L’integrazione, con derivati erboristici, dei preparati alimentari per gli animali domestici sta incontrando sempre più frequentemente il favore del pubblico per i riscontri positivi, sia nella prevenzione, che nel trattamento delle più comuni patologie. Rispetto al mercato per l’uomo già consolidato e discretamente regolamentato, l’erboristeria animale è un mercato innovativo, una nuova fonte di reddito per le attività commerciali del settore e per questo presenta numerosi interrogativi sia a livello legislativo che di formulazione: una miglior conoscenza del vasto repertorio di piante officinali potenzialmente utili, e una fattiva collaborazione con i medici veterinari sarà di fondamentale importanza per migliorare i prodotti stessi.
Negli ultimi anni l’impiego di prodotti erboristici per il benessere degli animali da affezione ha ottenuto numerosi e rassicuranti risultati.
Ciò è stato possibile anche grazie alla possibilità di aggiungere direttamente al mangime gli estratti vegetali d’interesse. In questo modo, oltre ad aumentare l’appetibilità dell’alimento stesso, diventa possibile intervenire senza difficoltà per trattare diversi tipi di problematiche quali disturbi dermatologici, muscolo-scheletrici e dell’apparato locomotore, vari tipi d’intolleranze alimentari e allergie. Tali prodotti possono inoltre essere applicati come prevenzione contro l’insorgenza di alcune malattie andando, ad esempio, a rafforzare le difese immunitarie dell’animale.
Purtroppo la complessità dello studio della materia, la carenza di corsi specifici a livello universitario e, a volte, l’abitudine consolidata degli operatori del settore di appoggiarsi esclusivamente alla medicina allopatica tradizionale, sono alla base di una mancanza di formazione professionale sull’argomento.
Attualmente i prodotti erboristici utilizzati allo scopo di migliorare il benessere animale vengono definiti mangimi complementari e fanno riferimento ai Regolamenti (CE) n° 183/2005 e n° 767/2009 del Parlamento e del Consiglio Europeo. Anche a livello normativo permangono alcune lacune inerenti la regolamentazione di tali prodotti, ma il crescente interesse sta contribuendo ad aumentare l’attenzione sull’argomento da parte degli Stati Membri (1).
Lo scopo principale che ci siamo prefissati con quest’articolo è di classificare le patologie più diffuse nell’ambito degli animali d’affezione – con riferimento soprattutto al cane e al gatto – che costringono i loro proprietari a recarsi dal veterinario e conseguentemente individuare i possibili rimedi erboristici da adottare per far fronte a tali problematiche. Tutto ciò è stato reso possibile dalla collaborazione di alcuni medici veterinari che si sono resi disponibili a raccontarci le proprie esperienze personali lavorative a contatto con il mondo dei prodotti erboristici. Tutte le informazioni contenute all’interno di quest’articolo, naturalmente, hanno esclusivamente uno scopo informativo e non vogliono perciò sostituirsi al consiglio professione del veterinario di fiducia. Per qualunque problematica riscontrata sul proprio animale domestico, è bene rivolgersi prima di tutto allo specialista.
Problematiche dermatologiche
Si può parlare di problematiche dermatologiche ogniqualvolta siano presenti dei disturbi legati alla cute o al mantello del cane o del gatto, comprese le orecchie e le zampe. Generalmente si tratta di dermatite, eczema e piodermite che hanno caratteristiche e manifestazioni differenti secondo le cause e il punto ove si verificano e che provocano una serie di sintomi diffusi e molto fastidiosi per l’animale come prurito, arrossamenti, mancanza di pelo, pus o sangue, croste, fino a forme più gravi quali piaghe e ferite.
Le principali cause di alterazione cutanea possono essere così riassunte:
– malattie epatiche, intestinali o renali;
– turbe delle ghiandole endocrine;
– allergie;
– deficit vitaminici e di acidi grassi essenziali;
– avvelenamenti, soprattutto da tallo;
– cause esogene, soprattutto ectoparassiti.
Proprio per queste numerose e differenti possibilità sull’origine del problema, bisogna porre molta attenzione quando ci troviamo di fronte ad una dermatite: essa potrebbe essere infatti la manifestazione di problematiche silenti più gravi, come ad esempio una compromissione del fegato. In questi casi specifici la pelle svolge il ruolo di organo emuntorio e comporta la necessità di intervenire, oltre che a livello topico, con dei prodotti per OS ad azione antibatterica e antifungina, come ad esempio il Cardo mariano, per ripristinare la normale fisiologia dell’organo interessato.
Trascurare una dermatite potrebbe anche portare cronicizzazione e peggioramento della stessa. Alcuni consigli che potrebbero risultare utili in queste situazioni, sono innanzitutto quello di focalizzare l’attenzione sulla parte colpita, sull’entità del prurito ed esaminare la zona per individuare eventuali escoriazioni o desquamazioni. Considerare sempre che un prurito eccessivamente improvviso e un arrossamento vistoso potrebbero anche essere semplicemente il morso o la puntura di un insetto precedentemente ricevuto. Una volta certi di essere di fronte a dermatite, ricordare che il fastidio dovuto al prurito è più intenso durante la notte, sia per un aumentata vascolarizzazione, che per una diminuzione degli stimoli esterni utili a distrarre l’animale dal problema. Attenzione a passeggiare in luoghi in cui siano stati utilizzati diserbanti o altri prodotti nocivi per la pelle o dov’è stata tagliata da poco l’erba, onde evitare che pezzetti di graminacee si depositino su zampe, orecchie e cute in genere. Pulire accuratamente il pelo dell’animale ogni volta che si rientra dalla passeggiata e utilizzare detergenti non aggressivi in caso di lavaggio (2).
I fitocomplessi adeguati a questa categoria di problematiche sono numerosi e variano secondo l’origine della dermatite, dell’eczema o della piodermite.
Nel caso di dermatiti di origine allergica è stato riscontrato di particolare efficacia l’utilizzo dell’olio di semi di Ribes nigrum, una pianta appartenente alla famiglia delle Grossulariaceae. Numerosi studi in medicina veterinaria, infatti, suggeriscono che prodotti contenenti acidi grassi essenziali della serie omega-3 e omega-6 in rapporto quantitativo pari o inferiore a 1 a 5, o contenenti alte percentuali di acidi grassi biotrasformati, quali l’acido gammalinolenico (GLA) o l’acido stearidonico abbiano attività antinfiammatorie in corso di dermatite atopica del cane. L’olio di semi di Ribes nero presenta un rapporto omega-3/omega-6 di 1 a 4 ed è particolarmente ricco di GLA e acido stearidonico e si è dimostrato efficace nella terapia sintomatica del prurito in corso di dermatite atopica sia dell’uomo che dell’animale (3)…..
… sul n°386 di Erboristeria Domani l’articolo completo