L’Integratore Nutrizionale 5/2023

Focus: Beauty from within

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Che cosa sono, come funzionano, come si studiano
E. Santoro

Anche se un po’ borderline con l’interesse specifico de L’Integratore Nutrizionale non si può ignorare come la tutela della salute stia cambiando radicalmente, e l’avvento delle terapie digitali (regolamentate come dispositivi medici) sia ormai una realtà. Non a caso il termine “digital health” (o sanità digitale) è ormai entrato anche nella Enciclopedia Treccani, proprio a cura di un esperto del settore, Eugenio Santoro (Ricercatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’intergruppo parlamentare sulla sanità digitale e le terapie digitali), al quale abbiamo chiesto di spiegare ai nostri lettori di che cosa si tratta.

Confronto con il solo prodotto cosmetico
R. Di Lorenzo, S. Laneri

RIASSUNTO
Fattori endogeni ed esogeni possono alterare lo stato e l’aspetto della pelle, determinandone l’invecchiamento. Per ottenere un’efficacia antiage si possono utilizzare due diversi approcci cosmetici. È possibile utilizzare prodotti topici a base di estratti alimentari o assumere un integratore alimentare e applicare un prodotto cosmetico topico a base di estratti alimentari sulla superficie da trattare (In&Out). Questo lavoro ha valutato in vivo il potenziale antiaging di una formulazione nutricosmetica (crema + integratore alimentare) e di una crema cosmetica a base di curcuma. La scelta dell’estratto commerciale di curcuma da utilizzare a fini sperimentali si è basata sul contenuto di curcuminoidi determinato mediante un test HPLC. I curcuminoidi sono i composti bioattivi responsabili delle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie della curcuma. I loro livelli negli estratti di curcuma variano a seconda delle condizioni di conservazione, della varietà e delle condizioni pedoclimatiche di coltivazione. Sono stati utilizzati il Tewameter® TM 300 per valutare la perdita di acqua transepidermica (TEWL), il Corneometer® CM 825 per determinare l’effetto idratante, il Cutometer® per stimare la compattezza e l’elasticità della pelle, il Dermascan per valutare l’indice di collagene e il Visioface® 1000D per valutare le rughe. Il prodotto nutricosmetico ha mostrato un potenziale idratante, antietà e antirughe migliore rispetto al solo prodotto cosmeceutico.

Una revisione critica
C.R. Sirtori, C. Bollati, C. Lammi

RIASSUNTO
L’ipercolesterolemia, uno dei principali fattori di rischio per la progressione delle malattie cardiovascolari, può essere prevenuta o trattata attraverso cambiamenti nello stile di vita, inclusa la dieta. Sebbene gli studi clinici siano più a favore di un ruolo rilevante delle proteine vegetali nella prevenzione e nel trattamento dell’ipercolesterolemia, peptidi bioattivi con attività ipocolesterolemica sono stati isolati anche da alcune fonti animali. Quindi oltre ai classici: soia, lupino e semi di canapa, proteine animali come latte, carne e uova possono contenere peptidi ipocolesterolemizzanti. Questi peptidi esercitano la loro attività attraverso meccanismi diversi, non sempre valutati in vivo. Il loro utilizzo nella nutrizione umana è auspicabile e considerevoli sforzi sono in corso, con l’obiettivo di individuare buoni candidati per lo sviluppo di alimenti funzionali o nutraceutici.

Proteine vegetali e benefici per salute
E. Azzini, L. Barnaba, D. Ciarapica, A. Raguzzini, A. Polito

RIASSUNTO
I livelli di citochine infiammatorie sono associati a malattie non trasmissibili (NCDs) e possono essere influenzati dall’apporto individuale in macronutrienti. Questo lavoro ha valutato il rapporto tra l’adeguatezza dell’apporto proteico raccomandato specifico per l’età e i livelli di marcatori infiammatori correlati al rischio di malattie non trasmissibili. Lo studio ha incluso 347 partecipanti (119 uomini e 228 donne), di età compresa tra 18 e 86 anni. È stato valutato il rischio cardiometabolico, la prevalenza di sindrome metabolica e sono stati misurati i livelli di leptina, IL-15, IL-6 e TNF-α. I risultati hanno evidenziato che l’adeguatezza dell’assunzione di proteine totali (PT) era più basso negli anziani rispetto agli individui di età <60 anni, e solo pochi volontari hanno consumato il 50% di proteine vegetali (PV), come suggerito per una dieta sana e sostenibile. Solo negli individui anziani con un consumo di PV superiore ad almeno il 40% delle PT è stato osservato un rischio inferiore di NCDs. Inoltre, è stata osservata una differenza significativa nei livelli di TNF-α e IL-6 sia per l’assunzione di PT che di PV per sesso e classe di età, mentre per la leptina e per IL-15 sono state riscontrate solo interazioni significative tra il sesso e la classe di età. Anche se i nostri dati suggeriscono che consumare più del 40% di PV può ridurre il rischio di malattie non trasmissibili, l’effetto delle differenze di genere sui livelli di citochine dovrebbero essere prese in considerazione in studi più ampi.

AGGIORNAMENTI
Letteratura scientifica

Nutricosmetici, cosmetogenetica
e specchi intelligenti

Come il progresso scientifico può contribuire
alla salute e al benessere
A. Baldi

Approfondimenti formulativi

Probiotici e infiammazione
Ruolo dell’integrazione e tips formulativi
M. Pellizzato, A. Colletti

Novel food

Panoramica delle novità che hanno impatto
sul settore degli integratori alimentari

A. Antonelli

Pubblicità al vaglio

Comitato di controllo
Ingiunzione n. 18/23 del 9/6/23

AZIENDE

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L’Integratore Nutrizionale 5/2023
Figura 1

Ocimum centraliafricanum, Copper flower, indicatore di giacimenti di rame (5)