Anna Caldiroli

Editoriale CT3, 2025

ma sai che ognuno c’ha il suo mare dentro al cuore sì (…)

ma sai che ognuno c’ha i suoi sogni da inseguire sì

Mare mare (Luca Carboni)

Tra babordo e tribordo

A Milano ci sono “le week” e questo l’abbiamo già detto.

“Le week” che – lo ammetto pubblicamente – certe volte cerco di dribblare. Mi capita di partecipare a qualche evento ma più per sfruttarlo come occasione per incontrare persone (che siano amici della vita privata, autori con cui collaboro, potenziali clienti ecc.) con uno sguardo talora distratto e non sempre completamente coinvolto.

Ebbene, quest’anno, complice l’algoritmo che governa uno tra i canali social più noti, ho iniziato a interessarmi al Salone del mobile ma, in particolare, a ciò che si è saputo imporre negli anni fino a diventare imperdibile: il Fuorisalone, diffuso per la città, e, che, oltre ad annoverare esposizioni in palazzi prestigiosi si estende fino ad aree di archeologia industriale. Ora, senza addentrarmi sull’indotto – positivo e negativo – che è in grado di generare sulla città e limitrofi, nelle lunghe code per accaparrarsi il famoso sgabello o altro, sono andata a curiosare alcuni di questi appuntamenti. 

Durante “La” week 2025, ho trovato sentimentalmente significativo Wind Labyrinth avvolto dal fascino nascosto e senza tempo del Cortile del 700 nella sede dell’Università degli Studi di Milano di Via Festa Del Perdono proposto da Sanlorenzo Yacht: un’installazione immersiva che si concede per un’esperienza per i sensi che simula la navigazione e, come in acqua, lo spettatore non avverte più il proprio peso. Un labirinto di vele metafora del mare quale spazio infinito, il vento è guida nella scoperta e ne definisce anche il percorso, lambisce il viso dei naviganti di Terra. Sono stati utilizzati vele, rande e fiocchi già precedentemente impiegati, liberi di muoversi secondo la spinta naturale del vento per celebrare il movimento continuo del mare; la luce cambia, gli elementi materiali si avvicinano allo spettatore sino ad inglobarlo. Come accompagnamento, il suono delle onde del mare e lo stridio dei gabbiani. Dal sito web dedicato all’evento, si legge che la società intende “ridefinire il rapporto tra uomo, natura e tecnologia, attraverso un linguaggio estetico e progettuale sempre più orientato alla sostenibilità”.

Quali relazioni e punti di contatto ho intravisto tra questa installazione, che tanto mi ha emozionato, e l’industria cosmetica?

Il desiderio di creare anche attraverso texture, profumi ed esperienze coinvolgenti per il consumatore, per portarlo oltre la semplice funzionalità o l’aspetto visivo.

L’innovazione scientifica e tecnologica per plasmare soluzioni avanzate con il divenire di strumentazioni elettroniche e ingegnerizzate oltre a nuovi metodi di analisi.

Il benessere emotivo e la cura di sé grazie alla proposta di prodotti efficaci dai risultati visibili ma anche momenti di piacere e relax.

L’attenzione sempre crescente alla sostenibilità, mediante la selezione di materie prime, materiali e packaging così come il riesame dei propri processi produttivi affinché, le misurazioni, diano evidenza di un basso impatto ambientale, rispondendo a una spinta di mercato ma anche regolatoria.

L’estetica e il design di prodotto.

Un’esperienza che, per me, è diventata un’opportunità per avere una visione d’insieme e far emergere alcuni elementi cardine della vita d’impresa che prescindono dal settore industriale.

 

Editoriale CT3, 2025
Figura 1

Ocimum centraliafricanum, Copper flower, indicatore di giacimenti di rame (5)