Belli capelli

Potenzialità della biotecnologia nel settore haircare

E. Ugazio

Professoressa associata Dipartimento di Scienza
e Tecnologia del Farmaco, Università degli Studi di Torino, Membro del Comitato Scientifico di Cosmetic Technology

elena.ugazio@unito.it

I capelli non svolgono funzioni vitali per l’organismo, ma fin dall’antichità rappresentano una caratteristica distintiva della persona e spesso diventano un mezzo con cui esprimere il proprio stile. Nel suo insieme l’acconciatura è legata al genere, ad aspetti religiosi, culturali e sociali. I capelli si prestano infatti a svariate trasformazioni, tramite cambiamenti di colore e fogge differenti. Tuttavia, i trattamenti chimici e fisici a cui essi vengono sottoposti possono provocare alterazioni anche irreversibili. Inoltre, i capelli sono soggetti all’effetto di fattori ambientali come la radiazione solare, il fumo, l’inquinamento che possono modificare la struttura e compromettere le proprietà estetiche e meccaniche. 

Pertanto, si assiste sempre più alla richiesta da parte dei consumatori di prodotti in grado di proteggere i capelli nella routine quotidiana e riparare i danni subiti. Al contempo si studiano trattamenti meno aggressivi, infatti il settore haircare è alla continua ricerca di ingredienti e di formulazioni che permettano di preservare la salute dei capelli e migliorare il loro aspetto.

I cosmetici per capelli includono varie tipologie di prodotti, classificati in base all’attività che debbono svolgere, tra cui azione di pulizia, styling, condizionante, colorante e decolorante, permanente e lisciante. Dal punto di vista delle formulazioni, le più diffuse sono shampoo, balsami, maschere, tinture, permanenti, stiranti ecc.

Per quanto concerne gli ingredienti, la crescente preoccupazione per i temi legati all’ambiente e il desiderio di seguire uno stile di vita che si ispiri il più possibile alla natura hanno stimolato l’interesse verso composti più sostenibili ed ecocompatibili.

Attualmente i derivati di natura proteica sono considerati una soluzione eccellente per conferire diverse proprietà ai capelli, proteggendoli dalle aggressioni esterne; a ciò si aggiunge un aspetto favorevole, ovvero il fatto che si possano ricavare, oltre che per via sintetica, da varie fonti naturali (animale, vegetale, microbica).

Per l’applicazione si può fare ricorso a diverse forme: proteine intere, idrolizzati proteici, peptidi, aminoacidi o anche nanosistemi contenenti proteine. L’effetto di queste biomolecole sulle fibre capillari dipende da diversi fattori, quali peso molecolare, sequenza di aminoacidi, carica, sostantività e idrofobicità/idrofilicità. Le formulazioni a base di ingredienti proteici possono modificare o migliorare le caratteristiche dei capelli come colore, lucentezza, forma, volume, consistenza, idratazione, effetto condizionante, pettinabilità, resistenza alla trazione. 

La biotecnologia offre una nuova metodologia per produrre in maniera efficace molecole di nuova concezione, ma anche sostanze note e già caratterizzate, con procedure innovative e maggiormente sostenibili che possano essere impiegate in ambito cosmetico.

I processi biotecnologici sono stati ampiamente utilizzati dalle industrie del personal care come mezzo per ottenere un’ampia varietà di ingredienti funzionali. Sfruttando vari strumenti biotecnologici (nello specifico, modifica enzimatica, espressione di proteine/peptidi ricombinanti, screening ad alto rendimento delle interazioni con le cheratine dei capelli), sono state progettate materie prime innovative e le aziende cosmetiche hanno sviluppato formulazioni con migliori prestazioni. Gli ingredienti cosmetici derivati dalla biotecnologia hanno attributi importanti come versatilità funzionale, elevata purezza e migliore biocompatibilità e possono essere ottenuti in modo sostenibile ricorrendo a processi più ecocompatibili, che consentono la produzione di composti attivi su larga scala con costi di produzione inferiori.

I capelli sono una fibra altamente strutturata, prevalentemente costituita da cheratina, una proteina caratterizzata dall’alta percentuale di zolfo, che conferisce una peculiare resistenza. Tuttavia, le pratiche diffuse, che prevedono l’applicazione di sostanze chimiche aggressive o che fanno ricorso al calore per modificare in modo temporaneo la struttura del capello, possono danneggiare la cuticola esterna, esponendo la corteccia interna a processi di degradazione.

Nel corso degli ultimi trent’anni sono state compiute numerose indagini sperimentali riguardo alle applicazioni biotecnologiche di derivati proteici in preparazioni per capelli, allo scopo di verificare le potenzialità di questi ingredienti a preservare la qualità delle fibre. Per esempio, il trattamento di capelli decolorati con una proteina umana ricombinante (K31) ha determinato un aumento dello spessore e una maggiore resistenza alla trazione. Questa proteina, in virtù della eccellente affinità verso altre cheratine dei capelli, ha formato una pellicola coesiva attorno alle fibre e ne ha migliorato l’elasticità e la resistenza meccanica. 

Le proteine della cheratina sono state anche coniugate con i lipidi allo scopo di ripristinare l’organizzazione a livello superficiale dei capelli. Dopo l’applicazione dei proteolipidi sui capelli decolorati, è stato osservato un miglioramento nella struttura, che può essere paragonata a quella di capelli vergini. Tale trattamento ha anche aumentato l’idrofobicità della superficie delle fibre dei capelli decolorati, con conseguente aumento dell’angolo di contatto e tempi di riassorbimento dell’acqua più prolungati. È stata inoltre studiata la capacità delle proteine della seta, fibroina e sericina coniugate con polisaccaridi di origine vegetale, di legare l’acqua aumentando l’idratazione del capello.

Negli ultimi anni si è affinata la conoscenza degli aspetti strutturali dei capelli e delle loro proprietà fisiche ed estetiche perché i ricercatori dispongono di metodi di indagine più accurati e di strumenti dotati di estrema sensibilità, oltre che di elevata specificità. Alla luce dei risultati incoraggianti raccolti, le formulazioni a base di cheratina o di idrolizzati di cheratina sono ormai abbastanza diffuse nelle preparazioni disponibili in commercio.

In un futuro prossimo, si può immaginare che i prodotti cosmetici per capelli saranno dotati di una maggiore affinità verso le fibre capillari perché verranno selezionati attivi di natura peptidica e polipeptidica “su misura”. I peptidi basati sulle sequenze di amminoacidi di cheratine e proteine associate alla cheratina con elevata affinità verso la componente proteica dei capelli potrebbero rivoluzionare il mercato dei cosmetici haircare, creando formulazioni con prestazioni superiori. La capacità di combinare diverse funzionalità nella stessa sequenza proteica dovrebbe infatti offrire l’opportunità di progettare prodotti adatti alle caratteristiche individuali, in quanto si partirebbe dalla sequenza del genoma dei capelli di una persona.

Letture consigliate

Tinoco A, Martins M, Cavaco-Paulo A, Ribeiro A. Biotechnology of functional proteins and peptides for hair cosmetic formulations. Trends in Biotechnology 2022;40(5):591-605.

Editoriale CT 4 • 2024

Anna Caldiroli

Editoriale CT 4 • 2024

“Il sole sarà
E cambierai
La tristezza dei pianti in sorrisi lucenti
Tu sorriderai”

Arriverà (Modà feat. Emma)

Qui, niente male

Lo fate anche voi quel giochino con amici e colleghi oppure in famiglia di cimentarvi con i titoli delle tracce dei temi della prova di italiano della maturità? Io sì; mi confronto con un gruppo di amiche (rispettivamente, Silvia, un’insegnante laureata in lettere, Stefania giornalista, Susanna data analyst): «Anna: che cosa avreste scelto? Stefania: Ungaretti! Anna: Nooo! io probabilmente il testo della Levi-Montalcini. Stefania: Certo sono cambiati rispetto all’altro secolo. Silvia: per decidere bisognerebbe leggere le tracce, forniscono molto più materiale di quello che erano i nostri temi classici. Io trovo molto interessante quella sulla funzione civile del patrimonio naturale e culturale. Susanna: E anche che abbiano proposto un testo di Pirandello un po’ insolito».

Per quanto riguarda la mia scelta, l’”Elogio all’imperfezione”, provo dunque a immaginare lo sviluppo di un’ipotetica scaletta; restando in tema di natura umana direi che ci siamo evoluti come frutto della diversità e dell’imperfezione. Rita Levi-Montalcini nella selezione di testo che è stata proposta considera l’imperfezione come un valore. Nello studio e più in generale nelle nostre vite e nella nostra persona, le imperfezioni sono intrinseche; tuttavia, non possono diventare dei pretesti per arrestare il cammino verso il quale ci siamo avviati. Io credo che tutto questo sia trasponibile nel mondo della bellezza. Guardandosi allo specchio è necessario fare i conti con il proprio “io”: con il proprio ingombro sterico, con il tempo che passa, con quello che vorremmo essere e con quello che il mondo ci propone come modello. Perciò il delta che separa noi stessi dal modello risulta talvolta pesare come un macigno e gettare in una condizione di ansia e di insoddisfazione. Se è vero che siamo fatti dei pensieri che siamo in grado di concepire, quanto le parole che utilizziamo, anche nella comunicazione in cosmetica, pesano? Bizzarro pensare al fatto che un Premio Nobel elogi l’imperfezione e quanto, invece, l’imperfezione rappresenti il nemico n. 1 da combattere, in virtù di una pelle perfetta, liscia, senza rughe, senza occhiaie, senza cellulite, senza peli superflui o capelli senza doppie punte, senza fili bianchi. Una vita spesa alla ricerca del “senza” quando in realtà la normalità è “con”. Non vorrei commettere l’errore di far passare il messaggio di inneggiare all’arresa davanti alle imperfezioni, deponendo le armi (che nel nostro caso sono sieri, creme, lozioni, shampoo, maschere e chi più ne ha più ne metta) quanto piuttosto, tirare una riga, prendere coscienza di sé, del proprio essere e dei propri pregi e dei propri limiti e, al contempo, identificare una comunicazione sostanzialmente diversa (non inclusiva per finta, fatemi dire): che stravolga la terminologia ai quali siamo assuefatti e parli dunque di strategie, di soluzioni, di proposte, di valorizzazione di quello che c’è. Il miracolo non esiste: per affrontare le sfide, piccole o grandi che siano, occorre dedizione (Rita Levi-Montalcini insegna!). La stessa che dobbiamo porre nell’approccio cosmetico a noi stessi e nell’insegnare alle generazioni più giovani un approccio sano e meno frustrato alla percezione di sé nel mondo.

Cosmetic Technology 4, 2024

Editoriale

Qui, niente male
A. Caldiroli

Opinion Leader

Belli capelli
E. Ugazio

articoli

F. Damato1, F. Mancini2,  G. Spada3, E. Tuzi4

1Chimica Cosmetologa e Tricologa, Atelier Cosmetico
2Consulente Tecnico Regolatorio
3Farmacista e Cosmetologa, Jana ‘e Mele
4Farmacista e Divulgatrice scientifica, Divulgazione Cosmetica

info@divulgazionecosmetica.it 

La Milano Fashion Week (MFW) è un evento globale che coinvolge diversi protagonisti da tutte le parti del globo. In questo contesto l’idea di un gruppo di lavoro del settore cosmetico è stata l’ideazione di una linea personalizzata per alcune figure chiave addette ai lavori che sono impegnate in prima linea nella realizzazione e riuscita dell’evento. Sono stati selezionati attivi da tutto il mondo, in una visione di inclusività e partecipazione che è alla base del gruppo di lavoro.


The world in cosmetics for Milano Fashion Week
Cosmetic needs behind the scenes

Milano Fashion Week (MFW) is a global event that involves various protagonists from all parts of the globe. In this context, the idea of a working group in the cosmetic field was the design of a customized line for key working figures involved on the front line in the realization and success of the event. Cosmetic actives form all over the world were selected, in a vision of inclusion and participation which is the basis of the working group.

E. Regola

Consulente scientifico

eliana.regola23@gmail.com

Sustainability of the cosmetic product
The concept of biodegradability

The themes of sustainability and eco-sustainability will first be briefly described on a general level and then declined in the context of cosmetic products.

In particular, one of the criteria for assessing environmental impact will be introduced: the concept of biodegradability.

First of all, the biodegradability concept will framed in the regulatory context for the cosmetics sector, then the possible evaluation strategies of this criterion will be indicated both at a theoretical/forecasting level and through standardized laboratory methods.

Attention will be focused on biodegradation in fresh and salt water and on the related testing methods to support of these claims.

I temi di sostenibilità ed ecosostenibilità verranno dapprima brevemente descritti a livello generale e quindi declinati nell’ambito dei prodotti cosmetici. 

In particolare, verrà introdotto uno dei criteri per la valutazione dell’impatto ambientale: il concetto di biodegradabilità.

Tale concetto verrà innanzitutto inquadrato in ambito regolatorio per il settore cosmetico, verranno quindi indicate le possibili strategie di valutazione di tale criterio sia a livello teorico/previsionale sia mediante metodi di laboratorio standardizzati.

L’attenzione verrà focalizzata sulla biodegradazione in acqua dolce e salata e sui relativi metodi di testing a supporto di tali claim.

A. Ceccato1, M. Battistin2, N. Realdon1, M. Barattin3, A. Brunetta4, F. Brunetta5, A. Bonetto6

1Dipartimento di Scienze del Farmaco, Università degli Studi di Padova

2PhD R&D Senior Specialist, KALIS, Onigo di Pederobba

3PhD Training Manager, LAB-O 24, Onigo di Pederobba

4Technical Director, KALIS, Onigo di Pederobba

5Head of R&D, KALIS, Onigo di Pederobba

6Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi, Università Ca’ Foscari, Venezia

michelabarattin@lab-o24.it

 

New modulated release delivery systems for unstable functional substances

Functionalization of chitosan particles with ascorbic acid

In a cosmetic market that requires more and more performing and “functional” products, one of the main formulative challenges becomes successfully conveying in cosmetic products functional substances not stable, preserving their activity and ensuring their availability and bioavailability on the skin organ.

Belonging to one of the most used and documented classes of active ingredients to maintain and support the organ functions of the skin, Vitamin C definitely occupies a place of honor among antioxidants. However, formulating products with Vitamin C has a great criticality linked to its oxidative potential that leads it to react inevitably and quickly with oxygen.

This research proposes a new stabilization strategy thanks to a supramolecular structure of cross-linked chitosan also by means of Van der Waals and ionic bonds that discourage Vitamin C oxidation in emulsion, preserving its activity. The analysis confirmed the success of functionalization of chitosan particles with Vitamin C, leading to greater stability in conditions typical of cosmetic use. It is also interesting to note that the adducts have been shown to be appreciably stable against sedimentation if suspended in oils with different polarities: oils with greater polarities offer greater stabilization to the adduct. 

This approach represents an interesting strategy for successfully conveying unstable active substances, obtaining sensorially pleasing and effective cosmetics.

 

In un mercato cosmetico che richiede prodotti sempre più performanti e “funzionali”, una delle principali sfide formulative diventa veicolare con successo nel prodotto finito sostanze funzionali poco stabili, preservandone l’attività e garantendone la disponibilità e biodisponibilità sull’organo pelle.

Appartenente a una delle classi di attivi più utilizzati e documentati per mantenere e sostenere le funzionalità d’organo della pelle, la vitamina C occupa decisamente un posto d’onore tra gli antiossidanti. Tuttavia, presenta una grossa criticità formulativa legata al suo potenziale ossidativo che la porta a reagire inevitabilmente e in tempi brevi con l’ossigeno.

Questa ricerca propone una nuova strategia di stabilizzazione grazie a una stuttura supramolecolare di chitosano reticolato anche per mezzo di legami di Van der Waals e ionici, che scoraggino l’ossidazione in emulsione della vitamina C, preservandone l’attività. L’analisi ha confermato il successo della funzionalizzazione delle particelle di chitosano con la vitamina C, portando a una maggiore stabilità in condizioni tipiche di uso cosmetico. Interessante notare anche come gli addotti si siano dimostrati apprezzabilmente stabili nei confronti della sedimentazione se sospesi in oli a differenti polarità: oli con polarità maggiori offrono maggiore stabilizzazione all’addotto. 

Questo approccio rappresenta un’interessante strategia per veicolare con successo attivi instabili ottenendo prodotti finiti sensorialmente gradevoli ed efficaci.

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PHARMA COSM POLLI
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BUONA LETTURA!

Cosmetic Technology 3, 2024

Editoriale

Nel tempo senza età
A. Caldiroli

con la partecipazione di Giulia Aiello

Opinion Leader

I pilastri della cosmetica moderna
P. Perugini

articoli

G. Tafuro
UNIRED, spin-off dell’Università
degli Studi di Padova
giovanni.tafuro@unired.it

L’industria cosmetica moderna si trova oggi ad affrontare sfide sempre più complesse che richiedono una maggiore consapevolezza dell’impatto ambientale associato alla produzione e all’utilizzo dei prodotti. La domanda di soluzioni innovative in grado di coniugare il rispetto dell’ecosistema, l’efficacia e gli aspetti applicativi-sensoriali delle formulazioni, evitando il greenwashing, è in costante aumento. Nel caso dei prodotti per la protezione solare, la formulazione in ecodesign si rivela ancora più impegnativa, trattandosi di una categoria di prodotti aventi vincoli normativi specifici e un ruolo fondamentale nella prevenzione della salute. L’adozione di un approccio basato sull’analisi LCA di prodotto e di materia assume quindi un ruolo centrale. In quest’ottica, i criteri di biodegradabilità ed ecotossicità diventano prioritari, così come l’impiego di processi produttivi sostenibili e la scelta razionale di materiali ecocompatibili per il packaging.


Protecting the skin and the environment: the challenge
of ecodesign in sun care products

How to combine sustainability, functionality and sensoriality aspects in the formulation of sun care products

The modern cosmetics industry today must face increasingly complex challenges that require greater awareness of the environmental impact associated with the production and use of products. The demand for innovative solutions capable of combining respect for the ecosystem, effectiveness and the sensorial-applicative aspects of formulations, avoiding greenwashing, is constantly increasing. In the case of sun protection products, the ecodesign formulation is even more challenging, being a category of products with specific regulatory constraints and a fundamental role in health prevention. The adoption of an approach based on the LCA analysis of products and materials therefore assumes a central role. From this perspective, the criteria of biodegradability and ecotoxicity become priorities, as does the use of sustainable production processes and the rational choice of eco-compatible materials for packaging.

F. Grimaldi
Farmacista cosmetologa, formulatrice e founder di HORMOON
fabrizia@hormoonskincare.com

In questo articolo, si esamina l’interessante e complesso connubio tra le variazioni ormonali nelle diverse fasi della vita di una donna e le esigenze fisiologiche e cosmetiche correlate. Attraverso una prospettiva che spazia dal ciclo mestruale alla menopausa, si affrontano gli impatti di tali cambiamenti sul corpo femminile e come questi possano richiedere adattamenti nei regimi di cura della pelle e nello stile di vita. La ricerca esplora non solo l’aspetto esteriore, ma anche il benessere generale delle donne in queste fasi cruciali.


Female cyclicity: an investigation into variations in female needs during different hormonal phases

Exploring the physiological and cosmetic impact of menstrual cycle, pregnancy, breastfeeding and menopause on women’s health 

In this article, the author examines the interesting and complex interplay between hormonal changes in the different phases of a woman’s life and related physiological and cosmetic needs. Through a perspective ranging from the menstrual cycle to the menopause, the impacts of these changes on the female body and how they may require adjustments in skin care regimes and lifestyle are addressed. The research explores not only the outward appearance, but also the general well-being of women during these crucial phases.

F. Corvasce
Farmacista, cosmetologa
info@dermomamma.it

La comparsa di smagliature in gravidanza è l’inestetismo più temuto da tutte le donne che scoprono di essere in dolce attesa. Possono colpire fino al 90% delle donne (1), per via delle variazioni ormonali che rendono la pelle più secca e più suscettibile alla loro formazione. 

Sebbene non siano pericolose dal punto di vista medico, le smagliature possono causare disagio emotivo e psicologico nella donna.

In questo articolo viene presentata la possibilità di poterle prevenire, grazie all’uso di creme e oli che contengano ingredienti funzionali con specifiche proprietà. 


Stretch marks during pregnancy: “prevention is better than cure”

Cosmetic ingredients that increase skin elasticity and hydration

The appearance of stretch marks during pregnancy is the blemish most feared by all women who discover that they are pregnant. They can affect up to 90% of women (1), due to hormonal changes that make the skin drier and more susceptible to their formation.

Although they are not medically dangerous, stretch marks can cause emotional and psychological distress in women.

This article presents the possibility of being able to prevent them, thanks to the use of creams and oils that contain functional ingredients with specific properties.

A. Gilberti
Presidente & CEO Matchplat

andrea.gilberti@matchplat.com

Ai fini dell’instaurazione di nuove relazioni d’affari, le aziende – e in particolare quelle B2B (Business To Business) – sono tradizionalmente orientate al ricorso a strumenti come le fiere e i viaggi di lavoro. Tali occasioni di incontro si affiancano poi alle ricerche online, o all’acquisto di consulenze da parte di società specializzate con cui analizzare nuovi mercati, valutandone l’attrattività e mappandone i potenziali partner (fornitori, distributori, clienti ecc.). Soluzioni di questo tipo presentano, tuttavia, tempistiche e costi elevati, motivo per cui l’Intelligenza Artificiale costituisce un’alleata preziosa. Oggi è infatti possibile svolgere analisi semantiche dei contenuti online di centinaia di milioni di imprese in tempo reale, classificandole in base alle loro caratteristiche chiave grazie all’impiego di algoritmi di NLP (Natural Language Processing). Il punto di partenza delle analisi è rappresentato dalle cosiddette business information, vale a dire le informazioni ufficiali che identificano un’azienda, raccolte a partire da fonti certificate e successivamente completate da quelle riportate sui siti web delle aziende. Applicazioni di questo tipo permettono di abbattere tempi e costi per lo scouting di imprese target, semplificando il lavoro dei decisori delle diverse funzioni aziendali che quotidianamente si occupano della ricerca di realtà in grado di rispecchiare parametri precisi.


Artificial Intelligence and target companies research

Advantages and application fields

In order to establish new business relationships, companies – and in particular B2B (Business To Business) ones – are traditionally oriented towards the use of channels such as trade fairs and business trips. These opportunities for meetings are then flanked by online research, or the purchase of consultancy services from specialised companies to analyze new markets, assessing their attractiveness and mapping potential partners (suppliers, distributors, customers, etc.). However, such solutions are time-consuming and costly, which is why Artificial Intelligence is a valuable ally. Today, it is in fact possible to perform semantic analysis of the online contents of hundreds of millions of companies in real time, classifying them according to their key characteristics using NLP (Natural Language Processing) algorithms. The starting point for the analysis is the so-called business information, i.e. the official information that identifies a company, collected from certified sources and subsequently supplemented by information on corporate websites. Applications of this kind make it possible to reduce the time and costs of target companies scouting, simplifying the work of decision-makers in corporate functions involved on a daily basis in the search for organizations meeting specific parameters.

 

 

K. Nowak1, P. Pallavi2, A. Le Riche2, K. Kappler1, J. Baumann1, T. Biro2, M. Bertolini2, F. Wandrey1, F. Zülli1

1MIBELLE BIOCHEMISTRY*, Buchs (Svizzera) – 2MONASTERIUM LABORATORY, Münster (Germania)

*Distribuita in Italia in esclusiva da AVG (Bollate, Milano).

 

L’importanza del nicotinamide adenine dinucleotide (NAD+) nel supportare un invecchiamento in salute ha ottenuto ampi riconoscimenti, in particolare nella promozione della salute. L’aumento della biodisponibilità di NAD+ può essere ottenuto attraverso vari approcci, incluso il consumo di integratori precursori di NAD+, l’inibizione degli enzimi che consumano NAD+, la modulazione di processi che generano NAD+ quali la restrizione calorica e l’esercizio fisico.

L’enzima nicotinamide fosforibosiltransferasi (NAMPT) funge da enzima limitante della velocità di sintesi del NAD+ e del riciclo. NAMPT è noto per diminuire con l’età e per promuovere la senescenza diventando un target significativo per gli interventi destinati al mantenimento dei livelli ottimali di NAD+.

L’importanza del NAD+ nel metabolismo della pelle è particolarmente evidente in malattie sistemiche quali la pellagra i cui sintomi sono rappresentati da pelle pigmentata, secchezza, dermatite, diarrea e demenza non ultima la morte. La pellagra è causata da una carenza di NA e NAM che sono i precursori della sintesi del NAD+.

Nei modelli animali, è stato dimostrato che livelli insufficienti di NAD+ contribuiscono a una sensibilizzazione della pelle ai raggi UV, ad una risposta impari al danno del DNA (DDR), a un aumento dell’instabilità genomica ed alla promozione della senescenza cellulare che porta ad un’accelerazione dell’invecchiamento cutaneo. Pertanto ripristinare il livello di NAD+ nella pelle invecchiata, per potenziare la capacità di riparazione del DNA e potenziare il metabolismo energetico cellulare, è diventato un concetto antiageing attraente per i cosmetici. Una nostra precedente ricerca ha dimostrato che l’estratto dai germogli di Helianthus annus rallenta la senescenza nei fibroblasti umani e rinforza la produzione di energia cellulare sotto forma di ATP nell’epidermide umana ricostruita. È stato osservato che l’estratto di germogli di girasole aumenta l’espressione genica del NAMPT nei fibroblasti cutanei indicando un potenziale aumento della sintesi del NAD+. Inoltre, il profilo molecolare dell’estratto da germogli di girasole ha rivelato l’identificazione di vari componenti incluso l’acido caffeico e i suoi derivati quali mono-, di-, e tri- caffeoyl esteri dell’acido quinico, noti anche come derivati clorogenici (COAs), i composti identificati sono noti per i loro effetti a vantaggio della salute umana. COAs hanno la capacità di regolare lo stress ossidativo e di promuovere l’apporto di protezione contro il danno al DNA cellulare. 

Lo scopo dello studio è approfondire, in vitro, l’impatto dell’estratto di germogli di girasole su un modello di invecchiamento dei cheratinociti. Questo modello induce uno stress da invecchiamento incorporando Timidina analoga nel DNA che provoca il danno al DNA che rappresenta un contributo cruciale all’invecchiamento della pelle e può essere provocato da fattori sia esterni sia interni compresi il naturale invecchiamento e le radiazioni UV.

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Focus sui nuovi obblighi di due diligence
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BUONA LETTURA!

Il Regolamento sui prodotti a deforestazione zero

Il Regolamento sui prodotti a deforestazione zero

Focus sui nuovi obblighi di due diligence

Lo scorso 29 giugno è entrato in vigore il Regolamento (UE) 2023/1115  relativo alla messa a disposizione sul mercato dell’Unione e all’esportazione dall’Unione di alcune materie prime e prodotti che potrebbero essere associati alla deforestazione e al degrado forestale (c.d. “Regolamento EUDR”).

Si tratta di un’ulteriore azione che si inquadra nella strategia del Green Deal europeo che intende promuovere una crescita economica sostenibile spingendo le imprese europee a integrare le valutazioni sui rischi ambientali e sociali nella propria catena di fornitura, attivando adeguati processi di due diligence e rendicontazione in maniera trasparente.

A questo proposito, Virginijus Sinkevičius, commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca della Commissione europea ha dichiarato «L’Unione europea si assume la sua parte di responsabilità per quanto riguarda la deforestazione e il degrado forestale a livello mondiale […]. Tutti i paesi potranno continuare a vendere i loro prodotti nell’UE, a condizione che possano dimostrare di essere a deforestazione zero».

Tra gli obiettivi di questo Regolamento vi sono oltre alla promozione del consumo di prodotti “privi di deforestazione” e la riduzione dell’impatto dell’UE sulla deforestazione e sul degrado forestale a livello mondiale, anche la riduzione delle emissioni di gas serra e la perdita di biodiversità.

Materie prime e prodotti coinvolti

Soggetti coinvolti

Obblighi per le aziende

Timeline

Sanzioni e Autorità competenti

Consigli pratici ed esempi

COSMETIC TECHNOLOGY

AssICC – Associazione Italiana Commercio Chimico
c/o Unione Confcommercio-Imprese per l’Italia Milano, Lodi, Monza e Brianza

info@assicc.itwww.assicc.it

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Editoriale CT 2 • 2024

Oggi voglio dare concretezza al concetto di sostenibilità un termine molto usato, talvolta abusato (concedetemelo) capofila indiscusso dei trend di mercato e delle più svariate forme d’innovazione, inquadrarlo dal punto di vista culturale ed avvicinarlo quanto più possibile al concetto di bellezza rigenerativa, di rinascita o di ripartenza delle persone e del territorio; si mettono in moto riorganizzazioni e cambiamenti nel quotidiano che coinvolgono anche l’industria della bellezza.

In questa cornice, voglio inserire alcune iniziative, di cui sono venuta a conoscenza: la prima riguarda il progetto triennale “Patto per le Arti”, che coinvolge il Museo MA*GA e Confindustria Varese, con l’obiettivo di dare vita a un modello di collaborazione tra il mondo della cultura a quello dell’impresa che si affiancano secondo una visione di benessere diffuso; l’investimento in progetti culturali determina coesione sociale, favorisce l’appartenenza al territorio nel quale si vive creando un sistema di scambio reciproco. Un progetto strategico di crescita che vede la creazione di relazioni tra mondo produttivo e quello della cultura per far rinascere un’area geografica dove l’impresa si assume responsabilità sociali perché fare impresa passa anche attraverso il proprio impegno a sostegno del welfare sociale. Con un progetto strutturato, le varie iniziative delle singole imprese che hanno deciso di puntare su innovazione, creatività, welfare aziendale e politiche di conciliazione vita-lavoro si trasformano in un sistema organizzato.

Il secondo spunto nasce da una collaborazione tra Confindustria Venezia e la Collezione Peggy Guggenheim che propone alle aziende socie delle opportunità di avvicinamento al mondo dell’arte, attraverso strumenti di Responsabilità Sociale d’Impresa e welfare aziendale: un investimento sostenibile che crea valore nel tempo con progetti di corporate membership. I livelli di corporate membership proposti sono diversi ma, secondo me, rilevante il fatto che per tutti vi sia la possibilità di comunicare il sostegno economico quale attività di CSR noto che comunicazione e branding sono indiscutibilmente tra gli obiettivi di questa scelta. Secondo la Collezione, una collaborazione continuativa valorizza la creatività delle imprese in modo riconoscibile.

Non ultimo, “Alchimie culturali” il progetto promosso da Confindustria Veneto in collaborazione con Fondazione Bevilacqua La Masa e la Fondazione Musei Civici che ha un doppio obiettivo: da un lato, far conoscere la sostenibilità implementata dalle imprese attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea e al tempo stesso promuovere il valore intangibile della cultura. La volontà è creare sinergie con un processo “alchemico” tra il know-how dell’impresa e la creatività dei giovani artisti, per portare aria fresca. Verranno documentate le varie fasi del progetto in modo da trasferire all’esterno con l’occhio dell’artista come nei processi produttivi delle imprese la #sostenibilità sia presente e perseguita quotidianamente: il punto di vista dell’artista spingerà l’imprenditore a vedere da un’angolazione diversa non solo il suo prodotto, ma la sua stessa prospettiva evolutiva.

In sintesi, potrei dire: le imprese si riflettono sul territorio in cui sono insediate non più come punto di raccolta di input ma come luogo per rinforzare un output e renderlo eterno, per quanto possibile.

I meno romantici staranno già pensando a Art bonus e, in generale, ai benefici per le aziende quali defiscalizzazione e, come già precisato, brand image. Ora…siamo imprese, ciò verso cui ci si orienta a investire deve avere in qualche modo un ritorno. Se questo tipo di investimenti può valorizzare il territorio e creare benessere a tutto tondo, io dico: perché no?

Cosmetic Technology 2, 2024

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Vivere nel sogno di volare
A. Caldiroli

Opinion Leader

Stabili o instabili? Questo è il problema
A. Ratti

articoli

S. Cudrig
R&D manager cosmetic product
e medical devices BIOFARMAGROUP
(Plant di San Pietro Viminario)
sonia.cudrig@gmail.com

Il prodotto solare ha il compito di protegge la pelle dall’esposizione protratta alla radiazione ultravioletta e per questo motivo è necessario porre molta attenzione al suo sviluppo. La sensibilità verso le problematiche ambientali e l’attenzione agli effetti tossicologici di alcuni filtri solari, hanno limitato l’uso di diverse materie prime e complicato l’attività del formulatore. Anche le aspettative nei confronti dei prodotti solari si sono evolute. Il consumatore ricerca prodotti multifunzionali che devono possedere attività diverse oltre a quella di protezione da scottature ed eritema. Compito del formulatore è riuscire a soddisfare tutte le richieste e garantire una sicura esposizione al sole.


Sunscreen product development: from concept to production

The sunscreen product is responsible for protecting the skin from prolonged exposure to ultraviolet radiation, and, for this reason, considerable attention must be paid to its development. Sensitivity to environmental issues and attention to toxicological effects of some sunscreens have limited the use of various raw materials, complicating formulator’s operations. Expectations towards sunscreen products have also evolved. Consumers seek multifunctional products that must have different features in addition to sunburn and erythema protection. Thus, the formulator’s task is to be able to satisfy all demands and ensure a safe sun exposure.

 

D. Dashi1, A. Caldiroli2
1Cosmetic chemist designer
2Consulente tecnico-regolatorio 
dianadashi@gmail.com

L’intersezione tra arte e cosmetica rivela una profonda connessione incentrata sulla ricerca della bellezza. Questo articolo esplora il legame tra i due mondi, analizzando l’approccio sia scientifico sia creativo dei formulatori cosmetici, il crescente interesse per la clean beauty e le sfide legate all’attuazione di standard etici e sostenibili. Attraverso un’analisi dettagliata, si esplorano i legami tra la creatività artistica e le metodologie scientifiche nella formulazione cosmetica, delineando un quadro futuro di innovazione e progresso nel settore. Proiettandoci in avanti, ci si attende un continuo sviluppo nella cosmetica, guidato dalla ricerca di ingredienti naturali e processi eco-sostenibili, in sintonia con le esigenze dei consumatori moderni.


The world of cosmetics seen through the lens of art

The intersection of art and cosmetics reveals a profound connection centered on the pursuit of beauty. This article explores the link between the two worlds, analyzing the scientific and creative approach of cosmetic formulators, the growing interest in clean beauty, and the challenges associated with implementing ethical and sustainable standards. Through a detailed analysis, it examines the connections between artistic creativity and scientific methodologies in cosmetic formulation, outlining a future framework of innovation and progress in the industry. Looking ahead, there is an expectation of continuous development in cosmetics, driven by the search for natural ingredients and eco-friendly processes, in line with the demands of modern consumers.

F. Gola1, F. De Luca1, G. Mazzini2, F. Ferulli3, R. Vicini3, E. Regola3, M.G. Bottone1, C. Angelinetta3

1Dipartimento di Biologia e Biotecnologie, Università di Pavia
2Istituto di Genetica Molecolare, Consiglio Nazionale delle Ricerche (IGM-CNR)
3BIO BASIC EUROPE, Milano

L’invecchiamento e i disturbi a esso correlati sono le principali problematiche al giorno d’oggi e la prima causa di questa condizione fisiopatologica è l’incremento dei livelli di stress ossidativo. Una delle molecole che agisce come mediatore antiossidante è l’acido ascorbico e il suo ruolo come fattore antinvecchiamento è chiaramente ben descritto in letteratura. I risultati precedentemente pubblicati hanno chiaramente dimostrato che Capsicum annuum L. var. peperone di Voghera (VP), una varietà di peperone coltivato da un numero limitato di produttori della provincia di Pavia e Alessandria, ha un alto valore nutrizionale ed è particolarmente ricco di acido ascorbico.

aggiornamenti
regolatorio

Legislazione Cosmetica

Uno strumento di lavoro ONLINE in cui potete trovare, oltre al Nuovo Regolamento n.1223/2009 (con i relativi aggiornamenti), tutte le Leggi afferenti e trasversali al settore cosmetico
aziende

Res Pharma
DSM-FIRMENICH

PARSOL® DHHB

ACTIVE CONCEPTS

ABS Acai Sterols EFA

Pharma Cosm Polli

Beracare CBA

Su questo numero presentiamo…
Prodotti solari con fitocomplessi vegetali ad azione SPF booster
F. Damato, G. Pressi, A. Bianchi, C. Pegoraro
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BUONA LETTURA!

MakeUp Technology P/E 2024

MakeUp Technology P/E 2024

TENDENZE
FINESTRE DI APPROFONDIMENTO
RUBRICHE
INGREDIENTI

speciale: Transforming makeup 

tendenze
l’Atelier d’arte cosmetica

ARTE nel suo significato più ampio, comprende ogni attività che conduce a forme di creatività ed espressione estetica, sostenuta da accorgimenti tecnici, abilità innate o acquisite e norme comportamentali derivate dallo studio e dall’esperienza. Pertanto, l’arte rappresenta la capacità di trasmettere emozioni e messaggi.

S. Zanella, L. Ferrari

L'Atelier della cosmetica

AIDECO

CAMOUFLAGE: UN TRUCCO CHE MIGLIORA LA QUALITÀ DELLA VITA
CAMOUFLAGE: UN TRUCCO CHE MIGLIORA LA QUALITÀ DELLA VITA

Il makeup rappresenta un comparto straordinario della cosmetologia, in grado di accompagnare i sogni e la fantasia di ogni individuo, oggi anche per tutti i generi, così come di “trasformare” la nostra identità, seppur per poco tempo, così come si desidera in quel momento. In alcuni casi la possibilità di modificare l’aspetto, oltre che una risorsa è anche una necessità. 

FINESTRE DI APPROFONDIMENTO

Smalti semipermanenti thermo-changing

La Privacy ha sempre a che fare con la persona e con i suoi diritti

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rubriche
L'angolo della strategia

La grande bellezza: evoluzioni e trasformazioni del mondo cosmetico • G.P. Armana

Legale

Quali sono le "nuove" regole per gli influencer? • C. Bellomunno

Cosmetica e proprietà intellettuale

Intelligenza Artificiale: una nuova frontiera nella contraffazione • A. Canova, V. Grioni

Job Corner

Il rapporto tra flessibilità e benessere sul lavoro nelle aziende della filiera beauty • S. Lovagnini

INGREDIENTI

Lago di Blush

Blush in stick originale e audace che ridefinisce l’approccio al makeup.

La formula è più di un semplice fard, è una sfida all’ordinario, un’innovazione che fa brillare le guance con glitter discreti.

Il protagonista indiscusso, il butilene glicole, aggiunge una nota idratante, trasformando le guance in un invito irresistibile pronto a stupire in ogni occasione.

FARAVELLI Cosmetic Division

Rossetto

Scelta per esaltare le caratteristiche di un rossetto molto originale, la fragranza è un’elegante fusione di elementi che evocano l’allegria delle giornate trascorse all’aperto sulla neve. Il balsamo di Tolù è inserito come nota predominante conferisce calore, profondità ambrata e balsamica; i fiori dolci insieme al caprifoglio aggiungono delicatezza e romanticismo. La vaniglia e alcuni accordi ambrati completano la fragranza, creando qualcosa di avvolgente e irresistibile.

FARAVELLI Cosmetic Division

Direttore Responsabile
Francesco Redaelli
fr@ceceditore.com

Direttore Scientifico
Riccardo Rossi
rrossi.ceceditore@gmail.com

Responsabile di redazione
Anna Iannitelli
ai@ceceditore.com

Progetto grafico
e impaginazione

Serena Dori
sd@ceceditore.com

Giulia Gilardi
gg@ceceditore.com

Assistente marketing
Matteo Olgiati
mo@ceceditore.com

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Opinion Leader CT 1 • 2024

Il 2023 non è stato un anno facile, ci sono ancora effetti della pandemia da Covid 19, una situazione sociopolitica preoccupante e instabilità economica, che si riflettono su ogni aspetto della filiera cosmetica e non solo.
Partendo da tutto questo, non possiamo pensare che lo scenario mondiale non si rispecchi anche sul nostro mercato e sulla mente dei nostri consumatori.
Esiste un generale clima di disillusione, sopraffazione e a volte forse rassegnazione, che ha la conseguente ricaduta su come si acquista e forse proprio su come si percepisce la cosmetica.
Tutto questo ci fa riflettere e sempre più spesso prima di ideare un prodotto pensiamo a tutto quello che ruota intorno, non solo l’efficacia ma anche come farà sentire il nostro cliente e quali valori abbraccia e rafforza. Siamo sicuri che un prodotto ideato 12 o 24 mesi prima sia sempre attuale? E come possiamo avvalerci di analisi di mercato e trend?
Recentemente è stato pubblicato il nuovo report Mintel “Global Beauty and Personal Care Trends 2024” che comprende le novità e le prospettive future nel comportamento dei consumatori, l’impatto sul marketing e sull’innovazione nel campo della bellezza e della cura personale.
Partendo proprio da questo report che, come sempre, fotografa e definisce in modo chiaro quali sono gli aspetti che possiamo prevedere interessino di più i nostri consumatori, possiamo riflettere su alcune tendenze individuate per capire, se e come, queste detteranno i beauty trend o in generale i nuovi beauty concept anche nel nostro Paese.
I macro trend individuati da Mintel sono NeuroGlow, Beaut-AI e Sophisticated Simplicity.

Notiamo come la sostenibilità sia ormai un concetto implicito e il cliente si aspetti che i brand lavorino in questo senso. Dando quindi per scontato, e non lo è affatto, che si sia compreso come rendere più sostenibili i nostri prodotti da quando li ideiamo a quando li buttiamo, ci concentriamo sui tre nuovi beauty trend.
Quello che mi piace particolarmente è il NeuroGlow, che come recita il report descrive: “Il prossimo capitolo del benessere sarà la bellezza mente-corpo, dove benessere mentale e aspetto fisico sono interconnessi.”
Ho sempre pensato che la bellezza fosse connessa interamente con lo stare bene con sé stessi, e che il cosmetico abbia nel suo animo anche un ruolo sociale di aiuto nell’esprimersi, migliorarsi, connettersi con la parte più intima di noi e di quello ci circonda.
Come potranno i brand affrontare questa nuova sfida? Parlando di gradevolezza, di aiuto nel superare situazioni di stress, nel promuovere stili di bellezza e canoni raggiungibili e reali, in modo da non generare disagio o frustrante omologazione.
Dovranno farsi promotori di inclusione, di valorizzazione delle diversità e anche di semplificazione, di impatto positivo sia nei messaggi sia nelle proposte di skincare.
Diminuire lo stress da solo ha impatto positivo su pelle e capelli, perché non essere un brand antistress?
La connessione pelle-cervello-intestino è scientificamente comprovata, aiutiamo i cosmetici a farci star meglio con noi stessi. La neurocosmesi può venire in aiuto per selezionare meglio attivi, texture e profumo, ma sono i messaggi, le parole, le immagini che proponiamo che possono aiutare tutti a ritrovare meglio la propria bellezza.
Il benessere mentale e fisico è diverso per ognuno di noi. Di conseguenza, i marchi devono riconoscere che a tal fine sono necessari approcci personalizzati alla bellezza e al benessere e non esiste un solo ideale di bellezza.
Tutto questo non è solo filosofia: i dati raccolti confermano che il trend esiste ed è molto forte, il 70% dei consumatori statunitensi è interessato e disposto a pagare di più per prodotti BPC con qualità che migliorano l’umore (per esempio, antistress).
Il concetto di bellezza e benessere è un trend che coinvolgerà sempre di più i consumatori di tutto il mondo abbracciando stili di vita sani, pratiche di sport e esercizi di meditazione, yoga, cibo sano e stili di vita che rispettino di più il nostro bilancio emotivo. La cosmesi non potrà che essere una buona alleata.
Che cosa stanno facendo i brand? L’innovazione su questo tema abbraccia molti fronti, dai cosmetici stile skin “food” con ingredienti sempre più naturali ma anche simili al cibo o da upcycling di cibo, a richiamare una nutrizione vera della pelle fatta senza impattare troppo sull’ambiente. Ecco che nascono nuove materie prime da upcycling di scarti alimentari, dal limone al caffè, in un concetto di economia circolare che fa bene non solo all’umore ma anche al pianeta.
Dall’altro lato crescono gli attivi sensoriali, che agiscono liberando endorfine o promettendo di bloccare la produzione di cortisolo cutaneo per un vero effetto antistress. Altri brand hanno riscoperto l’abbinata di inalazione e applicazione topica, concetto non nuovo, ma che negli ultimi tempi ha una nuova giovinezza, soprattutto in rituali di skincare serale e promette riposo rigenerante e profondo.In ultimo, come rendere l’utilizzo di un cosmetico una vera esperienza sensoriale? Facendo vivere i prodotti con quello che io stessa ho coniato con il termine “Degustazione CosmeticaTM”, un vero momento di prova al prodotto volto a soddisfare tutti e cinque i sensi.
In una società sempre più complessa, divisa e con situazioni internazionali di guerra, forse ci stiamo abituando a guardarci dentro più di quanto guardiamo fuori. Abbiamo capito che ascoltare il proprio corpo e i bisogni della pelle e il rallentare hanno un effetto positivo sia su mente sia su corpo.
Ecco che il concetto di benessere deve sposare i valori del brand, abbracciare visoni più ampie che passino dall’utilizzo di attivi con azione rilassante, ma che affondi le sue radici in una vera ricerca di sostenibilità ambientale ma anche interna, con condizioni di lavoro, attenzione alla persona, insomma un vero progetto di bellezza, interna ed esterna.
In fondo lo dicevano già gli antichi greci, che il corpo fosse lo specchio dell’amina e la virtù di un uomo o di una donna doveva per forza riflettersi nel suo aspetto, la famosa frase kalòs kaí agathòs, dalla quale si originò il sostantivo astratto kalokagathía. L’espressione kalokagathìa (dal greco καλοκαγαθíα) indicava, nella cultura greca del V secolo a.C., l’ideale di perfezione fisica e morale, quindi bello ma anche virtuoso. In particolare, il termine καλóς per i greci si riferisce non solo a ciò che è “bello” per il suo aspetto sensibile ma anche a quella bellezza che è connessa al comportamento morale “buono” (ăγαθóς).
La kalokagathía dunque rappresenta la concezione greca del bene connessa all’azione dell’uomo e si sostiene quindi che vi sia una complementarità (un’armonia) tra “bello” e “buono”: ciò che è bello non può non essere buono e ciò che è buono è necessariamente bello.
Ognuno può quindi coltivare la sua bellezza, partendo dai propri valori e dalle proprie imprese. Un bel modo di guardare al futuro, dove speriamo la cosmesi sia un a scintilla che inneschi un vero “rinascimento”, una riscoperta di sé stessi e dei valori profondi che ci uniscono agli altri e alla natura, insomma un ponte verso una nuova “bellezza” globale. 

Editoriale CT 1 • 2024

Il nostro territorio e probabilmente la nostra indole come popolo ci rendono effervescenti e portatori di idee. Ne sono generalmente convinta ma rinforzo la mia convinzione ogni volta che solco i viali di una fiera oppure che incontro nuovi imprenditori e imprenditrici che mi raccontano la loro storia e, a volte, l’aver fondato la propria azienda coincide con una rinascita personale e professionale. Bizzarro notare come, con un occhio sempre proteso verso gli Stati Uniti d’America (o l’estremo Oriente) portandoli in palmo di mano e lamentandosi di ciò che il nostro Paese ci offre, o a volte scagliandosi ferocemente contro l’Europa e le sue evoluzioni, riusciamo comunque a essere dei maestri di creatività.

A questo proposito, mi fa piacere richiamare alcuni spunti che arrivano direttamente dall’industria e da uno dei suoi rappresentanti. Si tratta di alcune considerazioni espresse dall’Ing. Carminati, Presidente di Confindustria Alto Milanese in occasione dell’Assemblea Pubblica di novembre 2023. Egli ha posto l’attenzione sulla formazione e sulla necessità per le imprese di accogliere personale giovane (noto che senza ricambio generazionale, il Paese non sarà in grado di sostenersi) e opportunamente formato perché nelle imprese quando vengono acquistati macchinari evoluti per esempio, occorre trovare persone (già o rapidamente) in grado di farli funzionare. Spesso questo non accade e si finisce con l’assumere anche personale inadeguato, con la determinazione di formarlo nelle aziende, talvolta illudendosi di farcela. Questa situazione non è sostenibile e conduce a una condizione di inferiorità competitiva nei confronti di chi, invece, può disporre di personale preparato. Da qui la proposta: risolvere la situazione intervenendo in aiuto alla scuola nella formazione dei futuri collaboratori e dei loro professori, andando a insegnare ciò che le aziende necessitano. Un passaggio epocale, un’occasione da non trascurare per il futuro delle imprese. Proseguendo, il Presidente ha infatti osservato che «il capitale umano vale molto di più di quello finanziario e, soprattutto, non lo puoi avere in prestito». Senza personale e, ancor più, senza le nuove generazioni, le imprese muoiono e il territorio diventa un deserto. Ha aggiunto poi che le imprese hanno bisogno di giovani appassionati e d’innovazione, che non significa solo stare al passo con la tecnologia, ma sapere implementare processi o realizzare prodotti dirompenti.

Un tratto del discorso che mi ha decisamente conquistato e nel quale mi sono riconosciuta è che secondo l’Ing. Carminati, per innovare e per risolvere problemi sempre più complessi, innanzitutto, occorre imparare a disimparare, disapprendendo ciò che è diventato obsoleto, trasformando il vecchio in qualcosa di diverso, che potrà essere efficace nell’ambiente nuovo perché si tratta di una forma di innovazione che incontreremo anche nel corso di questo nuovo anno sulle pagine della rivista, con una nuova rubrica dedicata alla formulazione, trovando perciò un denominatore comune nei bisogni delle imprese, benché diverse tra loro. Non ultimo, ha ricordato che nelle imprese c’è bisogno di «collaboratori capaci, svegli, formati, ma soprattutto di brave persone».

Anche Mario Tchou, sviluppatore Olivetti, direi un anticipatore di quello che sarebbe stato il futuro, riteneva che le cose nuove si fanno solo con i giovani perché si buttano con entusiasmo e collaborano in armonia, senza personalismi e senza gli ostacoli derivanti da una mentalità consuetudinaria.

Ho pensato fosse indispensabile condividere questi pensieri che ben si conciliano da una parte, con il numero dedicato all’innovazione e, dall’altra, con la linea editoriale scelta che vede su ciascuna uscita un profilo junior affiancato da uno senior di comprovata esperienza.