Metodi in silico per la valutazione della sicurezza dei cosmetici


Metodi in silico per la valutazione della sicurezza dei cosmetici

Un aiuto dal mondo dell’informatica

Alberto Manganaro • Kode Chemoinformatics, Pisa – a.manganaro@kode.srl


Con i metodi in silico si indicano un insieme di tecniche che permettono di ottenere informazioni su proprietà chimico-fisiche e attività biologiche di composti chimici, unicamente utilizzando strumenti informatici (il termine deriva dal parallelo con i test in vivo e in vitro). In particolare, uno dei metodi più rilevanti in tale ambito è rappresentato dalla Relazione quantitativa struttura-attività (Quantitative Structure-Activity Relationship, QSAR).
Il campo del QSAR, nato e usato nel mondo farmacologico per il drug design già da lungo tempo, si è notevolmente sviluppato negli ultimi decenni, trovando nuovi ambiti di applicazione. Nello specifico, negli ultimi anni è cresciuto un particolare interesse verso i QSAR per l’utilizzo ai fini delle valutazioni di proprietà (eco)tossicologiche, in particolare delle sostanze chimiche più in generale e degli ingredienti impiegati nelle formulazioni cosmetiche, nello specifico. Una spinta allo studio e all’approfondimento dei metodi in silico è sicuramente venuta anche dal fronte regolatorio: da una parte dal Regolamento (CE) n.1907/2006 (il Regolamento REACH), che motiva in modo conciso un principio essenziale dell’articolato, ovvero la volontà di promuovere lo sviluppo di metodi alternativi per la valutazione dei pericoli che le sostanze comportano; dall’altra perché viene ribadito che l’attuazione del Regolamento REACH dovrebbe basarsi sul ricorso, ogni volta che sia possibile, a metodi di prova alternativi atti a valutare i pericoli che le sostanze chimiche comportano per la salute e per l’ambiente. Questo fa sì che l’uso degli animali (ovvero dell’esecuzione di test in vivo) dovrebbe essere evitato ricorrendo a metodi alternativi validati dalla Commissione, da organismi internazionali oppure riconosciuti dalla Commissione o dall’Agenzia come idonei a soddisfare le prescrizioni in materia di informazione imposte da REACH. Anche il Regolamento (CE) n.1272/2008 (CLP) rincalza su questo fronte, affermando che qualora debbano essere effettuati nuovi test sperimentali al fine di indagare una proprietà intrinseca di una sostanza/miscela (per poterne stabilire la classificazione e la conseguente etichettatura), le prove sugli animali vengono effettuate soltanto se non esistono alternative che offrano adeguata attendibilità e qualità dei dati. A questi si affianca, considerando il mero ordine cronologico dei regolamenti europei, il Regolamento (CE) n.1223/2009 (sui prodotti cosmetici), dove è stato fissato un calendario delle scadenze, in corrispondenza delle quali viene fatto divieto di commercializzare prodotti cosmetici la cui formulazione finale, i cui ingredienti o combinazioni di ingredienti siano stati testati su animali. […]

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