Parola d’ordine: second life


Parola d’ordine: second life

Le nuove Linee Guida sul packaging riciclato

Intervista a Marina Camporese e Daniela Aldrigo

Da un lato gli obiettivi dell’Unione europea, dall’altro le esigenze del mercato e i desiderata dei consumatori spingono le industrie a investire sempre più tempo e ricerca nello sviluppo di imballaggi ottenuti da materiali riciclati, e senza ombra di dubbio un materiale ampiamente utilizzato su cui sono puntati i riflettori sono le plastiche.
Ed è così che l’industria cosmetica e l’industria del packaging, seppur in assenza di una normativa ad hoc o di indicazioni comunitarie specifiche, si sono sedute intorno al tavolo di lavoro promosso dall’Istituto Italiano Imballaggio insieme ai rappresentanti di laboratori già da tempo attivi nella messa a punto di metodi di analisi degli imballaggi, per sviluppare un pensiero condiviso affinché i materiali riciclati ottenuti e impiegati nel packaging cosmetico godano delle caratteristiche di sicurezza, performance e idoneità tecnologica necessarie.

Ne abbiamo parlato con Marina Camporese (Coordinatrice della Commissione Packaging Cosmetico istituita presso l’Istituto Italiano Imballaggio) e Daniela Aldrigo (Regulatory Affairs presso l’Istituto Italiano Imballaggio) che si stanno occupando di orchestrare i lavori della Commissione per lo sviluppo di un nuovo capitolo delle Linee Guida che riguardano il connubio fra imballaggio e cosmetico.

 


D. Non è la prima volta che la Commissione Packaging Cosmetico è in prima linea a tracciare una strada che rappresenti un vero e proprio metodo di lavoro per l’industria cosmetica, quella del packaging e i laboratori di analisi. Già nel corso del 2019 abbiamo avuto modo di ospitare su alcuni numeri di Cosmetic Technology degli articoli relativi al “peso” del packaging nella valutazione della sicurezza del cosmetico e all’approccio analitico sul packaging primario in materia plastica.
Ma facciamo un passo indietro: com’è nata la Commissione?
R Daniela Aldrigo (DA). L’Istituto Italiano Imballaggio annovera da molto tempo commissioni tecniche che lavorano su tematiche tecnico-regolatorie; in particolare il settore del food packaging, che da sempre ha la maggior attenzione legislativa, ma anche gli aspetti ambientali e di sostenibilità legati al packaging sono da sempre monitorati e seguiti da una commissione dedicata.
L’evoluzione tecnico-normativa ha però richiamato l’attenzione su altri settori in cui il packaging svolge un ruolo comunque importante e decisivo. Sono quindi state attivate due nuove commissioni: una dedicata alle tematiche analitiche del packaging per i prodotti farmaceutici e un’altra che si è occupata da subito della sicurezza del prodotto cosmetico confezionato in tutte le sue sfaccettature, dapprima guardando alle Good Manufacturing Practice (GMP) e alle tematiche documentali (con le Linee Guida pubblicate rispettivamente nel 2013 e nel 2015). Nel 2019, invece, l’evoluzione tecnico-normativa si è soffermata sugli aspetti più analitici, con particolare attenzione alle plastiche che rappresentano il materiale più largamente utilizzato per il confezionamento dei prodotti cosmetici, ma anche il materiale che soffre di più delle critiche ambientaliste.

R Marina Camporese (MC). Le prime due Linee Guida hanno cercato di colmare alcune lacune, poiché il Regolamento non è mai entrato nel dettaglio di come il valutatore della sicurezza o il team preposto debbano agire per rispettare la normativa relativa alla sicurezza del packaging cosmetico.
Successivamente è nata l’esigenza di ampliare dal punto di vista del testing la valutazione del packaging cosmetico, prendendo sì spunto dalla normativa food, come suggerito dalla Commissione europea, ma considerando anche le caratteristiche peculiari delle formulazioni cosmetiche, le possibili interazioni e le sostanze con restrizioni totali o parziali dal Regolamento (CE) n.1223/2009 (Allegati II e III).

D. Possiamo affermare che con il lavoro della Commissione e con la pubblicazione delle Linee Guida è stata colmata una lacuna tra la richiesta regolatoria (di valutare l’eventuale presenza involontaria di quantità ridotte di sostanze vietate migrate dall’imballaggio) e l’assenza di metodi e procedure ufficiali?
R (DA). Certamente con la pubblicazione delle Linee Guida per la Valutazione della sicurezza del prodotto cosmetico mediante approccio analitico sul packaging primario in materia plastica si è fatto un notevole passo in avanti circa la definizione di un piano analitico più adatto alle necessità specifiche del settore cosmetico. Guidati dell’esperienza analitica del food packaging, che ha regole codificate nella legislazione di riferimento, sono stati identificati gli aspetti che la legislazione dei Food Contact Materials (FCM) non copre in modo efficace. Partendo dal presupposto che un imballaggio idoneo a contenere alimenti è un ottimo punto di partenza, ci si è resi conto che in alcuni casi questo non basta e bisogna tener conto delle caratteristiche compositive del prodotto cosmetico in relazione alle possibili interazioni con il suo packaging, e delle diversità di interazione con il consumatore.
In realtà molto resta ancora da fare.

D. Già nel precedente capitolo delle Linee Guida, mi riferisco a quello dedicato allo sviluppo di un approccio analitico sul packaging primario, l’attenzione è stata puntata sulle materie plastiche. Anche ora che si parla di materiali riciclati la Commissione ha deciso di focalizzarsi su questi materiali. Si tratta di un materiale largamente impiegato per il confezionamento dei cosmetici. Quali sono le problematiche che più frequentemente i fornitori di packaging incontrano con le plastiche riciclate?
R (DA). L’utilizzo della plastica riciclata a diretto contatto con il prodotto cosmetico non ha restrizioni legislative e regolatorie; va valutata nell’ottica della sicurezza del prodotto confezionato, come qualsiasi altro materiale. Diverso è l’approccio legislativo per il food contact, dove un regolamento europeo in attesa di applicazione prevede l’autorizzazione di processi di riciclo idonei a produrre plastica riciclata destinata al contatto diretto con gli alimenti, mentre a livello nazionale è consentito l’uso di rPET per tutti i tipi di alimenti per realizzare bottiglie con un contenuto massimo del 50% di riciclato e vaschette, ma con specifiche limitazioni d’uso (art.13ter DM 21.03.1973) e rPE/rPP per cassette per ortofrutta, e con specifiche indicazioni d’uso secondo l’art.13bis DM 21.03.1973.
In virtù delle autorizzazioni nel settore food e dell’attività da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che si è concentrata maggiormente, se non quasi unicamente, sulla valutazione dei processi di riciclo che producono rPET, ad oggi i flussi che offrono più garanzie documentali e operative relative alla raccolta differenziata riguardano proprio questo polimero.
Dal punto di vista analitico, non riuscendo a garantire la costanza compositiva di quanto viene raccolto, le sostanze presenti potenzialmente pericolose (Non Intentionally Added Substances, NIAS, contaminanti, ecc.) vanno valutate attentamente attraverso analisi di screening mediante marker adeguati, idealmente a ogni lotto.

R (MC). Per questo motivo, con le Linee Guida in preparazione cercheremo di dare più informazioni possibili riguardo alle conoscenze attuali in ambito di processi di riciclo e flussi di materiale connessi, ma andremo anche ad approfondire le informazioni sulle plastiche riciclate post consumo, grazie ad attività di testing interlaboratorio e ad una panoramica della normativa cogente.

D. In estrema sintesi, considerato che il lavoro è decisamente corposo, quali sono gli obiettivi a cui tende questa nuova edizione delle Linee Guida?
R (MC). L’obiettivo è quello di fornire a tutti gli attori della filiera (dai produttori di packaging ai produttori di cosmetici, ai valutatori della sicurezza dei prodotti cosmetici) le informazioni e le conoscenze di base per valutare i materiali riciclati e il loro possibile utilizzo a contatto con i prodotti cosmetici, nel rispetto della sicurezza richiesta dal Regolamento (CE) n.1223/2009
Non dimentichiamo anche la difficoltà che hanno trovato inizialmente i valutatori della sicurezza e i produttori di cosmetici in generale nell’affrontare temi diversi e lontani dalle proprie competenze, che potremmo definire piuttosto complessi e soprattutto senza strumenti tecnici a disposizione.
Riteniamo, quindi, che queste Linee Guida potranno essere un valido aiuto per chi si dovrà approcciare a queste tematiche di grande interesse e attualità, mettendo a disposizione tutte le informazioni al momento disponibili sui vari aspetti: normativa cogente sulle plastiche food, norme tecniche sul riciclo, Regolamento REACH, attività di testing, documentazione in entrata e in uscita scambiata lungo la catena di approvvigionamento.

D. Anche per i materiali e oggetti destinati a venire a contatto con alimenti, l’uso di materiali da post-consumo sta diventando una pratica sempre più diffusa. L’esperienza maturata nell’ambito del food packaging, che già in passato ha tracciato la via dell’approccio adottato (mi riferisco in particolare ma non solo all’identificazione di simulanti per la valutazione della conformità dei materiali) se e come può essere di supporto in questa fase del lavoro della Commissione?
R (MC). La normativa cogente in continuo aggiornamento e le analisi eseguite da tempo in ambito food packaging ci hanno permesso di raggiungere conoscenze importanti per la valutazione della sicurezza dei materiali a contatto con gli alimenti, anche nel caso di plastica riciclata (in particolare, come accennato prima, sull’rPET). Più carenti sono le informazioni su rPE e rPP che invece godono dell’interesse dell’industria cosmetica, sempre più orientata ad avere una connotazione green e dove vi sono materiali di elezione (in particolare il PE).
Ma sicuramente le esperienze già maturate in ambito alimentare e le tecniche analitiche sempre più sensibili e accurate ci permetteranno di arrivare a una valutazione precisa e attenta, anche dei materiali post consumo destinati al contatto con le varie matrici cosmetiche.

D. Concludendo: “Avete già idea di quando le nuove Linee Guida vedranno la luce?”
R (DA). Stiamo lavorando con molto impegno per poter essere d’aiuto al settore. Riteniamo che la metà del 2021 sia una data percorribile.

 

Per informazioni
www.istitutoimballaggio.org • tel 02 58319624