Job On Beauty

Job On Beauty è una realtà specializzata nella ricerca e selezione e formazione di personale qualificato, specialisti e manager per la cosmetica e nutraceutica. Il team di Job On Beauty è costituito da esperti HR e professionisti dell’industria della Bellezza. Job On Beauty nasce dall’esigenza di trovare i migliori profili del mondo scientifico, renderli visibili alla Beauty Industry e favorirne l’incontro attraverso la costante interazione nella Job On Beauty Community. Attraverso l’uso di servizi digitali quali scouting, ranking, webinar, e-learning, e con innovativi strumenti di presentazione candidato, Job On Beauty si pone come il partner specializzato nella ricerca e selezione del candidato giusto.
“Siamo un team appassionato di recruitment e di bellezza ma soprattutto di Persone; mettiamo il successo dei clienti al centro delle nostre decisioni”.
Così ha esordito Silvia Lovagnini, Founder & CEO di Job On Beauty, che abbiamo qui intervistato.


Iniziamo da una breve presentazione, ci dica qualcosa di lei.
Fin dall’infanzia mi ha sempre incuriosito la comprensione delle diverse personalità e l’interazione delle persone con l’ambiente. La curiosità mi ha portato a studiare chimica per capire i fenomeni che mi circondano e poi allo studio della persona dal punto di vista psicologico-cognitivo e dei meccanismi che guidano le nostre scelte.
Ho conseguito la laurea in Psicologia dando un orientamento al mio piano di studi nell’ambito del lavoro e poi sono specializzata nella psicologia applicata ai gruppi e alle organizzazioni di lavoro. L’obiettivo era quello di trasformare la mia passione in una professione. Ricordo ancora il mio primo giorno di stage carica di nozioni e pronta alla sfida.
Ho dedicato la prima parte della mia carriera alla selezione, formazione e sviluppo organizzativo, ricoprendo ruoli con responsabilità crescenti nell’ambito delle risorse umane in diversi contesti multinazionali.

Dr.ssa Lovagnini perchè ha creato Job On Beauty?
In realtà ho avuto l’idea di Job On Beauty e oggi ne sono l’amministratore, ma la società è stata creata insieme a un team di professionisti di cosmetica e nutraceutica. Job On Beauty è quindi la sintesi dell’expertise di professionisti del settore, senza i quali non avrei potuto creare una rete di lavoro così efficiente e puntuale nel rispondere alle esigenze del mercato.

Da dove nasce l’idea di Job On Beauty?
Le mie esperienze in HR presso diverse multinazionali sono state importanti e hanno contribuito notevolmente alla mia formazione, ma negli anni ho visto l’accentuarsi della standardizzazione dei processi sia in azienda sia con i nostri business partners, anch’essi importanti gruppi multinazionali di ricerca e selezione.
In particolare, questi ultimi si focalizzavano quasi esclusivamente sull’accrescimento del business, ma svolgendo selezioni e counseling, mi consenta, un po’ superficiali. La selezione del personale è un processo che non si esaurisce con la semplice ricerca di un cv o nell’incontro con il candidato.
Credo che i processi HR debbano essere strutturati, ma la standardizzazione talvolta abbassa la qualità del risultato, soprattutto nella ricerca e selezione del candidato giusto.

Qual è la Formula per una selezione di successo?
La selezione del personale rappresenta un momento molto delicato per l’azienda: inserire una persona che non possiede i requisiti necessari, infatti, non solo può portare a una perdita di tempo e denaro, ma può anche essere causa di squilibri ai danni del gruppo di lavoro.
L’idea di Job On Beauty nasce dall’esigenza di trovare i candidati giusti, i migliori talenti nel mondo della bellezza e favorirne l’incontro con le aziende. Job On Beauty si fonda sull’idea che sono le persone a fare la differenza e che non esistono candidati giusti a prescindere dall’organizzazione aziendale. Esiste il candidato giusto al posto giusto, e per trovarlo occorrono competenza, specializzazione, innovazione e collaborazione, che rappresentano i quattro pilastri del nostro modello di lavoro.

Cosa la spinge a focalizzarsi sulla cosmetica e nutraceutica?
Come dicevo, ho sempre avuto un interesse per la chimica e l’ambiente che, con il passare degli anni, si è sempre più focalizzato su ciò che la chimica e la natura possono fare per la bellezza e il benessere delle persone.
La cosmetica e la nutraceutica sono due importanti settori industriali che richiedono competenze diversificate e hanno in comune la cura del corpo dall’esterno o dall’interno, e quindi come obiettivo uno stato di salute/bellezza prolungato nel tempo.
Ho cominciato a occuparmi di HR in questi ambiti e ho visto che ci sono diverse società di recruiting di carattere generalista, ma mancava una società specializzata con focus primario sulla cosmetica e nutraceutica.
Job on Beauty pone il focus su un settore che è in linea con la mia passione ed è in costante crescita. In particolar modo, il settore cosmetico genera in Italia un giro d’affari che supera i 10 miliardi di euro l’anno, impiegando migliaia di persone in tutta la filiera.

Come agisce Job On Beauty?
La mission di Job On Beauty è favorire l’incontro tra i candidati le aziende.
Sembra scontato e già detto ma talvolta risulta difficile il match tra domanda e offerta di talenti nel settore cosmetico&nutra. La Job On Beauty Community è al servizio di chi vuole evolvere nel settore del Beauty e di chi ha esigenze di specialisti dedicati. Un punto d’incontro ideale in un settore industriale in rapido movimento, guidato dalla scienza e altamente innovativo con esigenze professionali specialistiche di settore.

Cos’è la Job On Beauty Community?
La Job On Beauty Community rappresenta una comunità di professionisti specializzati nel mondo scientifico in “formato” digitale. Consente l’apertura al mondo della bellezza e il contatto con le industrie.

Come si diventa membri della J.O.B. Community?
Ai candidati offriamo la possibilità di registrarsi, ovviamente in modo gratuito, attraverso un format online che consente la creazione del curriculum vitae; questo è ben diverso dall’allegare un qualsiasi cv o rispondere a un annuncio di lavoro.
La J.O.B. Community dà visibilità alle competenze del candidato, che può entrare in contatto diretto con le aziende, naturalmente rispettando i criteri di confidenzialità e privacy.
Per le aziende che cercano talenti nel mondo scientifico mettiamo a disposizione una serie di servizi per la ricerca del candidato giusto al posto giusto. Stiamo ultimando, per le aziende, un innovativo strumento di presentazione candidato che sarà disponibile online a breve.

Quindi la sua selezione utilizza esclusivamente gli stumenti digitali?
Il digitale è una parte di ciò che offriamo: il concetto di e-recruitment non può essere sottovalutato al giorno d’oggi, dove la tecnologia e i social network fanno da padroni nelle relazioni. Nella J.O.B. Community ogni persona viene contattata dal mio staff per un’intervista o un incontro; questo modo di operare si fonda sull’importanza della relazione e collaborazione; parliamo di persone e non di dati o curricula. Infatti, la registrazione non è una semplice iscrizione al database ma rappresenta l’accesso a una community specializzata.

Qual è il contributo del digitale alle aziende del nutraceutico?
L’e-recruitment permette un’ampia autonomia da parte dell’azienda che cerca e trova liberamente il candidato.
L’azienda, una volta effettuata l’iscrizione nella J.O.B. Community, può beneficiare del ranking dei candidati sulla base di skills in linea con il profilo ricercato.
Se l’e-recruitment è oggi necessario, non è sempre sufficiente a garantire il risultato. Job On Beauty offre una serie di servizi personalizzati.

Quali sono gli altri servizi che Job On Beauty offre all’industria cosmetica?
Ad esempio, il servizio di Personal Recruiter: consiste nell’avere una persona dedicata e specializzata nel recruitment del profilo ricercato per tutto il processo di selezione.
Inoltre, quante volte è capitato di trovare un candidato al quale mancava quella particolare competenza per essere davvero quello giusto? Ed è qui che Job On Beauty vuole dare valore aggiunto alla selezione, mettendo a disposizione i Personal Trainer, professionisti e formatori del nostro network, in grado di allenare candidati e collaboratori sulla base di singole esigenze o sviluppare progetti di inserimento su misura. Training per i neoassunti ma anche progetti formativi per la popolazione aziendale. Siamo in grado di completare l’offerta offrendo servizi di counseling in ambito HR: dalla valutazione della performance all’analisi del clima aziendale.
Il beneficio per entrambi, azienda e candidato, appare evidente.

Come potremmo sintetizzare Job On Beauty?
Noi intendiamo offrire un servizio globale che comprende non solo il recruitment, ma anche la consulenza e la formazione mirata del candidato, in linea con le aspettative del cliente.
Vogliamo favorire il contatto diretto candidato-azienda, ma siamo in grado di offrire Personal Recruiters e Personal Trainers che interagiscono con entrambi al fine di ottimizzare il risultato.
Nel 2019 il supporto digitale è molto utile per avere ottimi risultati in tempi ridotti, ma rimane fondamentale la qualità del nostro team di esperti di settore.
Job On Beauty utilizza i vantaggi offerti dalla tecnologia digitale, andando oltre i limiti che la tecnologia comporta, in un processo dove la componente umana è parte integrante.

 

Valutazione dell’efficacia cosmetica in vitro

La caduta dei capelli rappresenta una condizione che può influire sul benessere sociale e psicologico di un individuo. La causa più comune è l’alopecia androgenetica (AGA), che è una condizione di caduta dei capelli progressiva determinata geneticamente e che coinvolge la 5α-reduttasi. In questo studio è stato sviluppato un nuovo agente anticalvizie basato sulla tecnologia IPSTiC (Interconnected PolymerS TeChnology), la quale rappresenta una strategia efficace per il rilascio di molecole bioattive. Questo prodotto, IPSTiC Patch Hair, si basa su un blend polimerico composto da acido ialuronico ad alto peso molecolare e proteine della soia, ed è in grado di migliorare l’efficacia e la stabilità di ingredienti bioattivi come l’estratto di foglie di Origanum vulgare, l’estratto di foglie di Camellia sinensis e l’estratto del frutto di Capsicum annuum. L’efficacia dell’agente anticalvizie è stata studiata eseguendo diversi test, tra cui il saggio di inibizione della 5α-reduttasi. Questo enzima è responsabile della conversione del testosterone in diidrotestosterone (DHT), di cui l’eccesso è implicato in vari processi, tra cui l’alopecia androgenetica. In particolare, è stato osservato che l’inibizione della 5α-reduttasi comporta una riduzione dell’effetto androgenico e i risultati ottenuti hanno confermato l’efficacia del nuovo agente anticalvizie nel trattamento topico dell’AGA.

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Non aprite il vaso di Pandora

Fra gli argomenti maggiormente discussi in ambito scientifico e regolatorio, è palpabile una crescente attenzione verso gli interferenti endocrini (Endocrine Disruptors, ED), così come è tangibile l’interesse sull’argomento presso una platea molto più ampia rispetto agli addetti ai lavori.

Il consumatore attratto dal claim paraben free (peraltro difforme ai principi del Regolamento UE n.655/2013 e teoricamente non ammesso) si improvvisa (forse inconsapevolmente?) esperto in materia, di levatura tale da poter disconoscere l’opinione del comitato scientifico SCCS (Scientific Committe for Consumer Safety, EU Commmission), il quale all’interno dei limiti consentiti considera sicuro l’uso dei parabeni (a catena corta) e trascurabile l’effetto interferente. […]

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Nuovi coloranti per capelli

I coloranti permanenti per capelli si basano su reazioni chimiche tra precursori e modificatori di sfumatura, che ossidandosi si trasformano in dimeri o trimeri complessi colorati che impartiscono la tonalità desiderata. Nuove molecole sono attualmente a disposizione per sostituire i più comuni precursori e modificatori come PPD (p-fenilendiamina) e resorcina, spesso associati a problemi durante la colorazione.

Idrossietil-p-fenilenediamina solfato e Idrossietil-3,4-metilenediossianilina cloridrato sono osservate con particolare attenzione per le loro proprietà tossicologiche (come il potenziale sensibilizzante), l’esposizione e la bio-disponibilità.

Nuovi metodi in vitro vengono utilizzati per studiare tali aspetti. Infine, viene presentata una formula nella quale le nuove molecole sostituiscono le tradizionali PPD e resorcina. […]

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Sviluppo e validazione di una piattaforma innovativa per lo studio in vitro dei diversi meccanismi di assorbimento intestinale

La permeabilità intestinale è cruciale nel regolare la biodisponibilità e gli effetti biologici di farmaci e composti alimentari. Tuttavia, studi quantitativi sull’assorbimento di molecole sono piuttosto limitati, a causa della mancanza di modelli sperimentali affidabili e in grado di riprodurre le risposte che si osservano in vivo. In questo studio è presentato un dispositivo innovativo che costituisce un modello fluidico in vitro di barriera dell’intestino tenue, in cui l’epitelio intestinale ricostruito in 3D viene integrato con un bioreattore fluido-dinamico che simula gli stimoli fisiologici dell’ambiente intestinale (MIVO®) […]

 

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Valorizzazione integrale degli scarti di arancia

[…] Il pastazzo di arancia ha un grande valore, in virtù degli importanti composti e sostanze bioattive in esso contenuti, che hanno già propri importanti mercati di riferimento e settori di applicazione che spaziano dalla nutraceutica all’alimentazione umana e animale, all’agricoltura, alla cosmesi, ecc. I risultati raggiunti dimostrano la fattibilità del percorso proposto per la valorizzazione integrale della buccia d’arancia di scarto, con ulteriori ampi margini di miglioramento legati all’ottimizzazione del processo. Il metodo di estrazione a cavitazione idrodinamica si è infatti rivelato superiore rispetto a tutti gli altri metodi di estrazione quali idrodistillazione, distillazione a vapore, estrazione assistita da ultrasuoni e le diverse varianti di estrazione assistita da microonde. È bene ribadire che il processo è interamente “verde”, in quanto utilizza soltanto acqua come solvente, elettricità come fonte di energia (generabile per mezzo di fonti rinnovabili) e garantisce un residuo finale sfruttabile a fini energetici. A questo si aggiunge l’economicità dell’impianto, nonché aspetto decisivo per l’applicazione su scala industriale; la scalabilità virtualmente senza limiti ai fini del processamento di grandi quantità di materiale.

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Le novità del 2020 – De rerum natura

Cari Lettori, potrete obiettare che De rerum natura non è proprio una novità, in quanto l’opera in 6 libri, scritta dal poeta romano Lucrezio, fu pubblicata nel I secolo a.C. Già più di 2000 anni fa Lucrezio collegava le prospettive della condizione dell’uomo allo stato della Natura e della Terra, ai sistemi naturali e fisici da cui dipendeva l’esistenza umana stessa. E con 21 secoli di ritardo, come ricordato da Richard Horton nel suo editoriale su The Lancet del 18 gennaio, scienziati di tutto il mondo si stanno attivando per realizzare progetti che mantengano, oltre alla salute dell’uomo, anche quella del Pianeta. Ne avevo già accennato nel mio editoriale sul n°4 dello scorso anno (L’alimentazione nell’Antropocene: cibo salutare da fonti sostenibili) presentando le cinque strategie proposte dalla Commissione EAT-Lancet (tipo di alimentazione, produzione sostenibile, conservazione della biodiversità, riduzione degli scarti e sprechi alimentari).

Mi piace continuare il discorso, accennando brevemente (per ragioni di spazio) solo ad alcune delle principali iniziative tra le varie che sono nate in quest’ambito e che coinvolgono anche il settore degli integratori e alimenti funzionali. Ne ho selezionate due con sede in Italia, culla della dieta mediterranea e che ospita la popolazione più longeva d’Europa.

L’Italian Institute for Planetary Health (IIPH), Istituto Italiano per la Salute dell’Uomo e del Pianeta (iiph.eu), è un istituto dal respiro internazionale che ha lo scopo di salvaguardare la salute dell’uomo attraverso una corretta alimentazione, mantenendo in buona salute anche il nostro Pianeta. L’Istituto nasce dalla collaborazione di due grandi istituzioni in campo scientifico: l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e l’Università Cattolica del Sacro Cuore, con la partecipazione di Vihtali, spin off dell’Ateneo. Si occuperà di promuovere la ricerca scientifica per: 1) identificare gli alimenti che hanno un impatto maggiore sulla salute e sulla longevità del singolo individuo e della popolazione; 2) valutare la relazione tra alimentazione e insorgenza o progressione di patologie (cardiovascolari, neurodegenerative, oncologiche); 3) valutare gli effetti della produzione alimentare sul cambiamento ambientale per ricercare sistemi alternativi e sostenibili, e contemporaneamente studiare l’impatto dell’inquinamento alimentare sulla salute dell’uomo; e infine, 4) mettere a punto attività di formazione e informazione che favoriscano stili di vita più sani e sostenibili.

E poi due progetti dei 33 vincitori della call Hub Ricerca e Innovazione di Regione Lombardia, il bando regionale che premia la capacità innovativa del territorio puntando sulla Ricerca e Innovazione d’avanguardia.

Uno è il progetto sPATIALS3, guidato dal Consiglio nazionale delle ricerche con la partecipazione di 12 Istituti, la partnership di 4 aziende del settore agroalimentare e packaging (FlaNat, Mirtilla Bio, Ecozinder, Corapack) e di 4 centri clinici.

sPATIALS3 mira al miglioramento delle produzioni agroalimentari e alla creazione di tecnologie innovative per un’alimentazione più Sana, Sicura e Sostenibile (le 3 S), grazie alla realizzazione di un Hub integrato e multidisciplinare.

L’altro è il progetto MiND FoodS Hub, nell’ambito del nuovo Centro di Ricerca Italiano sulle Scienze della Vita che sorgerà nell’area di Human Technopole (Expo 2015). Un concept innovativo a guida di Arexpo, con l’Università di Milano tra i partner, per l’eco-intensificazione delle produzioni agrarie e per la promozione di modelli alimentari per la salute e la longevità dell’uomo, attraverso l’individuazione, la produzione e la trasformazione sostenibile di prodotti vegetali e derivati con eccellente profilo nutrizionale e curandone anche la validazione funzionale.

Ed ecco allora la novità che volevo proporvi: da questo numero ci sarà una rubrica interamente dedicata all’innovazione e sostenibilità, proprio per dare maggiore evidenza a questi temi di grande attualità, che fa seguito a quanto avevamo già pubblicato gli altri anni in sezioni diverse (vi ricordo ad esempio gli articoli del n°6/2019 sul riutilizzo di due prodotti di scarto: le vinacce di uva Aglianico e le bacche esauste di mirto).

Su questo numero troverete, oltre alla rubrica in questione dedicata all’utilizzo degli scarti delle arance, una monografia sui derivati della Magnolia, che vede il contributo di ricercatori del neo-nato IIPH.

Invito quindi le aziende e i centri di ricerca a seguire l’esempio, e partecipare attivamente a questa rubrica, inviandomi articoli e comunicati per approfondire il tema sostenibilità e produzione alimentare e nutraceutica.

Il packaging cosmetico guarda all’ambiente e al futuro

Francesca Signori1,2, Patrizia Cinelli1,2, Maria-Beatrice Coltelli1,2, Andrea Lazzeri1,2
1Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, Pisa
2INSTM, Firenze
francesca.signori@unipi.it


[…] Il progetto europeo PROLIFIC (2018-2022, www.prolific-project.eu) si occupa di trovare nuove soluzioni tecnologiche e industriali per trasformare gli scarti dell’industria agro-alimentare (in particolare dall’industria dei legumi, dei funghi e del caffè) in prodotti alimentari per alimentazione sia umana sia animale e per il packaging alimentare e cosmetico. Il progetto rientra a pieno nelle finalità della Circular Economy (11), lanciata dalla commissione europea nel 2017, in quanto rimette in circolo scarti dell’industria agro-alimentare utilizzandoli come additivi funzionali per nuove applicazioni. In particolare, per quanto riguarda il packaging cosmetico, il progetto prevede soluzioni innovative di packaging bioattivo, la cui funzione non è soltanto di contenimento, ma di interazione funzionale nei confronti del prodotto cosmetico contenuto. Il packaging ideale, infatti, non solo dovrebbe garantire elevate proprietà barriera nei confronti di umidità e ossigeno, ma anche l’asetticità dell’ambiente, preservare il prodotto cosmetico da processi ossidativi e contemporaneamente non alterarne la composizione attraverso il rilascio di sostanze potenzialmente tossiche, irritanti o comunque capaci di interagire con gli ingredienti funzionali del cosmetico stesso. Per migliorare le proprietà barriera del materiale termoplastico a basso impatto ambientale utilizzato come packaging, diminuirne il costo e renderlo parte di una micro-economia circolare di valorizzazione degli scarti industriali, il progetto PROLIFIC propone di disperdere nella matrice polimerica sostanze bioattive di origine naturale, ottenute come scarti della lavorazione dell’industria agro-alimentare dei legumi, dei funghi e del caffè. In questo modo, sostanze a elevato potere batteriostatico, come il chitosano estratto dai funghi, oppure a elevato potere antiossidante, quali i polifenoli estratti dai legumi o dal caffè, conferiranno al packaging prodotto, ad esempio quello cosmetico, proprietà bio-attive uniche e interessanti. Inoltre, trattandosi di molecole già utilizzate spesso all’interno delle formulazioni cosmetiche quali antimicrobici o antiossidanti, l’approccio del progetto PROLIFIC minimizza i rischi di contaminazione e/o migrazione dal packaging al prodotto cosmetico e viceversa, stabilizzando la formulazione cosmetica e aumentandone, di conseguenza, la shelf-life.
A fine vita i contenitori, anche se presentano tracce di cosmetico (che necessariamente dovrà contenere sostanze totalmente compostabili), potranno essere facilmente smaltiti nello scarto umido e conseguentemente avviati al compostaggio industriale, favorendo così uno smaltimento ecosostenibile e a basso impatto ambientale. […] 

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Scarti industriali della lavorazione del Tè nero

Elena Ghedini1, Michela Signoretto1, Federica Menegazzo1, Silvia Tabasso2, Giorgio Grillo3
1CATMAT e VeNice, spin off dell’Università Ca’ Foscari, Mestre-Venezia
2Dipartimento di Chimica, Università degli Studi di Torino, Torino
3Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco, Università degli Studi di Torino, Torino
gelena@unive.it


Il presente articolo tratta l’utilizzo di sottoprodotti della lavorazione del tè nero per applicazioni cosmetiche. Sostenibilità, nanotecnologie, innovazione e condivisione delle competenze sono i comuni denominatori dell’intero progetto; dall’approccio di estrazione alla formulazione del prodotto cosmetico finale. La presente ricerca costituisce un ulteriore esempio di come la scelta di utilizzo di materie prime alternative non possa prescindere da ricerca e tecnologia, in quanto rappresenta un’eccellente opportunità di innovazione […]

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