 2017 ma è anche un solerte invito ad abbracciare uno stile di vita più consapevole, rispettoso e in armonia con l’ambiente. Ispirarsi alla natura e trarre insegnamento da essa: ecco quindi che gli ingredienti di origine naturale/vegetale sono entrati prepotentemente anche nelle formulazioni come parte integrante dell’approccio olistico alla cosmesi. Questa tendenza ha avuto il suo incipit nel campo dello skin-care, ma in breve si è diffusa anche nel settore parallelo, cioè nel make up. Con l’introduzione nelle formule di attivi di origine naturale il trucco è stato sdoganato dal semplice ruolo di colorare la pelle ed ha assunto una veste più completa: il colore abbinato al trattamento. Texture sempre più leggere, di facile utilizzo ma soprattutto alleate dell’epidermide perché ricche di principi attivi che aiutano a mantenerne l’equilibrio fisiologico. Per sottolineare e rafforzare questo proposito spesso viene associata la regola less is more: pochi ingredienti di base per permettere ai principi attivi di esprimere pienamente la loro funzionalità ed al colore di manifestarsi in tutta la sua intensità.

Un olio vegetale che sta ritornando prepotentemente, soprattutto come ingrediente d’elezione per la formulazione dei rossetti, è l’olio di ricino. Negli anni novanta l’utilizzo di questa materia prima era diminuito in maniera consistente perchè sostituita da esteri con una maggiore resistenza all’ossidazione, ma ultimamente sta vivendo una “seconda giovinezza” sia tal quale, che modificata attraverso specifici processi di sintesi.

Ecco alcuni esempi:

Castor Isostearate Succinate agente glossante polimerico che deriva da un esclusivo processo a due fasi: l’olio di ricino viene prima polimerizzato con acido succinico, successivamente i gruppi idrossilici residui vengono fatti reagire con acido isostearico. Si crea così un polimero dall’elevata capacità di impartire brillantezza al prodotto finito, ottimo bagnante e disperdente dei pigmenti, elasticizzante ed emolliente.

Ricinus Communis (Castor) Seed Oil (and) Hydrogenated Castor Oil di aspetto e consistenza molto simile al petrolatum di cui rappresenta una valida alternativa, soprattutto nei prodotti per labbra.

Sempre tra gli oli di origine vegetale ne possiamo ricordare alcuni noti perché contenenti principi attivi di comprovata funzionalità cosmetica:

Lupinus Albus Seed Oil, ricco di carotenoidi e vitamina E, ha elevate proprietà anti-ossidanti ed anti-radicaliche.

Pyrus Malus (Apple) Seed Oil fonte di acidi grassi oleico e linoleico, emolliente e restituivo, dal colore giallo pallido derivato dalla spremitura dei semi di mela alpina.

Nelle polveri cosmetiche quali ciprie, ombretti, fard si affianca alla tendenza mineral l’utilizzo di filler rivestiti con burri vegetali.

Talc (and) Mangifera Indica (Mango) Seed Butter (and) Tocopheryl Acetate

Mica (and) Mangifera Indica (Mango) Seed Butter (and) Tocopheryl Acetate

Talc (and) Theobroma Cacao (Cocoa) Seed Butter (and) Tocopheryl Acetate 

– Mica (and) Theobroma Cacao (Cocoa) Seed Butter (and) Tocopheryl Acetate

La texture diviene più performante perché non solo si migliora l’adesione del prodotto alla pelle, ma si apporta emollienza riducendo la sensazione di secchezza, soprattutto per le carnagioni particolarmente sensibili. Ecco quindi l’evoluzione: da prodotti semplicemente in grado di “coprire” a cosmetici che in leggerezza levigano e perfezionano, mantenendo idratata la pelle.

Dal ciclo vitale di alcune particolari piante che vivono in territori ostili alla sopravvivenza si è preso spunto per lo studio dell’attività di specifiche molecole. In particolare:

Glyceryl Glucoside derivato da Myrothamnus flabellifolia (definita anche “pianta della resurrezione”), un piccolo arbusto che vive nel deserto africano dove sussistono condizioni climatiche estreme per diversi mesi all’anno: lunghi periodi di siccità, elevata temperatura, esposizione prolungata alle radiazioni solari. Nonostante ciò la pianta è in grado di sopravvivere grazie alla presenza di questa molecola che protegge le cellule nei periodi di siccità, facendo in modo che cadano in una sorta di quiescenza trattenendo la poca acqua disponibile. Con l’arrivo delle piogge la pianta si “risveglia” ed è in grado di riprendere velocemente le sue funzioni vitali. Questo meccanismo può essere sfruttato anche a vantaggio della pelle, perché l’attivo ha un’azione simile all’acido ialuronico e quindi ha elevata capacità di trattenere l’acqua, protegge la struttura delle membrane cellulari, agisce da anti-ossidante, difende l’epidermide dalle screpolature.

Ectoin derivato aminoacidico ritrovato in microrganismi estremofili che vivono in un lago salato del deserto egiziano in condizioni decisamente ostili per la sopravvivenza. La molecola è in grado di legare acqua creando uno guscio di idratazione attorno alle biomolecole cellulari preservandone l’integrità. Allo stesso modo l’ectoina svolge un’attività multifunzionale proteggendo le cellule cutanee dagli stress a cui sono quotidianamente sottoposte: radiazioni UV, sbalzi termici, inquinamento. Risulta quindi svolgere un’efficace azione globale antiaging riducendo le TEWL (trans epidermal water loss), diminuendo la profondità delle rughe di espressione ed aumentando l’elasticità cutanea.

C’è da credere che dal laboratorio cosmetico a cielo aperto che è la natura arriveranno sempre nuovi stimoli e ispirazioni che la ricerca applicata alla cosmetica sarà in grado di tradurre in materie prime per una bellezza sempre più verde.

Per informazioni
Giuseppina Viscardi
Consulente cosmetico
giuseppinaviscardi@tiscali.it

da Cosmetic Technology 2 – 2017


			

Rigano Laboratoires

I Laboratori Rigano per l’anno in corso propongono i seguenti corsi di formazione professionale:

15-17 maggio 2017
Corso avanzato di formulazione: prodotti solari
Destinato a responsabili sviluppo e tecnici di laboratorio che desiderano approfondire le tecniche formulative di prodotti solari, categoria sempre più importante e articolata.

26-30 giugno 2017
Corso base di formulazione
Destinato a chi desidera sviluppare e approfondire le più recenti strategie formulative di prodotti cosmetici.

10-13 luglio 2017
Corso avanzato di formulazione: le emulsioni
Destinato a responsabili sviluppo e tecnici di laboratorio che intendono aggiornare le proprie esperienze preparative, le tecniche per formulare e per fabbricare emulsioni.

19-21 luglio 2017
Corso per valutatori di sicurezza di prodotti cosmetici
Destinato a responsabili sviluppo e tecnici di laboratorio che desiderano acquisire competenze nel campo regolatorio, in particolare in riferimento alla normativa europea e al Regolamento 1223/09.

E ancora:
Corso base di formulazione: prodotti make up
Corso “Pianeta capelli”: detersione e trattamento
Corso base: valutazioni sensoriali in cosmetica

Per informazioni
Elena Capellari – Segreteria Amministrativa
tel 02 66988598
info@ilcosmetologo.com
www.ilcosmetologo.com/it/corsi.php


da Cosmetic Technology 2 - 2017

Gocce lenitive oculari

Schermata 2017-03-21 alle 14.41.13In pratiche fiale monodose sterili, Fitostill Plus Gocce Oculari di Aboca è un coadiuvante specifico per la prevenzione e il trattamento di occhi arrossati e affaticati. Grazie alla formazione di un film protettivo, mantiene una giusta idratazione e consente di ripristinare la naturale funzione lubrificante del “film lacrimale” dell’occhio. Questi i componenti principali del prodotto: il Liguflos®, estratto liofilizzato di Fiori Femminili Ligulati di Camomilla.
Lo studio delle caratteristiche biochimiche del capolino fiorale di Camomilla ha evidenziato che le ligule, conosciute con il nome comune di “petali”, sono particolarmente ricche della componente saccaridica, in quantità superiore rispetto a quella del capolino intero. Essendo appunto i polisaccaridi le principali sostanze funzionali responsabili dell’attività idratante e protettiva, Aboca ha messo a punto un innovativo processo di produzione: i fiori freschi, appena raccolti, sono essiccati e sottoposti a selezione per ottenere soltanto le ligule, successivamente estratte e liofilizzate per concentrare le sostanze funzionali. L’acqua distillata di Camomilla ottenuta dai fiori freschi viene filtrata per ottenere la purezza ed è utilizzata per le sue proprietà idratanti; contribuisce inoltre alla proprietà rinfrescante del prodotto. L’acido ialuronico sale sodico presenta la caratteristica di creare un’impalcatura molecolare con elevata capacità di idratazione e lubrificazione: sull’occhio diminuisce l’attrito durante l’ammiccamento. La glicerina vegetale: dalla idrolisi degli oli vegetali si ottengono due componenti: gli acidi grassi e la glicerina o glicerolo. Quest’ultimo composto è caratterizzato da proprietà idratanti e umettanti, grazie alla sua spiccata capacità di legarsi all’acqua e di trattenerla a lungo sulle cellule con cui viene a contatto, limitandone la disidratazione.

www.aboca.com