DSM – ALPAFLOR® Sostenibilità e Fair Trade applicati alla produzione di attivi biologici


DSM – ALPAFLOR® Sostenibilità e Fair Trade applicati alla produzione di attivi biologici

Intervista a François Paul, Vouvry Site Manager & Global Marketing Manager Natural Skin Care

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D. Quali sono i fondamenti della filosofia Alpaflor®?
R. La filosofia Alpaflor® si basa su tre pilastri: la sostenibilità (incluso il commercio equo), la tracciabilità e la qualità. Sin dalla sua fondazione 20 anni fa, Alpaflor® si è concentrata sugli estratti vegetali alpini per l’industria cosmetica, utilizzando solo piante coltivate biologicamente per garantire che i territori di montagna non venissero impoveriti e per proteggere la biodiversità alpina, un’idea pionieristica a quel tempo. I primi attivi biologici sono stati lanciati sul mercato nel 2004. Alpaflor® ha istituito una rete per sostenere la catena di approvvigionamento delle piante alpine, con una stretta ed equa relazione tra una cooperativa di montagna e gli agricoltori. Questa rete garantisce la tracciabilità dei nostri prodotti. Tutti i nostri estratti sono standardizzati in composti attivi e le prove di efficacia vengono eseguite dai nostri colleghi della ricerca e sviluppo presso la sede di DSM Nutritional Products nei pressi di Basilea.

D. Come sono stati raggiunti gli obiettivi della sostenibilità e del commercio equo e solidale (Fair Trade) da parte di DSM?
R. Per quanto riguarda l’ambiente, nel sito produttivo Alpaflor® pratichiamo la coltivazione biologica. Inoltre rispettiamo anche i principi della chimica verde: utilizziamo solo energia rinnovabile, abbiamo drasticamente ridotto il nostro consumo di energia (in particolare il consumo di petrolio e acqua), ricicliamo i residui delle piante esauste come compost e, dopo estrazione, l’etanolo organico viene riutilizzato. Non produciamo rifiuti chimici. Per quanto riguarda il commercio equo, l’intero portafoglio Alpaflor® è ora certificato ESR (Fairness, Solidarity and Responsibility) da Ecocert Environment. Abbiamo stabilito un contratto a lungo termine con una cooperativa agricola, concordando un prezzo minimo garantito e un salario equo (ci facciamo carico di tutti i rischi della coltivazione – gli agricoltori vengono pagati secondo l’area coltivata e non per la resa del materiale essiccato). Inoltre forniamo all’agricoltore un supporto tecnico gratuito grazie all’Istituto Federale Svizzero di Ricerca in Agricoltura (Agroscope) con cui collaboriamo.

D. Con quale criterio viene selezionata la specie di pianta più efficace? Può farci un esempio?
R. È molto importante selezionare la giusta specie vegetale. Ciò è possibile solo perché siamo noi a coltivare le piante (con la raccolta di piante spontanee è molto difficile distinguere tra specie vicine o anche tra diversi chemiotipi). Abbiamo osservato una grande variazione nel contenuto di attivi tra piante dello stesso genere, ad esempio all’interno del genere Epilobium. Epilobium angustifolium è la specie più comune in montagna, ma abbiamo trovato almeno altre quattro specie sulle Alpi. Dopo aver analizzato tutte queste specie, abbiamo notato che Epilobium fleischeri ha il miglior contenuto di attivi, tre volte superiore rispetto a Epilobium angustifolium.

D. Quali sono le caratteristiche delle colture di montagna ad alta quota?
R. Ad altitudini elevate, le piante sintetizzano grandi quantità di metaboliti secondari per proteggersi da condizioni ambientali difficili (come radiazioni UV, un’ampia variazione di temperatura durante il ciclo circadiano – giorno e notte – ed elevati livelli di disidratazione dovuti alla combinazione di calore e vento forte). E questi metaboliti vengono da noi estratti per la loro attività sulla pelle. Per ottenere colture ottimali, abbiamo stabilito che la migliore altitudine è quella tra 1.000 e 1.500 metri sul livello del mare. Sotto i 1.000 metri le piante sintetizzano meno attivi e sono più sensibili all’aggressione di malattie e parassiti e, oltre i 1.500 metri, la stagione è molto breve e la resa del materiale è troppo bassa. Abbiamo anche confrontato le piante alpine nel loro habitat naturale e quelle coltivate da noi e non abbiamo trovato differenze significative nel contenuto di attivo.

D. Può illustrarci come viene garantita la tracciabilità degli attivi Alpaflor®?
R. La tracciabilità è pienamente garantita grazie alla nostra filiera locale corta. Conosciamo tutti gli stakeholder (l’Istituto Federale Svizzero di Ricerca in Agricoltura, i vivai, la cooperativa di montagna e gli agricoltori), ci troviamo nella stessa zona (massimo 50 km di distanza). Abbiamo una forte relazione da quasi 20 anni e veniamo subito a conoscenza delle problematiche. La tracciabilità parte dai semi (che devono anche essere biologici), e passa attraverso le piantine nel vivaio e le giovani piante che vengono trasferite nei campi, fino alla raccolta nel momento giusto e all’essiccazione e alla frantumazione eseguita presso la cooperativa.
La cooperativa crea un lotto della pianta corrispondente ad un agricoltore, un raccolto, un campo. Noi manteniamo questa tracciabilità nella nostra fabbrica, conosciamo il nome dell’agricoltore, l’appezzamento di terra e la data delle piante utilizzate per produrre ogni chilo di attivo che viene commercializzato. DSM-Alpaflor® gestisce ogni passaggio della filiera, dal seme all’attivo.

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