Sansa di mela

VISTO IN FIERA
POSTER

Vénicia Numa,
Elisabeth Badens,
Arnaud Bellon,
Christelle Crampon

Symrise, Francia
Laboratoire M2P2,
Europôle de l’arbois,
Aix en Provence cedex

Sansa di mela

Una nuova fonte di ingredienti per l’industria cosmetica

Le industrie (soprattutto l’agricoltura e l’industria alimentare) generano molti prodotti di scarto. Nel 2017, gli scarti alimentari (44%) hanno rappresentato la maggiore fonte di rifiuti nel mondo, prima di carta (17%), plastica (12%), vetro (5%) e metallo (4%). Solo il 13,5% di questi scarti (side stream) viene valorizzato, nonostante la generale diminuzione delle risorse. Eppure, gli scarti alimentari possono essere trasformati per generare un significativo valore aggiunto, in particolare nell’industria cosmetica. Si tratta di una nuova tendenza di consumo che risulta essere interessante per fornitori e consumatori, il cui senso di responsabilità ecologica sta crescendo in molti campi.

In termini di consumi/anno, la mela è uno dei frutti più consumati al mondo, circa 70 milioni di tonnellate l’anno (2017). L’upcycling della sansa di mela può risultare interessante, in quanto consente di aiutare a ridurre l’impatto ambientale delle industrie alimentari per ottenere composti bioattivi ad alto valore aggiunto. Symrise è un’azienda attivamente coinvolta nel processo di upcycling che ha iniziato a dedicarsi ai diversi modi di valorizzazione dei side stream. Tra le varie fonti disponibili all’interno delle filiali Symrise, la sansa di mela (vale a dire il principale sottoprodotto ottenuto nel processo di produzione dei succhi di mela) rappresenta una fonte di cere e composti bioattivi come i polifenoli (florizina, floretina) e composti lipofili (acido ursolico, eritrodiolo, acido oleico e acido linolenico) che riscuotono grande interesse nel campo cosmetico per le loro proprietà antiossidanti, lenitive, antimicrobiche, emulsionanti. Una delle tecniche di estrazione utilizzate per ottenere tali molecole può essere l’estrazione con CO2 supercritica, nota per essere una tecnica eccellente nell’estrazione dei lipidi. Infatti, l’estrazione di CO2 supercritica (Sc-CO2), tra le altre possibili, è una tecnica promettente per la valorizzazione della sansa di mela che consente di ottenere interessanti rese per composti ad alto valore aggiunto derivati dalla materia di scarto.

L’idea di fondo mira a sviluppare un processo integrato per separare selettivamente i composti di interesse e modellarli. Il progetto ha lo scopo di sviluppare un processo più compatto, economico e attento all’ambiente. La valorizzazione della sansa di mela sarà usata come prodotto modello, per applicare il processo di estrazione ad altri side stream. In particolare, si è focalizzato sullo studio di diverse tecniche di estrazione per l’upcycling del side stream delle mele e sullo sviluppo di un metodo integrato di estrazione per separare selettivamente i composti.

Risultati (quali-quantitativi) delle analisi condotte con LC-MS dell’estratto di sansa di mela con Sc-CO2

Processo di valorizzazione
della sansa di mela

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Comunicare la sostenibilità dei prodotti cosmetici nel Regno Unito

REGULATORY

Francesca Rapolla

Scientific Affairs Manager CTPA

Comunicare la sostenibilità dei prodotti cosmetici nel Regno Unito

Come i consumatori e le aziende possono prendere decisioni informate e proteggere la reputazione del settore cosmetico

L’impatto ambientale di ogni tipo di prodotto sta diventando sempre più importante per i consumatori, i quali hanno a loro volta un maggior interesse a contribuire alla salvaguardia del pianeta anche attraverso le azioni quotidiane.

I consumatori si orientano sempre di più verso prodotti caratterizzati da un minore impatto ambientale, o che sono sviluppati avendo in mente la sostenibilità; ma come fanno i consumatori a riconoscere questo tipo di prodotti? E questi prodotti sono veramente a minor impatto ambientale, o danno l’impressione di esserlo?

La comunicazione sulla sostenibilità dei prodotti cosmetici è una chiave per informare i consumatori sulle caratteristiche ambientali di un prodotto, ma anche per aiutarli a prendere una decisione informata prima di effettuare un acquisto. Per questo motivo, proliferano tante iniziative a livello europeo e internazionale per regolare la comunicazione (i claim) ambientale.

L’obiettivo di questo approfondimento è prendere in esame il mercato corrente per l’aspetto dei claim ambientali e le regole stabilite nel Regno Unito, in relazione a queste comunicazioni. In particolare, focalizzandosi sul lavoro della Competition and Markets Authority (CMA) e il Green Claims Code che spiega in dettaglio come il regolamento per la protezione dei consumatori viene applicato alla comunicazione sulla sostenibilità. Non ultimo, la Cosmetic, Toiletry and Perfumery Association (CTPA, associazione di rappresentanza per l’industria cosmetica nel Regno Unito) ha pubblicato un documento guida sulla comunicazione ambientale ai consumatori, analizzando quali considerazioni devono essere fatte per risultare in linea con le normative che verranno prese in esame.

Articolo integrale pubblicato su Cosmetic Technology 2/2022

 

La Cosmetic, Toiletry and Perfumery Association (CTPA) è l’associazione di rappresentanza per l’industria cosmetica nel Regno Unito che si impegna nell’analisi e diffusione delle normative tecniche, supporta i suoi associati nella crescita delle imprese a livello locale e internazionale, promuove la reputazione dell’industria attraverso la pubblicazione di informazioni rivolte ai consumatori.  Nel quotidiano, CTPA collabora molto strettamente con il governo del Regno Unito per analizzare e valutare normative riguardanti i prodotti cosmetici e i suoi ingredienti.  Nell’ambito della Brexit, CTPA è stata e rimane il punto di riferimento per lo sviluppo e la crescita dell’industria cosmetica e le sue normative nel Regno Unito come Paese indipendente, ma anche nei suoi rapporti con l’industria cosmetica a livello europeo (tramite Cosmetics Europe) e internazionale.

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Tè verde

ARTICOLI

Federica Esposito

Cosmetologa

Tè verde

Da fonte botanica ad attivo antipollution

L’estratto di tè verde (GTE) è un ingrediente di derivazione vegetale utilizzato fin dall’antichità, ma che oggi rappresenta un attivo multifunzionale sia per il comprovato potere antiossidante, sia per essere un attivo antipollution che contrasta gli effetti dell’inquinamento sulla pelle. I polifenoli del tè verde mostrano potenti effetti antirughe e antiossidanti riducendo la collagenasi, l’attività delle MMP (metalloproteinasi) e l’induzione dei ROS (specie reattive dell’ossigeno). GTE ha dimostrato di inibire in modo efficiente la produzione di sebo e quindi risulta essere un’ottima alternativa rispetto all’uso di attivi tradizionali in presenza di A. vulgaris. Inoltre, essendo i polifenoli sensibili alla fotodegradazione è importante in una formulazione scegliere attivi per garantire una fotostabilità ed è fondamentale anche l’utilizzo di un adeguato veicolo per ottenere una valida efficacia con i risultati desiderati sulla pelle.

Green Tea
From botanical source to active anti-pollution

Green Tea Extract (GTE) is a plant-derived ingredient used since ancient times, but nowadays it represents a multifunctional active both for its proven antioxidant power and for being an anti-pollution active that counteracts the effects of pollution on the skin. Green Tea polyphenols, in fact, show powerful anti-wrinkle and antioxidant effects by reducing collagenase, MMP (metalloproteinase) activity and (ROS Reactive Oxygen Species) induction. GTE has been shown to efficiently inhibit the production of sebum and is therefore an excellent alternative to the use of traditional actives in the presence of A. Vulgaris. In addition, since polyphenols are quite sensitive to photodegradation, it is important in a formulation to choose actives to ensure photostability, and the use of an appropriate vehicle is also essential to achieve valid efficacy with the desired results on the skin.

Articolo integrale pubblicato su Cosmetic Technology 2/2022

 

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Editoriale • Cosmetic Technology 2, 2022

Editoriale
Cosmetic technology 2, 2022

Anna Caldiroli

Direttore scientifico
di Cosmetic Technology

Ristorante o menù da asporto?

Questo editoriale è il frutto di una chiacchierata estemporanea avuta con la regina Maria Antonietta. Come mai proprio con lei? è presto detto: donna dalle radicate abitudini igieniche, nonostante il periodo storico, presumibilmente frutto dell’educazione austriaca. Nella sua cella sembra siano stati trovati pochi ed essenziali cosmetici ad accompagnarla nel suo ultimo periodo in vita. Maria Antonietta mi racconta che per ammorbidire le mani le trattava con cera, acqua di rose, olio di mandorle dolci. La regina elenca soddisfatta gli ingredienti che utilizzava per creare i suoi trattamenti di bellezza ed è fiera anche quando racconta dell’acqua di piccione che pare si realizzi proprio con dei piccioni preparati in umido (decisamente non vegan, penso io).
Io, dal canto mio, le spiego che adesso è tutto molto diverso e, a differenza del suo racconto trionfale di materie prime, molto spesso, si predilige narrare il prodotto con “l’elogio dell’assenza” (nel frattempo siamo online – cosa che, devo ammettere, la sorprende un po’, ho notato – e passiamo in rassegna una moltitudine di prodotti, siti web, etichette, claim).
Chiacchierando, non possiamo che toccare l’argomento sicurezza, le spiego che cos’è una valutazione, il ruolo dell’SCCS e della letteratura scientifica su cui devono basarsi le scelte sia per aggiungere sia per levare da una formula. Le spiego che “il passaparola” che un tempo forse avveniva tra i corridoi a palazzo ora è diventato molto potente perché si avvantaggia della cassa di risonanza dei social (come spiegarle il concetto… diciamo come un ricevimento a Versailles ma con molti più partecipanti) e spesso la scientificità passa in secondo piano perché eccessivamente semplificata perde qualcosa e in più, se l’ informazione in ingresso non era nemmeno un granché, si salvi chi può!
Tornando a monte, e pensando all’impacco per le mani, certamente un formulatore oggi può destreggiarsi nella selezione di interessanti alternative agli ingredienti più usuali conferendo connotazioni specifiche al prodotto risultante. Tuttavia, colui che si orienta a qualcosa di più comune non è detto che realizzi un prodotto meno efficace o, peggio, meno sicuro. Tra i gironi danteschi della comunicazione sono finiti per esempio “Paraffin Waxes and Hydrocarbon Waxes”, solo per citare qualche membro dalla famiglia Paraffinum Liquidum, Petrolatum, Cera Microcristallina ecc però dalle letteratura sembrano essere degli ingredienti che sanno fare il loro lavoro di idratanti ed emollienti e, dall’osservazione della penetrazione attraverso la pelle in studi in vivo e in vitro alcuni autori sono giunti alla conclusione che l’assorbimento cutaneo è decisamente scarso, pertanto è molto improbabile che questi ingredienti rappresentino un rischio per la salute umana in seguito a esposizione cronica2.
Inoltre, non provocano tossicità per via cutanea, reprotossicità e non ci sono evidenze di cancerogenicità o di genotossicità; possono essere impiegati anche nei prodotti per le labbra in ogni caso con il vincolo di rispettare l’elevatissimo grado di purezza farmaceutico3.
Poi è chiaro… si può decidere se impiegarli oppure no, come si può decidere se consumare il proprio pranzo in un sontuoso ristorante, in una rinomata osteria o ordinando da asporto, senza per questo mettere a rischio la propria salute.

 

1www.storicang.it/a/moda-a-versailles-nel-xviii-secolo_14950
2www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0378427417311542
3onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1111/jdv.15946

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I rossi dalla natura

di Diana Dashi


I prodotti cosmetici naturali sono sempre più utilizzati da un numero crescente di consumatori. Questa tendenza sta diventando sempre più popolare non solo per quanto riguarda i prodotti per la cura della pelle, ma ultimamente ha anche coinvolto il mercato delle colorazioni per capelli. Lo scopo del nostro lavoro è stato quello di studiare le proprietà coloranti degli estratti derivati dalle piante come il Krameria triandra Ruiz et Pavon, Hibiscus sabdariffa L. e Papaver rhoeas L. modificando le condizioni del processo di tintura. Gli estratti in polvere sono stati diluiti in acqua in diverse proporzioni e sono stati testati in ambiente acido. Inoltre, le piante sono state testate in sinergia tra loro.

The reds from nature
A synergy between dyes present in the plants
Natural beauty products continue to be popular among a growing number of consumers. This trend is becoming more and more popular not only for skincare products, but lately has also involved the hair color market. The aim of this work is to study the dyeing properties of extracts derived from plants such as Krameria triandra Ruiz et Pavon., Hibiscus sabdariffa L. and Papaver rhoeas L. by modifying the conditions of the dyeing process. The powdered extracts have been diluted in water in different proportions and tested by an acidic pH. Furthermore, the plants were tested in synergy with each other.

Pubblicato su Cosmetic Technology 1 • 2022

Dermatite seborroica del cuoio capelluto

di Elisabetta Fulgione, Giulia Penazzi, Barbara Catozzi


In questo articolo le autrici propongono un approccio multifattoriale al trattamento della dermatite seborroica. Viene infatti valutata la dermatite seborroica dal punto di vista dermatologico, degli ingredienti cosmetologici e del loro profilo tossicologico.
La dermatite seborroica è caratterizzata da un’infiammazione cutanea cronica che talvolta può presentare alcuni sintomi molto fastidiosi: prurito, forfora e seborrea.
La tecnologia e la ricerca si sono molto evolute negli ultimi anni e hanno portato allo sviluppo di una caratterizzazione sempre più puntuale di questa patologia, ma anche allo sviluppo di attivi e forme cosmetiche sempre più mirate. Allo stesso modo la ricerca in ambito tossicologico è in continua evoluzione e porta a revisioni delle opinioni delle commissioni di esperti che si riflettono sulle possibilità formulative, l’ultima recentissima riguardante ad esempio lo zinco piritione.
Un percorso attraverso le possibilità di intervento in relazione alle conoscenze attuali, sulla dermatite seborroica.

Seborrheic dermatitis of the scalp
A modern multifactorial approach
In this article the authors propose an approach to the treatment of multifactorial seborrheic dermatitis. In fact, seborrheic dermatitis is evaluated from a dermatological point of view, by the cosmetological ingredients and their toxicological profile.
Seborrheic dermatitis is characterized by chronic skin inflammation that can sometimes present some very annoying symptoms: itching, dandruff and seborrhea.
Technology and research have evolved a lot in recent years and have led to the development of an increasingly precise characterization of this pathology, but also to the development of increasingly targeted active and cosmetic forms. In the same way, research in the toxicological field is constantly evolving and leads to revisions of the opinions of the expert commissions that reflect on the formulation possibilities, the most recent concerning for example zinc pyrithione.
A path through the possibilities of intervention, in relation to current knowledge, regarding seborrheic dermatitis.

Pubblicato su Cosmetic Technology 1 • 2022

Tendenze e opinione pubblica: l’odissea delle aziende

di Caterina Como
Scientific & Regulatory Affairs Director, Res Pharma Innovative Ingredients
c.como@respharmaind.com


In tutti i settori – e in maniera preponderante nel cosmetico e nell’alimentare – fioriscono sempre nuovi trend che in molti casi danno origine a nuove certificazioni a cui le aziende possono volontariamente decidere di aderire e conformarsi.
L’obiettivo che si pone questo testo è analizzare in maniera critica la complessità operativa quotidiana in cui si trova immersa un’azienda operante lungo la filiera cosmetica al fine di: (1) disporre e mantenere la conformità alle richieste regolatorie; (2) assecondare le richieste del mercato senza farsi carico, al contempo, di un eccessivo aggravio di costi e di complessità gestionale.

Pubblicato su Cosmetic Technology 1 • 2022

Editoriale CT1 • 2022

Mai più “senza”

Complici le quarantene e il periodo natalizio, oltre a pareri che mi sono stati chiesti da alcuni conoscenti sulle applicazioni che offrono consigli sugli acquisti (parafrasando Mike Bongiorno), mi sono messa a studiacchiarne alcune per capire l’esito della valutazione e, non lo nego, anche per conoscere quella specifica realizzata sui prodotti che ho in casa. Non ho resistito.
Ad accompagnarmi in questo percorso ho avuto virtualmente al mio fianco Sissi, che ho il piacere di ospitare in questo editoriale. Come noto, l’Imperatrice d’Austria è stata particolarmente dedita alla cura della sua chilometrica chioma, ed è arrivato agli onori della cronaca il suo impacco lavante a base di tuorli d’uovo e cognac. Perciò, penso che avrebbe potuto gradire il fatto di poter lavorare con noi al numero dell’hair care.
Ci siamo focalizzate sui prodotti per la cura dei capelli e abbiamo “messo il naso” nelle liste ingredienti dei primi classificati tra i condizionanti. Quello che ci ha sorpreso (o forse che non avrebbe dovuto, chissà?!) è che in vetta alle classifiche si collocano generalmente prodotti del “senza” (che, come spiegavo a Sissi, prevedono una selezione di ingredienti molto rigida e che bandiscono l’uso di alcuni di essi ritenuti quantomeno ambigui per i possibili effetti sulla salute, ma che devono rispondere agli obblighi imposti dal Regolamento sui prodotti cosmetici, così come gli altri della cosmetica “classica”) in alcuni casi equipaggiati con claim pro-ambiente.
Abbiamo riscontrato nel funzionamento delle diverse App un denominatore comune: il sistema del codice colore semaforico che aiuta a individuare prodotti con il lasciapassare rispetto a quelli con un ipotetico segnale di alt!
Trainate dall’entusiasmo, abbiamo notato che alcuni ingredienti che hanno ricevuto il semaforo verde in realtà hanno una scarsa disponibilità di informazioni, in particolare sull’ambiente. Non ci siamo fatte scoraggiare: siamo entrate nel dettaglio delle proprietà di questi ingredienti ma ci siamo trovate di fronte al nulla eco-tossicologico, nonostante le ricerche in banche dati di interesse scientifico. Infine, ho condotto Sissi nell’applicazione di modelli in silico disponibili gratuitamente, ma questi specifici ingredienti, nella maggior parte dei casi, non fanno parte del campo di applicazione dei modelli impiegati.
Ciò che ci ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca è stato il fatto che probabilmente dei consumatori attenti che vogliono districarsi nel mare di referenze a scaffale reale o virtuale trovano punteggi o semafori rossi che sembrerebbero tenere conto del pericolo e non del rischio (quasi a vanificare il lavoro della valutazione); e che un ingrediente di una formula con un ridotto bagaglio di dati, sul quale, cioè, c’è una non conoscenza, sia tutto sommato meglio accettato di un ingrediente più studiato. Per contro, restando nell’ambito della pericolosità, l’assenza di informazioni sulle proprietà di una sostanza non può equivalere all’assenza di proprietà pericolose2. Come a dire “2 pesi e 2 misure”, nonostante l’immagine di attenzione all’ambiente che alcuni marchi intendono veicolare (un tema ad oggi cruciale sia in termini di contenuto che di contenitore) con l’impiego di materiali riciclati o riciclabili e oggetto di incalzante comunicazione, che però resta da disambiguare.

Anna Caldiroli, in collaborazione con
Elisabetta Amalia Eugenia
di Wittelsbach in Baviera nota come Sissi (o Sisi)1

 

1L’imperatrice Elisabetta d’Austria in abito da ballo (ritratto di Franz Winterhalter, Hofburg di Vienna) con acconciatura imperiale. (Da: www.storicang.it/a/sissi-limperatrice-anticonformista_14616
2ECHA (2012) Guida all’allegato V Esenzioni dall’obbligo di registrazione.

Pubblicato su Cosmetic Technology 1 • 2022

Cosmetic Technology 1-2022

Cosmetic Technology 1-2022

25 anni
di informazione scientifica

Focus: HAIR CARE & Salon beauty

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AGGIORNAMENTI
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NOTIZIE
vision of visual

Grazie alla collaborazione con Barbara Panzeri, digital graphic artist per RONFstyle.com, la quale ci proporrà delle riflessioni completamente visual per creare packaging e una comunicazione coerente con il brand, in modo da veicolare “buoni” messaggi al consumatore.

articoli

di Elisabetta Fulgione, Giulia Penazzi, Barbara Catozzi
In questo articolo le autrici propongono un approccio multifattoriale al trattamento della dermatite seborroica. Viene infatti valutata la dermatite seborroica dal punto di vista dermatologico, degli ingredienti cosmetologici e del loro profilo tossicologico.
La dermatite seborroica è caratterizzata da un’infiammazione cutanea cronica che talvolta può presentare alcuni sintomi molto fastidiosi: prurito, forfora e seborrea.
La tecnologia e la ricerca si sono molto evolute negli ultimi anni e hanno portato allo sviluppo di una caratterizzazione sempre più puntuale di questa patologia, ma anche allo sviluppo di attivi e forme cosmetiche sempre più mirate. Allo stesso modo la ricerca in ambito tossicologico è in continua evoluzione e porta a revisioni delle opinioni delle commissioni di esperti che si riflettono sulle possibilità formulative, l’ultima recentissima riguardante ad esempio lo zinco piritione.
Un percorso attraverso le possibilità di intervento in relazione alle conoscenze attuali, sulla dermatite seborroica.

Seborrheic dermatitis of the scalp
A modern multifactorial approach
In this article the authors propose an approach to the treatment of multifactorial seborrheic dermatitis. In fact, seborrheic dermatitis is evaluated from a dermatological point of view, by the cosmetological ingredients and their toxicological profile.
Seborrheic dermatitis is characterized by chronic skin inflammation that can sometimes present some very annoying symptoms: itching, dandruff and seborrhea.
Technology and research have evolved a lot in recent years and have led to the development of an increasingly precise characterization of this pathology, but also to the development of increasingly targeted active and cosmetic forms. In the same way, research in the toxicological field is constantly evolving and leads to revisions of the opinions of the expert commissions that reflect on the formulation possibilities, the most recent concerning for example zinc pyrithione.
A path through the possibilities of intervention, in relation to current knowledge, regarding seborrheic dermatitis.

di Diana Dashi
I prodotti cosmetici naturali sono sempre più utilizzati da un numero crescente di consumatori. Questa tendenza sta diventando sempre più popolare non solo per quanto riguarda i prodotti per la cura della pelle, ma ultimamente ha anche coinvolto il mercato delle colorazioni per capelli. Lo scopo del nostro lavoro è stato quello di studiare le proprietà coloranti degli estratti derivati dalle piante come il Krameria triandra Ruiz et Pavon, Hibiscus sabdariffa L. e Papaver rhoeas L. modificando le condizioni del processo di tintura. Gli estratti in polvere sono stati diluiti in acqua in diverse proporzioni e sono stati testati in ambiente acido. Inoltre, le piante sono state testate in sinergia tra loro.

The reds from nature
A synergy between dyes present in the plants
Natural beauty products continue to be popular among a growing number of consumers. This trend is becoming more and more popular not only for skincare products, but lately has also involved the hair color market. The aim of this work is to study the dyeing properties of extracts derived from plants such as Krameria triandra Ruiz et Pavon., Hibiscus sabdariffa L. and Papaver rhoeas L. by modifying the conditions of the dyeing process. The powdered extracts have been diluted in water in different proportions and tested by an acidic pH. Furthermore, the plants were tested in synergy with each other.

aggiornamenti
Linee Guida

Anna Ciranni

Segnalazioni Rapex

Anna Ciranni

Regulatory

Il contesto regolatorio dei metodi in silico nel settore cosmetico • Marta Lettieri e Lorenza Broccardo

Into The Lab

Capelli effetto seta, di nome e di fatto • Camilla Crescentini

Perchè ci piace

Hair styling mist • Laboratorio Cosmopolita

Eccellenze Italiane

Cynara Scolymus Leaf Extract • Elena Ghedini, Federica Menegazzi, Lilia Longo e Michela Signoretti

Letteratura

Lorella Giovannelli e Alice Picco

Approfondimenti Cosmetici

I conservanti utilizzati in cosmesi possono alterare il microbiota cutaneo? • Chin Yi Loh e Chiara Ceresa

Tendenze e opinione pubblica: l’odissea delle aziende • Caterina Como

Vision of Visual

Coerenza grafica nella comunicazione dei valori del brand • Barbara Panzeri

aziende

Il Covid ci ha dato alla testa, letteralmente. Nel periodo dell’ormai lontano lockdown, di pari passo alla cura della pelle, ci si è infatti dedicati sempre più ai capelli…

E INOLTRE…

Res Pharma
Oat Cosmetics

Glucaveen

Huwell Chemicals
Active Concepts

PhytoCycle™ Orange

pubbliredazionale

Via Cavalieri del Lavoro, 45-47
70017 Putignano (BA)
tel 080 4931509
info@pdtcosmetici.it

www.pdtcosmetici.it

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BUONA LETTURA!

Si può fare!*

*Libera interpretazione tratta da Frankenstein Junior (1974)

di Anna Caldiroli Direttore Scientifico, ac@ceceditore.com

Eleonora Tuzi Farmacista e blogger nel suo canale Divulgazione Cosmetica, info@divulgazionecosmetica.it


Oggi ho il piacere di realizzare qualcosa che desideravo da tempo: scrivere un editoriale a 4 mani.

Sono contenta di ospitare Eleonora Tuzi, farmacista e blogger.

Le ho proposto di aprire con me questo numero della rivista sul finire di agosto perché abbiamo vissuto in parallelo due esperienze che hanno dei tratti in comune: l’attività fisica, la fatica, la riflessione, il desiderio di dimostrare (e forse, dimostrarsi) di farcela. Poi a ognuno il suo: lei a piedi, io su due ruote; lei tra Emilia-Romagna e Toscana, io in Friuli-Venezia Giulia. Lei un’impresa decisamente più eroica della mia, lo posso confermare.

Anna: “Sopraffatta dalla fatica, in certi momenti vorrei mollare, come davanti al vento contro, come quando mi sento più pesante del giorno prima, come quando mi viene da piangere e allora se non vede nessuno un piantino si può anche fare…ma la fatica a un certo punto diventa il motore: sguardo alto verso l’orizzonte, il cielo blu, la laguna meravigliosa, la mente si libera. A chi mi chiede: “Perché una vacanza così?” Io rispondo che niente come tutto questo mi aiuta a pensare e a dimostrarmi che con l’impegno ce la posso fare”.

Eleonora: “Se mi avessero detto che in quest’anno avrei dovuto destrutturare e ristrutturare completamente il lavoro svolto fino ad ora, a causa di modifiche profonde del quotidiano imposte dal sociale, magari mi sarei allenata prima. Ma non sempre allenarsi è possibile. Non tanto per una questione di tempo e di organizzazione, ma semplicemente perché talvolta non sappiamo a quale “sfida” stiamo andando incontro, per cui impostare l’allenamento opportuno può risultare impossibile. Nell’ultimo anno una sfida ignota l’abbiamo affrontata tutti. E ne stiamo (forse?!) uscendo. Chi arricchito, chi demotivato, chi affranto, chi speranzoso e con nuovi progetti in tasca. C’è chi ha riscoperto il valore del quotidiano e del tempo sospeso in cui coltivare le proprie passioni, e chi con il proprio passato ha realizzato un taglio netto per ricominciare da zero. Chi per forze di causa maggiore si è dovuto rimettere in gioco, chi ha messo la propria carriera in valigia per iniziare altrove, chi semplicemente attende, fermo e immobile, poiché non sa ancora dove andare. Tutto questo ognuno di noi lo ha affrontato con le proprie gambe, camminando con i propri piedini, passo dopo passo. Non sapevamo che avremmo dovuto affrontare un allenamento di questo tipo, così intenso e complesso. Eppure ora, se ci voltiamo indietro, ci vediamo in piedi. Non è importante sapere se l’abbiamo vinta, la sfida,… semplicemente sentiamoci fieri di noi stessi per averla quantomeno superata”.

In una lettera degli anni ’50 Christo (al secolo Vladimirov Javacheff) scrisse che la bellezza, la scienza e l’arte trionfano sempre. Forse molti di noi lo ricorderanno per aver creato nel 2016 The Floating Piers, una lunga passerella dorata per camminare sulle acque del lago d’Iseo. Christo non solo ha sognato ciò che sembrava impossibile, ma lo ha anche realizzato. Le sue opere d’arte hanno riunito le persone in esperienze condivise e questo lavoro vive nei nostri ricordi.
Si conclude così un anno carico di cambiamenti e innovazione e, come mi piace ricordare, “quello che non c’è non c’è solo per il momento: lo si può inventare”.
Un augurio per un anno pieno di energia.


Pubblicato su Cosmetic Technology 6, 2021