Cosmetic Technology 1, 2025
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A. Caldiroli

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L. Polli
F. Damato
Chimico, cosmetologo e tecnico-tricologo, ATELIER COSMETICO
→ francesca.damato@ateliercosmetico.it
The role of certain cosmetics in the treatment of seborrheic dermatitis on the scalp
Seborrheic dermatitis (SD) is a chronic inflammatory condition that mainly affects the scalp, causing redness, itching, scaling, and greasy yellowish flakes. The exact causes are not fully understood, but the fungus Malassezia is believed to play a crucial role. SD is more common in adults between the ages of 30 and 60 and tends to worsen during cold and dry months. Treatment focuses on reducing inflammation, eliminating the fungus, and controlling sebum production. Shampoos, lotions, and creams with sebum-regulating and antimicrobial ingredients are used to manage symptoms and prevent relapses. A trial conducted on five subjects with SD showed significant improvement after using a cosmetic treatment that included a peeling cream, specific shampoo, and lotion. All patients reported a reduction in symptoms such as erythema, itching, and scaling within 30 days, demonstrating the effectiveness of targeted and consistent treatment.
La dermatite seborroica è una condizione infiammatoria cronica che colpisce principalmente il cuoio capelluto, causando arrossamenti, prurito, desquamazione e la formazione di squame untuose giallastre. Le cause non sono del tutto chiare, ma si pensa che il fungo Malassezia giochi un ruolo cruciale. La dermatite seborroica è più comune negli adulti tra i 30 e i 60 anni e tende a peggiorare nei mesi freddi e secchi. Il trattamento mira a ridurre l’infiammazione, eliminare il fungo e controllare la produzione di sebo. Shampoo, lozioni e creme con ingredienti seboregolatori e antimicrobici sono utilizzati per mantenere sotto controllo i sintomi e prevenire le recidive. Una sperimentazione condotta su cinque soggetti affetti da DS ha mostrato significativi miglioramenti dopo un trattamento cosmetico combinato con crema peeling, shampoo e lozione specifica. Tutti i clienti hanno riportato una riduzione dei sintomi come eritema, prurito e desquamazione entro 30 giorni, dimostrando l’efficacia di un trattamento mirato e costante.
F. Rispo1, L. Dondero1, G. De Negri Atanasio1, G. Allaria1, F. Tardanico1, E. Lertora 1, I. Demori6, G. Costa7, E. Marchese7,
S. Perera-del-Rosario8,9, E. Serrano-Candelas8, M. Palomino-Schätzlein8, E. Perata2, F. Robino2, P.F. Francesco Ferrari5,
S. Ferrando1, M. Zanotti-Russo2, J. Markus3, S. Letasiova3, E. Grasselli1,4
Da: 22nd International Congress of the European Society of Toxicology In Vitro (ESTIV 2024), Prague June 3-6, 2024.
Per definizione, un ormone è una sostanza prodotta da una ghiandola endocrina che raggiunge l’organo bersaglio attraverso il circolo sanguigno. Secondo la Commissione Europea, un Interferente Endocrino (IE) è una sostanza esogena, o una miscela, che altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto)popolazione (1). A questo proposito, il Regolamento Delegato (UE) 2023/707 (2) introduce nuove classi di pericolo (interferenza con il sistema endocrino per la salute umana e interferenza con il sistema endocrino per l’ambiente) che dovranno essere oggetto di valutazione da parte delle imprese che immettono sul mercato sostanze e miscele anche ad uso cosmetico; inoltre, definisce un interferente endocrino come la sostanza o miscela che altera una o più funzioni del sistema endocrino causando effetti nocivi su un organismo integro, la sua progenie, le popolazioni o le sottopopolazioni. Al considerandum n. 6, lo stesso Regolamento argomenta che le sostanze e le miscele con proprietà di interferenza con il sistema endocrino sono spesso persistenti, perché non degradabili dall’ambiente e pertanto rappresentano un rischio per la salute pubblica e per l’ambiente. È stato dimostrato che l’interferenza con il sistema endocrino può causare determinati disturbi negli esseri umani, tra cui malformazioni congenite, disturbi dello sviluppo, della riproduzione o dello sviluppo neurologico, tumori, diabete e obesità, con un’incidenza elevata e in aumento sia nei bambini che negli adulti. Data la loro persistenza nell’ambiente, è stato anche dimostrato che le proprietà di interferenza con il sistema endocrino possono influire negativamente sulle popolazioni animali.
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