EDITORIALE – Siamo un Paese per vecchi


EDITORIALE – Siamo un Paese per vecchi

Inaugurato il decennio dell’invecchiamento in buona salute

Tiziana Mennini

Le popolazioni di tutto il mondo stanno invecchiando a un ritmo più rapido rispetto al passato e questa transizione demografica avrà un impatto su quasi tutti gli aspetti della società. Per la prima volta nella storia, nel 2020 le persone di età pari o superiore a 60 anni sono risultate più numerose dei bambini sotto i 5 anni, e si stima che nel 2050 le persone sopra i 60 anni saranno più del doppio rispetto ai bambini sotto i 5 anni, e più numerose degli adolescenti e dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni. Per segnare questo cambiamento nella nostra popolazione globale, su proposta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il prossimo decennio è stato proclamato come Decade of Healthy Ageing 2021-2030 (https://www.who.int/ageing/decade-of-healthy-ageing) dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite (Risoluzione 75/131).

Il decennio 2021-2030 dell’invecchiamento in buona salute è stato inaugurato dall’OMS con uno studio mondiale sulle condizioni e buone pratiche di invecchiamento, cui hanno contribuito 100 differenti organizzazioni con 350 studi di caso in 55 Paesi in tutto il mondo, e si presenta come un’opportunità per riunire governi, società civile, agenzie internazionali, professionisti, università, media e settore privato per dieci anni di azione concertata, catalitica e collaborativa per migliorare la vita delle persone anziane, delle loro famiglie e delle comunità in cui vivono.

È quindi urgentemente necessario un decennio di azione globale concertata sull’invecchiamento sano. La pandemia COVID-19 ha evidenziato la gravità delle lacune esistenti nelle politiche, nei sistemi e nei servizi. Ci sono già più di 1 miliardo di persone di età pari o superiore a 60 anni, con la maggior parte che vive in Paesi a basso e medio reddito. Molti non hanno accesso nemmeno alle risorse di base necessarie per una vita di senso e dignità; molti altri affrontano molteplici barriere che impediscono la loro piena partecipazione alla società.

Il mondo si è unito attorno all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: tutti i Paesi e tutti gli stakeholder si sono impegnati a non lasciare indietro nessuno e a garantire che ogni essere umano possa realizzare il proprio potenziale in dignità, uguaglianza e in un ambiente sano.

L’OMS guiderà questo lavoro in stretta collaborazione con il Dipartimento degli affari sociali ed economici delle Nazioni Unite e le sue commissioni regionali, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, l’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani, il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, UN Habitat, UN Women, Banca mondiale e altre organizzazioni internazionali e regionali pertinenti.

Speriamo davvero che ai buoni propositi e alle belle parole facciano seguito i fatti!

 

da L’integratore Nutrizionale 1/2021