Eco-Thinking


Eco-Thinking

E tu da che parte stai? Ovvero, perché applicare un metodo

Diego Garofano1, Paolo Lucchese2

1Designer esperto in strategia, sviluppo e comunicazione di packaging e prodotto
2Chimico specialista in ricerca cosmetica e dei materiali

diegogarofano@gmail.com • paolo.lucchese@libero.it+


In comunicazione, come nella vita, è il porre le domande giuste che ci permette di intuire le decisioni corrette da prendere.
Nel solco del precedente articolo (1), e quindi del tema che titola la rubrica, abbiamo intuito come potesse risultare atteso un esempio pratico che calasse la teoria dei metodi, degli strumenti e delle opportunità nella realtà quotidiana dello sviluppo, della commercializzazione e dell’acquisto di un prodotto cosmetico.
Questa intuizione ci ha portato a lavorare su un testo che ponesse di fronte due ipotesi di prodotto in antitesi tra loro, posto l’eco-thinking quale fulcro, ago della bilancia, spartiacque.
Tornando quindi al porsi le giuste domande: eco-thinking SÌ, eco-thinking NO?
È dunque partendo da questi quesiti e dalla conoscenza dei processi di mercato che intendiamo confrontare un prodotto pensato, ideato, progettato, venduto e scelto in eco-thinking con un altro che invece potrebbe seguire logiche prettamente, o meglio esclusivamente, di profitto.
I risultati presentati consentiranno di intraprendere una decisione consapevole e di poter dare una risposta al quesito che è stato posto.

Due realtà a confronto

Il generare e partorire concept di prodotto è sempre legato ad analisi di marketing, commerciali e tecniche; sempre più pesantemente, però, la contestualizzazione socio-economica assume un valore fondamentale nelle valutazioni a monte di un processo decisionale di sviluppo.
Ora non scenderemo nella descrizione dei processi, ma più semplicemente immagineremo delle caratteristiche di prodotto secondo delle logiche di sviluppo opposte tra loro, con il solo obiettivo di arrivare a porre la domanda principe a tutte le categorie di lettori e a darne una risposta.
Consideriamo due aziende (Azienda A, Azienda Z) che intendono sviluppare un prodotto “olio da massaggio con proprietà nutritive e rilassanti per la pelle”; come input di progetto entrambe chiedono che il prodotto cavalchi l’onda del prodotto green e che sia quanto più possibile biologico, che risulti facilmente posizionabile nei vari canali di vendita e che sia quindi aspecifico e fortemente caratterizzato dal punto di vista dell’immagine, in modo da distinguersi sul mercato.
Distinguiamo tra loro due realtà con l’approfondimento delle rispettive visioni e quindi missioni:
• Azienda A: crede in logiche di profitto, del buono quanto basta, e quindi in una commercializzazione di prodotti “di moda”, il cui periodo di vita sul mercato non risulta un must per la progettazione, considerato che l’obiettivo è “sfornare” referenze che soddisfino i claim di tendenza scendendo a compromessi che ottimizzano costi di sviluppo e di produzione.
• Azienda Z: si pone come obiettivo quello di creare prodotti capaci di perdurare sul mercato nel lungo periodo, e quindi riconosciuti per coerenza e prestazionalità. Prodotti pensati in ottica sostenibile, ecocompatibile e che siano quindi segnale di cambiamento.
Esaminiamo ora le due aziende nel profondo delle scelte e delle strategie adottate da ciascuna. […]

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