Le nuove tecniche di selezione vegetale, meglio conosciute come NPBT secondo l’acronimo inglese di New Plant Breeding Techniques, sono metodi che permettono lo sviluppo di nuove varietà vegetali con tratti desiderati, modificando il DNA dei semi e delle cellule vegetali adulte. Sono chiamate “nuove” perché queste tecniche sono state sviluppate solo nell’ultimo decennio e si sono evolute rapidamente. Questa espressione può raggruppare metodologie differenti. Ma che impatto possono avere queste metodologie in ambito cosmetico e in particolare quali sono i rischi per il segmento naturale e biologico? Come si sta muovendo il settore a riguardo?
In ambito cosmetico, come in quello alimentare, i consumatori più attenti ed esigenti vogliono essere informati sulla presenza o meno di organismi geneticamente modificati. Secondo uno studio commissionato da NATRUE, alla società di ricerca Gfk, un prodotto cosmetico naturale e biologico deve escludere la presenza di OGM per il 60% dei consumatori del panel.
Gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) sono organismi che hanno subito modificazioni genetiche in accordo con la direttiva 2001/18/EC. Il quadro normativo europeo stabilisce la necessità della valutazione del rischio, tracciabilità e etichettatura degli OGM per prodotti alimentari e mangimi che contengono o che sono stati prodotti attraverso OGM disciplinati dai regolamenti (EC) No.1829/2003 e 1830/2003. Per quanto riguarda l’agricoltura biologica, gli OGM sono proibiti dal Regolamento (EC) No.834/2007. Nel loro insieme queste norme offrono un quadro normativo chiaro garantendo trasparenza e soprattutto la possibilità da parte del consumatore di fare scelte di acquisto consapevoli.
Nonostante questo quadro normativo piuttosto completo, NATRUE ha sollevato di recente una questione molto importante che mira a tutelare le legittime esigenze dei consumatori e che riguarda l’inquadramento degli ingredienti derivanti dalle più recenti tecniche di selezione vegetale. La Commissione Europea non ha fornito ad oggi un’interpretazione giuridica volta a definire se gli OGM ottenuti tramite i processi di selezione vegetale NPBTs, ricadano o meno nell’ambito della direttiva 2001/18/EC.
“NATRUE chiede che vengano incorporate nella legislazione sugli OGM in quanto rappresentano di fatto un’alterazione delle caratteristiche genetiche di una pianta. L’attuale quadro normativo risulta nell’impossibilità di tracciare le piante che potrebbero essere state sottoposte a questi processi e qualora venissero utilizzate per la produzione di ingredienti cosmetici non potremmo conoscerne i dettagli del processo produttivo.
Questo gap nella tracciabilità significa che potremmo essere di fronte all’impossibilità di rispettare le aspettative dei consumatori circa l’esclusione degli OGM dai cosmetici naturali e biologici”, ci spiega Mark Smith, il direttore dell’Associazione.
Per NATRUE è infatti fondamentale offrire al consumatore un prodotto in linea con le sue aspettative. In una definizione coerente di cosmesi naturale ci si deve innanzitutto chiedere cosa si intende per naturalità. L’esclusione di alcuni ingredienti così come definito nella maggior parte degli standard di certificazione per la cosmesi naturale e biologica, offre solo una parziale risposta al problema e dice poco e nulla sulla ratio che sta alla base di una certa concezione di naturalità. Nello standard NATRUE gli ingredienti vengono classificati in tre tipologie in base al processo produttivo a cui sono sottoposti: ingredienti naturali, ingredienti di derivazione naturale e ingredienti natural-identici.
Gli ingredienti naturali possono essere ottenuti solo mediante processi fisici o di fermentazione. Questa definizione è quella che più si avvicina al concetto di naturalità come percepito dal consumatore. È chiaro però che per essere performanti i cosmetici non possono essere formulati solo con ingredienti naturali secondo questa prima categorizzazione. Il Comitato Scientifico di NATRUE, quando è stato chiamato a definire lo standard, ha codificato altre due categorie di ingredienti: quelli di derivazione naturale e quelli natural-identici.
Gli ingredienti di derivazione naturale sono il risultato di processi di reazione chimica (solo quelli permessi dallo standard) di ingredienti naturali. Gli ingredienti natural-identici possono essere pigmenti, minerali o conservanti. Essi esistono in natura, ma per motivi tecnici e di sicurezza vengono riprodotti in laboratorio.Questi ingredienti sono accettati solo quando sono strettamente necessari per garantire la sicurezza dei consumatori (conservanti) o per motivi di purezza (minerali/pigmenti).
Tutti questi ingredienti hanno una caratteristica essenziale: esistono in natura. Nulla di artificiale (ovvero creato dall’uomo) è permesso dallo standard NATRUE. Questa classificazione segue dunque un principio ben preciso e detta le linee guida per classificare di conseguenza gli ingredienti utilizzabili in cosmesi. Da queste definizioni escono quindi liste positive di ingredienti ammessi dallo standard e non al contrario liste che li escludono. “Questa differenza di approccio rispetto ad altri standard è uno stimolo per il formulatore che nel momento in cui utilizza ingredienti innovativi deve dimostrarne la conformità secondo i principi sopracitati”, precisa Smith. L’ultimo ingrediente è l’acqua, che sebbene sia per comune sentire un ingrediente naturale, non rientra nella medesima categoria perché NATRUE non vuole inflazionare il contenuto naturale permettendo all’acqua di essere presa in considerazione per il calcolo delle percentuali. La percentuale biologica viene calcolata prendendo come riferimento la componente naturale (o quella di derivazione naturale in taluni casi previsti dallo standard), stabilendo così il principio che un cosmetico non può essere biologico se non è prima stata assicurata la naturalità. Lo standard quindi prevede tre livelli di certificazione che si sviluppano, uno sulla base del precedente, in un crescendo di rigorosità.
Cosmetici naturali: questo livello è la base del marchio NATRUE: definisce quali sono gli ingredienti accettati e come possono essere trattati. I prodotti degli altri due livelli devono soddisfare i criteri di questo primo livello. Secondo il tipo di prodotto, una soglia minima di ingredienti naturali garantiti e un contenuto massimo di sostanze di derivazione naturale deve essere rispettata.
Cosmetici naturali con componenti biologici: si applicano tutte le condizioni di cui sopra, ma almeno il 70% degli ingredienti naturali (o di derivazione naturale, quando previsto dallo standard) deve provenire da coltivazione biologica e/o raccolta spontanea controllata. Rispetto al primo livello, si richiede un contenuto minimo di ingredienti più elevato e una presenza minore di ingredienti trasformati di origine naturale.
Cosmetici biologici: le suddette due condizioni si applicano con almeno il 95% di ingredienti naturali (o di derivazione naturale, quando previsto dallo standard) provenienti da coltivazione biologica e/o raccolta spontanea controllata. Rispetto al secondo livello, si richiede un contenuto minimo di ingredienti naturali garantiti ancora più elevato ed un minore contenuto di ingredienti trasformati di origine naturale.
NATRUE è da anni impegnata nella difesa della cosmesi naturale e biologica e tramite la sua attività politica ormai decennale a Bruxelles è attiva nel chiedere alla Commissione Europea di includere le NPBT come tecniche di modificazione genetica che portano alla produzione di OGM, come previsto dalla Direttiva 2001/18/EC, e che quindi possano essere resi tracciabili e identificabili dai produttori e dai consumatori.
“Per portare avanti azioni politiche come quella descritta, è essenziale essere rappresentativi del settore e farsi carico delle istanze provenienti dai produttori. La nostra mission è quella di promuovere e proteggere la cosmesi naturale e biologica a beneficio dei consumatori di tutto il mondo”, conclude Smith. (D.B.)