Il digitale al servizio della persona

Il digitale al servizio della persona

L’e-recruitment dedicato al mondo della cosmetica

L’avanzata della digitalizzazione

Oggi più che mai, a seguito degli ultimi eventi che hanno modificato le nostre vite, non solo da un punto di vista personale ma anche lavorativo, il digitale è diventato un alleato di cui non si può e non si potrà più fare a meno.
Pertanto, se ancora prima che si verificasse questa situazione la trasformazione digitale era un processo inevitabile per le imprese, ora è divenuta una realtà imprescindibile se si vuole rimanere competitivi sul mercato.
Per trasformazione digitale si intende un radicale cambiamento nell’organizzazione aziendale, nei processi e nelle attività che costituiscono l’ecosistema di una società.
L’introduzione del digitale comporta una riduzione delle mansioni più ripetitive, inserendo l’automazione di determinati processi volti a migliorare e velocizzare non solo il sistema produttivo ma tutte le aree coinvolte nel business, dalle funzioni aziendali (quali, ad esempio, marketing, risorse umane, amministrazione) ai modelli di business, di partnership e così via.
C’era un tempo in cui si temeva che la macchina industriale avrebbe “rubato” lavoro all’uomo sostituendolo nelle sue mansioni. Tale previsione non si è avverata, anzi, all’opposto, l’industrializzazione ha sgravato l’uomo dai lavori più pesanti, consentendogli di concentrarsi maggiormente sulle attività intellettuali, e ha contribuito alla creazione di un nuovo mercato del lavoro, nel quale nuove professioni prendono forma e altre svaniscono. Il digitale deve essere inteso come un’opportunità di crescita attraverso uno strumento che accelera determinati meccanismi, consente l’ottimizzazione dei processi e quindi la possibilità di concentrarsi sul proprio core business.
La tecnologia, dunque, come importante opportunità di miglioramento in tutti i settori, ma anche come possibile fonte di rischio per la privacy. Non si possono infatti dimenticare i problemi connessi alla gestione dei dati personali che sorgono in particolari processi aziendali. Il General Data Protection Regulation (GDPR) è nato proprio per regolamentare la protezione di tali informazioni, coniugando tutela personale e sviluppo tecnologico. Non è questa la sede per discutere di sicurezza dei dati, ma il principio non può essere trascurato; non a caso, la sicurezza è diventata l’elemento cardine in materia di protezione dei dati, senza il rispetto della quale il trattamento degli stessi non può essere effettuato.

La digitalizzazione nel comparto cosmetico
Anche nella beauty industry il processo di digitalizzazione è in fase di forte crescita e sviluppo. Dal report di Cosmetica Italia del 2019 è emerso che le imprese cosmetiche hanno e stanno tuttora reagendo al tema dell’informatizzazione, non solo investendo maggiormente nell’e-commerce, ma anche impegnandosi a progettare e realizzare un piano destinato a trasformare l’intera organizzazione aziendale.
Nel mondo cosmetico l’e-commerce ha comportato una parte di disinvestimento nei confronti dell’intermediazione tradizionale, tuttavia rimane affiancato ad altri canali di vendita attraverso intermediari esterni e interni all’azienda. Le imprese interpellate sul punto hanno riconosciuto la fondamentale importanza dell’investimento nell’e-commerce, poiché esso offre enormi potenzialità commerciali. Non per niente, dall’indagine effettuata da Ermeneia è emerso che nel 2019 il 40% delle imprese cosmetiche ha venduto online rispetto al 9% del 2011.
Sul piano della progettazione e della realizzazione effettiva, invece, il report di Cosmetica Italia sostiene che il 60% degli imprenditori intervistati ha dichiarato di essere già impegnato in un processo di digitalizzazione, seppure a livelli e intensità differenti. La maggior parte degli imprenditori che ha partecipato all’indagine riconosce l’opportunità e il beneficio dietro al digitale, non solo all’interno della propria azienda, ma anche nei rapporti con la lunga filiera che costituisce l’impresa cosmetica, sia a monte con la produzione sia a valle con la rete di vendita. L’interconnessione tra i vari e numerosi attori deve essere facilitata e velocizzata attraverso la circolazione fluida delle informazioni, in modo tale da instaurare un dialogo costante e continuo tra i soggetti coinvolti.
Nel microcosmo aziendale, però, il 78% degli intervistati ha sostenuto che tale rivoluzione digitale è stata frammentaria, ovvero è avvenuta in modo discontinuo, solo in alcuni reparti. Per trarre il beneficio digitale è invece necessario coinvolgere tutto il sistema organizzativo, nel suo complesso e nelle singole funzioni, considerando sempre le caratteristiche e le specificità della singola impresa (1,2).

La digitalizzazione e il recruitment del personale

Anche nel settore della ricerca e selezione e formazione del personale esistono realtà che si sono distinte grazie alla tecnologia, non sottovalutando il concetto di e-recruitment ma, al contrario, implementando strumenti digitali innovativi volti a facilitare il flusso delle informazioni tra i vari attori interessati. Alcune società hanno addirittura utilizzato sistemi in grado di fornire un servizio di ricerca e selezione del personale in modalità “self-service”, offrendo al cliente la possibilità di trovare il proprio candidato ideale in modo autonomo e indipendente, senza interferenza da parte del recruiter, se non specificatamente richiesta.
Tuttavia, se nell’era del digitale la tecnologia è fondamentale per raggiungere ottimi risultati in tempi ridotti, soprattutto in un ambito quale quello del recruitment, la componente umana rimane parte integrante dell’attività, anzi, al centro della selezione.
La tecnologia non è tutto: il focus rimane sulla persona.
In un mondo dove il digitale e i social la fanno da padroni nelle relazioni, un’efficiente ed efficace società di recruitment non può prescindere dalla competenza umana. Sono le persone giuste al posto giusto a fare la differenza e per trovare il candidato ideale occorrono competenza, specializzazione, innovazione e collaborazione.
Il vero tratto distintivo di una selezione adeguata e soddisfacente presuppone, infatti, una serie di competenze e soft skills che non possono essere fornite dall’automazione, ma devono essere affidate a risorse valide, capaci e altamente qualificate. Una volta che il candidato ha compilato la parte digitale con l’inserimento dei propri dati, esperienze e qualifiche professionali, la selezione deve essere completata attraverso un’intervista o un incontro con un team di professionisti. Tale modo di operare evidenzia l’importanza della relazione e della collaborazione, considerando l’elemento umano quale strumento indispensabile al raggiungimento dell’obiettivo.
Soprattutto nei settori come quello del recruitment, in cui la persona deve rimanere l’attore protagonista, oggi la vera sfida è quella di riuscire a sfruttare i vantaggi forniti dalla digitalizzazione integrando il processo nell’unico modo possibile per superare i limiti che la tecnologia comporta: con la componente umana.

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Giorgia Lanza
HR Business Partner,
Job On Beauty, Milano

giorgia.lanza@jobonbeauty.com

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