Il lato verde del make up


Il lato verde del make up

Formulare con materie prime ed attivi naturali

Giuseppina Viscardi

Green, vert, verde è il termine cosmeticamente più attuale. Non solo è il colore di tendenza del 2017 ma è anche un solerte invito ad abbracciare uno stile di vita più consapevole, rispettoso e in armonia con l’ambiente. Ispirarsi alla natura e trarre insegnamento da essa: ecco quindi che gli ingredienti di origine naturale/vegetale sono entrati prepotentemente anche nelle formulazioni come parte integrante dell’approccio olistico alla cosmesi. Questa tendenza ha avuto il suo incipit nel campo dello skin-care, ma in breve si è diffusa anche nel settore parallelo, cioè nel make up. Con l’introduzione nelle formule di attivi di origine naturale il trucco è stato sdoganato dal semplice ruolo di colorare la pelle ed ha assunto una veste più completa: il colore abbinato al trattamento. Texture sempre più leggere, di facile utilizzo ma soprattutto alleate dell’epidermide perché ricche di principi attivi che aiutano a mantenerne l’equilibrio fisiologico. Per sottolineare e rafforzare questo proposito spesso viene associata la regola less is more: pochi ingredienti di base per permettere ai principi attivi di esprimere pienamente la loro funzionalità ed al colore di manifestarsi in tutta la sua intensità.

Un olio vegetale che sta ritornando prepotentemente, soprattutto come ingrediente d’elezione per la formulazione dei rossetti, è l’olio di ricino. Negli anni novanta l’utilizzo di questa materia prima era diminuito in maniera consistente perchè sostituita da esteri con una maggiore resistenza all’ossidazione, ma ultimamente sta vivendo una “seconda giovinezza” sia tal quale, che modificata attraverso specifici processi di sintesi.

Ecco alcuni esempi:

Castor Isostearate Succinate agente glossante polimerico che deriva da un esclusivo processo a due fasi: l’olio di ricino viene prima polimerizzato con acido succinico, successivamente i gruppi idrossilici residui vengono fatti reagire con acido isostearico. Si crea così un polimero dall’elevata capacità di impartire brillantezza al prodotto finito, ottimo bagnante e disperdente dei pigmenti, elasticizzante ed emolliente.

Ricinus Communis (Castor) Seed Oil (and) Hydrogenated Castor Oil di aspetto e consistenza molto simile al petrolatum di cui rappresenta una valida alternativa, soprattutto nei prodotti per labbra.

Sempre tra gli oli di origine vegetale ne possiamo ricordare alcuni noti perché contenenti principi attivi di comprovata funzionalità cosmetica:

Lupinus Albus Seed Oil, ricco di carotenoidi e vitamina E, ha elevate proprietà anti-ossidanti ed anti-radicaliche.

Pyrus Malus (Apple) Seed Oil fonte di acidi grassi oleico e linoleico, emolliente e restituivo, dal colore giallo pallido derivato dalla spremitura dei semi di mela alpina.

Nelle polveri cosmetiche quali ciprie, ombretti, fard si affianca alla tendenza mineral l’utilizzo di filler rivestiti con burri vegetali.

Talc (and) Mangifera Indica (Mango) Seed Butter (and) Tocopheryl Acetate

Mica (and) Mangifera Indica (Mango) Seed Butter (and) Tocopheryl Acetate

Talc (and) Theobroma Cacao (Cocoa) Seed Butter (and) Tocopheryl Acetate 

– Mica (and) Theobroma Cacao (Cocoa) Seed Butter (and) Tocopheryl Acetate

La texture diviene più performante perché non solo si migliora l’adesione del prodotto alla pelle, ma si apporta emollienza riducendo la sensazione di secchezza, soprattutto per le carnagioni particolarmente sensibili. Ecco quindi l’evoluzione: da prodotti semplicemente in grado di “coprire” a cosmetici che in leggerezza levigano e perfezionano, mantenendo idratata la pelle.

Dal ciclo vitale di alcune particolari piante che vivono in territori ostili alla sopravvivenza si è preso spunto per lo studio dell’attività di specifiche molecole. In particolare:

Glyceryl Glucoside derivato da Myrothamnus flabellifolia (definita anche “pianta della resurrezione”), un piccolo arbusto che vive nel deserto africano dove sussistono condizioni climatiche estreme per diversi mesi all’anno: lunghi periodi di siccità, elevata temperatura, esposizione prolungata alle radiazioni solari. Nonostante ciò la pianta è in grado di sopravvivere grazie alla presenza di questa molecola che protegge le cellule nei periodi di siccità, facendo in modo che cadano in una sorta di quiescenza trattenendo la poca acqua disponibile. Con l’arrivo delle piogge la pianta si “risveglia” ed è in grado di riprendere velocemente le sue funzioni vitali. Questo meccanismo può essere sfruttato anche a vantaggio della pelle, perché l’attivo ha un’azione simile all’acido ialuronico e quindi ha elevata capacità di trattenere l’acqua, protegge la struttura delle membrane cellulari, agisce da anti-ossidante, difende l’epidermide dalle screpolature.

Ectoin derivato aminoacidico ritrovato in microrganismi estremofili che vivono in un lago salato del deserto egiziano in condizioni decisamente ostili per la sopravvivenza. La molecola è in grado di legare acqua creando uno guscio di idratazione attorno alle biomolecole cellulari preservandone l’integrità. Allo stesso modo l’ectoina svolge un’attività multifunzionale proteggendo le cellule cutanee dagli stress a cui sono quotidianamente sottoposte: radiazioni UV, sbalzi termici, inquinamento. Risulta quindi svolgere un’efficace azione globale antiaging riducendo le TEWL (trans epidermal water loss), diminuendo la profondità delle rughe di espressione ed aumentando l’elasticità cutanea.

C’è da credere che dal laboratorio cosmetico a cielo aperto che è la natura arriveranno sempre nuovi stimoli e ispirazioni che la ricerca applicata alla cosmetica sarà in grado di tradurre in materie prime per una bellezza sempre più verde.

Per informazioni
Giuseppina Viscardi
Consulente cosmetico
giuseppinaviscardi@tiscali.it

da Cosmetic Technology 2 – 2017