Boswellia serrata per il trattamento della corioretinopatia sierosa centrale

[…] Il distacco sieroso della retina neurosensoriale a livello maculare è un tratto distintivo della corioretinopatia sierosa centrale (CSCR) una condizione che causa deficit visivo associato a distorsione e ondulazione delle immagini. …… È stata attribuita una certa importanza alla componente infiammatoria responsabile dell’insorgenza e della persistenza della permeabilità coroideale…..Casperome® (Indena SpA, Milano, Italia) rappresenta una forma proprietaria di somministrazione di una miscela purificata di acidi triterpenici provenienti dalla resina di Boswellia serrata, dalla dimostrata attività antinfiammatoria……. In questo studio pilota, abbiamo studiato l’effetto di BP sull’acuità visiva e sullo spessore retinico nei pazienti affetti da CSCR. […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 5/2021

EDITORIALE • IN5/2021

Quando un “consensus statement” non è proprio di “consenso”
Il caso dei postbiotici: un dibattito ancora aperto

Il progresso scientifico si basa sul confronto e sul dibattito aperto, particolarmente quando si tratta di nuovi concetti, come il campo emergente dei postbiotici. Di questo argomento ne abbiamo parlato nel numero precedente1 e oggi riteniamo doveroso riportare un aggiornamento alla discussione. 

Un gruppo di 33 affermati ricercatori internazionali esperti del settore (tra cui gli italiani Maria Rescigno, Lorenzo Morelli, Simone Guglielmetti, Valentina Taverniti e altri)  hanno criticato il consensus statement pubblicato dall’International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics (ISAPP) (e da noi riportato) sulla base di alcuni punti di divergenza fondamentali2. Innanzitutto la definizione: il termine postbiotico proposto dai ricercatori dell’ ISAPP, che include anche i microrganismi inattivati, affermando che “il termine “postbiotico”… è usato in modo incoerente e manca di una definizione chiara”. Tuttavia, secondo gli autori sopra citati, la definizione di postbiotico è stata enunciata esplicitamente nel 2013 come “qualsiasi fattore risultante dall’attività metabolica di un probiotico o qualsiasi molecola rilasciata in grado di conferire effetti benefici all’ospite in modo diretto o indiretto”, in accordo con altre definizioni proposte. 

Quanto ai “paraprobiotici”, sempre secondo questi autori, il termine è comunemente usato in letteratura per indicare esplicitamente batteri inattivati e/o morti (cioè secondo la definizione originaria di questo termine). Nessun altro termine è stato finora adottato in modo più esteso per indicare l’uso di microrganismi inattivati con proprietà benefiche per la salute. 

Di conseguenza, gli autori ritengono che sussista la necessità scientifica di distinguere fattori molecolari ben definiti di origine microbica con proprietà benefiche per la salute (concetto originario di postbiotico) dall’utilizzo di matrici complesse derivate da cellule microbiche, per le quali i precisi fattori molecolari a supporto di benefici per la salute non sono completamente noti (concetto di paraprobiotico). La letteratura scientifica degli ultimi 10 anni supporta questa distinzione.

Seguono altre critiche all’articolo di ISAPP (la shelf-life dei prodotti, marker per verificarne la stabilità,  l’uso del termine “inanimato”, ecc.).

Naturalmente la risposta dei ricercatori dell’ISAPP non si è fatta aspettare3: questi rimangono sulle loro posizioni e controbattono punto per punto quanto pubblicato dai “contestatori” del consensus statement da loro proposto. Loro concludono che questo settore è ancora agli inizi e sentono la necessità di proporre ora un termine più comprensivo, sostenendo che  “le prime definizioni non sono necessariamente le migliori: si consideri che la prima definizione pubblicata per i probiotici nel 1965 era “sostanze secrete da un microrganismo che stimolano un’ altro microrganismo””. 

Insomma, il dibattito è ancora aperto:  la decisione finale sulla definizione più appropriata e utile spetterà alla comunità scientifica e alle autorità regolatorie.

 


1Barone D,  Mennini T (2021) Postbiotici o paraprobiotici. Un consensus statement farà chiarezza? L’Integratore Nutrizionale 24(4) 46-50
2Aguilar-Toalá JE, Arioli S, Behare P et al (2021) Postbiotics – when simplification fails to clarify. Nat Rev Gastroenterol Hepatol, doi:10.1038/s41575-021-00521-6
3Salminen S, Collado MC, Endo A et al (2021) Reply to: Postbiotics – when simplification fails to clarify. Nat Rev Gastroenterol Hepatol, doi:10.1038/s41575-021-00522-5

Probiotici e quadro regolatorio in EU

[…] sulla base delle indicazioni della Commissione, in molti Paesi della Comunità il termine “probiotico” non può neanche essere indicato sulle confezioni dei prodotti perché ritenuto un claim salutistico; questa situazione non aiuta il consumatore che viene confuso con etichette dei prodotti non esaustive.
Alcuni Paesi della Comunità, però, in relazione all’utilizzo del termine “probiotico”, negli ultimi mesi stanno prendendo una posizione diversa da quanto indicato da EFSA e dalla Commissione, sulla base delle considerazioni delle aziende e delle associazioni di categoria, ma soprattutto per il fatto che lo stato dell’arte sotto il profilo della ricerca scientifica è progredito molto negli ultimi anni a livello mondiale. […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 4/2021

Postbiotici o paraprobiotici

[…] The International Scientific Association of Probiotics and Prebiotics (ISAPP) ha recentemente pubblicato un consensus statement sulla definizione e i benefici dei postbiotici (2), a cura di un comitato di esperti nutrizionisti, microbiologi, gastroenterologi e pediatri convocato (maggio 2019) per fare chiarezza sull’argomento. Contemporaneamente a questo testo, è stata pubblicata una review dedicata ai paraprobiotici che propone anch’essa una definizione per distinguere i postbiotici dai paraprobiotici (3). […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 4/2021

I probiotici di precisione del domani

Questo articolo riassume l’approccio innovativo che ha portato alla scoperta del probiotico di precisione Hafnia alvei HA4597®* e dei suoi benefici sul peso corporeo e sui parametri metabolici. Hafnia alvei HA4597® è stato identificato, dopo i risultati sugli effetti del metabolita batterico peptidasi caseinolitica B (ClpB) sulla regolazione dell’appetito, attraverso una selezione delle specie che producono il ClpB. L’efficacia della specie nell’uomo è stata convalidata nel corso di uno studio multicentrico, in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo, che includeva 236 adulti in sovrappeso.
I risultati positivi dello studio clinico sulla perdita di peso suggeriscono l’utilizzo di H. alvei HA4597® nel controllo globale dell’eccesso di peso. […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 4/2021

EDITORIALE • IN4/2021

Una rivoluzione nel mondo dei probiotici
I probiotici di precisione

Cari lettori,
è proprio vero che il mondo dei probiotici non cessa di stupirci, con le numerose innovazioni a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni.
Avevamo da poco abbandonato il termine “fermenti lattici”, che identificava quei prodotti che hanno curato i disturbi intestinali di tanti bambini, per utilizzare il più preciso termine “probiotico”. Poi abbiamo iniziato a prendere confidenza con i post-biotici e i para-probiotici, ai quali è dedicata la rubrica di aggiornamento della Letteratura scientifica.
Ma non basta: arrivano i “probiotici di precisione”.
Le ricerche condotte nel settore hanno ormai evidenziato che per modulare il complesso sistema che costituisce il nostro microbiota intestinale servono approcci personalizzati. A più di un secolo dalla scoperta di alcune specie come potenziali microrganismi benefici, l’identificazione di ceppi probiotici che producono effetti riproducibili sulla salute umana è ancora in gran parte effettuata attraverso un approccio di tipo top-down, ovvero lo studio di microrganismi che sono tipicamente arricchiti negli individui sani. Ma la ricerca ci ha insegnato che ci sono centinaia di trilioni di microbi all’interno del corpo umano, che hanno un profondo impatto sulla modulazione della funzione dell’ospite. Molti di questi microbi risiedono nel tratto gastrointestinale e hanno dimostrato di influenzare la normale fisiologia in tutti i sistemi corporei. Le interruzioni nel delicato equilibrio dei microbi all’interno dell’intestino e di altre nicchie sono associate a numerosi stati patologici, inclusi disturbi neurologici, malattie cardiovascolari, disturbi gastrointestinali e persino il cancro. Di conseguenza, c’è un intenso interesse nel prendere di mira questi microbi per promuovere la salute generale e per abrogare le malattie, con notevoli progressi fatti di recente. L’obiettivo è quindi quello di identificare microrganismi in grado di svolgere una funzione molecolare ben precisa, utilizzando procedure analitiche estremamente avanzate, quasi tutte appartenenti al mondo dell’-omica, per poi passare a esperimenti su animali e trial clinici. Un approccio di precisione ai probiotici potrebbe affrontare l’eterogeneità inerente ai ceppi probiotici, agli ospiti e ai loro microbiomi.
Questa nuova strategia di manipolazione del microbiota intestinale potrà riequilibrarlo in maniera specifica e peculiare per ciascun soggetto; si tratta quindi di pre e probiotici di “precisione”, dimenticando prescrizioni di fermenti lattici generiche del tipo “uno vale l’altro”. Tutto questo permetterà di raggiungere, sulla spinta di robuste evidenze scientifiche, un’accurata prevenzione di diverse patologie.
E per stare al passo con l’innovazione, in questo numero pubblichiamo un articolo che descrive lo sviluppo di un probiotico di precisione per il controllo del sovrappeso e della salute metabolica.

Buona lettura!

LEHVOSS Group ed Engredo

LEHVOSS Group dà il benvenuto alla società danese Engredo per unire le forze e partecipare alla crescita del business nutrizionale LEHVOSS.
Il Gruppo vede una grande opportunità per rafforzare la propria attività nutrizionale già di successo nei Paesi nordici e aprire nuove opportunità in tutta Europa.
Questa joint venture è una mossa strategica che consentirà alla Business Unit LEHVOSS Nutrition di consolidare la propria solida offerta nutrizionale, vendite, marketing e competenze normative con un team altamente qualificato ed esperto, con sede nei Paesi nordici.
Per LEHVOSS Nutrition questa joint venture rappresenta anche una grande opportunità per rafforzare il proprio portafoglio di prodotti, poiché Engredo ha un’interessante gamma di prodotti che sarà accessibile anche al team nutrizionale europeo in futuro.
Per Engredo la fusione con LEHVOSS consentirà loro di unire le forze con un’azienda che completa perfettamente la loro attività, ampliando significativamente il loro portafoglio di prodotti e consentendo loro di servire ancora meglio i propri clienti e partner su più livelli: dalla fornitura di ingredienti per lo sviluppo del prodotto al lancio di soluzioni nuove e innovative nel campo degli alimenti, degli integratori alimentari e del farmaceutico. Inoltre, Engredo otterrà il supporto di una vasta rete e di un Gruppo che ha una forte presenza in molti Paesi europei, rendendola un partner forte e a lungo termine, con la capacità di servire i propri clienti a tutti i livelli in futuro.
L’etica lavorativa di entrambe le società garantirà un ottimo futuro, poiché entrambe le aziende continueranno a fornire servizi di qualità, nutraceutici speciali e minerali all’industria.

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 3/2021

Dispositivi medici a base di sostanze

Il Regolamento UE 2020/561 del 23.4.2020 ha rinviato l’entrata in vigore del Regolamento UE 2017/745 di un anno. Il rinvio è stato motivato dalla grave situazione determinata dalla pandemia. Ora un anno è passato e con il 26 maggio 2021 il nuovo regolamento sui dispositivi medici deve essere applicato.

La disciplina sui dispositivi medici è stata introdotta con la Direttiva 93/42/CE (MDD). Trattandosi di un atto legislativo non immediatamente applicabile negli Stati membri, è stato necessario un atto di recepimento. […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 3/2021

La metabolomica in nutraceutica

La comprensione dei meccanismi d’azione degli ingredienti attivi naturali e la valutazione della loro efficacia e sicurezza rappresentano tutt’oggi una sfida nell’ambito dei food supplements. La ricchezza del fitocomplesso e la molteplicità dei target biologici d’azione che caratterizzano molti degli attivi naturali ben si sposano con la visione olistica dell’approccio metabolomico, una scienza che studia il profilo generale dei metaboliti di un organismo e come questi variano a seguito di stimoli di varia natura. In questo lavoro vengono presentati gli studi di metabolomica condotti a seguito della somministrazione prolungata di 4 estratti vegetali impiegati nel mercato nutraceutico (curcuma, caffè verde, Polygonum cuspidatum, cranberry), monitorando i cambiamenti del metaboloma urinario a seguito del trattamento, sia in soggetti sani che in animali da laboratorio. […]

Articolo integrale pubblicato su L’Integratore Nutrizionale 3/2021