Farmasinara, l’immaginazione applicata

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Lavorare senza fretta, seguendo i bioritmi della natura, padrona di un territorio immenso e selvaggio. Farmasinara nasce così da un’idea di Giorgio Pintore, docente universitario di Farmacognosia nell’Ateneo di Sassari, con una grande passione: lo studio delle piante medicinali e delle sostanze naturali.
Piccoli passi, lo sguardo sempre rivolto a materie prime delicate, naturali e attive, e una costante voglia di crescere e migliorare, senza pericolosi voli pindarici.
Farmasinara, lo dice il nome, intreccia le sue origini e gran parte della sua storia all’isola dell’Asinara e al Parco nazionale che ha sposato in pieno la causa. E forte è anche il legame con l’Università di Sassari di cui la piccola azienda è una start up innovativa.

Un laboratorio aperto
Tra gli aromi di elicriso e quello tipico delle piante officinali endemiche ha origine l’ispirazione per un’avventura imprenditoriale unica nel suo genere, almeno in Sardegna, dove, negli ultimi anni, hanno visto la luce diverse realtà nel campo della cosmesi.
Sull’isola le porte del laboratorio cosmetico sono aperte ai visitatori occasionali e programmati.Perché la produzione di Farmasinara può essere seguita in diretta, passo dopo passo, accanto agli studenti dell’Università di Farmacia di Sassari o a quelli del master di Scienze cosmetologiche di Pavia che in Sardegna praticano lo stage obbligatorio.

Tra artigianato e ricerca innovativaFarmasinara4
Le formulazioni di Farmasinara, il loro studio e l’applicazione sul campo sono segnati da passaggi precisi, condotti in collaborazione con le principali scuole cosmetiche d’Italia. A volte le idee per un prodotto nascono proprio dalle tesi di laurea di futuri farmacisti, desiderosi di approfondire lo studio delle materie prime e della loro funzione. «E quelle che si trovano in natura qui in Sardegna – precisa Pintore – hanno potenzialità sbalorditive!”.
Si resta incantanti dalle saponette che prendono forma negli stampi, tagliati uno a uno e “timbrati” con lo stemma identificativo di Farmasinara. Segno di un processo di lavorazione paziente a fortissima vocazione artigianale. Stessa filosofia per tutte le altre preparazioni più complesse che compongono l’intera linea. La crema viso idratante ad esempio, ricavata dall’emulsione delle fasi oleosa e acquosa. Così per l’olio corpo, dalla profumazione intensa e ben riconoscibile, dove l’essenza di Sardegna non può che essere il tratto distintivo.
Interessante il richiamo del sapone da barba, Barberia, che riprende una vecchia e rudimentale insegna del patio all’interno della Diramazione centrale, il carcFarmasinara3ere che si trova nella collinetta, a due passi da Cala d’Oliva.

La natura in un simbolo
L’Asinara è un piccolo continente, un mondo a sé, per anni inaccessibile per l’attività delle carceri di massima sicurezza. Oggi quel mondo incantato è visibile a tutti e conserva nelle sue strade, nei suoi saliscendi tra costa e collina, un fascino travolgente. E se non esiste una stagione speciale da preferire ad altre, è altrettanto vero che la primavera ha quel qualcosa in più, in grado di investire ogni angolo di colori e profumi avvolgenti. Racchiudere queste emozioni cromatiche e sensoriali non è impresa da poco per restituire una carezza per l’anima, attraverso un cosmetico.
Sugli scaffali dei punti vendita il consumatore è attratto da un packaging pulito e chiaro, dallo stile moderno ed elegante, frutto di un complesso studio grafico. Il simbolo di Farmasinara, la stilizzazione del fiore dell’elicriso richiama l’idea del sole, il movimento degli elettroni. Il tutto raccordato in basso dalla sagoma dell’Asinara, il luogo magico da cui tutto ha avuto inizio.

Per informazioni: www.farmasinara.it

 

 

Quattro fattori di protezione in una linea solare

Schermata 2017-06-27 alle 15.40.42Con Aloe vera biologica e Probiosunfactor, Specchiasol ha dato vita alla nuova linea Verattiva Sole, uno scudo naturale per la pelle sotto il sole. Si tratta di una linea di prodotti efficace, che risponde alle esigenze di ogni tipo di pelle, frutto di un’esperienza maturata nell’utilizzo di formulazioni a base di probiotici, in grado di garantire maggiore idratazione ed elasticità cutanea. Verattiva Sole implementa la sua efficacia grazie alla presenza dell’innovativo Probiosunfactor 2.0 con fermento Thermus thermophilus, in grado di proteggere dai raggi IR. Lo scudo che si viene quindi a formare svolge un’azione quattro volte protettiva: anti UVA, anti UVB, anti IR e antiradicalico.
La nuova gamma comprende alte protezioni rappresentate da Emulsione Spray SPF 50 ed Emulsione Spray SPF 30; medie protezioni con Emulsione Spray SPF 15; basse protezioni con Emulsione Spray Attivatore dell’Abbronzatura, con attività anti-age; un Balsamo Corpo Dopo Sole e un Bagno Doccia Corpo Fissante.
Dermatologicamente testata, la linea non contiene nano materiali, parabeni, alcool, OGM, petrolati, SLES, SLS.

www.specchiasol.it

Per favorire un buon sonno naturale

Schermata 2017-05-26 alle 14.36.43Lo stress viene ormai considerato una componente abituale della nostra vita: si tratta infatti di una normale risposta fisiologica del nostro organismo alle sollecitazioni esterne. Quando però lo stato di stress è prolungato, rischia di dare luogo a manifestazioni quali ansia, depressione, agitazione e disturbi del sonno. Questi ultimi, in particolare, possono determinare l’insorgere di un circolo vizioso, dal momento che la cattiva qualità del sonno, la sensazione di stanchezza e di non aver riposato a sufficienza non fanno altro che aggravare lo stato di stress.
Esistono vegetali in grado di aiutare a ritrovare un buon sonno naturale; alcuni di essi sono molto noti, perché tradizionalmente usati nella medicina popolare, quali la Valeriana, che induce un sonno ristoratore ed attenua nevralgie, emicranie e dolori intestinali di lieve entità. Altre piante si rivelano particolarmente efficaci nella cura dei disturbi del sonno: l’Escolzia, detta comunemente “Papavero californiano”, possiede proprietà sedativo-ipnotiche, grazie agli alcaloidi in essa contenuti (in particolare la californidina). La Passiflora viene utilizzata per ridurre il nervosismo; è utile anche per controllare le palpitazioni ed in caso di disturbi del sonno; è consigliata per trattare insonnia e ansia, senza effetti collaterali. Le sommità fiorite del Biancospino hanno azione vasodilatatrice generale, quindi ipotensiva; esercitano una buona azione sedativa nei soggetti ipertesi.
Dalla ricerca ESI è nato Erbe Della Notte Activ, un integratore utile per favorire il sonno in modo naturale, grazie all’elevata concentrazione dei principi attivi in esso contenuti: Valeriana (150 mg), Passiflora (150 mg), Escolzia (100 mg), Biancospino (50 mg). Tutti gli estratti contenuti presentano un’elevata titolazione in principio attivo.
Erbe Della Notte è disponibile in Capsule (naturcaps) adatte anche ai vegani, costituite da una fibra vegetale ottenuta dalla fermentazione della Tapioca, quindi completamente naturali e prive di coloranti artificiali, facilmente digeribili; in Tisana che consente di associare le virtù terapeutiche delle erbe officinali nella cura del sonno alla piacevole sensazione di una tisana calda da sorseggiare prima di coricarsi; in Gocce analcolico, con Escolzia, Passiflora, Biancospino, Camomilla, Tiglio e Valeriana.
www.esi.it

Gocce lenitive oculari

Schermata 2017-03-21 alle 14.41.13In pratiche fiale monodose sterili, Fitostill Plus Gocce Oculari di Aboca è un coadiuvante specifico per la prevenzione e il trattamento di occhi arrossati e affaticati. Grazie alla formazione di un film protettivo, mantiene una giusta idratazione e consente di ripristinare la naturale funzione lubrificante del “film lacrimale” dell’occhio. Questi i componenti principali del prodotto: il Liguflos®, estratto liofilizzato di Fiori Femminili Ligulati di Camomilla.
Lo studio delle caratteristiche biochimiche del capolino fiorale di Camomilla ha evidenziato che le ligule, conosciute con il nome comune di “petali”, sono particolarmente ricche della componente saccaridica, in quantità superiore rispetto a quella del capolino intero. Essendo appunto i polisaccaridi le principali sostanze funzionali responsabili dell’attività idratante e protettiva, Aboca ha messo a punto un innovativo processo di produzione: i fiori freschi, appena raccolti, sono essiccati e sottoposti a selezione per ottenere soltanto le ligule, successivamente estratte e liofilizzate per concentrare le sostanze funzionali. L’acqua distillata di Camomilla ottenuta dai fiori freschi viene filtrata per ottenere la purezza ed è utilizzata per le sue proprietà idratanti; contribuisce inoltre alla proprietà rinfrescante del prodotto. L’acido ialuronico sale sodico presenta la caratteristica di creare un’impalcatura molecolare con elevata capacità di idratazione e lubrificazione: sull’occhio diminuisce l’attrito durante l’ammiccamento. La glicerina vegetale: dalla idrolisi degli oli vegetali si ottengono due componenti: gli acidi grassi e la glicerina o glicerolo. Quest’ultimo composto è caratterizzato da proprietà idratanti e umettanti, grazie alla sua spiccata capacità di legarsi all’acqua e di trattenerla a lungo sulle cellule con cui viene a contatto, limitandone la disidratazione.

www.aboca.com

 

I 7 Oli delle Meraviglie

Schermata 2016-12-29 alle 17.28.07Lo scopo dei laboratori Physio Natura Bio di PDT Cosmetici è quello di scoprire la formula perfetta. Per questo motivo si è voluto associare alla nuova linea di Oli la simbologia numerica del 7:
I 7 Oli delle Meraviglie contengono infatti oli di Melograno, di Primula, di Zucca, di Oliva, di Lino, di Cotone e di Vinaccioli che compongono in perfetto equilibrio tre formulazioni, in una composizione leggera e nutriente per viso, corpo e capelli.

L’olio di Lino, ricco in acido linolenico e vitamina E, è considerato un efficace antiossidante in grado di regolare l’idratazione cutanea, perfetto per lucidare i capelli. L’olio di Cotone, ricco di tocoferoli, protegge dallo stress ossidativo e nutre in profondità la pelle che apparirà morbida e sana. L’olio di Melograno ricco di tocoferoli, fitosteroli e acido punicico, apporta nutrimento alla pelle. L’olio di Primula, grazie all’elevato contenuto di omega-6, protegge dalla disidratazione. L’olio di Oliva, ricco di trigliceridi, gode di proprietà anti invecchiamento e contrasta i radicali liberi. L’olio di Zucca, dall’elevato contenuto di acido oleico, linoleico e cucurbitina, mantiene in buono stato la cute, rendendo la pelle tonica ed elastica. L’olio di Vinaccioli, con i suoi trigliceridi, agisce come emolliente sulla pelle e riduce la permeabilità dei capelli.

www.pdtcosmetici.it

Il benessere è in circolazione

Schermata 2016-12-28 alle 15.50.23Arterie, vene e capillari, sebbene diversi per struttura e funzione, convergono nella continuità della rete vascolare, un insieme regolato da complessi flussi di comunicazione. L’integrazione delle loro funzioni assicura l’equilibrio dell’intero organismo e si traduce in una percezione generale di benessere. Quando fattori famigliari predisponenti, stile di vita o età compromettono l’efficienza circolatoria, un disordine inizialmente circoscritto tende ad estendersi progressivamente e a trasmettersi ad altri comparti circolatori. Ciò suggerisce non solo di sostenere l’efficienza vascolare dei punti più vulnerabili, come le vene degli arti inferiori, ma anche di prevenire squilibri nella perfusione di altri distretti: ad esempio la pelle (couperose), il derma (cellulite), l’intestino (emorroidi).

Fitomedical propone VegeVen® Omeostat Capsule, una formulazione studiata per preservare l’equilibrio d’insieme della circolazione. Nella sua formulazione VegeVen® Capsule racchiude la Salvia cinese, conosciuta per la sua azione regolatrice delle funzioni del microcircolo e della circolazione sanguigna. Protegge la pavimentazione dei vasi (endotelio) e il suo ruolo cruciale nel mantenimento degli equilibri cellulari, delle comunicazioni e degli scambi. Il Rusco che agisce sulle pareti di vene e arterie, riducendo la permeabilità e lo stato infiammatorio, consolida le pareti vascolari, rendendole meno permeabili e soggette all’edema. La Centella che favorisce il mantenimento della normale struttura dei tessuti che circondano e rivestono vene e arterie; stabilizza e consolida i connettivi che circondano i vasi sanguigni, favorendo il mantenimento dell’elasticità fisiologica.

VegeVen® Omeostat Capsule agisce sul tono delle pareti dei vasi sanguigni, favorendo l’equilibrio omeostatico dell’intera circolazione arteriosa e venosa. È sostenuta dalla formulazione, costituita da piante preziose per la salute vascolare, le cui azioni si integrano in una valida sinergia, e dal corretto dosaggio di ciascun componente, utilizzato nelle quantità idonee, indicate dalla letteratura scientifica. Un gel, VegeVen®Omeostat Cremagel, per uso topico, può ottimizzare e prolungare i benefici apportati dalle capsule.

www.fitomedical.com

DNA barcoding per le piante officinali:

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L’Ateneo di Milano-Bicocca è il più giovane polo universitario di Milano. La presenza e il ruolo culturale di questa Università nella vita della metropoli lombarda è in rapido sviluppo, come attestano i dati delle iscrizioni in costante aumento grazie alle moderne strutture e al recente collegamento con il centro e con le aree più dinamiche della città realizzato dalla nuova linea metropolitana. Accanto alla vocazione originaria dell’Ateneo nell’ambito socio-economico, è venuta via via affermandosi l’area scientifica, in particolare nel campo medico-farmaceutico e in quello alimentare (grazie all’impulso, pre e post, di Expo2015).

Schermata 2016-11-30 alle 17.51.29FEM2-Ambiente è uno spin-off universitario nato nel 2010 con l’intento di mettere a punto metodiche e servizi tecnico-scientifici innovativi per le imprese presenti nel campo ecologico-ambientale e nei settori legati all’utilizzo dei prodotti naturali e dei loro derivati.

L’identificazione genetica attraverso la metodologia del DNA Barcoding è un’attività nel quale FEM2-Ambiente ha raggiunto una particolare specializzazione, accreditandosi come uno dei nodi del network IBOL (International Barcode of Life), l’organizzazione scientifica internazionale che unisce gli enti impegnati nella costituzione delle banche dati dedicate.

I vantaggi offerti dal servizio di analisi DNA barcoding per il settore erboristico sono davvero molti”, ci dice Fabrizio De Mattia, amministratore delegato di FEM2-Ambiente. “La prima e più immediata applicazione riguarda la possibilità di identificare in modo certo una partita di prodotto erboristico; è possibile farlo praticamente partendo da qualsiasi materiale disponibile, un campione fresco o essiccato, parti triturate, una polvere o anche un estratto. 

Si tratta di un processo analitico che realizziamo a costi contenuti e in tempi rapidi per una ampia gamma di specie delle quali abbiamo già a disposizione il profilo identificativo. Naturalmente ogni caso ci può porre di fronte alla eventualità di dovere riconoscere una specie officinale, una sua adulterazione o un agente biologico contaminante non ancora tracciati, il che comporta un lavoro di ricerca più ampio che richiede anche l’analisi di banche dati specializzate. Oltre alla identificazione specifica certa, è possibile approfondire lo studio di matrici vegetali più complesse composte da miscele di piante, o di valutare la provenienza di una determinata specie. L’identificazione botanica dell’origine della droga vegetale non è il solo campo di applicazione del DNA Barcoding. L’analisi può essere utile anche nel controllo delle fasi di un processo di lavorazione nel quale il prodotto vegetale originario può venire in contatto con altri ingredienti di derivazione naturale, come ad esempio nella produzione di un cosmetico. Il prodotto intermedio può essere controllato velocemente attraverso la ricerca di eventuali contaminanti, non solo di natura vegetale ma anche microbica”.

Schermata 2016-11-30 alle 17.51.53Per ogni matrice controllata viene rilasciato un certificato di analisi che garantisce al cliente la bontà e la qualità del prodotto. In settori, come quello erboristico, dove la naturalità del prodotto è un scelta etica e strategica, dimostrare una particolare attenzione all’origine della materia prima è un elemento di credibilità dell’impresa e del professionista.

Verificare l’identità genetica dei prodotti naturali utilizzati è indice di consapevolezza ed attenzione per tutte quelle problematiche legate alla sostenibilità ambientale, alla difesa della biodiversità, alle politiche di fair trade che chi opera nel campo della salute, come tutte le aziende erboristiche, non può più trascurare,” dice ancora Fabrizio De Mattia. “In questo senso, oltre ai certificati analitici che forniamo, abbiamo registrato il marchio Verified DNA che può essere un utile strumento di marketing per le aziende che decidono di effettuare questi controlli valorizzando la purezza e quindi la qualità del loro prodotto”. L’applicazione della tecnica del DNA Barcoding alle specie officinali è anche alla base di un interessante progetto di cui FEM2-Ambiente, con il supporto di Università Bicocca, sarà protagonista: “Il passaporto biologico delle erbe”. Obiettivo primario è l’implementazione di una banca dati specializzata per i botanicals presenti sul mercato salutistico italiano e europeo, la cui struttura è già stata creata con il contributo scientifico delle Università di Genova e di Cagliari e con la collaborazione di imprese e orti botanici (da vedere in proposito l’articolo di Massimo Labra e Ilaria Bruni su questo stesso numero).

Oggi FEM2-Ambiente è presente presso i laboratori del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze con un team composto da biologi molecolari che operano in laboratorio (Dr. Valerio Mezzasalma, Dr.ssa Jessica Frigerio e Dr.ssa Alice Rossi), da una responsabile commerciale (Dr.ssa Monica Pozzi) e da una responsabile della comunicazione (Dr.ssa Paola Re) coordinati dal Dr. Fabrizio De Mattia.

I nostri interlocutori devono sempre tenere conto del fatto che la nostra realtà aziendale è radicata all’interno dell’Università – ci ricorda ancora De Mattia – e questo significa che possiamo offrire risposte ad hoc per specifiche esigenze tecniche e di innovazione che possono provenire dalle aziende grazie alla costante interazione con diversi gruppi di ricerca.

Per Informazioni
www.fem2ambiente.com

da Erboristeria Domani 6/2016

Nel giardino dell’Eden officinale

Apertura

È l’ultimo giorno di primavera, domani comincia l’estate. Al mattino presto l’intero impianto è immobile, silenzioso. Il cielo è luminoso, è arrivato un bel sole dopo un lungo periodo di pioggia: i vialetti del giardino sono ancora deserti, lo stabilimento di estrazione è sigillato, anche se all’interno si vedono muoversi i primi operai; nella palazzina, negli uffici, al punto vendita, nella mensa non c’è ancora nessuno. Lo specchio d’acqua all’ingresso è l’unica presenza viva, animata dal movimento dell’acqua, delle foglie e degli animaletti che lo attraversano. Si ha l’impressione che tutto il complesso stia assumendo il ritmo della natura per dare il via alla giornata.

Un otto disteso
Schwäbisch Gmünd, con 23 ettari di superficie coltivata, è il più ampio centro di coltivazione biodinamica in Europa e uno dei tre punti cardinali della struttura produttiva di Weleda.
Il percorso su cui ci avviamo seguirà il tracciato dell’otto disteso, che delinea la forma del simbolo dell’infinito nella quale è stata disegnata la struttura del complesso: i vivai, i campi, il laboratorio di trasformazione, il centro didattico e direzionale.
Quello di Schwäbisch Gmünd è il più grande, e il principale per potenziale produttivo, dei Giardini Weleda.
Ci chiedevamo come mai tutti in azienda lo chiamano “giardino”, pensando di andare a visitare una impresa agricola. La risposta è arrivata da sola: questo è prima di tutto un luogo dove venire a incontrare e a conoscere le piante e la natura. In effetti, le aree più vicine all’ingresso sono arredate in modo particolarmente adatto ad accogliere il pubblico che visita con piacere la struttura, e presentano una varietà di specie e di fiori di particolare bellezza e richiamo. Oltre alla selezione floreale, in questa zona non mancano realizzazioni didattiche dimostrative che consentono al visitatore di cogliere immediatamente alcuni aspetti essenziali del tipo di agricoltura che si pratica qui; come il terrario, che permette di vedere con i propri occhi la vita che si propaga nel sottosuolo per metri, non centimetri, lungo le “gallerie” aperte degli apparati radicali delle piante, o la botte per la dinamizzazione del compost con acqua piovana e corno letame.
Schermata 2016-09-23 alle 16.28.38Ma non occorre scendere nello specifico della metodologia e delle tecniche antroposofiche per rendersi conto che l’azienda agricola qui è vista come un grande organismo vivente, e il compito di chi ci lavora è quello di tenere in equilibrio questa forma di vita e in armonia le complesse relazioni esistenti tra le varie specie di piante e il terreno. Perché se l’elenco delle officinali che qui vengono coltivate e direttamente utilizzate per la produzione di tinture e altri estratti, o che vengono spedite per venire impiegate nella preparazione di medicinali e cosmetici realizzate presso altri stabilimenti Weleda, arriva ad almeno 180 specie, bisogna considerare che la biodiversità presente nell’azienda agricola è ancora più ricca. In effetti è possibile osservare tra i filari varie consociazioni, e anche quando si attraversano i campi più estesi, come quelli dedicati alla calendula, non ci si trova di fronte a monoculture nettamente separate dall’ambiente circostante, ma a ampi settori aperti nel contesto di habitat vegetativi ricchi e compositi che separano i vari appezzamenti (a differenza di quanto siamo abituati a vedere nelle nostre campagne, dove lungo i bordi dei campi coltivati non cresce più niente).
Si stima siano circa 260 le specie officinali presenti complessivamente all’interno del giardino. Anche se sono importanti le piante arboree e perenni, coltivate per la raccolta di cortecce, fiori, frutti, radici e anche della pianta intera, nel giardino la prassi è la continua rotazione delle colture, con raccolti che iniziano già nei primi mesi invernali (si raccolgono le radici di celidonia e di angelica) fino a ottobre.

Gli altri giardini
Questo in Germania non è il solo: i giardini Weleda nel mondo sono tanti, diversi uno dall’altro.
Le altre due sedi principali della struttura internazionale Weleda, quella storica di Arlesheim, in Svizzera, e quella alsaziana di Huningue, in Francia, custodiscono due piccoli giardini, che conservano entrambi una grande varietà di specie medicinali. Piccoli gioielli sono quello di Ilkeston, nella contea di Derbyshire in Inghilterra centrale, composto da piccoli appezzamenti naturali, o quello olandese di Zoetermeer, sul mare del Nord, di meno di un ettaro, ma in grado di alternare nel corso dell’anno la vegetazione di oltre 200 specie differenti.
Da quando l’organizzazione Weleda si è estesa in altri continenti, l’esperienza dei giardini si è radicata a São Roque, nei territori montani della foresta pluviale del Brasile, in Argentina, nella regione di Cordoba, e perfino nella regione di Hawkes Bay in Nuova Zelanda, con l’originale giardino di Havelock North.

Coltivare e raccogliere nel rispetto della natura e delle comunità
Dall’avvio del progetto Weleda, la coltivazione di piante officinali ha consentito di avere sempre la disponibilità di piante fresche, ingredienti base nella formulazione dei prodotti medicinali e cosmetici per la cura del corpo.
La diversificazione della gamma di prodotti offerti, in particolare l’ampliamento delle linee cosmetiche con l’introduzione di nuove piante, tutte scelte in base ai criteri della filosofia Weleda, ma provenienti da tutto il mondo, ha reso necessario l’approvvigionarsi di nuove materie prime, alcune delle quali non possono essere coltivate nei climi dell’Europa centrale.
Per rispondere a questa esigenza, con la certezza di continuare a disporre di derivati integri dal punto di vista della naturalità, sia che vengano ricavati da piante coltivate che raccolte dalla flora spontanea, sono nati diversi progetti di cooperazione internazionale, che hanno portato alla costituzione di un network di produttori attivi in diverse parti del mondo, che Weleda avvia sulla base dei principi della sostenibilità sociale, ambientale e economica.
È il caso delle comunità che raccolgono l’Arnica selvatica in Romania, la Betulla in Repubblica Ceca, o che coltivano la Rosa damascena e il Melograno in Turchia, l’Iris in Marocco, la Ratania in Perù, fino alla coltivazione di Olivello spinoso in Toscana.

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Schwäbisch Gmünd nella storia Weleda
Superata l’area didattica all’ingresso, ha inizio un settore particolarmente significativo del giardino, dove su piccole parcelle vengono prodotte alcune delle specie “eroiche” della farmacopea antroposofica steineriana. Troviamo alcuni filari di Aconito (non è la sola pianta tossica che viene coltivata, destinata come altre all’uso farmaceutico nelle varie forme di dilui-
zione omeopatica; più avanti svettano dei bellissimi corimbi di Cicuta) e le aree dedicate alla “vegetalizzazione” dei metalli. Qui alcuni filari di Iperico sono coltivati su parcelle ove il terreno è stato trattato con una soluzione d’oro (quando lo vieni a sapere, ti sembra che i fiori gialli siano ancora più brillanti). Il cartellino Au1 indica che siamo nel primo anno del processo: le piante vengono raccolte in fioritura ma saranno utilizzate solo per compostazione, per la creazione di un humus “dorato” che verrà utilizzato per Iperico Au2, una nuova generazione che verrà “nutrita” con l’oro. Solo la generazione Au3 verrà destinata alla lavorazione per la preparazione del medicinale biodinamico.
Weleda venne fondata da Steiner, Wegman e Schmiedel nel 1921. Già nel primo decennio di attività Schwäbisch Gmünd fu sede di produzione dei primi farmaci biodinamici, anche se solo nel dopoguerra divenne il principale centro di coltivazione del gruppo. In questa struttura moderna, immersa nella natura, c’è il ricordo di un secolo di storia della medicina naturale.

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La parcella della Cicuta: la conoscenza dell’attività delle piante senza sapere perché
La Cicuta è l’esempio che viene portato ai visitatori di una pianta la cui azione era conosciuta fin dall’antichità, pur senza che l’uomo potesse spiegarsi le ragioni della sua attività e come questa si esplicasse.
Schermata 2016-09-23 alle 16.29.02L’aspirazione di raccogliere l’energia che i fiori e le piante sono in grado di racchiudere è uno dei fondamenti della pratica steineriana. Se bisogna studiare e condividere la sua filosofia per seguire le interpretazioni della dottrina di Steiner dei vari fenomeni che riguardano il rapporto tra l’uomo e il mondo naturale, è impossibile non cogliere istintivamente l’energia vitale che sprigiona un ettaro di calendula in fioritura. Da quando la fioritura ha inizio, la raccolta dei capolini prosegue per diversi giorni, alla mattina presto. Viene condotta a mano, come il diserbo dei filari e molte altre lavorazioni nel giardino, che per questo si avvale nel periodo estivo di molti lavoratori stagionali.

Una sfida al futuro
Molte sono le lavorazioni svolte all’interno del Giardino Weleda che assomigliano più alla cura di un parco che alla conduzione di una azienda agricola: la formazione delle riserve d’acqua con la creazione di laghetti popolati da ninfee e altre piante acquatiche; i ripari per le decine di specie diverse di insetti impollinatori, che come molti altri rappresentanti della piccola fauna del giardino sono protetti per le condizioni di equilibrio competitivo che creano verso gli insetti nocivi; la esecuzione della galleria di piante di poligono all’interno della quale vengono coltivate le felci, in condizioni di ombra analoghe a quelle che queste piante ricercano in natura.

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Conoscendo le difficoltà che incontra ogni giorno chi vuole coltivare piante officinali viene da chiedersi come sia possibile condurre in modo economico una impresa, che oltre alle normali sfide del mercato, si pone il rispetto di una così complessa serie di regole di principio.
Il modo deve esserci, se oggi Weleda è presente in 50 paesi del mondo, con circa 2000 dipendenti (di cui il 69% sono donne, per l’eredità forse dello slancio impresso dalla cofondatrice, Ita Wegman).
L’insieme delle scelte etiche adottate da Weleda non sta solo nell’applicazione dei principi antroposofici per la formulazione e la realizzazione dei prodotti: riguarda anche l’insieme dei criteri che regolano i rapporti interni all’impresa, in cui tutti i dipendenti sono responsabilizzati a vari livelli nelle scelte gestionali, quelli con i partner esterni all’azienda e, naturalmente, quelli con il pubblico e i consumatori finali.
Tutte scelte verificate e controllate da enti terzi.
Ci dicono che non può essere che così secondo la visione antroposofica: la salute, il benessere sono contenuti all’interno di un serie di cerchi concentrici che rappresentano l’individuo, la società, la natura, come nel simbolo dell’impresa, disegnato da Steiner.
Certamente, aggiungiamo noi, la qualità “naturale” ottenuta creando i prodotti in questo modo aiuta: lo dimostrano questo secolo di storia, e sicuramente, i prossimi cento anni.

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Aromaterapia scientifica: Spagna chiama Italia

Schermata 2016-09-16 alle 17.10.11Si affaccia al mercato italiano un giovane e moderno laboratorio catalano, Terpenic Labs, che dell’approccio scientifico all’uso degli oli essenziali, caratterizzati, di qualità e origine controllata, e alle loro applicazioni in campo alimentare, cosmetico e terapeutico, ha fatto la propria specializzazione. 

Sin dai tempi più remoti, l’umanità in diverse latitudini della terra ha usato, talvolta in modo casuale, erbe e piante per gli effetti curativi ed estetici. Nel XIX secolo di pari passo alle scoperte della biologia, della chimica e della fisica, si fa strada una medicina scientifica non più vincolata a credenze esoteriche e spiritistiche. Con lo sviluppo della farmacologia moderna si avvia lo studio razionale delle droghe vegetali e dei relativi effetti sull’organismo umano e animale.

Mirra e incenso, galbano e calamo, cisto o cannella non rappresentano più gli ingredienti di misteriosi unguenti che portano la nostra fantasia olfattiva a terre lontane e ancestrali, dal Nilo alla Giudea, dalla Persia all’isola di Sumatra. Oggi con le moderne tecniche di laboratorio possiamo conoscere l’utilità di una droga vegetale nella fisiologia e nella patogenesi di molti disturbi. Tra le varie tipologie di estratti (tinture, succhi, macerati, ecc.), gli oli essenziali costituiscono i principi attivi delle piante la cui azione sui diversi tessuti umani e animali è ampiamente documentata. Sebbene l’utilizzo dell’olio essenziale costituisca una pratica ampiamente diffusa in alcuni Paesi del Vecchio Continente come Francia o Spagna, in Italia l’Aromaterapia è ancora oggi troppo spesso associata a pratiche di dubbia rilevanza, sia in ambito clinico che estetico, relegando l’olio essenziale ad una semplice composizione profumata.

La gascromatografia o la spettrometria di massa hanno permesso di evidenziare la composizione chimica complessa di un olio essenziale, consentendo così una perfetta identificazione del chemiotipo. Una stessa specie botanica infatti, può sintetizzare essenze diverse, e a volte molto diverse, secondo la provenienza geografica o le caratteristiche climatiche. L’esempio più noto è quello del timo (Thymus vulgaris) che presenta sei diversi chemiotipi in base al costituente primario (timolo, linalolo, tujanolo, carvacrolo, geraniolo, terpineolo).

L’attività dell’olio essenziale, sia a livello cosmetico che farmacologico, dipende quindi dal suo chemiotipo e dal profilo cromatografico nel suo complesso. Ad esempio, l’olio essenziale di rosmarino (Rosmarinus officinalis) chemiotipo 1,8-cineolo presenterà caratteristiche assai diverse da un olio essenziale ottenuto da una specie botanica con il medesimo fenotipo (Rosmarinus officinalis), ma con un chemiotipo differente, come il verbenone o il canfora.

L’attività biologica dell’olio essenziale è in realtà data non solo dal suo costituente primario. In più occasioni si è tentato di riprodurre l’effetto terapeutico di una essenza isolando e utilizzando uno solo dei suoi componenti; tuttavia, si è osservato che è il complesso di tutte le molecole che, di concerto, esplicano una specifica azione sui tessuti umani. Inoltre, alcuni oli essenziali presentano un comportamento ormetico, ovvero diametralmente opposto da un punto di vista terapeutico a seconda del dosaggio usato, come ad esempio la canfora, il cineolo o a-tujone che sembrano essere sedativi a bassi dosaggi ed eccitanti a dosaggi più alti.

È quindi di prima importanza una valutazione dei parametri qualitativi dell’olio essenziale per evitare, ad esempio, eventuali adulterazioni che risultano essere una pratica assai diffusa. Da un’indagine australiana che presto verrà pubblicata, sul mercato europeo sette su dieci oli essenziali di Tea Tree (Melaleuca alternifolia) risultano non conformi ai parametri qualitativi stabiliti in Australia.

Schermata 2016-09-16 alle 17.10.34L’aggiunta di composti sintetici, di frazioni di bassa qualità o addirittura la vendita di miscele totalmente sintetiche, costituiscono un rischio per la salute del consumatore. Vista la complessità biochimica dell’olio essenziale, la varietà botanica delle piante aromatiche e le variabili che influenzano la biosintesi dell’essenza, sono poche le aziende specializzate in Aromaterapia scientifica la cui struttura può assicurare il rispetto dei parametri qualitativi e di sicurezza. Parallelamente a questi aspetti, è importante avere accesso a una formazione di base e specifica, con un costante aggiornamento che permetta al professionista della salute o dell’estetica di utilizzare l’olio essenziale più adatto tra un ventaglio estremamente ampio di possibilità.

In Spagna si è posizionata con grande successo Terpenic Labs, una giovane ditta catalana la cui alta specializzazione in Aromaterapia scientifica ha permesso di creare una struttura organizzativa agile e funzionale, formulando sinergie e preparati a base di oli essenziali chemiotipizzati.

Terpenic Labs dispone, inoltre, di un moderno laboratorio di analisi gascromatografiche, il che permette un seguimento costante nei processi di controllo qualità dei propri prodotti, offrendo altresì un servizio di analisi altamente specializzato a terzi.

Terpenic Labs commercializza circa 200 oli essenziali, 60 oli vegetali, una linea di integratori alimentari e preparati dermo a base di oli essenziali chemiotipizzati, nonché una ventina di diversi idrolati che sono sottoposti ad un particolare processo per evitare l’uso di conservanti.

L’ampio ventaglio di prodotti permette di proporre oli essenziali o vegetali rari o poco conosciuti per la loro origine e attività. Quello, ad esempio, di Lavanda Siviglia molto difficile da trovare in Italia1 si ricava da una sottospecie botanica della famiglia delle Lamiaceae, la Lavandula Luisieri (Rozeira) Rivas Mart. che cresce nella zona del mediterraneo, in particolare nelle regioni limitrofe della città di Siviglia e di altre province dell’Andalusia. Si ricava dalla distillazione in corrente di vapore dei fiori e presenta note olfattive e caratteristiche biochimiche completamente distinte rispetto alla conosciutissima Lavanda comune (Lavandula angustifolia), alla Lavanda spica (Lavandula latifolia), o al Lavandino (Lavandula hybrida). Il costituente biochimico principale è l’acetato di alfa-Luisierile e il profilo cromatografico di quest’olio essenziale è naturalmente complesso. Utilizzato a livello topico, presenta una serie di caratteristiche che un recente studio portoghese pubblicato nel 2016 ha confermato, come l’attività antiossidante per l’azione inibente sulla perossidazione lipidica e le proprietà analgesiche e antinfiammatorie2. Tradizionalmente l’olio essenziale di Lavanda Siviglia è anche usato come cicatrizzante, per trattare le melanodermie e la pelle a buccia d’arancia nella cellulite.

Schermata 2016-09-16 alle 17.10.53Gli oli essenziali usati in ambito estetico e come integratori sono spesso associati all’uso degli idrolati e degli oli vegetali, quest’ultimi generalmente ottenuti per spremitura di frutti o semi. La differente composizione in acidi grassi e frazione insaponificabile dei lipidi vegetali (come nel caso degli oli vergini di prima spremitura), rappresenta un’importantissima fonte di costituenti preziosi come le serie Omega (3,6,9) o di vitamine come la A, la E, la D, oltre che costituire il veicolo più appropriato per diluire l’olio essenziale.

L’Aromaterapia scientifica rappresenta, per i suoi prodotti di origine naturale spesso biologici, una alternativa agli ingredienti di sintesi che dominano il panorama formulativo degli integratori alimentari e della cosmesi.

Info: www.terpenic.com
(Alessandro Pejrano Romero, Terpenic Labs)


1 L’olio essenziale di Lavanda Siviglia è commercializzato in Italia da Terpenic Labs (www.terpenic.com) tel 02.94756311
2 Arantes S, Candeias F, Lopes O, Lima M, Pereira M, Tinoco T, Cruz-Morais J, Martins MR (2016) Pharmacological and Toxicological Studies of Essential Oil of Lavandula stoechas subsp. Luisieri. Planta Med: Apr 28

L’Erbolario

Schermata 2016-07-21 alle 11.43.39In collaborazione con Banco Alimentare, L’Erbolario ha promosso un’iniziativa di responsabilità sociale a favore delle famiglie italiane più bisognose, impegnandosi a donare un milione di pasti. Il diritto al cibo e la lotta allo spreco alimentare sono i valori cui si ispira Buoni un milione di volte: il nuovo progetto de L’Erbolario. Del resto, per L’Erbolario la bellezza si fregia da sempre di un profilo etico. Da quasi quarant’anni infatti, la filosofia del marchio si fonda sul rispetto delle persone e delle donne in particolare, sulla sostenibilità ambientale e sul made in Italy. “Non abbiamo delocalizzato alcuna fase produttiva in paesi terzi, men che meno in quelli nei quali i diritti umani e i diritti fondamentali dei lavoratori sono calpestati”, dice Daniela Villa, co-fondatrice de L’Erbolario, insieme al marito Franco Bergamaschi, che a sua volta ha concluso: “Riteniamo che l’impegno sociale a favore di chi è meno fortunato debba essere alla base del nostro operato. È su queste basi che è nato il progetto “Buoni un milione di volte”, dalla volontà di contribuire all’attività di Banco Alimentare, garantendo il diritto al cibo alle famiglie italiane più povere”.

Il progetto in sintesi

A partire dal 14 giugno e fino al 14 novembre 2016, L’Erbolario ha un importante obiettivo: donare un milione di pasti. All’acquisto di due prodotti di qualsiasi linea del marchio, L’Erbolario donerà un pasto a chi ne ha più bisogno, impegnandosi a devolvere a Banco Alimentare 70.000 euro. Questa somma, equivalente al costo sostenuto da Banco Alimentare per il recupero e la distribuzione di 500 tonnellate di alimenti, rappresenta l’equivalente di un milione di pasti.

Per informazioni www.erbolario.com