HYABEST®(S) LF-P

HYABEST®(S) LF-P

L’acido ialuronico per il “Beauty from within!”

L’acido ialuronico è un prodotto universalmente riconosciuto e utilizzato come soluzione sicura, efficace e di facile impiego, per lo sviluppo di una grandissima varietà di prodotti ad azione idratante e dermoprotettiva. Sul mercato sono ormai presenti diverse varietà di questo eccellente ingrediente che non delude mai le aspettative di formulatori e consumatori.
L’acido ialuronico è una molecola presente naturalmente nella nostra pelle, appartenente alla famiglia dei glicosaminoglicani; la sua igroscopicità, gli consente di trattenere l’umidità e mantenere quindi un buon livello di idratazione. Svolge un’azione di prevenzione dell’invecchiamento costituendo una vera e propria impalcatura molecolare in grado di mantenere il tono e la struttura cutanea.
HYABEST® (S) LF-P è un ingrediente alimentare di Kewpie Corporation, azienda giapponese leader mondiale nella produzione e commercializzazione di acido ialuronico di elevata purezza, di cui LCM Trading è distributore esclusivo per il mercato italiano.

L’INTEGRATORE NUTRIZIONALE

Luca Corno 
Sales Executive
Nutraceutical Division

lcorno@lcmtrading.it

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LCM Trading in a nutshell

Fin dal 1982 L.C.M. è riconosciuta nel mercato italiano come agente e distributore di materie prime per il settore Farmaceutico e Cosmetico. Oggi, dopo 40 anni di attività, LCM collabora con produttori qualificati provenienti da tutto il mondo e con più di 400 clienti italiani andando a proporre un portafoglio prodotti in continua evoluzione arricchito con materie prime per il settore Nutraceutico, Alimentare ed Industriale. Dal 2010 LCM ha inoltre deciso di estendere il proprio business anche nell’area medio-orientale. La certificazione GMP rilasciata da AIFA e la certificazione ISO 9001: 2008 garantiscono alti standard di qualità, obiettivo comune di tutte le attività aziendali.

Cosmetic Technology 3, 2022

Cosmetic Technology 3, 2022

25 anni
di informazione scientifica
Moisturizing, antiageing,
antigravity and antipollution
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AGGIORNAMENTI
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articoli

L’acido lattobionico (AL) è un idrossiacido (HA) dalle caratteristiche peculiari. È una sostanza con spiccate capacità idratanti (maggiori di quelle del glicerolo e di molti altri idratanti cosmetici), in grado di formare un film sulla cute che rinforza la barriera cutanea e che, secondo alcuni studi preliminari, potrebbe promuovere i processi riparativi cutanei.
Non è irritante e può essere utilizzato su pelli sensibili e anche su pelli che presentano dermatite atopica o rosacea. Per questo risulta utile anche dopo l’uso di peeling con HA o microdermoabrasioni. Ha una capacità antiossidante pari a quella della vitamina C e della vitamina E, questa sua funzione è data dal fatto che è in grado di chelare gli ioni metallici, in particolare quelli di ferro, e in questo modo inibisce la formazione della maggioranza dei radicali liberi presenti nella pelle. È un inibitore delle metalloproteinasi della matrice (MMP), enzimi che contribuiscono alla formazione dei segni del tempo. Aumenta lo spessore del derma attraverso la biosintesi di GAG (glicosaminoglicani), acido ialuronico e fibre di collagene, inoltre, modula la cheratinizzazione della pelle. Deve essere utilizzato, per essere efficace, così come gli ABA (acidi aldobionici) e PHA (poliidrossiacidi) a una percentuale minima del 5% e con un pH compreso tra 3 e 4. In un’emulsione al 6% ha dimostrato una maggiore idratazione cutanea rispetto all’acido glicolico. All’8% agisce sulle MMP e quindi sul fotoinvecchiamento cutaneo. I dati presenti in letteratura descrivono le proprietà dell’AL in concentrazioni fino al 10%. Non è fotosensibilizzate e per questo può essere utilizzato anche durante l’esposizione al sole senza una rigorosa protezione solare.

Lactobionic acid
A moisturizing and antioxidant acid suitable for sensitive skin
Lactobionic acid (LA) is a Hydroxy acid (HA) with peculiar characteristics. It is a substance with strong moisturizing capacities (stronger than those of glycerol and many other moisturizer ingredients), that readily attract and retain water, forming a gel matrix on skin that strengthens the skin’s barrier and which, according to some preliminary studies, could promote skin repair processes.
It is not irritating and can be used on sensitive skin, on skin with atopic dermatitis or rosacea. For these reasons it is also useful after the use of peeling with HA or microdermabrasion. It has an antioxidant activity equal to that of Vitamin C and Vitamin E. Thanks to the excellent properties of chelating metal ions, in particular iron ions, LA inhibits the creation of most reactive free radicals in the skin. It is an inhibitor of matrix metalloproteinases (MMPs), enzymes that contribute to the formation of the signs of aging. It increases the thickness of the dermis through the biosynthesis of GAG (glycosaminoglycans), hyaluronic acid and collagen fibers, in addition, it modulates the keratinization of the skin. For efficient operation of LA, as well as of ABA (aldobionic acids) and PHA (polyhydroxy acids), the required concentration of the acid in the cosmetic formulations is a minimum of 5% and active acidity in the pH range of 3-4. formulations. An emulsion comprising 6% LA showed higher effectiveness in moisturizing the skin than the emulsion with glycolic acid. Other researchers reported significant improvement in reducing the signs of photoaging (blocking the activity of MMPs) after application of 8% LA cream for 6 and 12 weeks. Literature data describe properties of LA formulas in concentrations up to 10%. It does not increase skin sensitivity to UV radiation and therefore can be used in the summer without maintaining rigorous sun protection.

Il packaging di un prodotto cosmetico è un importante strumento di comunicazione per trasmettere l’identità del brand e del prodotto stesso, un impegno verso i consumatori. Il packaging è prodotto. Un packaging sostenibile rappresenta la decisione dell’azienda cosmetica di ridurre l’impatto in ambiente scegliendo di disegnare il packaging attraverso il principio delle “3 R”, ossia ridurre, riutilizzare e riciclare. Ma non solo. Oltre a essere fondamentale per descrivere la filosofia del brand, il packaging cosmetico ha anche il ruolo essenziale di garantire la sicurezza del prodotto. La garanzia dell’elevata qualità del prodotto attraverso una seria valutazione della sicurezza del packaging per escludere l’eventuale rilascio di sostanze che potrebbero raggiungere il cosmetico, nonché il mantenimento delle proprietà funzionali e organolettiche, sono prioritari e devono essere considerati di massima importanza per tutta la filiera cosmetica. Nel corso dell’articolo, Marina Camporese, esperta di packaging, e Andrea Vittadello, Sustainability Ambassador, risponderanno a una serie di domande relative agli imballaggi cosmetici di nuova generazione, approfondendo le valutazioni di sicurezza integrate all’innovazione sostenibile.

Cosmetic Packaging
Does sustainability efficacy exist?
The packaging of a cosmetic product is an important communication tool to communicate the brand identity – but also the product itself, a commitment to consumers. Finally, packaging is a product. A sustainable packaging represents the cosmetic company decision of reducing its impact in the environment by choosing to design the packaging through the principle of the 3 R’s, so reduce, reuse and recycle. However, that is not all. Cosmetic packaging also has the essential role of guaranteeing product safety, as well as being fundamental in describing brand philosophy. Ensuring the high quality of the product through a serious assessment of the packaging safety to avoid the possible release of substances that could reach the cosmetic, as well as maintaining the functional and organoleptic properties, are priorities and must be considered of utmost importance for the entire cosmetic supply chain. Marina Camporese, packaging expert, and Andrea Vittadello, Sustainability Ambassador, will answer a series of questions related to cosmetic packaging next-generation, delving into safety assessments integrated with sustainable innovation.

aggiornamenti
Linee Guida

Anna Ciranni

Segnalazioni Rapex

Anna Ciranni

Regulatory

Comunicare la sostenibilità dei prodotti cosmetici nel Regno Unito • Francesca Rapolla

Into The Lab

Peel-off the smog! • Camilla Crescentini

Perché ci piace

3 sistemi per donare luminosità al volto •
Laboratorio Cosmopolita

Letteratura

Anna Caldiroli

Hydrolyzed Agave Tequilana Stem Extract • Alejandra Pardo Lopez, Martina Davoli

Desiderio di natura e Anti Digital Pollution • Barbara Panzeri

aziende

Eurosyn - Innovacos

Bioptimized™ Guava

Active Up
Silab

ERISIUM®

VARIATI – Expanscience

AYUREDI®

GALE & COSM – MORECHEM

FUCOI-OL

La casa produttrice giapponese Kewpie Corporation, distribuita in Italia da LCM, ha effettuato uno studio di efficacia sull’azione antipollution dei suoi due prodotti di punta Hyalo-Oligo® e Hyaloveil-P®.

Robertet Group Health and Beauty, distribuita in Italia da Deimos Group, presenta Ulti’Mate un ingrediente di elevata qualità, naturale ed efficace per contrastare gli effetti dell’inquinamento sulla pelle.

Su questo numero presentiamo…

MYRAMAZE®-ESSENCE

Fai risplendere la tua pelle con tutti i tuoi sensi
BIOCHIM
NOTIZIE
NON PERDERTI
GLI APPUNTAMENTI
DI SETTORE

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BUONA LETTURA!

Approccio Life Cycle Thinking nel settore nutrizionale

SOSTENIBILITÀ

Marco Bernasconi
Lucia Ferron

FLANAT Research Italia

Approccio Life Cycle Thinking
nel settore nutrizionale

Progetto CAMELINA

[…] l’approccio Life Cycle Thinking si rivela uno strumento prezioso per verificare soluzioni di circolarità a partire da ingredienti naturali e sostenibili. Non solo economia circolare, non solo bioeconomia, ma un approccio circolare alla bioeconomia: i benefici sono evidenti, oltre ad avere un quadro completo delle performance del processo è possibile monitorare gli effetti di eventuali cambi o provvedimenti finalizzati all’ottimizzazione e/o al miglioramento di una parte di esso. […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 3/2022

 

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Sviluppo di un protocollo innovativo per valutare la stabilità di un estratto botanico

ARTICOLI

Lucia Ferron
Adele Papetti

Dipartimento di Scienze
del Farmaco, Università
degli Studi di Pavia

Sviluppo di un protocollo innovativo
per valutare la stabilità
di un estratto botanico

Allestimento per lo studio di stabilità accelerata
applicato al fitocomplesso di un estratto di mais pigmentato

Il tutolo di mais pigmentato è ricco in antocianine e flavonoli, responsabili delle proprietà salutistiche dell’estratto secco (ES) da esso ottenuto, che devono essere preservate e monitorate durante tutta la vita del prodotto. Al fine di valutare la stabilità dell’estratto allo stato solido, è stato sviluppato un innovativo protocollo di stress accelerato seguendo un programma di valutazione della stabilità accelerata (ASAP), basato sull’approccio dell’isoconversione. […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 3/2022

 

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Ingredienti e prodotti

Ingredienti e prodotti

Davide Patroncini

Fagron Italia

Zeropollution®

Dalla natura una miscela di ingredienti ad attività antiossidante e antiaging

[…] una miscela brevettata di quattro estratti secchi di Lippia citriodora (foglie), Olea europea (foglie), Sophora japonica (fiori), Rosmarinus officinalis (foglie) standardizzata HPLC min. 6,8% in verbascoside, 4,5% in oleuropeina, 4,5% in diterpeni (intesi come somma di acido carnosico e canosolo), 3,7% in flavoni (espressi come quercetina). […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 3/2022

 

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Editoriale IN3 • 2022

Editoriale IN3 • 2022

Tiziana Mennini

Direttore scientifico
de L'Integratore Nutrizionale

Gentili si nasce o si diventa?

A scuola di gentilezza

Cari Lettori, permettetemi un editoriale “fuori tema”, da leggere con leggerezza per rilassarci un po’ magari davanti a una tazza di tè. Sono rimasta molto colpita nel leggere recentemente su un giornale locale che, nel Vicentino, otto comuni hanno aderito al progetto di portare nelle scuole, a partire dalle primarie, l’insegnamento della gentilezza. Si, avete proprio capito bene, la gentilezza, quella qualità che nel mondo frenetico in cui viviamo sembra essere scomparsa. Infatti essere gentili sembra una cosa superata, d’altri tempi, fuori moda e controcorrente. Anche un testimonial come Papa Francesco aveva dedicato un intero capitolo dell’enciclica Fratelli tutti alla gentilezza, e suggerito in una udienza poche e buone istruzioni per l’uso, come le tre parole “Permesso?, Grazie, Scusa” che oggi quasi nessuno utilizza più. Nel progetto del Vicentino sono coinvolti 380 bambini, con una cinquantina di insegnanti, e il numero di istituti che hanno deciso di investire in gentilezza si va allargando. Ho anche scoperto che c’è un progetto nazionale “Costruiamo gentilezza” per portare nel territorio iniziative e attività che dessero un valore aggiunto alla comunità. In Italia, ad oggi, sono stati istituiti 157 “assessorati alla Gentilezza”, 15 dei quali sono in Veneto, una regione gentile per tradizione, a partire dal dialetto. Si studiano le parole gentili e i comportamenti da tenere a scuola, al supermercato, al ristorante, come rapportarsi con fratelli e nonni, e si impara anche come agire se ci trattano male. Cose che ai miei tempi venivano insegnate in famiglia, ma si sa, anche la famiglia oggi è cambiata e non ha tempo per curarsi di tutto. Il corso si avvale anche di un libro, dal titolo “Tutti a scuola, corso di gentilezza”. Buone norme di comportamento, strutturato in un vero e proprio percorso didattico. L’autrice è Angelica Montagna, di Bassano del Grappa, giornalista ed esperta di formazione. E i primi ad essere entusiasti di questo insegnamento sono proprio i bambini, che si adeguano felici alle buone maniere. Si ricomincia quindi dai bambini, sperando di arrivare, domani, agli adulti. Mi sembra davvero una bella iniziativa: in questo periodo in cui è richiesto un master o una specializzazione per fare qualunque cosa, perché non rendere obbligatorio un diploma in gentilezza, una specie di “Green pass” per migliorare i rapporti con gli altri?

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L’Integratore Nutrizionale n°3/2022

L’Integratore Nutrizionale n°3/2022

Focus: healthy ageing

ARTICOLI
AGGIORNAMENTI
AZIENDE
ARTICOLI

OPINIONE • Come affrontare le sfide portate dalla guerra in Ucraina al sistema agroalimentare italiano
Gabriele Rotini (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA)) punta i riflettori sull’impennata dei prezzi di energia e materie prime dovuta alla guerra tra Russia e Ucraina e sul grande rischio del settore agroalimentare Made in Italy. Illustra le proposte dell’Unione Europea e quelle di CNA Agroalimentare, riassumendo quanto riportato all’audizione alla Camera dei Deputati a fine aprile aprile.

Alimentazione, stile di vita e sano invecchiamento
Elena Azzini e Angela Polito del CREA presentano una revisione critica delle evidenze su alimentazione e invecchiamento in salute, considerando la funzione cognitiva e quella immunitaria, che giocano, insieme all’attività fisica, un ruolo fondamentale sul mantenimento del benessere psicofisico.

Formulazioni a base di acido α-lipoico nel trattamento delle neuropatie e del dolore neuropatico
Il soggetto del lavoro di Manuela Bartolini e Lara Testai (Università di Pisa) è l’acido α-lipoico (ALA), uno dei più potenti antiossidanti presenti in natura. Per questo motivi, le ricerche degli ultimi anni hanno rivolto la loro attenzione verso ALA come un prezioso alleato per contrastare lo stress ossidativo e le patologie a esso correlate. Vengono riassunti dati di efficacia e sicurezza nelle neuropatie, anche quelle iatrogene indotte da farmaci chemioterapici.

Sviluppo di un protocollo innovativo per valutare la stabilità di un estratto botanico
Lucia Ferron e Adele Papetti (Università di Pavia) propongono per la prima volta l’applicazione della metodologia ASAP (stabilità predittiva accelerata) a un fitocomplesso, senza generare un pool di dati ingenti e di difficile gestione. Nell’esempio riportato il fitocompesso è un estratto di mais pigmentato, ricco in polifenoli.

AGGIORNAMENTI

LETTERATURA SCIENTIFICA – Da questo numero diamo il nostro benvenuto alla nuova curatrice della rubrica, Alessandra Baldi, Scientific and Regulatory advisor presso NuTRE (Nutraceutical Tailored Research Ecosystem), una nuova realtà che, forte delle consolidate competenze in ambito della ricerca scientifica e nel campo regolatorio, si pone al servizio delle aziende del settore nutraceutico e alimentare per lo sviluppo di prodotti innovativi). In questa rubrica di aggiornamento Alessandra Baldi ci presenta le novità della letteratura scientifica sugli integratori alimentari che possono contribuire a un invecchiamento in salute.

SOSTENIBILITA’ – Marco Bernasconi e Lucia Ferron (FLANAT Research Italia) presentano il l’applicazione dell’approccio Life Cycle Thinking ai progetti, finanziati da Regione Lombardia, sulla Camelina sativa, una pianta selezionata, oltre che per il suo olio ricco in acidi grassi, per la sua caratteristica facilità di adattarsi a qualsiasi terreno senza richiedere un grande apporto di acqua.
E’ descritta l’applicazione LCT, dalla valutazione e quantificazione dei carichi energetici e ambientali e dei potenziali impatti socioeconomici associati al processo lungo l’intero ciclo di vita, dall’acquisizione delle materie prime al suo fine vita.

BIOTECH – Federchimica Assobiotec e ENEA presentano il rapporto annuale sulle imprese di biotecnologia in Italia, che fotografa un settore in crescita, capace di reggere la crisi pandemica e votato dalla ricerca.

APPROFONDIMENTI FORMULATIVI – Assistiamo spesso all’uscita sul mercato di prodotti che, pur accattivanti per la presenza di determinati principi attivi e in dosaggio elevato, non rispettano i requisiti formulativi necessari ad assicurare la corretta assimilazione degli stessi. Andrea Fratter (Presidente SIFNut), in questo numero, ce ne illustra due esempi: Acido α-lipoico e L-glutatione

PIANTE E DERIVATI BOTANICI: Domenico Avenoso e Antonella Riva (INDENA) ci parlano di piante capaci di stimolare immunità e, in particolare, della quercetina le cui attività biologiche riportare in letteratura sono numerose: antiossidante, antinfiammatoria, immunomodulante, antivirale e senolitica; quindi, quale miglior candidata al titolo di “regina della resilienza”?

APPROFONDIMENTI NORMATIVI – L’annosa questione dell’Aloe e dei derivati dell’idrossiantracene. Una nuova valutazione di EFSA è attesa entro ottobre, e Rita Stefani (Fine Foods) ne illustra i dettagli.

NOVEL FOOD: Armando Antonelli (Hylobates) ci presenta i nuovi alimenti autorizzati nell’Unione Europea nel secondo bimestre del 2022.

AZIENDE

MERCATO – Euromonitor International presenta le “opportunità d’oro” per la Silver Generation, riportando i risultati del loro sondaggio del 2021 Voice of the Consumer: Health and Nutrition

Questi argomenti e tante altre NOTIZIE ti aspettano su questo numero... BUONA LETTURA!

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Recupero dei by-products nella filiera della frutta secca

Recupero dei by-products nella filiera della frutta secca

Cristina Danna

Università degli Studi di Genova
cristina.danna@edu.unige.it

L’esigenza del recupero delle biomasse di scarto derivanti dalla filiera agricola apre nuove prospettive di studio di forte interesse applicativo e di innovazione. Un caso emblematico di by-products, sottoprodotti, è quello rappresentato dalle biomasse di scarto derivanti dall’attività di produzione e lavorazione della frutta secca. Dal Nord al Sud Italia sono molteplici le specie coltivate e inserite nel mercato nazionale e internazionale. In questo breve articolo verranno presentati alcuni esempi di coltivazioni di frutta secca, le quali rappresentano i capisaldi di produzione, dal potenziale ancora maggiore se sviluppate nell’ottica dell’economia circolare. I principali scarti della produzione e della lavorazione della frutta secca sono rappresentati dal legno di potatura, dai gusci legnosi e dai tegumenti; molteplici sono gli utilizzi innovativi offerti da questi scarti, oggetto di studio della comunità scientifica. L’uso efficace dei sottoprodotti agricoli è sicuramente una grande sfida nella gestione dei rifiuti e la conversione di questi ultimi in risorse rappresenta un goal importante per la società moderna. I nuovi campi di studio riguardano sia la ricerca di nuovi materiali sia la ricerca relativa ai composti bioattivi recuperabili dagli scarti, obiettivo cardine per l’innovazione nei botanicals.

Le noci

La nocicoltura rappresenta un caposaldo della tradizione colturale italiana delle zone montane e collinari, diffusa solitamente dai 500 fino ai 1200 metri di altitudine. 
Juglans regia L., il Noce, è un albero appartenente alla famiglia delle Juglandaceae, dalle origini asiatiche, nella regione dell’attuale Uzbekistan. Introdotto in Europa già in antichità dai Greci e diffuso poi in tutto l’Impero in età romana. Il nome Juglans (da Iupiter “Giove” e da glans “ghianda”, “ghianda di Giove”) testimonia l’importanza e le proprietà attribuite al frutto. In Italia sono 4 mila gli ettari dedicati alla nocicoltura, per una produzione di circa 12 mila tonnellate. Vista la forte richiesta interna, che si attesta intorno alle 50 mila tonnellate, importazioni di noci vedono a capo del mercato gli USA, il Cile, la Francia e la Germania; da queste, circa 6 mila tonnellate sono gli scarti derivanti dalla produzione di noci sgusciate. Gli usi tradizionalmente noti del Noce come pianta alimentare, medicinale, tintoria e di uso artigianale vengono oggigiorno implementati da conoscenze e ricerche atte ad approcciare i bisogni e problemi della modernità. In quest’ottica si inserisce il discorso del recupero delle biomasse scartate in fase produttiva. 
Da un punto di vista morfologico, il frutto di Noce è composto da quattro parti principali: il nocciolo (embrione), la buccia (tegumento), il guscio e il mallo (Fig.1). 
Una review pubblicata recentemente (2020) da Ali Jahanban-Esfahlan (1) e collaboratori analizza la possibilità di un utilizzo del guscio del frutto come prezioso materiale vegetale bio-assorbente, impiegabile nella rimozione di materiali pericolosi. La porzione di guscio del frutto della noce è uno scarto agricolo lignocellulosico composto da cellulosa (17,74%), emicellulosa (36,06%) e lignina (36,90%). Negli ultimi anni il guscio di Noce è stato ampiamente studiato come bio-assorbente vegetale naturale e inerte. Vengono esplorate le potenziali applicazioni dei sottoprodotti derivati dai gusci di Noce per l’efficacia nella rimozione di vari materiali nocivi, tra cui metalli pesanti, sintetici, oli, ecc. Il materiale assorbente è stato in grado di assorbire dalle acque reflue 11 ioni di metalli pesanti: rame (Cu2+), cromo (Cr6+), arsenico (As3+), cadmio (Cd2+), piombo (Pb2+), cesio (Cs+), nichel (Ni2+), zinco (Zn2+), manganese (Mn2+), ferro (Fe2+) e mercurio (Hg2+). Questo agro-rifiuto ricco di cellulosa rappresenta anche il materiale adatto per lo sviluppo commerciale di packaging biodegradabile. Dingyuan Zheng e collaboratori (2) hanno utilizzato il guscio di Noce come materia prima per la produzione di cellulosa purificata. La tecnica di produzione prevede molteplici trattamenti, tra cui quelli alcalini e di sbiancamento. 
La produzione di materiali cellulosici a partire da materiali di scarto si inserisce in una logica di economia circolare, e ancora una volta l’obiettivo è convertire le biomasse di scarto in risorse e beni preziosi e necessari.
Recentemente è stato oggetto di studi anche un’altra parte del frutto, il mallo verde di Noce. Vanessa Vieira (3) e collaboratori ne hanno studiato l’estratto idroalcolico come fonte di composti bioattivi, dalle proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antibatteriche, volendo anche in questo caso valorizzare una biomassa generalmente scartata che potrebbe invece contribuire allo sviluppo di nuovi botanicals. Un ulteriore recente studio di Raffaele Romano e collaboratori (4), sempre relativo allo studio del mallo, si è focalizzato sull’estratto in CO2 supercritica. Nonostante il costo elevato, dovuto alla complessità dei macchinari, questa estrazione consente un minor impatto ambientale, in quanto il solvente utilizzato non lascia tracce e può essere recuperato e riutilizzato per ulteriori estrazioni. Gli estratti sono stati caratterizzati in termini di contenuto totale di polifenoli, con attività antiossidante e antifungina. Il mallo verde di Noce rappresenta, dunque, un’importante fonte economica di composti bioattivi che ne suggeriscono l’utilizzo per i packaging attivi nell’industria alimentare.

Figura 1
Le nocciole

Corylus avellana L., il Nocciolo, è un albero appartenente alla famiglia delle Betulaceae. Originario dell’Asia minore, si trova ampiamente spontaneo e coltivato in Italia fino a un’altitudine di 1300 m. Il nome scientifico della specie deriva dal greco κόρυς (córys) “elmo”, probabilmente a ricordo della forma della cupula, involucro fogliaceo che attornia il frutto; avellana è invece riferito alla città di Abella, nome latino di Avella Vecchia (Campania), anticamente rinomata per le nocciole. L’Italia è uno dei maggiori produttori a livello mondiale, secondo dopo la Turchia, con circa 86 mila ettari dedicati alla corilicoltura e una produzione di circa 110 mila tonnellate all’anno. Ricordiamo per importanza la Nocciola di Giffoni Igp, la Nocciola delle Langhe Igp e la Nocciola romana Dop.
La valorizzazione dei sottoprodotti delle nocciole (Fig.2) dà un importante contributo per l’isolamento e la purificazione di molecole bioattive che possono essere utilizzate sia per scopi medicinali che industriali.
Recentemente, Sandra Cabo e collaboratori (5) hanno studiato le cupule delle nocciole come fonte di polifenoli antiossidanti. L’estratto dalle maggiori attività antiossidanti è quello in metanolo, tuttavia nello studio vengono riportate ulteriori modalità di estrazione meno impattanti dal punto di vista ambientale, quale ad esempio l’estrazione con acqua, presentata come un’alternativa affidabile e sicura. 
Alessandro Di Michele e collaboratori (6) hanno invece studiato gli estratti dei gusci delle nocciole, isolando anche in questo caso agenti antiossidanti e antibatterici. L’acido gallico è risultato essere il composto fenolico più abbondante e a seguire l’acido clorogenico, rutina e acido protocatecuico.
Gli scarti delle nocciole sono inoltre utilizzabili come materia prima per l’industria della carta. A titolo esemplare, il progetto EcoPaper coordinato dalla Ferrero ha permesso di creare un packaging più sostenibile ed economico a partire dalle biomasse di scarto. 
Si stima che dai residui produttivi, bucce delle fave di cacao e gusci e cuticole di nocciole, inseriti per il 10% nel prodotto finale, vengano prodotte 1,5 milioni di tonnellate di carta annui.

Figura 2
I pistacchi

Pistacia vera L., il Pistacchio, è un albero appartenente alla famiglia delle Anacardaceae. Originario dell’Asia minore, si è diffuso nel bacino del Mediterraneo in età greco-romana. Pistacia, dal greco πιστάκη (pistáke) “pistacchio”, deriva dal vocabolo persiano pistáh, che significa “ricco di farina”. La coltivazione e produzione del Pistacchio in Italia è principalmente diffusa in coltivazioni che non superano gli 800 m di altitudine in Sicilia nella varietà Bianca di Bronte, il famoso Pistacchio che gode denominazione di origine protetta (Dop) ed è un Presidio Slow Food. Si stima che la produzione italiana ammonti a circa 3400 tonnellate, mentre le importazioni siano di circa 10.000 tonnellate.
Anche il Pistacchio, come nei casi precedentemente citati per altra frutta secca, vede nella sua filiera di produzione e trasformazione diversi scarti, principalmente guscio legnoso e “buccia” (Fig.3). 
Queste biomasse inutilizzate hanno attirato l’interesse scientifico nella ricerca di fonti alternative di composti bioattivi, aumentando il valore della produzione del Pistacchio. Un recente studio condotto da Antonella Smeriglio e collaboratori (7) ha dimostrato, mediante saggi in vitro e in vivo, gli effetti antiossidanti e inibitori della biosintesi della melanina di un estratto in metanolo di tegumenti di Pistacchio. I risultati suggeriscono che il tegumento di Pistacchio maturo può essere considerato come una promettente fonte di agenti antiossidanti e sbiancanti per lo sviluppo di nuovi prodotti utili nella prevenzione di disturbi della pigmentazione nell’uomo e/o per migliorare la qualità degli alimenti, aprendo nuove possibilità in campo nutraceutico e farmaceutico.
L’ulteriore lavoro di Nunzio Cardullo e collaboratori (8) riporta la valutazione dei gusci di Pistacchio, un sottoprodotto di scarso valore economico, come promettente fonte di polifenoli antiossidanti. Gli autori hanno proposto e ottimizzato una procedura di estrazione ecosostenibile con etanolo sotto irradiazione a microonde, e un metodo di frazionamento facilmente riproducibile e scalabile, adatto per applicazioni industriali. I risultati hanno evidenziato che la metodologia proposta può essere un modo efficace per recuperare i composti fenolici bioattivi dal guscio duro del Pistacchio, rendendo questo sottoprodotto una promettente fonte di composti con potenziali applicazioni nei settori alimentare e sanitario.

Figura 3
Conclusioni

È importante comprendere appieno il valore dei sottoprodotti derivanti dalla filiera produttiva della frutta secca e determinare la fattibilità tecnica e i metodi da utilizzare nel riciclo. Il problema che molti operatori del settore devono affrontare è quello di trovare macchinari e metodi idonei alla lavorazione di tali sottoprodotti, in grado di garantire il recupero di importanti molecole e composti bioattivi ancora presenti. Fondamentale risulta quindi, nella logica dell’economia circolare relativa al settore agricolo, inserire punti di raccolta dei sottoprodotti agricoli, connessi a sedi di lavorazione provviste dei macchinari adeguati, che alimentino nuovi cicli produttivi. Ancora una volta, da prodotti generalmente considerati di scarto può derivare un valore aggiunto. I riscontri positivi riguardano sia il mondo agricolo sia il mondo dell’impresa innovativa, attenta alla tutela dell’ambiente e delle sue risorse, e al benessere dei consumatori.

Bibliografia

1. Jahanban-Esfahlan A, Jahanban-Esfahlan R, Tabibiazar M et al (2020) Recent advances in the use of walnut (Juglans regia L.) shell as a valuable plant-based bio-sorbent for the removal of hazardous materials. RSC Advances 10(12):7026-7047
2. Zheng D, Zhang Y, Guo Y et al (2019) Isolation and Characterization of Nanocellulose with a Novel Shape from Walnut (Juglans Regia L.) Shell Agricultural Waste. Polymers (Basel) 11(7):1130
3. Vieira V, Pereira C, Abreu RMV et al (2020) Hydroethanolic extract of Juglans regia L. green husks: A source of bioactive phytochemicals. Food Chem Toxicol 137:111189
4. Romano R, Aiello A, Meca G et al (2021) Recovery of bioactive compounds from walnut (Juglans regia L.) green husk by supercritical carbon dioxide extraction. Int J Food Sci Technol 56(9):4658-4668
5. Cabo S, Aires A, Carvalho R et al (2021) Corylus avellana L. Husks an Underutilized Waste but a Valuable Source of Polyphenols. Waste and Biomass Valorization 12:3629-3644
6. Di Michele A, Pagano C, Allegrini A et al (2021) Hazelnut Shells as Source of Active Ingredients: Extracts Preparation and Characterization. Molecules 26(21),  doi:10.3390/molecules26216607 
7. Smeriglio A, D’Angelo V, Denaro M et al (2021) The Hull of Ripe Pistachio Nuts (Pistacia vera L.) as a Source of New Promising Melanogenesis Inhibitors. Plant Foods Hum Nutr 76(1):111-117
8. Cardullo N, Leanza M, Muccilli V et al (2021) Valorization of Agri-Food Waste from Pistachio Hard Shells: Extraction of Polyphenols as Natural Antioxidants. Resources 10(5), doi:10.3390/resources10050045

Doltendix®

Doltendix®

Per il benessere dei tendini

I tendini sono costituiti da tessuto connettivo denso, la cui natura fibroelastica consente l’interazione tra muscoli e ossa, rendendo possibile il movimento. Sono composti prevalentemente da fibre collagene di tipo I, che conferiscono la forza necessaria per far fronte a carichi elevati. Se sottoposti ad alcune condizioni, quali sovraccarico, movimenti scorretti e allenamento, possono subire lesioni e andare incontro a degenerazione.

DOLTENDIX®

Un integratore alimentare
a base di peptidi bioattivi
da collagene, astaxantina, trans-resveratrolo
e vitamina C, formulato
per il benessere dei tendini.

ASTAXANTINA
Carotenoide rosso ottenuto da microalghe (Haematococcus pluvialis) ad azione antiossidante.

TRANS-RESVERATROLO
Polifenolo non flavonoide presente in molte varietà botaniche.

BIO-PEPTIDI DA COLLAGENE TENDOFORTE®
Miscela brevettata di peptidi bioattivi di collagene altamente caratterizzati dal punto di vista chimico e altamente specifici. 

VITAMINA C
La vitamina C contribuisce alla normale formazione del collagene per la normale funzione delle cartilagini.

Collagene di origine bovina (TENDOFORTE®); maltodestrina; vitamina C (acido L-ascorbico); aromi; correttore di acidità: acido citrico; astaxantina (AstaReal®), amido modificato; colorante: rosso di barbabietola; trans-resveratrolo (Veri•Sperse®); antiagglomerante: biossido di silicio; edulcorante: sucralosio.

Si consiglia l’assunzione di 2 buste al giorno di DOLTENDIX®, disperdendole ciascuna in un bicchiere d’acqua (circa 250 ml) a temperatura ambiente.

TABELLA NUTRIZIONALE
Apporto nutrienti:
VALORI NUTRIZIONALI
(*) VNR: Valori Nutritivi di Riferimento ai sensi del Reg. UE 1169/2011
Componenti
per dose (2 buste)
% VNR/dose (*)
Collagene (TENDOFORTE®)
5000 mg
Astaxantina (AstaReal®)
8 mg
Vitamina C
500 mg
625
Trans-resveratrolo (Veri•Sperse®)
150 mg

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Cosmetic Technology 2 – 2022

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25 anni
di informazione scientifica

Focus: DETERSIONE EPILAZIONE RASATURA

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L’estratto di tè verde (GTE) è un ingrediente di derivazione vegetale utilizzato fin dall’antichità, ma che oggi rappresenta un attivo multifunzionale sia per il comprovato potere antiossidante, sia per essere un attivo antipollution che contrasta gli effetti dell’inquinamento sulla pelle. I polifenoli del tè verde mostrano potenti effetti antirughe e antiossidanti riducendo la collagenasi, l’attività delle MMP (metalloproteinasi) e l’induzione dei ROS (specie reattive dell’ossigeno). GTE ha dimostrato di inibire in modo efficiente la produzione di sebo e quindi risulta essere un’ottima alternativa rispetto all’uso di attivi tradizionali in presenza di A. vulgaris. Inoltre, essendo i polifenoli sensibili alla fotodegradazione è importante in una formulazione scegliere attivi per garantire una fotostabilità ed è fondamentale anche l’utilizzo di un adeguato veicolo per ottenere una valida efficacia con i risultati desiderati sulla pelle.

 

Green Tea
From botanical source to active anti-pollution
Green Tea Extract (GTE) is a plant-derived ingredient used since ancient times, but nowadays it represents a multifunctional active both for its proven antioxidant power and for being an anti-pollution active that counteracts the effects of pollution on the skin. Green Tea polyphenols, in fact, show powerful anti-wrinkle and antioxidant effects by reducing collagenase, MMP (metalloproteinase) activity and (ROS Reactive Oxygen Species) induction. GTE has been shown to efficiently inhibit the production of sebum and is therefore an excellent alternative to the use of traditional actives in the presence of A. Vulgaris. In addition, since polyphenols are quite sensitive to photodegradation, it is important in a formulation to choose actives to ensure photostability, and the use of an appropriate vehicle is also essential to achieve valid efficacy with the desired results on the skin.

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Comunicare la sostenibilità dei prodotti cosmetici nel Regno Unito • Francesca Rapolla

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Il PAO nei cosmetici visto dai consumatori • Mariano Salis, Michela Mediani, Monica Molinari, Rima Al Sibai

La rimozione dei peli superflui

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Lo sviluppo grafico di un packaging concettuale per comunicare senza estremizzare le qualità di un prodotto • Barbara Panzeri

speciale viaggio in sardegna
Eleonora Tuzi

Eleonora Tuzi

Farmacista specializzata in Cosmesi
e Cosmetica oncologica

Gianpiera Spada

Gianpiera Spada

CEO di Jana ‘e Mele
Cosmetologa formulatrice

Jana ‘e Mele semplicemente racchiude la Sardegna in un flacone bianco, bianco come il latte.

Girovagando alla ricerca di nuove realtà imprenditoriali talvolta si scoprono piccole attività fortemente legate al territorio di appartenenza che, attraverso i loro prodotti, comunicano al resto del mondo la cultura del posto.
Jana ‘e Mele racconta la Sardegna attraverso cosmetici: le materie prime sono autoctone e sono caratteristiche della tradizione sarda. Miele, olio d’oliva e latte di pecora sono rigorosamente made in Sardegna e sono stati scelti dalla Dott.ssa Gianpiera Spada, CEO e cosmetologa formulatrice di Jana ‘e Mele, per celebrare la tradizione agricola e pastorale della sua terra. Affascinati dal patrimonio culturale di questa isola magica, abbiamo chiesto a Eleonora Tuzi di incontrarla per un’intervista alla scoperta della sua linea cosmetica e lei, con il sorriso che la contraddistingue, ha accettato.

aziende

Zschimmer&Schwarz

PROTELAN GC

Amitahc Italia
ROELMI HPC

BeauSens® PG4

Res Pharma
Res Pharma Innovative Ingredients

Pantrofina® Remedy

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