Reazioni avverse a integratori contenenti acido alfa lipoico


Reazioni avverse a integratori contenenti acido alfa lipoico

Analisi delle segnalazioni spontanee

EpiCentro - Istituto Superiore di Sanità

La consapevolezza che anche gli integratori alimentari possono provocare reazioni avverse, talora anche gravi, deve essere ben presente negli utilizzatori e nel personale sanitario. Va sottolineata a questo proposito l’importanza della segnalazione spontanea di sospette reazioni avverse al sistema di fitovigilanza coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (www.vigierbe.it).

Gli integratori alimentari a base di acido alfa lipoico sono sempre più frequentemente utilizzati, principalmente per lombosciatalgia, sindrome del tunnel carpale e a scopo dimagrante, anche se le informazioni legate alla sicurezza sono ancora poche. Un contributo rilevante è stato dato di recente dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che ha valutato le segnalazioni spontanee degli ultimi 20 anni raccolte dal sistema di fitosorveglianza tra marzo 2002 e febbraio 2020, e pubblicato i risultati sulla rivista Clinical Nutrition a luglio 2020 (1).

Da marzo 2002 a febbraio 2020, su un totale di 2147 segnalazioni, sono state raccolte dal sistema di fitovigilanza 116 segnalazioni relative a 212 sospette reazioni avverse a integratori alimentari a base di acido lipoico.

Le segnalazioni hanno riguardato soprattutto donne (68%) e le reazioni più frequenti sono state a carico della pelle (44,9%) e del sistema gastrointestinale (10,8%).

i) Causalità: il livello di imputabilità, cioè la probabilità di associazione delle reazioni segnalate con l’integratore, è risultata come definita (N=15), probabile (N=35), possibile (N=24), improbabile (N=5), e non determinabile (N=37).

ii) Esordio precoce: nel 70% dei casi gli eventi si erano manifestati entro 1 mese di utilizzo dell’acido lipoico.

iii) Gravità: quasi il 40% degli eventi sono stati indicati come gravi. Tra questi vi sono casi di iperinsulinemia autoimmune (N=10). Questa rara condizione, anche nota come sindrome di Hirata, è una gravissima reazione avversa che si manifesta con una severa ipoglicemia. Sebbene la sindrome di Hirata sia nota in Giappone, la sua diagnosi e la sua possibile associazione con l’assunzione di acido lipoico non è molto nota nei Paesi occidentali. L’alta prevalenza nell’Europa meridionale dell’antigene leucocitario umano DRB1*04:03, implicato nella suscettibilità genetica della sindrome di Hirata, insieme a un alto consumo di integratori in Italia e alla presenza di un sistema di segnalazione di sospette reazioni avverse a integratori alimentari possono essere fattori che hanno permesso di individuare tale segnale.

Risultati simili si sono ottenuti analizzando altri database internazionali di reazioni avverse (5641 report nel WHO-VigiBase) che hanno confermato i risultati italiani.

I clinici dovrebbero essere a conoscenza di questo possibile gravissimo evento sia nei pazienti diabetici (in particolare in quelli non trattati con sulfaniluree) sia nei pazienti non diabetici, qualora mostrino ipoglicemia durante l’uso di integratori alimentari a base di acido lipoico. La somministrazione di corticosteroidi ad alti dosaggi si è dimostrata efficace per il trattamento di tali pazienti.

Complessivamente lo studio del ISS raccomanda:

i) un’attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio dei prodotti contenenti ALA da parte delle autorità regolatorie;

ii) consapevolezza e monitoraggio da parte dei medici;

iii) vigilanza continua del loro profilo di sicurezza attraverso i preziosi sistemi di segnalazione spontanea.

 

Bibliografia
1. Gatti M, Ippoliti I, Poluzzi E et al (2020) Assessment of adverse reactions to α-lipoic acid containing dietary supplements through spontaneous reporting systems.
Clin Nutr doi:10.1016/j.clnu.2020.07.028

Per informazioni
www.epicentro.iss.it

Articolo pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 5, 2020